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“La Regione sa che i comuni dell’Appennino reggiano sono privi di canile, come prescriverebbero le leggi?”

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Un canile per l'Appennino reggiano. Mentre la polemica ora ha il suo centro nel ramisetano, ultima in ordine di tempo delle possibili collocazioni individuate dopo una corona di altre, oggi il Movimento 5 Stelle si rivolge alla Regione per mezzo di un'interrogazione presentata dal suo esponente Andrea Defranceschi.

"Dal 2006 ad oggi nessun risultato: la Regione è a conoscenza della situazione di stallo? E' necessaria la costruzione di un canile per il comprensorio appenninico reggiano: lo richiedono le leggi statali e regionali".

Dopo il titolo, ecco il testo dell'interrogazione a risposta scritta.

"Il regolamento di Polizia veterinaria prevede l’istituzione dei canili comunali e la legge regionale 5/88, modificata dalla L.R. 41/94,  ne prevede l’ampliamento e adeguamento delle strutture. A tal scopo tale legge regionale 5/88 metteva a disposizione la metà dei fondi necessari. Una deliberazione della Giunta regionale  ha stabilito i criteri di indirizzo a cui le amministrazioni provinciali, attraverso i comitati di cui all’art. 3 LR 27/00, devono attenersi nella selezione degli interventi di risanamento o nuova costruzione di ricoveri per cani e gatti e che con deliberazione della Giunta regionale n. 2002 del 29/12/2006, attuativa della deliberazione precedente, sono stati assegnati i contributi alle amministrazioni provinciali della nostra Regione. Inclusa quella di Reggio Emilia.

Alla Provincia di Reggio Emilia a tale scopo è stata liquidata la somma di euro 71.356,00, ossia il 40% della quota massima ad essa assegnabile che ammonta a euro 178.390,00. Il restante 60% del contributo concesso doveva essere erogato in seguito all’acquisizione da parte del Servizio veterinario e igiene degli alimenti della relazione sulla conclusione dei lavori.

La Provincia di Reggio Emilia con un'apposita deliberazione aveva stabilito di autorizzare l’erogazione del contributo di euro 178.390 alla Comunità montana dell’Appennino reggiano per la realizzazione del progetto relativo alla costruzione di un canile comprensoriale a servizio della montagna reggiana. La spesa impegnata era di euro 178.390,00 subordinando l’erogazione del contributo alla presentazione di un rendiconto consuntivo delle spese effettuate dalla Comunità montana. Con atto dirigenziale della Regione Emilia-Romagna n. 4660 del 25/05/2009 avente ad oggetto “Concessione proroghe delle amministrazioni provinciali di Reggio Emilia, Ravenna e Piacenza per i progetti di cui alla delibera della giunta regionale n. 212/06”, si è concessa la proroga richiesta dalla Provincia di Reggio Emilia per il progetto di nuovo canile comprensoriale della Comunità montana dell’Appennino reggiano al 31/05/2010".
 
Ad oggi non è stato costruito alcun canile per il comprensorio dei comuni della Comunità montana dell’Appennino reggiano e questa situazione è molto grave in quanto non rispetta le vigenti leggi dello Stato e le leggi regionali con possibili ricadute sanitarie anche sulla popolazione umana a causa del randagismo.
 
L’interrogante desidera sapere dalla giunta se:
· la Regione è a conoscenza del fatto che i comuni della Comunità montana dell’ Appennino reggiano sono privi ad oggi di un canile come prescrivono le vigenti leggi;
· cosa intende fare la Regione per far sì che anche detti comuni si dotino di un canile a norma;
· se dal 2006 ad oggi, a fronte di nessun risultato concreto, risultano essere stati spesi dai comuni della Comunità montana dell’Appennino reggiano fondi regionali a tale scopo.

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- “La gente di Canova non vuole il canile e farà tutto il possibile per evitarne la costruzione” (29 febbraio 2012)

 

4 COMMENTS

  1. L’ordinanza Ministeriale del 6 ago.2008, n°33246 (in G.U.20 ago. 2008 n°194)
    impone l’identificazione e la registrazione della popolazione canina, con l’obbligo di inserimento del microchip per tutti i cani.
    Con questo servizio, non solo si realizza un’immediata disponibilità di dati ed informazioni, ma è possibile monitorare e controllare una determinata emergenza sanitaria con costi relativamente bassi.
    Molti sono i vantaggi derivanti da questa registrazione. Ne cito alcuni : immediata identificazione del padrone o del detentore del cane smarrito;
    Inibizione degli abbandoni, in quanto il cane porta sempre in sè il nome del proprietario che, in caso di abbandono o incuria, andrebbe incontro a sanzioni pesanti. Se i nostri governanti locali facessero rispettare la legge vigente sui cani, non ci sarebbe bisogno di spendere una maree di soldi pubblici per un canile, che a questo punto diventerebbe inutile , perchè di canili ce ne sarebbero già troppi.
    (Commento firmato)

  2. I cani randagi vengono catturati e messi in gabbia. Una minoranza si presume, e si spera, che vengano adottati, la maggior parte di essi, però, rimarrà in gabbia “vita natural durante”. E’ vita questa? Sicuramente sono votati alla sofferenza, all’isolamento e tanti moriranno d’inedia. Pensate un po’ se voi foste al loro posto! Ora che avete fatto la riflessione, voi che volevate il canile siete ancora daccordo? O ci sono degli interessi nascosti per volerlo? Non sarebbe meglio far rispettare la legge ministeriale del microchip e arrivare all’identificazione dei proprietari dei cani?

    (G.F.)

  3. Sono assolutamente d’accordo con lei circa il rispetto della legge sul microchip. Purtroppo siamo in Italia… In diversi detengono cani senza microchip ed una volta abbandonati non è possibile risalire ai proprietari. Inoltre un canile potrebbe far sì che i cani microchippati scappati o persi dai padroni una volta trovati o catturati da privati o volontari vengano ricondoti dai loro proprietari. Concordo inoltre che la vita da canile non è bella per loro, purtroppo, ma sino ad ora non ho sentito nessuno avanzare anche una sola proposta alternativa, che non sia l’assurdo abbattimento indiscriminato.

    (Alessandro)