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“Terzomondismo peloso e internazionalismo proletario”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Sabato 18 marzo u.s., al Teatro Bismantova di Castelnovo ne' Monti, capoluogo della montagna reggiana, ha preso il via la 3^ edizione del "Festival internazionale TeatroLab", dedicata ai "Migranti". Con il sostegno della Provincia di Reggio Emilia e della cooperativa rossa Boorea, è partita l’ennesima “sviolinata” a favore di una politica dell’accoglienza che apra definitivamente le porte dell’Italia a tutti gli immigrati, compresi i clandestini. C’è un misto di terzomondismo peloso e d’internazionalismo proletario nei promotori di questi eventi politici travestiti da eventi teatrali-culturali, che hanno la pretesa di avere carattere nazionale o, addirittura, europeo.

I promotori di questi eventi pseudo-culturali sono gli stessi che fecero le barricate quando la maggioranza di centrodestra fece approvare una legge che introduceva nel nostro ordinamento il reato di clandestinità. Ora tornano alla carica, ma gli italiani hanno già i loro problemi e sono stanchi della follia politica di coloro che vorrebbero affondare l’Italia sotto il peso dell’immigrazione buonista e terzomondista.

(Fabio Filippi)

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- L’assessore Malavasi: “TeatroLab, un posto in prima fila è riservato a Filippi” (21 marzo 2012)

 

29 COMMENTS

  1. Signor Filippi, ogni volta che la leggo resto basita. Lei ha un dono, un potere: di spostare l’opinione pubblica al polo opposto di quanto sostiene. Se lei esprime un concetto io automaticamente tifo per la parte opposta che lei attacca. Tanto sono le assurdità che, a mio parere, lei esprime. Ma come può sostenere una cosa del genere??? “Peloso internazionalismo”? Lei come lo vorrebbe? Depilato? Scherzi a parte… Crede davvero che il suo punto di vista potrà fermare la ondate migratorie che ci sono sempre state? Nessuno sostiene politiche di svendita del proprio territorio a favore di altri. Ma secondo lei, è chiudendo gli occhi e tappando le bocche che si imparerà a convivere con la nuova realtà che ci apprestiamo ad affrontare? Elogio immediato e pieno sostegno a Teatrolab che si prende cura di preparare i giovani ad accogliere un mondo nuovo. E lo fa attraverso l’arte, la solidarietà, la creatività, unendo non dividendo. Questo per me è fare cultura, osservare i confini e condividere. Non è ignorando e chiudendo che formeremo una nuova società ma preparandoci culturalmente al nuovo. Lodevole tema scelto dalla direzione artistica quello dei migranti. La migrazione è sempre esistita, educhiamoci a vicenda a capirla, a integrarla, a conviverci senza perdere nulla di noi e senza svilire l’altro. Ci scommetto che magari lei va anche a messa la domenica mattina… Lei Filippi per me è disarmante. Le auguro di “migrare” dentro di sé da uno’opinione così stretta e cieca a una più ampia. E spero di averla sempre come avversario: lei raccoglie voti contrari al suo in un nanosecondo.

    (MPM)

  2. Gentile consigliere Filippi grazie di questa opportunità. Le rispondo col sorriso, contenta per la riflessione che lei mi induce a fare. Io recito (senza pretesa, ma per piacere e divertimento) proprio questa sera a Teatrolab, in uno spettacolo che si intitola “Anime Migranti” con la compagnia de I Folli di cui faccio parte da qualche anno, e questa volta ci saranno anche i bravissimi Stralunati (c’è anche mia figlia, pensi che madre snaturata, che la porto in contesti così “terzomondisti”!) e un amico de Gli Innominati. Ho sempre guardato al teatro come un’opportunità di scoprire cose, intessere relazioni e provo molto affetto per i miei compagni di viaggio e avventura. Come diceva Grotowski “Non è il teatro a essere necessario, ma qualcos’altro”.
    Infatti è dove ci porta il teatro quello che conta. Recitando si affrontano viaggi interiori e esteriori. Si va dentro e si porta fuori. E’ una comunicazione e una scoperta. Ben sapendo che per me, che ho già un altro lavoro, il teatro resta un hobby, luogo degli affetti e al tempo stesso officina introspettiva, culturale e creativa.
    Ma la sua lettera mi porta a considerazioni più ampie, che mi lusingano anche. Mai avrei pensato recitando la mia modesta parte, di interpretare e portare avanti un “terzomondismo peloso”. E la cosa mi diverte molto! E io che pensavo di non avere molto talento. Caspita mi sono detta. QUESTO Sì CHE E’ UN RUOLO!
    Ovviamente sto ridendo.
    Il commento precedente mette in rilievo una società in trasformazione, se lei ha letto il sociologo Bauman, egli in “Società liquida” descrive il carattere estremamente mobile di questo nostro mondo odierno.
    Io stessa sono nata “altrove”, figlia di migranti che per trovare lavoro, con la terza elementare, hanno cambiato continente, e con dignità mi hanno cresciuta e trasmesso la passione per il sapere, e riportata qui. Come migrante di qui e di là mi sono sentita sempre fortunata. Non è stato facile venire a Felina a 11 anni senza saper bene la lingua, mi ridevano dietro, sa? Ero una diversa. Forestiera. Ora quando ne vedo alcuni degli allora ridenti (a qualcuno, dopo, la vita ha sorriso meno che a me), mi sento molto più fortunata di loro nonostante le difficoltà che ho avuto all’inizio. E in più, grazie a questo mio vissuto, posso capire come stanno i miei studenti stranieri, e guardo loro con un occhio di “somiglianza”.
    Capisce il perché?
    Aver vissuto da altre parti mi ha dato una visione che mi permette di non avere paura del cosiddetto “diverso”. So come si sta da “additati” perché si viene da “Altrove”.
    Mi dicevano che ero stupida, perché parlavo male l’italiano.
    L’ antropologo Victor Turner sostiene che le contaminazioni culturali e gli scambi, quindi le evoluzioni, avvengono ai confini. L’altro inizia dove finisce la mia pelle. E tale resta il mondo, che le piaccia o no.
    C’è un altro punto che vorrei qui dire.
    La migrazione non è solo geografica, ma è anche interiore. Ci spostiamo in continuazione da un pensiero all’altro.
    Da un tipo di vita possibile a un altro. Ogni attimo ci offre l’opportunità di comprendere e di evolvere.
    Lo spettacolo che reciteremo questa sera si intitola “Anime migranti”, come a sottolineare il processo continuo di un viaggio che si chiama vita, ma sono anime imprigionate dentro a una vita infelice e schiave dei media, le quali attraverso una comprensione, diventano libere. Come vede i peli e il terzo mondo qui non ci azzeccano. Si parla di mondi interiori, da cui ci può spostare verso modi di vivere la vita diversi.
    La migrazione delle idee è un processo inarrestabile, la comprensione del mondo in cui viviamo e di se stessi un passaggio auspicabile.
    La prego venga a vederci stasera. E vedrà che dentro al costrutto “migrazione” ci stanno riflessioni infinite, stimolanti e interessanti, pelose e glabre, di mondi terzi, quarti e molteplici. Ben sapendo che il proprio è sempre e solo uno degli infiniti sguardi possibili sul mondo. A stasera!

    (Ameya Gabriella Canovi)

  3. Ma perchè ogni volta che viene fatto qualcosa per i giovani e dai giovani Filippi non perde occasione per parlare di cose che non conosce, dicendo castronerie? Domenica sera ero in sala ad assistere allo spettacolo di apertura del festival e sul palco ho visto (io sì, Filippi no, perche Filippi non c’era) 64 ragazzi provenienti da Italia, Francia e Olanda. Mi è poi stato riportato (e ho verificato personalmente parlando con la direzione del festival) che lunedì dopo la replica dello spettacolo tutti i ragazzi coinvolti (tra cui 34 provenienti dalla nostra provincia) andranno a maggio in Francia per rappresentare performance in occasione della apertura del festival dei licei invitati personalmente dal consiglio regionale dell’Aquitania; ma non solo, il prossimo anno sono stati invitati a partecipare al festival della città di Utrecht in occasione del 300° anniversario della firma di un importante trattato di pace. Chiedo a Filippi (perchè bisogna che anche lui capisca e non faccia di ogni cosa una pseudo campagna elettorale… per giunta fuori tempo, moda e luogo…), a lei, caro consigliere regionale, pare che questo sia internazionalismo proletario? Mi associo al commento di cui sopra: perchè non va a teratro anche lei, magari le farebbe bene!

    (Il migrante della montagna)

  4. In questo momento di incertezze planetarie è bello avere delle certezze e per noi la certezza è il signor Filippi! che, puntualmente si fa vivo per denigrare e demolire qualsiasi iniziativa riguardi i giovani o la cultura. Lei, signor Filippi, è contro i giovani e contro la cultura, come ha dimostrato in parecchie occasioni e si limita sempre a guardare le cose distinguendole tra cose di destra e di sinistra, veramente ridicolo, spesso giudica senza conoscere, perchè scommetto che non ha mai partecipato a uno spettacolo di Teatro Lab, nemmeno durante le precedenti edizioni dove i temi erano altri. Lei vuole chiudere gli occhi davanti a un mondo che va avanti, dovremmo essere noi genitori,noi adulti i primi ad educare i nostri figli all’accoglienza, lei però non mi pare dello stesso avviso, quindi ben vengano queste iniziative rivolte ai ragazzi, che arrivano dove l’ottusità a volte non arriva. Ieri mattina lo spettacolo delle Scuole di Busana trattava di transumanza, ma lei signor Filippi lo sa che gli italiani sono un popolo di migranti? lo sa che in Appennino sono migliaia le persone che sono migrate? ma lei la conosce la realtà in cui vive? Magari potrebbe proprio impararlo attraverso il teatro, l’hanno invitata a partecipare stasera e penso farebbe bene ad accettare l’invito ma, dubito che lo farà, perchè è più facile parlare di ciò che non si conosce altrimenti poi si è costretti a riflettere e magari a fare un passo indietro.
    Anche mio figlio reciterà stasera, fa teatro e il teatro lo ha arricchito molto, quindi grazie a chi ci crede e spende il suo tempo con i nostri ragazzi e in bocca al lupo a tutti , continuate così! fortunatamente le persone come il signor Filippi ormai sono in via di estinzione e molte proprio grazie alle sue sparate.

    (Monica Belli)

  5. Dopo aver letto la presa di posizione di Filippi sono stato tentato di chiedermi e di chiedere se vale la pena di spendere tempo per replicargli. Poi ho letto i due puntuali e interessantissimi interventi successivi ed è scattata in me la convinzione che il dialogo induce a riflettere e che la riflessione può aiutare a riconoscere un’opinione sbagliata e a cambiarla.
    E allora voglio provare a scrivere quacosa. E’ noto che mio figlio gestisce un’attività commerciale a Castelnovo. I negozi sono stati invitati ad allestire vetrine in sintonia con il tema di quest’anno di TeatroLab: “Migranti”. Migranti è parola che ha più significati: migrazione di genti, ma anche di pensieri, di idee, di interessi, di emozioni. Nell’allestire la vetrina abbiamo deciso di concentraci principalmente sul primo significato e lo abbiamo interpretato con una valigia di cartone e alcune foto incollate su di un manifesto a sfondo rosso sotto un titolo: “Migranti, ieri come oggi”. Tutto molto semplce, ma efficace. Non ci siamo fermati lì: migranti è parola che va a braccetto con cultura, come dimostrato dalle tante testimonianze che la letteratura e il cinema ci hanno lasciato. E allora era inevitabile associare il mio ultimo romanzo “Il profumo della farina calda”, che è anche storia di migrazioni (la valle del protagonista quasi desertificata dall’esodo di massa che negli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso ha colpito questo nostro territorio); di drammi vissuti dagli emigrati e dalle loro famiglie (l’Argentina della dittatura che tante vittime ha fatto anche tra figli e nipoti di italiani); sempre quell’Argentina dove, invece, il protagonista diventa ricco e potente; ancora il nostro paese dove il protagonista ritorna dopo 34 anni, un paese dal quale fuggono i cervelli e nel quale arriva la nuova manovalanza. Sono indiani i braccianti che accudiscono il bestiame nell’azienda modello (anche dal punto di vista sociale) che il protagonista ha creato nella valle dalla quale era fuggito tanti anni prima. Un libro in cui le idee migrano nel senso che il confronto tra le idee delle persone favorisce l’ interscambio culturale e aiuta i protagonisti a crescere. Mi permetto di suggerire a Filippi di leggere le pagine in cui il protagonista, alcuni amici che hanno accettato di condividere con lui una innovativa esperienza di vita, i figli del protagonista, due magistrati e un giovane prete di colore discutono di tante cose: di politica, di mafie, di religione, di altro. Dopo, pur mantenendo tutto sommato ognuno la sua opinione, tutti quanti si sentono più ricchi dentro e soprattutto più amici. Compito della letteratura è anche quello di far riflettere. Il teatro ha un’arma in più: ti permette di “vedere” ciò che un libro può solo esporre con parole scritte. Caro Fabio (ti do del tu come sempre ho fatto da quando ci conosciamo), accetta l’invito, va a teatro, lascia fuori i pregiudizi, goditi lo spettacolo e dopo, magari durante la notte, rifletti su ciò che hai visto e ascoltato. Sono sicuro che se saprai fare questo cancellerai dal tuo vocabolario abituale alcune delle parole che impropriamente hai utilizzato in questo tuo intervento davvero fuori luogo e fuori tempo. Già che ci sono anch’io ti rivolgo un invito: il 7 aprile presenterò “Il profumo della farina calda” a Felina. Vieni ad ascoltare e, se lo vorrai, a discutere. Ti assicuro che i presenti ascolteranno senza pregiudizi e dopo, solo dopo, giudicheranno.

    (Armido Malvolti)

    Dimenticavo: complimenti a chi ha scelto il tema del festival.

  6. In questi giorni Castelnovo n’ Monti è pieno di ragazzi che stanno dando prova, ancora una volta, di come fare teatro sia un modo serio e felice e un modo di fare aggregazione importante, trattando temi importanti che oggi ma sopratutto domani saranno al centro di di una convivenza fondamentale per il nostro Paese. Spiace vedere che ancora oggi il consigliere Filippi invece di dare prova che la Politica cerca di dare il buon esempio a formare una società migliore sia rimasto ancorato a un modo di fare politica che più che nell’interesse dei giovani, speri ancora di prendere qualche voto in più, inseguendo un leghismo fallimentare e una politica dello scontro muscolare invece di aggregare forze importanti come quelle giovanili, vera risorsa per il nostro futuro.

    (Robertino Ugolotti, responsabile enti locali Udc)

  7. Non avrei voluto commentare perchè l’intervento del sig. Filippi mi è parso semplicemente uno dei suoi abituali mezzi per apparire, ma poi ho pensato alla “nostra migrazione” di ragazzi disabili in Francia, quali rappresentanti del nostro Paese, a un Festival Internazionale fatto di “disabilità migranti” dove si sono messe in mostra delle grandissime abilità e tutto questo grazie al teatro.
    Condivido con Ameya, peraltro compagna di avventure teatrali e non, che bisogna “guardare al teatro come un’opportunità di scoprire cose, intessere relazioni e affetti” perchè così è stato anche e soprattutto per i nostri ragazzi disabili.
    Anch’io rinnovo l’invito a tutti, ma al signor Filippi in particolare, ad assistere agli spettacoli di TeatroLab per scoprire come possono essere importanti queste opportunità che, per fortuna, ancora vengono date ai nostri giovani e a tutta la nostra montagna.

    (Alma Zanni)

  8. A leggere il comunicato del consigliere mi è venuta un’immensa voglia di migrare lontano, l’idea di ‘dividere’ lo stesso paese con lui mi è insostenibile!! “Affondare l’Italia sotto il peso dell’immigrazione…”. Nel caso Filippi non se ne fosse accorto, l’Italia sta già affondando, non a causa dei migranti ma di una classe politica immorale ed incapace della quale lui è parte.

    (Monja Beneventi)

    P.S. – Complimenti a Canovi e Malvolti per i loro interventi.

  9. Stendendo il solito velo ultrapietoso sulle dichiarazioni del tristemente noto Fabio Filippi, secondo solo al suo compagno di partito Carlo Giovanardi nel tema “Uscite Horror”, mi chiedo: ma non c’è nessuno tra le persone che gli stanno vicine che almeno, ogni tanto, lo consiglia di tenere chiusa la bocca? Capisco che siamo nell’epoca dell’apparire, della comunicazione e che intervenire su tutto è come dichiarare di esistere… ma ogni tanto se ne può fare anche a meno delle dichiarazioni filippesche!!!!! Se non altro, eviterebbe qualche figuraccia…

    (Mauro Pigozzi)

  10. Solo un’altra riflessione… quale iniziativa culturale avrebbe interessato il Cons. Filippi? Una retrospettiva sulle poesie di Sandro Bondi? Oppure uno spettacolo tetrale dedicato al suo Caro Leader, dal titolo magari “SB, 40 anni alla grande, dallo Stalliere Siciliano alla nipote di Mubarak!”?????

    (Mauro Pigozzi)

  11. Terzomondismo peloso!!!!!!!!!!! Rimango sempre estasiato dalle sparate di Filippi tanto che prima o poi dedicherò il mio tempo alla pubblicazione di un libro a lui dedicato: “la puntualità dell’orologio a CUCU'”. Quando non pensa a come riempire le grotte dei gessi triassici con scorie radioattive si impegna alla battaglia contro le piante, a commemorare i caduti della Repubblica sociale italiana con i suoi amici di Casapound e a combattere il male assoluto dell’immigrazione con creme depilatorie e lametta a 125 lame.
    Un uomo una garanzia.

    (Mattia Rontevroli)

  12. Io, invece, vorrei spezzare una lancia a favore del Filippi, credo che il Consigliere abbia centrato il punto. Qui non si tratta di razzismo o non razzismo, semplicemente Filippi contesta la gestione dei fondi pubblici da parte di certe amministrazioni. Io stesso sono convinto che si potrebbe fare di più e meglio, direzionare in modo differente le risorse riservate a questo tipo di problematiche. Le nostre città sono piene di persone, principalmente non italiane, in difficoltà che spesso non hanno altro modo per sbarcare il lunario se non quello di delinquere. Ma non si fa nulla. Comprendo quindi la presa di posizione del Consigliere pidiellino. Conosco Filippi da tanti anni so essere persona particolarmente attenta a questo tipo di tematiche.

    (Gianni)

  13. Avevamo pensato di stilare un comunicato dettagliato ed articolato per rispondere al Consigliere Filippi, ma poi abbiamo valutato che le sue parole si commentino da sole. Vorremmo invece ringraziare tutti coloro che stanno dimostrando un aperto sostegno a TeatroLab, in queste pagine, ma anche in paese con l’allestimento di tante vetrine “a tema” da parte dei commercianti, e nell’accoglienza tributata ai ragazzi. Un festival che quest’anno è più che mai di successo, ampiamente partecipato e ricco di contenuti.

    (La Giunta comunale)

  14. “Pigozzesca fuoriuscita”… Sarcasmo che finisce nel ridicolo! Caro Filippi, non entrando nel merito della sopracitata questione, non mi accumuna sicuramente la scorrettezza e la maleducazione seppur velamente nascosta da una facile dialettica buonistica dei commenti a te rivolti. Il giudicare una persona per quello che esterna in maniera così superficiale è scorretto. Viviamo in una provincia “rossa” e anche le testate giornalistiche, in questo caso Redacon, non risparmiano di certo di metterti alla gogna.

    (Alberto Corsi)

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    Riassumiamo solo: Filippi invia un comunicato stampa, si suppone col desiderio che venga pubblicato (altrimenti perchè spedirlo); una testata (in questo caso la nostra) lo accoglie e lo pubblica; il mittente può essere soddisfatto che qualcuno riporta sue libere dichiarazioni non modificate neppure di una virgola. Non si pretendono certo ringraziamenti, dato che si cerca di dare spazio ora all’uno ora all’altro. Eppure l’incredibile avviene: questo lineare processo che porta un pensiero di un politico locale al lettore (ed elettore) diventa, con acrobazie degne di un Tarzan ventenne, una “messa alla gogna”. Sorge l’urgenza di capire: è in grado di spiegarci meglio in cosa consisterebbe questo “trappolone” ordito ai danni del povero Filippi? Commenti come il suo escono dalla logica. Uscendo dalla logica, che dire? Nulla. Anzi, no, una cosa. Abbiamo pubblicato il suo commento, forzatamente da noi chiosato in quanto direttamente tirati in ballo: scommettiamo che ora si sente messo alla gogna pure lei?

    (red)

    • Non ha bisogno che lo metta alla gogna io Filippi… Basta che apra bocca per autoflagellarsi! Tra l’altro, mi sembra palese che non abbia capito assolutamente una mazza del tema “Migranti” di TeatroLab, ma questo è il minore dei problemi, dopotutto… Comunque penso che il suo fine l’abbia raggiunto, stiamo parlando di lui, già questo credo che lo soddisfi!

      (Mauro Pigozzi)

      • Chiudo qui il mio intervento sul tema, visto che c’è veramente ancora poco da dire visti i commenti di tutti, entrando proprio nel merito dell’iniziativa. Ho la fortuna di conoscere bene i componenti di “Anima Montanara”, che sono stati coinvolti in TeatroLab, e, sia per convinzioni personali di alcuni, sia proprio per le tematiche che toccano, direi che con il ragionamento di Filippi sulle “migrazioni”, c’entrano come i cavoli a merenda! Perchè le loro canzoni, con testi presi da poesie di autori montanari doc, parlano di transumanze e della migrazione dei nostri bisnonni con la valigia di cartone, come ricordava giustamente il sempre ottimo Malvolti, quando partivano non solo per gli Stati Uniti o la Francia, ma anche solo per andare a zappare le vigne all’Isola d’Elba, o come mio nonno, “emigrato” temporaneamente a fare il boscaiolo in Sardegna!!!! Ecco, ditemi voi cosa c’entra questo con tutto il ragionamento di Filippi… è chiaro che, stringi stringi, la gogna se la cerca da solo!!!!!

        (Mauro Pigozzi)

  15. Filippi Fabio!! Non metto signor perchè lei dai signori è davvero lontano!! Questa e la sua ennesima caduta di stile!! Mi do del cretino perchè commento il suo articolo privo di qualsiasi logica morale e culturale!! Povera Italia con politici come lei che usano ogni pretesto x fare uscire il loro nome!

    (Daniel Ibattici)

  16. Andiamo su!! filippi (volutamente minuscolo) ha ottenuto quello che voleva, perchè in fondo è come il suo padrone, ha sempre bisogno di essere al centro dell’attenzione, e visto che con i fatti sarebbe pari a 0 allora le spara più grosse che può. Pensate se la gente prendesse i suoi comunicati e con noia li buttasse nel cestino senza nenche rispondere… sarebbe terrificante per lui.

    (Fabio Cerri)

  17. Gentile redazione,
    noto sempre da parte Vostra nelle risposte ai commenti lo stile del voler insegnare a tutti i costi; il mio intervento è privo di logica?
    Credo che questo non sia affatto vero!
    Elettore o meno di Filippi ho precisato:
    1) che non mi addentravo nell’argomento;
    2) che i toni e gli interventi di qualcuno mi sembravano alquanto scorretti e maleducati (questo è il mio punto di vista);
    3) che i giornali o i vari mezzi di comunicazione, tra i quali anche Redacon, sembrano usare molta più democrazia agli interventi dei lettori sugli articoli che riguardano Filippi rispetto ad altri che vengono stoppati immediatamente.
    Filippi non ha certo bisogno di difese, se ha raggiunto il suo scopo sono affari suoi, ripeto e concludo ciò che mi infastidisce è il sarcasmo e la maleducazione nei confronti di una persona che esprime a torto o a ragione i propri concetti.
    Non mi sento alla gogna assolutamente, e sottolineo inoltre, anche se a nessuno interesserà, che non ho neppure certamente il cinismo di alcuni commentatori.
    Con i più cordiali saluti.

    (Alberto Corsi)

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    Chi ha interpretato come una “messa alla gogna” la pubblicazione di un semplice intervento inviato spontaneamente, e proposto tale e quale, è stato lei. Dovevamo evitare la pubblicazione? Allora saremmo stati censori, giusto? Aveva ragione il cantante Antoine (quello cui tiravano le pietre), ma non è scoperta di oggi. Qualunque cosa si scriva o proponga troverà sempre favorevoli e contrari. Anche a prescindere. Diciamo che è il bello della vita. Tralasciamo il suo punto 3 (i commenti che non si pubblicano sono quelli offensivi e/o anonimi, come ormai dovrebbe essere largaaaaaaaamente noto e chiaro). Chiudiamola qui. Ricambiamo i saluti.

    (red)

  18. Mamma li Turchi!!!
    Se l’Italia sprofonderà non sarà sotto il peso dell’immigrazione “buonista e terzomondista” , ma sotto il peso di un’ignoranza assolutamente nostrana.
    Già non è facile comprendere cosa sia l’ “internazionalismo proletario”…ma quanto avrà rimuginato filippi (minuscolo) per coniare l’espressione “terzomondismo peloso” ? Quest’uomo fa venire l’orticaria.

    (Sara)

  19. A proposito di Filippi e dei suoi interventi.
    Mi piace il dialetto perchè spesso mi aiuta a capire e far capire le cose in modo più immediato e più incisivo.
    A questo proposito mi torna in mente mia madre (2^ elementare) quando mi diceva che una certa cosa valeva tanto come “TRICH E BARNICH PIGA IN T’ NA PESSA”.
    Alla mia domanda : Ma , mama, cus’ el Trich e Barnich ?
    Lei mi rispondeva : “GNENT”.
    Saluti cordiali

    (Ugo Viappiani)