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Fioravanti: “C’eravate: il vostro è uno slogan”. La risposta di Montemerli e Govi: “Nessuno di noi ha dato parere favorevole”

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La nota con la quale i sindaci Montemerli, Garofani e Govi si sono dissociati dalla appena avvenuta conferma di Fausto Giovanelli alla presidenza del Parco nazionale ha aperto un dibattito che pare solo agli inizi. Riceviamo e pubblichiamo in versione integrale la nota del coordinatore Pd della zona montana, Valerio Fioravanti.

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Valerio Fioravanti

Come coordinatore del Pd zona montana non posso condividere ciò che hanno dichiarato i sindaci Garofani, Govi e Montemerli.

Sul merito: come loro stessi dichiarano, il Parco Nazionale con la presidenza Giovanelli si è oggettivamente caratterizzato per l’innovazione e non per conservazione o continuità col passato. Forse persino in eccesso, con l’intento di costruire una idea di Parco prima di tutto "nazionale", con azioni tese ad aprire il territorio a relazioni e frequentazioni esterne più ampie.

Se c’è una critica da fare è quella di avere lasciato in ombra le azioni più legate al territorio e alla sua manutenzione. Tuttavia in questo periodo di contrazione delle risorse queste dovranno trovare una collocazione differente rispetto ai “classici” interventi di spesa pubblica senza ritorno economico.

Il bilancio dei primi 5 anni del Parco è di tutto rispetto: organi, sedi, personale, relazioni istituzionali e con privati, centri visita, punti info, presenza sul web, idee nuove e inedite, ingresso di nuovi comuni, progettualità e progetti avviati sul campo tra cui l'alleanza con le 5 terre, l'atelier di Ligonchio con Reggio Children, una proposta per ritrovare un legame con i tanti emigrati dall’Appennino Tosco-emiliano.

Sul metodo: va innanzitutto considerato che la presidenza del parco non può essere considerato solo “oggetto” del rinnovamento generazionale del Pd. Non è affare interno al partito e neppure esclusivamente dell’Appennino reggiano. Da Parma e dalla Toscana c è stato un chiaro pronunciamento per la continuità. Il progetto Parco Nazionale è appena decollato. In questo momento riportarlo a un punto di partenza per pure ragioni di partito non è opportuno per nessuno.

E’ la stessa legge quadro sulle aree protette che definisce il governo di un parco nazionale (Presidente, Consiglio direttivo e Giunta esecutiva) come organismi formati da persone di nomina politica, ma con esperienza e conoscenze nel campo. Da questo punto di vista i nostri gruppi parlamentari di Senato e Camera hanno apprezzato la competenza e l'esperienza nazionale di Giovanelli.

Come zona montana del Pd il confronto sull’operato e il rinnovo della presidenza del Parco è avvenuta nell’esecutivo di zona allargato agli amministratori svolto il 26 giugno 2011 nel quale si è anche parlato di presidenza dell’Unione dei Comuni Alto Appennino e della composizione della Giunta della Comunità Montana. In quella sede erano presenti i tre sindaci firmatari la nota congiunta.

Il quella sede, tra le altre cose, si era deciso di confermare il progetto in corso e quindi di riproporre Giovanelli alla Presidenza del Parco nazionale dell'Appennino.

Sono state comunque raccolte opinioni di amministratori, associazioni, segretari di circolo. Ho ricevuto la lettera dell'intera giunta di Ligonchio e del gruppo Pd di Collagna che riporta la richiesta di dare continuità alla guida del parco Nazionale dopo i risultati raggiunti. Ho inoltre sentito personalmente i sindaci di Ramiseto, Castelnovo ne’ Monti, i componenti del gruppo Pd di Villa Minozzo, il Presidente del GAL , diversi responsabili di organizzazioni sindacali e di volontariato (es. il presidente dell’ANPI provinciale), le organizzazioni di categoria commerciali, alcuni dirigenti scolastici che mi hanno confermato l’apprezzamento per il progetti culturali innovativi che Giovanelli sta sostenendo. Alcuni Sindaci del parco non PD hanno scritto ufficialmente alle 2 regioni proponendo una conferma.

In definitiva dei 16 sindaci che hanno territorio del Parco nazionale soltanto quello di Busana non ha espresso una posizione a favore alla continuità della presidenza.

Da nessuno è giunta l’indicazione per una proposta alternativa a Giovanelli.

Per concludere vorrei chiedere ai sindaci Garofani, Govi e Montemerli quali siano le modalità ed i luoghi dove le politiche, i rappresentanti ed il rinnovamento devono svilupparsi.

Se i partiti, e quindi anche il PD sono questo luogo, occorre legittimarli come tali quindi partecipare alle discussioni e stare alle decisioni che lì insieme vengono assunte.

Chiedere "rinnovamento " da una posizione di sindaco in carica (quindi da “saggio” eletto dai cittadini), sul nome di Fausto Giovanelli (che è una figura storica della sinistra in montagna ed in provincia), è una operazione fin troppo facile e fa presa sui facili argomenti dell’antipolitica.

Così però si ottiene solo di delegittimare i luoghi dove, a mio parere, il rinnovamento (per ciò che attiene il PD) può essere discusso, in modo argomentato e democratico, cioè le sedi di partito.

E’ comprensibile un opinione differente minoritaria ma deve essere chiaro che esiste una opinione maggioritaria formata in una discussione democratica e senza pregiudiziali.

Che finalità ha adesso polemizzare su una decisione che è avvenuta nel corso di 4 mesi, con espressione di pareri a tutti i livelli (amministratori locali, Presidenti di regioni, parlamentari di camera e senato, Ministro dell’Ambiente)?

Il rinnovamento fine a se stesso rischia di essere uno slogan che personalmente senza contenuto: il rinnovamento è un processo che implica fatica, ascolto, partecipazione, umiltà e soprattutto non basta dirsi rinnovatori per esserlo. Quindi vorrei restare al merito di ciò che Giovanelli sta facendo come presidente del Parco Nazionale

Credo soprattutto che sia molto più utile anche al Partito proporre ai cittadini una discussione nel merito del progetto di Parco Nazionale e sulle sue prospettive.

 

Castelnovo ne’ Monti, 19 febbraio 2012.

Valerio Fioravanti (Coordinatore Zona Montana PD Reggio Emilia)

 

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GIUNGE A STRETTO GIRO LA REPLICA DI NILDE MONTEMERLI E SANDRO GOVI:

Vorremmo sottolineare che da tempo abbiamo evidenziato la necessità di rinnovamento alla guida del Parco Nazionale, e lo abbiamo fatto in ogni sede e in ogni opportunità, da quando si è iniziato a ragionare della questione.
La soluzione che avremmo scelto – come abbiamo ribadito diverse volte direttamente anche a Fausto Giovanelli – è quella di un successore di spessore nazionale, indicato, ricercato e proposto anche con l’aiuto dallo stesso Giovanelli.
Il coordinatore Fioravanti ricorda l’esecutivo di zona del Pd del 26 giugno scorso, e afferma che noi eravamo presenti. Ma non capiamo bene: essere presenti equivale forse ad avere dato un parere favorevole alla ricandidatura di Giovanelli? Pensiamo che siano due questioni ben distinte.
Per quanto riguarda il sottotitolo “Il 26 giugno si è parlato del rinnovo della presidenza e i tre sindaci hanno firmato”, lo smentiamo categoricamente. Il 26 giugno 2011 nessuno di noi ha firmato alcun documento che riguardasse la presidenza del Parco Nazionale.

(Alessandro Govi, sindaco di Busana
Nilde Montemerli, sindaco di Carpineti)

 

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SULLA QUESTIONE INTERVIENE ANCHE CLAUDIO BUCCI: "IL PARCO TRADITO"

Da semplice iscritto al Pd vorrei replicare sull’opportunità o meno di riconfermare il Presidente uscente in quanto personaggio da alcuni lustri su una scena politica quanto mai bisognosa di rinnovamento.Sul punto,la tesi dei tre Sindaci è ampiamente condivisibile, vorrei però da residente in un Comune del Parco motivare diversamente la mia opinione.

Il vero problema di questo Parco nazionale e la grave responsabilità di chi lo ha guidato sta in un vero e proprio”tradimento” delle ragioni per cui questo Parco fu pensato ed è nato.

Questo Parco nazionale è nato sulla base di un documento ( Documento programmatico per lo sviluppo sociale ed economico del territorio dei Comuni del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano) che il Decreto istitutivo stesso richiama espressamente e che soprattutto fu discusso e condiviso in diverse pubbliche assemblee nonché portato a conoscenza di ogni famiglia del territorio.

Trascrivo i tre concetti fondamentali di quel Documento:

1) Valorizzare gli aspetti multifunzionali della risorsa "bosco”. Recuperare la tradizione di coltivazione del bosco e di utilizzo razionale della risorsa forestale, attraverso idonee forme gestionali, e con modalità imprenditoriali, favorendo la costituzione di forme di gestione associative tra proprietari privati e proprietà pubbliche, collettive o indivise.

2) Riavviare forme di manutenzione costante del territorio facendo perno sulle comunità locali e sui proprietari privati singoli ed associati, con l’utilizzo di tutte le risorse disponibili nel campo della difesa del suolo, del governo idraulico, della forestazione, anche per attivare agricoltori, cooperative forestali ecc.. Privilegiare forme di intervento a più elevato contenuto di mano d’opera e a più basso impatto ambientale.

3) Recuperare e mantenere l’agibilità della viabilità interpoderale, dei sentieri, delle mulattiere, quali elementi di fruizione ed utilizzo del castagneto da frutto, del bosco, dei corsi d’acqua, del recupero dei prati pascolo che di importante valorizzazione di elementi di storia locale.

Viceversa l’impostazione data dal Presidente Giovannelli può essere sintetizzata nella sua seguente affermazione:

“ La scelta, netta e prioritaria, è stata quella di fare del Parco un’agenzia di innovazione culturale, marketing territoriale, ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e forma imprenditoriali basate sul valore della natura del paesaggio e del patrimonio culturale umano dell’Appennino… poteva quantomeno essere accompagnata da altre eguali priorità come la manutenzione fisica del territorio? No. Non poteva esserlo!”

E’ confrontando questi due modi di intendere il Parco che mi pare corretto parlare di “tradimento” della premesse e delle promesse. E qui sta il danno vero che si sta procurando con il mancato sviluppo economico e sociale dei nostri territori di crinale e delle nostre comunità.

Il problema quindi sta anche nel mancato rinnovamento, ma soprattutto poiché il Presidente riconfermato è portatore di un’idea di Parco incapace di dare a questo territorio le risposte urgenti ed indispensabili per evitare un declino che continua, mancando il lavoro.

Personalmente non mi sentirei di contestare in toto tutti progetti di ispirazione “Giovanelliana”, ma li ritengo di scarsa incidenza o, se vogliamo, con effetti a così lunga scadenza, su di un territorio ed un’economia locale che ha viceversa bisogno di interventi urgentissimi capaci di creare occupazione e reddito in loco.

Che manchino i fondi, è una favola per gli ingenui, ciò che manca sono scelte e volontà politica a favore dei territori e delle comunità più deboli.

(Claudio Bucci)

 

13 COMMENTS

  1. Ma dico. Scherziamo? Valerio Fioravanti, se fosse coerente (per non usare un termine più forte), prima di parlare chiarirebbe quali incarichi ad oggi ha ricevuto dai parchi per cui ha lavorato.
    Supponiamo l’ipotesi meno veritiera: nessuno. Bene, allora procediamo all’analisi di quanto scritto: per sommi capi si può convenire sulla sua analisi sul merito (il senatore ha intelligenza e contatti), ma sul metodo francamente no.
    Sul metodo, infatti, stupisce leggere di questo grande consenso ricevuto o ricercato. Sono un commerciante membro del consiglio della mia associazione e posso confermare che non ci è stato richiesto nulla in merito. Leggo che si è interpellato, in proposito, il presidente del Gal: ma cosa c’entra? Non è forse anche questo un esponente di partito cui è stata assegnata una poltrona?
    Leggo che a Villa si è consultato il Pd: forse il sindaco del mio comune non era degno di nota per essere interpellato? Ah, no, dimenticavo: è un sindaco dissidente liquidato e che si è ritrovato il senatore impegnato a fargli la campagna elettorale contro (ma non era il presidente di tutti?).
    Che finalità, caro Valerio, lei si chiede ha polemizzare ora su una decisione presa? Che il rinnovamento o si inizia a costruirlo per tempo o alla prossima nomina del presidente del parco ci sarà, ancora, quello che lei brillantemente definisce un “personaggio storico che fa presa sui facili argomenti dell’antipolitica”. Si è mai chiesto il perché?
    I tre sindaci sono stati coraggiosi, a loro va il mio plauso perchè interpretano il pensiero della gente comune che, caro Valerio, è distante anni luce dalle sue consultazioni trozkiste. Per il futuro un solo consiglio: si astenga dal parlare da ambiti nei quali ha palesi conflitti di interesse. Lo faceva già Berlusconi con le televisioni, ma non se ne sente la mancanza.
    (FS)

  2. Al Presidente del Parco nazionale Fausto Giovanelli
    Anche se non è ancora ufficiale mi voglio complimentare per la tua rinnovata nomina a presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano nelle commissioni di Senato e Camera, ti abbiamo sostenuto senza riserve perché convinti sostenitori del tuo operato; già da ora posso assicurarti anche per i prossimi anni la massima collaborazione, mia personale e dell’Amministrazione comunale di Ligonchio, soprattutto nell’importante progetto dell’Atelier che ci vede coinvolti in prima linea.
    Con rinnovata stima.

    (Luca Marco Cagnoli, assessore turismo, attività produttive e sport)

    P.S. – Sono a confermare che l’intera giunta di Ligonchio, in un documento inviato agli organi preposti, sosteneva e auspicava la riconferma di Giovanelli a presidente del Parco nazionale per i prossimi 5 anni. L’intento era, ed è, di proseguire nella continuità dei progetti in corso. A Giovanelli, come sopra riportato, va l’augurio di buon lavoro.

  3. Se le cose stanno come dice Bucci, molto radicato nel territorio del quale sa vita, morte ed aspirazioni, Giovanelli ha fatto il suo tempo e un ricambio sarebbe stato opportuno e salutare per il territorio e per gli stessi montanari che molto si aspettavano in fatto di occupazione in loco. Presidente nuovo, vita nuova con idee da non tradire ma da realizzare.

    (Bruno Tozzi, consigliere comunale di Busana)

  4. non voglio disquisire sulla bontà o meno della riconferma dal Sen. Giovannelli alla presidenza del PNATE, approfitto invece di questa “vetrina”, per una riflessione semplice, semplice.
    A mio modestissimo parere, sarebbe ora che i “vertici” del P.D. aprissero gli occhi, si guardassero intorno, rendendosi conto che la realtà, le esigenze e aspettative di chi “vorrebbero rappresentare”, sono cambiate, non voglio dire in meglio, ma questa, è la realtà dei fatti. I potenziali elettori e simpattizzanti del P.D., e forse anche degli altri partiti, sono stanchi e delusi della politica e dei politicanti di questo ultimo ventennio.
    del resto non stupisce, vista anche la grande spinta di cambiamento dei paesi della costa Sud del mediterraneo; stupisce invece, che i livelli “alti” della politica continuino ad essere autoreferenziali.
    I risultati però sono sotto gli occhi di tutti, vedi le primarie per le scelte dei sindaci in comuni importanti, Milano, Genova, o in Puglia per la corsa a Governatore, ( o quanto recentemente accaduto il Provincia, (collagna).
    Se il P.D. vuole essere il partito che incarna il cambiamento, il desiderio di rinnovamento, deve essere capace di mettersi in discussione dal Vertice, altrimenti resterà un partito distante dalla gente, che “ predica bene e razzola male”.
    Saluti
    massimo

  5. Forse è ora che il PD risolva i suoi problemi di ‘personalità multipla’ ,perchè davvero si ha la sensazione che esistano non più due correnti dello stesso partito ma due ‘anime’ ben distinte che difficilmente sono e saranno conciliabili.
    Quando si parla e si ostenta la bandiera del rinnovamento poi non si può nascondersi dietro un dito per non vedere oltre e di quell’oltre c’era bisogno…si dice che Giovanelli visto i sui innumerevoli anni e incarichi in politica si presta ad un uso strumentale di chi soffia sull’ anti politica ,bene, visto che la consapevolezza c’è ,allora perchè non si è optato per un altra figura ( certo di personalità con spessore e capacità nel PD non mancano..) che magari coniugasse capacità ,ma anche un vero segnale di rinnovamento ,così caro al PD?
    aspetto di capire…..può essere che io abbia un deficit di comprensione ma in molti ormai cominciano a ‘faticare’ un po troppo dietro un partito che sia a livello locale che nazionale non appare mai deciso e chiaro su nessuna posizione…
    Monja Beneventi

  6. Scrivo da Genova, ultimo teatro dell’incapacità PD a rappresentare non solo il cambiamento ma pure la gente; ora, Giovanelli non ha certo bisogno di un avvocato difensore; il “suo” Parco a me pare equilibrato considerato il rapporto non certo esaltante tra risorse e possibilità effettiva di svolgere progetti; ciò nonostante, parlo da montanaro, il Parco così come è oggi a me e a tante persone che ne hanno sposato la linea gestionale, piace; probabilmente si sarebbe potuto fare meglio magari con maggiori risorse ma se in quel di Roma, ad un governo “tecnico” è parso corretto “confermare” e non cambiare, non capisco per quale ragione escano tutti questi “malpancismi” PD, o meglio credo di capirlo, sono falli di frustrazione di chi é stato abituato da sempre a pensare le cariche in senso distributivo nell’ambito del “partito unico” e non in senso di efficienza e di eccellenza: le cose occorre farle fare a chi le sa fare; non passerò mai dall’altra parte ma mi è sempre più arduo riconoscermi democratico.

    (Lino Giorgini)

  7. Se guardavo con una certa simpatia al pd per la prossime consultazioni, mi ricredo completamente e mi ricorderò in cabina di questo intruglio indigesto per la presidenza del parco. mestieranti della politica , incollati a poltrone a vita, sempre lì, inamovibili, professionisti a vita del pubblico (Giovannelli, Masini e fam, ecc ecc). un pò di vergogna o pudore non li sentite quando girate per le strade? 2 mandati o incarichi e a casa! basta con questi factotum in ogni ente e salsa.

    (Paolo Bartoli)

  8. Se il Pd vuole essere il partito del rinnovamento deve scegliere il presidente del Parco incurante della base e indicare un solo nome: Fausto Giovanelli. L’anziano ricco che è sempre nuovo e mai povero di potere.
    Sei un grande Valerio.

    (Commento firmato)

  9. Alla soglia dei 40 anni mi trovo sempre a votare le stesse persone sia a livello nazionale che a livello provinciale, addirittura persone che vanno a fare il sindaco “fuori comune” come se si trattasse di un lavoro e non di un servizio alla collettivita’, bisogna avere il coraggio di farsi da parte (soprattutto visto le batoste che si sta’ prendendo e i continui litigi interni) e di dare spazio ad altri (avendo fallito) ma che colla usano per rimanere attaccati alla poltrona!!!!!!!!!!!!!

    paolo diambri

  10. Il signor Giovannelli , negli anni passati, incontrando i suoi simpatizzanti in pianura, ha sempre asserito che la montagna è al servizio della bassa reggiana. Quindi, il parco è stato partorito con un disegno ben specifico, finalizzato a dare un po’ di sfogo alla città e ai paesi pedo-collinari. Se veramente, il senatore, avesse creduto fermamente in un progetto per ridare fiato all’economia locale, avrebbe innanzitutto impegnato le risorse , prima di tutto nella viabilità. Facendo una riflessione possiamo dedurre che non c’è stata innovazione sulla rete viaria , ma neppure una manutenzione di conservazione……Altre novità per dare impulso all’economia non le ho viste e francamente mi trovo in sintonia col signor Bucci che, rispolverando il documento programmatico del parco, mette in luce quelle promesse mai attuate, quei bei progetti mai sviluppati e oggi ci troviamo stagnazione e impoverimento del territorio . Ringraziamo il signor Giovannelli e tutti coloro che continuano a lavorare con lui.
    (L.D.)

  11. Nessuno, però, che indichi un nome alternativo a quello del Senatore Giovanelli, che avrà tutti i difetti del mondo, ma non di certo quello dell’incompetenza. Credo, perciò, che in questa fase, la sua riconferma alla presidenza del Parco Nazionale sia una scelta positiva.
    Anche la polemica sui suoi guadagni mi sembra pretestuosa, vedetevi in proposito le denunce dei redditi pubblicate degli attuali Ministri, Sottosegretari e compagnia bella di stanza a Roma, quasi tutte milionarie.

    (Adolfo)