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“Amministratori montani che ratificano decisioni prese da altri”. Ma Iren smentisce ipotesi di chiusura del Centro di Felina

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Riceviamo e pubblichiamo.

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La Multiutility Iren  è da mesi  al centro dell’attenzione,  a cominciare dagli  aspetti economici, cioè dai suoi bilanci  sempre più deficitari, visto che  il “debito” avrebbe ormai  raggiunto  i quasi tre miliardi di euro, dalle notizie che abbiamo;  le quali  direbbero pure che dopo la fusione con Genova e Torino le difficoltà sono in  costante aumento, come del resto confermato anche dal direttore generale Viero nell’incontro tenutosi a Castelnovo ne' Monti con gli amministratori montani.

Si aggiungano poi le bollette sbagliate inviate ai cittadini,  secondo le recenti notizie di stampa,  per non parlare della “confusione” ancora in atto circa lo smaltimento dei rifiuti, dopo che l’assessore provinciale Tutino ha ribadito la chiusura di Cavazzoli per il 15 maggio, e quindi molti dei rifiuti della città di Reggio Emilia verranno trasportati in montagna, vale a dire nella discarica, ancora in funzione, di Poiatica, in quel di Carpineti, senza spiegare se questa sarà idonea a sostenere le necessità  ricettive, e per quanto tempo.

Da ultimo, la notizia della costituenda Società di gestione del risparmio (SGR), per l’istituzione, gestione e collocamento quote relative ad un fondo immobiliare chiuso,  tra  le cui  funzioni ci sarà  anche quella di collocare sul mercato alcuni immobili, vedi la sede e il Centro zona di Felina, opera che ha visto la sua inaugurazione solo sette anni fa. Se sarà effettivamente venduta, dobbiamo chiederci quale futuro avrà il Centro zona, sia sotto l’aspetto occupazionale, quanto cioè ai dipendenti che oggi vi lavorano, sia sotto quello organizzativo, nel senso che nulla è stato detto sul come  dovranno comportarsi gli utenti della montagna ogniqualvolta debbono avvalersi di servizi per i quali ci si rivolgeva abitualmente agli attuali uffici commerciali di Felina.

Visto che  in questo momento Iren è al centro dell’attenzione, confidiamo che i sindaci della montagna e il presidente della Comunità montana trovino la forza per far sentire la propria voce e far così pesare il loro ruolo nei confronti dell'azienda, in nome della popolazione montana che sono tenuti a rappresentare, e nella speranza che un altro pezzo importante della montagna reggiana non se ne vada via, così come è già accaduto a suo tempo per l’Enel.

Oppure anche questa volta andranno in assemblea a certificare decisioni prese da altri - come succede ogni qualvolta vanno in Ato - e si accontenteranno delle garanzie fornite dal direttore generale Viero?

Presumiamo che tutto continuerà ad essere  come prima, dal momento che ogniqualvolta qualcuno parla fuori dal coro il giorno dopo non mancano mai coloro - vuoi il triumvirato del Partito democratico, vuoi tutti i sindaci allineati - che si “scatenano” contro chi osa contraddirne l’operato o che fa domande, ovvero mette sul tavolo temi  “caldi”, come anche a noi è talvolta capitato di fare; vedi ad esempio quando abbiamo parlato del futuro dell’ospedale S. Anna di Castelnovo Monti,  per sentirci dire che facciamo solo terrorismo psicologico, mentre  proprio grazie a loro la montagna è sempre più salvaguardata (se è così che la difendono dobbiamo cominciare a preoccuparci seriamente).

(Robertino Ugolotti)

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Riceviamo dall'ufficio stampa di IREN e pubblichiamo.

Iren non ha alcuna intenzione di chiudere il Centro zona di Felina

In merito ad alcuni articoli apparsi oggi sulla stampa reggiana, Iren Emilia precisa che non vi è alcun progetto di chiusura del Centro zona di Felina. L’impegno dell’Azienda nella montagna reggiana continua e continuerà seconda una tradizione consolidata fatta di attenzione all’ambiente ed alle necessità di chi in montagna vive e lavora.

Non sarebbe una novità, ma da qualche giorno stiamo assistendo al rincorrersi di voci incontrollate e prive di fondamento.

Ribadiamo pertanto che non vi sarà nessuna chiusura del Centro zona e nessun conseguente contraccolpo occupazionale. D’altra parte proprio l’avviso pubblicato il 20 febbraio 2012 per la selezione di società di gestione del risparmio (SGR) per l’istituzione, gestione e collocamento quote di un fondo immobiliare, prevede esplicitamente “la finalità di conferire o cedere una parte del patrimonio immobiliare ad uso ufficio/terziario riservando il diritto alle società del Gruppo Iren di continuare ad occupare detti immobili in qualità di conduttrici” con contratto di lungo periodo.

 

1 COMMENT

  1. Onori al Sig. Ugolotti, che non conosco, non so chi sia ne dove abita, ma che in futuro spero di conoscere.
    La montagna non deve e non dovrà mai soccombere; ma se un giorno succederà, mi auguro che lo faccia almeno con onore e non a causa di qualcuno che ratifica decisioni solo per “ubbidienza” o per scelte partitiche.
    E’ ora che la montagna inizi a definire “traditori della montagna e dello spirito montanaro” chi prende decisioni che, non solo non portano utilità e benefici alla montagna ma che la danneggiano; certe decisioni devono essere prese con il consenso dei montanari tramite consultazioni popolari e non derivanti solo da scelte partitiche.
    Per scelte fatte da altri, volute o sbagliate, i montanari si sono ridotti ad una piccola minoranza, ma questa minoranza non può accettare di essere rilegata su un territorio (o riserva) ed accettare quanto viene proposto da chi ha tutti gli interessi che lo spopolamento continui per poter disporre del territorio montano a suo piacimento.
    Il crinale dell’Appennino Tosco Emiliano è tra i più belli d’Italia, ricco di acque limpide che vengono sprecate, laghi e boschi immensi, aria pulita, cieli azzurri o stellati; lo stesso Trentino Alto Adige ci invidierebbe questo paesaggio; loro di un territorio simile al nostro ne hanno fatto la loro principale ricchezza (non centra assolutamente nulla essere Regione autonoma, posso garantirlo), è solo una mentalità politica “il bene e lo sviluppo del territorio è prioritario su tutto, compreso le ideologie partitiche.
    Proprio ieri, in piazza a Ramiseto, un agricoltore mi diceva che in certe fasce orarie del giorno i trattori non possono circolare in determinate aree (parco o preparco?); perchè il rumore delle marmitte dei trattori disturberebbe; non è stato in grado di essere chiaro e mi auguro che ciò non sia vero, ma se lo fosse, credo che il rumore dei trattori, che non è il rumore degli yacht al mare o ai laghi o delle Ferrari, BMW, Mercedes, ecc. sulle strade, ma un mezzo di lavoro, dovranno disturbare la quiete di chi dorme sonni tranquilli a danno della montagna.
    Ogni località utilizza le proprie risorse per crescere e svilupparsi; questo è stato fatto ovunque dove i vari amministratori tenevano allo sviluppo del loro territorio, vedi varie zone della Romagna, Toscana, Liguria, Trentino, Veneto, ecc.; mentre da noi, chi aiuta la montagna incentivando e sostenendo l’utilizzo delle proprie risorse?; a me sembra nessuno, anzi mi sembra il contrario.
    Da montanaro non accetterò mai che la montagna diventi terra di soli lupi e cinghiali e che secoli e secoli di lavoro e di sacrifici fatti dei nostri avi, di storia e di tradizioni scompaiono solo per il piacere di qualcuno.

    (Lino Franzini, un montanaro, come mio padre, mio nonno e mio bisnonno)