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Deceduto il padre di Sonia Masini

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E' mancato ieri sera, a 87 anni, Luciano Masini, il papà di Sonia, presidente della nostra Provincia. Lascia la moglie Domenica Germelli e, insieme a Sonia, il figlio Oscar, il genero Fabio Bezzi, la nipote Nicoletta. I funerali avranno luogo domani, martedì 3 luglio, alle ore 15, partendo dall'ospedale S. Anna di Castelnovo ne' Monti per raggiungere il paese natale di Fornolo di Ramiseto. Da qui il corteo proseguirà per il cimitero di Pieve S. Vincenzo.

* * *

Il dono della poesia di farci cogliere con una sola immagine tutto un mondo morale, di sentimenti, qualche volta un’epoca e una generazione! Luciano Masini, di Fornolo di Ramiseto, ci rimanda alla generazione che nella Resistenza ha cercato insieme all’indipendenza e alla libertà anche la giustizia, continuando nel dopoguerra a perseguire i propri ideali con l’impegno politico e sindacale, con la lotta come con il lavoro.

Gli anni 50 lo vedono protagonista di uno sciopero al rovescio: davanti all’interruzione dei lavori per la costruzione della strada che collega Fornolo a Ramiseto (anche allora si cominciavano le strade e poi finivano i finanziamenti!) chiama a raccolta i lavoratori che riprendono pala e piccone e riaprono il cantiere di propria iniziativa e con un lavoro volontario, non retribuito: per tutta risposta arrivano i carabinieri: per Luciano Masini come per molti suoi compagni c’è l’arresto, il trasferimento a Reggio, qualche giorno di gattabuia, il processo.

Vent’anni più tardi è tra i promotori della stalla cooperativa che cerca di offrire all’agricoltura della montagna forme di lavoro redditizie, capaci di trattenere gli abitanti sul territorio, affermando nel contempo ideali sociali.

Costruendo la cooperativa, il primo pensiero è per la fatica delle donne, per il loro sacrificio silenzioso e totale: sull’aia viene innalzato un monumento alla contadina (quanti ce ne saranno in Italia ? Pavia ha il monumento alla lavandaia, Schio quello alle filatrici e poi ?) e alla donna contadina Luciano Masini dedica la sua poesia più bella o almeno quella che piace di più a me che girando la montagna per le mie interviste ho avuto modo di incontrare tante donne che in un mondo duro per tutti hanno avuto la fatica maggiore, la parte più dolorosa. Mi piace quel chiamarle coi loro nomi antichi e strani, direbbe Cesare Capone, mi piace la ripetizione, la commozione e la riconoscenza che accompagna il testo. La diffusione delle poesie di Luciano Masini privilegia la dimensione sociale attraverso serate di animazione e trasmissioni radiofoniche quali Il racconto del teatro di Giuliano Scabia, sorta di ricerca itinerante promossa da Rai ed Università sulla realtà e sulla cultura popolare dell’Italia degli anni settanta.

Era il giorno dell’inaugurazione della stalla cooperativa e sembrava che significasse per tutti non dover partire più. L’impegno di tanti però nulla può contro l’evolversi dei tempi e anche Fornolo lentamente si spopola. Luciano Masini vede il paese farsi sempre più piccolo e più vecchio, sempre più deserto e canta la nuova realtà in una nuova poesia, IL funerale.

L’impegno civile è sempre presente testi di Luciano Masini, espressione di un mondo di valori e di ideali.

Quante sono sulla nostra montagna le persone che scrivono, che danno parole a ciò che capita alla comunità o a se stessi, che affidano a versi e allitterazioni sentimenti e speranze, sogni ed esperienze? Molti a giudicare da quante volte il caso mi fa scoprire quaderni o raccolte.

(Giovanna Caroli)

 

10 COMMENTS

  1. Un saluto, l’ultimo a te, Luciano, montanaro, partigiano, operaio agricolo, poeta e amico. Mi venivi incontro sorridendo, quando capitava d’incontrarci a Castelnovo, e mi chiedevi di Ramiseto, della nostra gente. E spesse volte mi pregavi di portarti a casa tua, a Fornolo. Ora non dovrai più chiedermelo.
    Ciao, Luciano, amico mio, di mio padre Nino, della mia famiglia.

    (Alessandro Raniero Davoli)

  2. Credo che noi tutti non si sia mai abbastanza adulti tanto da poterci permettere la dipartita di un genitore, pur anziano, senza sentirci morire, un po’, noi stessi. Sono di un albero le radici volte indietro e la loro scomparsa rende il tronco più instabile e sbilanciato. Quando morì mio padre, sessantenne, all’improvviso, provai un dolore talmente grande che mi chiedevo come mai Dio avesse caricato quel fardello insopportabile da portarsi su due sole gambe… Poi, mi hanno spiegato che le persone che si sono amate tanto in vita non si vedono MAI per l’ultima volta! Loro, a volte, credono sia l’ultima ma si sbagliano sempre….. E’ sempre la penultima!……
    Le più sincere condoglianze.

    (Umberto Gianferrari)

  3. Ho conosciuto Luciano nel suo paese d’origine, Fornolo di Ramiseto, il nostro rapporto era cordiale e aperto. Negli ultimi anni l’ho incontrato diverse volte a Castelnovo, era sempre un piace scambiare quattro chiacchiere con lui. Mi unisco al dolore della moglie Domenica e dei figli Sonia e Oscar.

    (Fabio Filippi)

  4. Non vedo Luciano Masini da anni, ma il ricordo della forza delle sue convinzioni, della sicurezza delle sue idee, di un orizzonte ampio capace di comprendere l’uomo (e la donna!) e la sua sete di giustizia, il senso della bellezza del mondo e di vivere mi accompagnano con la stessa vivacità del suo sguardo. Mi riconosco, pur non avendone fatto esperienza, nelle espressioni di Umberto Gianferrari e abbraccio i famigliari, in particolare te, Sonia, con grande vicinanza e commozione sincera.

    (Giovanna Caroli)

    * * *

    La donna contadina
    A te, donna contadina
    che tante ingiustizie subisti
    vogliam dedicare
    questo piccolo ricordo,
    a te che la società
    emarginò,
    ti sfruttò,
    sei stata la martire,
    nessuno te l’ha riconosciuto.
    Oggi noi ci inchiniamo
    Di fronte a tanti sacrifici
    E tante privazioni.
    Oggi vi ricordiamo tutte
    dalla Tognina
    alla Minghetta
    alla Benedetta
    alla Isolina
    dalla Palmina
    alla Delina
    e tante altre,
    l’Ugenia,
    la Melania,
    la Francona,
    l’Oliva.
    Tutte e poi tutte
    avete vissuto male,
    una vita di privazioni
    portavate l’erba in spalla, il bucato si lavava nel canale. Nessuno vi ha mai
    donato una rosa.
    Avete allevato i figli
    con dura fatica,
    ma quando avevano vent’anni
    per ordine del conte,
    per ordine del re,
    ve li portavano via
    li mandavano al macello
    e molti non sono mai ritornati:
    Oggi il mondo è cambiato
    ma voi non ci siete più.
    Oggi vi vorremmo tutte qua,
    anche quelle che non abbiamo mai conosciuto.
    Vorremmo che foste qua
    a vedere la nostra stalla
    il trattore
    le macchine
    il pane bianco in abbondanza
    le lenzuola bianche
    il vino in ogni casa.
    Abbiamo lottato,
    abbiamo migliorato,
    ma saremmo più contenti
    se fossimo sicuri
    che siete state compensate
    dei vostri stenti.

    (Luciano Masini, Poesie e un po’ di tutto, La Nuova Tipolito, 1998, pagg. 46-47)

  5. Ciao Luciano, anche tu te ne vai e lasci la nostra montagna più sola che mai, non potrò mai dimenticare i pomeriggi e le sere passate alle Masere a bere e sentire i tuoi racconti che per me erano momenti di felicità. Io sono tornata in montagna da adulta e tu sei riuscito a farmi conoscere e amare i miei luoghi natii. Mi hai persino dedicato una poesia che io, con tanto orgoglio e tanto affetto, tengo esposta sia a Lugolo che a Firenze, per non dimenticarti mai.
    Grazie grande compagno e amico.

    (Eleonora Mappa)