Home Cronaca “Le ‘dimissioni in bianco’ riguardano il 15% dei contratti a tempo indeterminato”

“Le ‘dimissioni in bianco’ riguardano il 15% dei contratti a tempo indeterminato”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Ho appreso dalla stampa che nella nostra provincia, nel 2011, le “dimissioni in bianco” di lavoratrici, per maternità, sono state 166. Da dati forniti da Istat, Acli, Cgil, Cisl questa pratica delle dimissioni in bianco riguarda il 15% dei contratti a tempo indeterminato: quando si tratta di donne, nel 90 per cento dei casi è a seguito di gravidanza. I lavoratori e le lavoratrici così “dimissionati” non possono accedere né all’indennità di disoccupazione né ad altri ammortizzatori sociali. Grazie all'impegno delle donne che si sono battute per questa pratica illegale, finalmente c’è una grandissima condivisione nel dibattito pubblico intorno alla legge contro le dimissioni in bianco.  Si è cercato di impegnare  il presidente del Consiglio, i presidenti di Camera e Senato, la ministra Fornero ed le parlamentari di tutti i gruppi presenti alla Camera ed al Senato ad  assumere un impegno concreto per un intervento legislativo urgente ed efficace contro le dimissioni in bianco.

E’ necessario stabilire norme che prevengano e contrastino l'abuso nei confronti di giovani lavoratrici e lavoratori al momento dell'assunzione quando capita che venga richiesto loro di firmare una lettera di dimissioni volontarie, definite "in bianco" perché senza data, messa successivamente, per mandare via la lavoratrice o/e il lavoratore di fronte ad una gravidanza, un matrimonio, un infortunio, una lunga malattia. Le dimissioni in bianco sono una pratica barbara e in larga misura sommersa, che colpisce più duramente le donne, una grande risorsa mortificata. L'abolizione di questo abuso è il punto di partenza di un processo per rendere il nostro un Paese più moderno e civile.

 Senza regole il Paese non cresce, questa è una battaglia per l’affermazione di diritti concreti, a partire da quelli connessi alla maternità. E’ difficile uscire dalla crisi in cui ci troviamo se non si riparte dal lavoro delle donne come motore di crescita e sviluppo per l’Italia.

Non può che trovarmi d’accordo l’ordine del giorno presentato in Provincia a firma di tutte le consigliere provinciali (Vera Romiti, Angela Zini, Valeria Montanari, Elena Carletti, Lucia Gianferrari e Francesca Carlotti)  che impegnano la presidente della Provincia a farsi portavoce presso il Governo affinché questa materia possa trovare soluzione nell’ambito delle trattative tra lo stessp Governo e le parti sociali.

(Assunta Spadoni, responsabile movimento femminile Udc Reggio Emilia)

 

3 COMMENTS

  1. Il vero problema è che molti non intendono più la maternità un valore per la società ma solo per l’individuo ,non rendendosi conto che se esiste una società è perchè ci sono gli individui.In altri paesi ( Francia ,Belgio ecc.) la maternità è un valore per tutta la società e per questo tutelata,incentivata,sostenuta.Un segnale di vera civiltà,nessuno lì si sognerebbe di applicare le ‘dimissioni in bianco’ e tanto meno di discriminare una donna perchè futura mamma.Ci sono donne in Francia che dopo essere state in congedo per maternità hanno avuto avanzamenti di carriera …in Italia pura utopia.Da rifletterci non solo l’otto marzo ma tutto l’anno.

    (Monja)

  2. Credo non sia un caso che questo articolo venga pubblicato proprio il giorno della donna. Sarà forse un monito che ci indica la strada per una riflessione sul valore di questa festa? Nel mondo lavorativo la donna è ancora molto discriminata a partire dallo stipendio. Se guardiamo le realtà dei giovani laureati si nota subito dai dati offerti dalle banche dati nazionali, che una donna neoassunta guadagna circa 150 euro in meno rispetto a un collega maschio e in alcuni casi si parla anche del 20% in meno (come spiegato bene su questo articolo http://stipendi.blogspot.com/2011/03/stipendio-giovani-e-primo-lavoro-2011.html); la donna è ancora sfruttata per le sue doti fisiche (quando ci sono) e non per quelle mentali anche se è già stato dimostrato scientificamente che in molti campi la donna ha capacità maggiori rispetto all’uomo; ogni giorno seguendo i media si assiste a casi di violenza che hanno per oggetto donne e anche qui non esistono leggi che inchidino i responsabili con adeguate pene….Quindi per cosa si festeggia?
    (commento firmato)

  3. Condivido perfettamente l’articolo di Mariassunta, è ora di finirla con le discriminazioni. Chi costringe le donne a firmare dimissioni in bianco all’atto dell’assunzione, vada vedere la storia della donna che ha salvato la società nei momenti più cruciali ( vedi guerre, calamità naturali, carestie ecc. ).

    (Bruno Tozzi – capogruppo Pdl Comunità montana)