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La senatrice Leana Pignedoli interviene sulla questione Iren

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La sen. Leana Pignedoli

Non si puo' liquidare la questione Iren come un semplice screzio tra diversi livelli istituzionali.

I dati sono lì, evidenti: Iren in tre anni ha diminuito il fatturato, ha aumentato il debito, non riesce a distribuire i dividendi attesi, e, nel contempo, aumenta le tariffe. Non c'e dubbio: c'é di che riflettere e analizzare.

Occorre una riflessione complessiva che deve affrontare sì il tema dei dividendi prendendo  necessariamente  le mosse dalla testa (le strategie), ovvero dal "come si genera valore"  ancor prima di ragionare sul come  dividere, questione, peraltro,  posta in diversi momenti da sindaci che hanno sollevato più punti di criticità.

E' una riflessione oggettivamente complicata e per nulla breve, ma assolutamente da aprire  sia dentro che fuori dalle amministrazioni pubbliche.

Non e' facile, al tempo delle liberalizzazioni, dopo l'esperienza delle municipalizzate trovare un nuovo modello di gestione dei servizi di pubblica utilità. Uno strumento che sappia tenere insieme  efficienza imprenditoriale e convenienza collettiva; capacita' di investimenti e creazione di valore per i soci; redditivita' dell'impresa senza calpestare qualita' ed etica del lavoro (vedi gli appalti al massimo ribasso). Una riflessione che certamente attiene al contesto assembleare di una societa' quotata in borsa, ma che deve tener conto delle finalità della parte  pubblica. Per questo motivo non puo' rimanere circoscritta tra gli amministratori, ma deve essere condivisa, nelle finalità di fondo, dall'insieme dei cittadini.

Credo occorra, quindi, porre e porsi alcuni interrogativi, senza che questo suoni accusa per alcuno, e' una sfida complessa, è necessario chiedersi:

1-    perche' questa societa', che peraltro opera in un mercato di quasi monopolio, non sta generando il valore atteso nonostante le diverse operazioni di aggregazione e crescita dimensionale?

2-    quali sono gli indici di confronto, le differenze con i principali competitori in queste aree di gestione anche nella nostra stessa regione (ad esempio Hera?)

3-    qual'e la strategia di medio termine della societa'. Quale la definizione del perimetro e della selezione delle attività' per singole aree. Quali gli investimenti strategici o eventuali disinvestimenti data l'attuale situazione debitoria?

4-    L'attuale assetto di governo e' coerente con le finalita' attribuite dai Comuni alla loro partecipazione nello strumento societario e le conseguenti attese? E' adeguato l'assetto organizzativo o, come hanno illustrato i sindaci reggiani non è opportuno semplificare e integrare maggiormente l'attività aziendale?

5-    Come si pensa di affrontare il conflitto di interessi (inteso come diversi obiettivi) tra soci interessati ad efficienza, tariffe basse, riconoscimento della qualita' delle imprese e, invece, i soci (di capitale) interessati alla massima redditivita'?

E' a questo punto che, come giustamente è stato sostenuto, va posta la questione della retribuzione dei dirigenti, legata alla validita' della strategia e dei risultati ottenuti.

In conclusione, l'obiettivo di un processo virtuoso/solidaristico di Iren e' questione che riguarda l'insieme dei cittadini che sono sia i fruitori /clienti, ma anche gli "azionisti indiretti" di maggioranza della societa'.

E se coinvolge i cittadini è una questione politica ed è per questo che va aperta una discussione che deve, innanzitutto, dimostrare un grande senso di responsabilità e impegno collettivo. Come ha detto il sindaco di Luzzara va fatta insieme. Non c'è più tempo per dividersi.

Leana Pignedoli

11 COMMENTS

  1. C’è stato un tempo in cui l’Emilia era il riferimento culturale e politico di chi voleva cambiare le cose in Italia. C’è un tempo dove una classe dirigente accecata dal mercantismo più becero sta svendendo patrimoni costruiti in decenni di duro lavoro volendo irresponsabilmente competere con quei mercati finanziari che sono in gran parte causa della rovina dei nostri giorni.
    C’è un tempo nel quale la “sinistra”, o meglio ciò che rimane di essa, non riesce ad esprimere nessuna idea di cambiamento adagiandosi, o meglio favorendo, il peggior status quo, accettando in molti casi regressioni paurose. C’è un tempo in cui uno sconosciuto giovane bancario di Parma diventa un gigante rispetto ad una nomenclatura inamovibile.
    Ci sarà un tempo, o meglio “il” tempo, per il rinsavimento delle menti offuscate?

    (Luigi Bizzarri)

  2. Carissima Leana, alcuni dei punti da te menzionati sono stati trattati nell’assemblea pubblica svoltasi in comune a Castelnovo tempo fa. Punti sollevati da cittadini, i quali chiedevano come era compatibile il servizio al giusto prezzo con il BISOGNO di capitalizzare al massimo l’investimento. Le risposte sono state di massima rassicurazione, ma come abbiamo visto solo parole, i fatti sono altra cosa. A mio modesto parere, vista la mia “esperienza ventennale nelle telecomunicazioni”, non si può conciliare un servizio al prezzo giusto con la qualità giusta, quando ci sono capitali di investitori, basta guardare la rete RTG (rete telefonia generale) nazionale allo sfascio, in quanto Telecom massimizza l’utile a scapito della rete. La stessa cosa succede in Iren, basti guardare gli stipendi dei manager, comparandoli all’indebitamento non andrebbero nemmeno pagati. Per il resto non c’è da lamentarsi se questo è il risultato, ampiamente preventivato da tante persone.
    Tanto Leana chi paga è sempre il cittadino. Ti sei chiesta se si dovesse ripianare il debito come farebbero i comuni a tirare fuori il 51% di 2,6 miliardi di €? Iren è lo specchio di una parte dell’amministrazione pubblica, gente (poco capace) strapagata.
    Nella speranza che da te scritto possa assere messo in pratica, cordialmente saluto.

    (Roberto Malvolti)

  3. Sono molto preoccupato per come queste multiutility,di solito,riescono a guadagnare capitali…
    L’ampliamento della discarica di Poiatica è una di queste..
    Cosa ci si può aspettare da coloro che fanno orecchie da mercante riguardo un plebiscito referendario sull’acqua pubblica ??
    Non mi sono mai fidato e continuerò a non fidarmi.

    ( Mattia Rontevroli )

  4. Io aggiungerei anche un punto 6-rivedere il sistema delle gare al massimo ribasso, affidare i lavori con criteri diversi. Rivediamo le ultime assegnazioni fatte ad imprese chiacchierate. Sappiamo ormai tutti che il massimo ribasso apre le porte il più delle volte ad imprese che usano metodi non trasparenti.

    (Enrico Bini)

  5. “I dati sono lì, evidenti: Iren in tre anni ha diminuito il fatturato, ha aumentato il debito, non riesce a distribuire i dividendi attesi e, nel contempo, aumenta le tariffe. Non c’e dubbio: c’é di che riflettere e analizzare”. Guardi Senatrice che i cittadini queste cose le avevano capite già ai tempi delle fusioni. Era solo una questione di buon senso pensare che la trasformazione da una impresa di servizio ad una prevalentemente impegnata nella finanza non fosse di buon auspicio.

    (Commento firmato)

  6. “Porre e porsi alcuni interrogativi, senza che questo suoni accusa per alcuno”. L’assessore di Ponte nelle Alpi in un suo intervento a Castelnovo sottolineava che le amministrazioni hanno affidato in toto alle municipalizzate la gestione dei servizi, fidandosi e svuotandosi di conoscenza e quindi di capacità di gestione. Chi si è fidato del management di Agac/Enia/Iren nei passaggi societari sono i sindaci dei comuni “accecati” dalla speranza dei dividendi. Il mandato doveva essere chiaro: miglioramento del servizio, riduzione tariffe e per ultimo dividendi e chi ha sbagliato e sottovalutato il problema sono solo sindaci e amministratori.
    “I dati sono lì, evidenti: Iren in tre anni ha diminuito il fatturato, ha aumentato il debito, non riesce a distribuire i dividendi attesi”. Ai primi di marzo Viero è stato convocato in Consiglio comunale a Castelnovo: perché Marconi e la Pignedoli non hanno chiesto spiegazioni al diretto interessato?
    “Perchè questa società… non sta generando il valore atteso?”. Qual è il valore atteso? Diminuzione tariffe, servizi efficienti o… dividendi?
    “E’ adeguato l’assetto organizzativo?”. Soprattutto sono indispensabili dirigenti e consigli di amministrazione delle varie controllate dove troviamo diversi ex sindaci e politici di varia provenienza?
    “Va posta la questione della retribuzione dei dirigenti, legata alla validità della strategia e dei risultati ottenuti”. Dopo tre anni di gestione fortemente negativa va posta la questione della retribuzione? Vanno invitati ad andare in pensione i dirigenti! A casa! In questo paese dove chi sbaglia non paga occorre tornare alla politica seria.
    Per ultimo un accenno anche al nuovo sindaco di Parma. Farà chiudere l’inceneritore (non ancora terminato) e così che dovremo smaltire i loro rifiuti nella discarica di Poiatica (cosa che peraltro facciamo da tempo). Riusciamo a dire basta almeno a questo?

    (mc)

  7. La cosa vergognosa è che quasi un anno fa il 95% degli italiani si è espresso a favore dell’acqua pubblica. A che punto siamo? Cosa è stato fatto in tal senso per rispettare la democrazia? Sono queste le domande che in tanti ci poniamo e alle quali prentenderemmo una risposta. Ma tanto sappiamo che di risposte non ne arriveranno e anche questo non fa bene alla democrazia, e ancor meno ai politici.

    (Alessandro Torri Giorgi)

  8. Dopo aver letto questa nota della Senatrice, mi spiego ancor meglio perchè Grillo ha vinto a Parma e forse tra 10 mesi avrà un grande risultato alle elezioni politiche.
    “Povera Patria” parole e musica di Franco Battiato
    Schiacciata dagli abusi del potere
    di gente infame, che non sa cos’è il pudore,
    si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
    e tutto gli appartiene.
    Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
    Questo paese è devastato dal dolore…
    ma non vi danno un po’ di dispiacere
    quei corpi in terra senza più calore?
    Non cambierà, non cambierà
    no cambierà, forse cambierà.
    Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
    Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
    Me ne vergogno un poco, e mi fa male
    vedere un uomo come un animale.
    Non cambierà, non cambierà
    si che cambierà, vedrai che cambierà.
    Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
    che possa contemplare il cielo e i fiori,
    che non si parli più di dittature
    se avremo ancora un po’ da vivere…
    La primavera intanto tarda ad arrivare.

    (Giorgini Mariastella)

  9. C’è un tempo per seminare ed uno per raccogliere…
    Cara senatrice, c’è un tempo per seminare ed un tempo per raccogliere dice un passo del Vangelo, qui però hanno sempre e solo raccolto tutto quello che si poteva togliendolo dalle tasche di chi lavora senza mai seminare niente. Le municipalizzate che erano nate coi soldi dei cittadini funzionavano… Ora questi baracconi (IREN, ACT, COOPERATIVE VARIE, ecc.) divorano soldi pubblici a ciclo continuo. Purtroppo il problema è nato per foraggiare il nostro sistema politico… C’era bisogno di avere grandi strutture, poco controllabili e con grandi volumi di affari, piene di commissioni, organi di controllo e consigli d’amministrazione così da creare poltrone e poltroncine per amici, aziende dove trovare un posto di lavoro a qualche conoscente che poi ci sarebbe stato riconoscente per sempre… e così via… Io penso che la fonte dei nostri problemi nasce dalle responsabilità… Noi siamo un paese pieno di responsabili di servizi, di uffici, di settori, di tutto quello che viene in mente, che però responsabili non lo sono mai, se non in busta paga… Ed in una sola cosa sono davvero bravi… nello sballottaggio delle competenze… Qui nessuno ha mai colpa di niente… a partire dai nostri sindaci così bravi ad obbedire ed ad operare in favore di queste meravigliose aziende pubbliche che di pubblico hanno, anzi avevano, solo i capitali, queste aziende così brave a trasformare i soldi in debiti da far pagare ai cittadini… Ora facciamoci pure tutte le domande che vuole ma chiediamoci anche di chi è la colpa e per una volta facciamo in modo che chi ha colpa paghi… Ehhh… lo so che sono un sognatore…

    (Antonio Manini)

  10. Ciao Leana, per quello che può contare hai completamente il mio appoggio. Vorrei però sottolineare quanto sia stata importante Agac, ai suoi tempi, per quanto riguarda l’opportunità di lavoro offerta e di conseguenza la sopravvivenza, evitando lo spopolamento, dei luoghi montani, ed anche che oggi stiamo “barattando” un bene del nostro territorio (acqua) con debiti “energetici”, generati anche dalla speculazione finanziaria, di un’azienda (IREN) gestita da “Altri”. Che non sia il caso di cominciare a pensare come fare a riportare la “nostra acqua” nelle “nostre mani”? Questo è solo un pensiero che vorrei fosse messo sul tappeto. Nulla è per sempre e tutto può essere modificato e migliorato. Grazie per questo tuo articolo e per la tua sempre precisa attenzione ai problemi quotidiani della gente.
    A presto.

    (Luca Zini, segretario Pd Casina)