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“Diciassettemila euro per una bacheca?”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Dalla delibera n. 98 del 27.4.2012 del Parco nazionale Appennino tosco-emiliano, di cui all’allegato, si evince di una spesa di 17.220,00 € a favore della società cooperativa “I Briganti di Cerreto” per la “….realizzazione di una bacheca informativa in località Cerreto Laghi in Comune di Collagna (RE)…”. Al di la del dettaglio lavori, con i relativi importi, approvato dalla delibera di cui sopra, è possibile conoscere quale è l’aspetto definitivo di tale “opera”? Mi si risponderà che il quesito è da rivolgere alla direzione del Parco; replica peraltro pertinente e legittima. Ma altrettanto giusto e soprattutto dovuto che di tale spesa, 17.000 € per una bacheca ??????  un ente pubblico ne renda conto e merito ai cittadini. A maggior ragione di questi tempi di spending review...

(Paolo Comastri)

Il testo della determina

 

56 COMMENTS

  1. Abbiamo risposto in anticipo alle richieste di spiegazioni e trasparenza sui costi dell’opera in questione pubblicando la determina che dettaglia ogni particolare. La “bacheca” di cui si parla è in realtà qualcosa di più: una piattaforma con un “bilite” in legno di castagno trattato e corten, infisso su una pavimentazione realizzata in arenaria locale. Il bilite è simbolo del Parco nazionale – riproposto come marcatore territoriale nei luoghi più significativi – e al tempo stesso struttura permanente, con funzioni di informazione e orientamento (come è stato scritto: “non un muro, ma neanche un semplice cartello”).
    Nel caso di Cerreto Laghi i pannelli apposti sul bilite riportano le informazioni (obbligatorie) sul progetto Ecocluster, sul Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano in cui Cerreto Laghi si trova, e, sul lato interno, le mappe dei percorsi per trekking, nordic walking e ciaspole. Era sicuramente necessario segnalare – proprio nel centro della stazione di Cerreto – la ricca offerta di opportunità escursionistiche e conoscitive dei dintorni, che acquista sempre più importanza nel periodo estivo e in genere nelle stagioni di mancanza di neve. L’installazione sicuramente va a coprire una carenza di indicazioni sui bellissimi dintorni di Cerreto Laghi: su questo da tempo era necessario intervenire.
    E’ una cosa utile agli operatori locali e ai turisti; fatta con cura; per durare a lungo; ai prezzi standard delle opere pubbliche (che in questo caso sono sottoposti ai controlli e al vaglio della Commissione europea perché si tratta non di “nostri soldi” – come è stato erroneamente scritto – ma di fondi europei spesi sul nostro territorio). Come si presenta l’opera è facile constatarlo sul posto o tramite le foto che alleghiamo. I lavori non sono ancora terminati, ma un’idea già si può avere di ciò che sarà al completamento e perfezionamento dei medesimi.
    Alla polemica rispondiamo volentieri, perché ci consente di dare conto delle motivazioni e dello svilupparsi del Progetto Ecocluster (tutti i dettagli sul sito del Parco: http://www.parcoappennino.it).
    Il progetto utilizza fondi europei per portare da noi, a Cerreto Laghi, una ricerca “strategica” per quella comunità di persone e imprese proiettate al turismo del futuro, riguardo la messa in valore della risorsa ambiente, nelle scelte dei singoli operatori e nel loro insieme. La crisi che ci sta investendo è per noi ulteriore motivo per accelerare e favorire in ogni modo l’innovazione.
    Il progetto è avviato e, accanto alle azioni “di ricerca”, ha anche messo in campo azioni immediate di promozione, ivi compresi educational tour per giornalisti specializzati, ovvero apprezzati educational tour per gli operatori del luogo.
    E’ importante infatti associare e affiancare al turismo tradizionale degli impianti di sci altre offerte e attività “sportive e di salute” legate alle opportunità e qualità dell’ambiente del Parco nazionale.
    Una delle azioni più visibili consiste nell’edizione e nella promozione di un sistema di sentieri (10 di varia lunghezza, difficoltà… colore) che consentono di visitare e valorizzare laghi, vallate, boschi, crinali ed emergenze paesaggistiche pregiate e sconosciute ai più.
    Già all’inizio del progetto Ecocluster sono stati stampati e messi in circolazione i 10 depliants di guida e illustrazione della sentieristica, preparati con la collaborazione del CAI di La Spezia e in particolare del compianto amico Bendinelli, spezzino innamorato di Cerreto Laghi. Ora i percorsi individuati con le loro mappe, insieme alle informazioni in due lingue su ecocluster e il Parco nazionale, sono permanentemente in evidenza, a disposizione di tutti i visitatori di Cerreto Laghi. E’ una risposta positiva anche a coloro che ci chiedono di fare di più per la sentieristica. Forse sarebbe bene che chiunque prima di dare un giudizio sommario e definitivo valutasse la cosa nel suo insieme.

    (Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano)

    • Non sto a sindacare sulla efficacia del progetto e tanto meno sul costo della realizzazione, ormai consci dell’immenso divario che impresa pubblica e impresa privata sembra abbiano nella valutazione di costi, ricavi, budget, preventivi, ecc. Dico solo che per noi sempre più abituati a mandare avanti le nostre aziende facendo i conti della serva, fa un po ridere che si destini cosi tante risorse… anche se non si tratta di “nostri soldi”!… nella realizzazione di un unico progetto finalizzato a promuovere solo una parte del Parco. A buon conto, per par condicio, Civago, Febbio, Ligonchio ecc. vanterebbero il diritto anch’essi di avere una tal bella ” bacheca ” e quindi a questo punto abbiamo altri diciassette mila euro per ciascuno di questi siti ricchi anche questi di turismo e iniziative?

      (Andrea)

  2. Basta con questi giudizi sommari: Alessandro, probabilmente non hai visto nemmeno l’opera… Se provi a piantare un chiodo ti martelli un dito. Io l’ho vista domenica scorsa, non è affatto una normalissima bacheca e penso che costi sempre meno e faccia meno danno delle moto del signor Comastri in giro per l’Appennino!!!!

    (Caterina M.)

    • La mia era una citazione dal film “Tre uomini e una gamba”. E’ ovvio che 17.000 euro x una bacheca non sono nulla a cospetto di ben altri sperperi di denaro pubblico che quotidianamente vengono scoperti. La saluto con un altra citazione, “e io pago!”; questa spero che tutti sappiano a chi attribuirla.

      (Alessandro)

  3. Vorrei ricordare alla sig.ra/sig.na Caterina M. che le “mie” moto, ammesso e non concesso che “facciano danni”, e nel caso credo che in un’ipotetica lista di “danneggiatori” non occupino certo i primi posti, ad appannaggio peraltro di ben altre e ben più “blasonate” categorie…, dicevo che le “mie” moto vengono acquistate e utilizzate con denari privati, in un contesto di legittimo e libero arbitrio sull’utilizzo delle personali risorse economiche. A differenza di quelle del Parco, che, se non erro, mi consta essere di pubblica provenienza. Che a me risulti nessuno va in moto utilizzando pubblico denaro; nel caso Le sarei davvero grato se me ne dettagliasse modi, tempi e circostanze. Il presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano può “raccontarla” come meglio crede; è peraltro suo diritto. Ma è ora di smetterla di fa passare questo “benedetto” poltronif…, pardon Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano come i giardini pensili di Babilonia del re Assurbanipal. Da mie precise informazioni le bacheche informative “biliti” del Parco del Gran Paradiso costano un quinto di questa del Cerreto. Dove sbagliano; a Cogne o a Sassalbo?

    (Paolo Comastri)

  4. …da quel che si legge, ogni volta che si parla di Parco si ha la sensazione che le opere che si realizzano siano finalizzate a pubblicizzare l’esistenza di un ente che da molti ormai è capito come cosa estranea ad una realtà comune.

    (mv)

  5. Sti grandi narratori di favole non han capito che non gli crediamo più, che siamo strastufi e che giustamente vogliamo sapere e grazie mille a Paolo per le precisazioni. Visto che i soldi sono di pubblica provenienza chiedetelo prima se siamo d’accordo di spenderli così, pubblicatene i progetti, i preventivi e chiedete i consensi a noi tutti.
    Grazie.

    (Lorella)

  6. Sicuramente il progetto nel suo insieme appare più ampio e giustificabile, anche se io credo, da profana, che alcune cose si possono risolvere con più “semplicità ed “economia”, ma questo è un giudizio soggettivo.

    (Barbara Baroncini)

  7. Ah ah ah. Siamo finiti male, e per fortuna si parla tanto di spending review! Semplicemente vergognoso! 17.000 €?! Ma ce ne rendiamo conto? Provate a immaginare come si sarebbero potuti spendere meglio 17.000 €, bastava aggiungerne altrettanti per assumere una persona e fargli fare dei biliti tutto l’anno. Almeno si sarebbe creato un posto di lavoro: il creatore a tempo pieno di biliti! Fantastico! Utilissimo e redditizio! Spesa 34.000 € annui di costi, almeno 2 biliti al mese, per 12 mesi, a 17.000 € a bilite per un totale ricavo di 408.000 €. Marginalità incredibile, ma comunque alquanto utopistico, perchè bisogna trovarne di originali in giro che ti comprano un bilite a quel prezzo…

    (Alessandro Torri Giorgi)

  8. Sinceramente chi se ne frega di una bacheca fatta così o cosà quando le strade sono tutte un buco i servizi che lasciano a desiderare e si è pensato bene di aumentare la spazzatura e si aumenterà anche l’aliquota dell’Imu. Complimenti!!!!!

    (m.e.)

  9. Sig. Torri, dove crede siano finiti i 17mila euro? Io penso che oltre all’Iva una parte acquisto materiali e una parte mano d’opera, cioè salari regolari, al lordo delle trattenute fiscali dei contributi obbligatori e dei costi generali d’impresa (per avere lavoro dipendente serve un’impresa). È così difficile?

    (Caterina m.)

    • Signora Caterina M, è così difficile capire che sprecare il denaro, ancor di più al giorno d’oggi, è qualcosa di veramente inconcepibile? Il paese sta affrontando una crisi economica epocale e noi ci preoccupiamo a gettare 17.000 € nel sacchetto dell’immondizia. E’ così che il Parco pensa di sviluppare il turismo? Complimenti! Vogliamo fare 2 conti? 6000 € di studio grafico. WOW! Fornitura e posa della bacheca: 7.000 €. WOW! Quanti giorni di studio ci sono andati? 3? 4?, di più sarebbero inconcepibili. E se fossero stati anche 6? Parliamo di una tariffa giornaliera di 1.000 €. Vivissimi complimenti, mai fu vista cosa più bella e più utile. Il mio spirito montanaro ne esce ancora più orgoglioso!

      (Alessandro Torri Giorgi)

  10. Quello linkato è quello presente alle “porte del Parco”, se non vedo male, quello dove c’è il binocolo sparito per lungo tempo per “sistemazioni”, e tra l’altro sarebbe bello a questo punto sapere i costi delle “sistemazioni” di tale oggetto… Ma vabbè. Tornando al costo di tale opera, le foto dell’opera stessa si trovano oggi sui quotidiani, si può girare la cosa come si vuole ma 17.000 euro sono uno sproposito e riprendendo un esempio letto qui… Chi comprerebbe una moto da 1.000 euro quando te la vogliono fare pagare 10.000?

    (Corrado Parisoli)

  11. Wow!! Scopro oggi cosa è un “bilite”!!! Non un muro, e neanche una bacheca, ma qualcosa di abbastanza fantascientifico, credo che solo “Google immagini” avrebbe potuto colmare questa mia ignoranza. Dunque, porte del Parco varie (alla Gatta-Pianello e Sparavalle sono quelle che ho presenti), poi “verniciatura” del tratto pedonale della Gatta-Pianello, credo sia sempre sotto l’egida del sopra citato Parco (correggetemi se erro). Poi leggo l’articolo degli impianti di Febbio, nel quale è citato un parco macchine abbandonato riferibili al Parco (o ex Parco; facile perdersi nelle ricostruzioni storiche dell’ente)… Quanti soldi abbiamo/stiamo cacciando via???
    Bah, non riesco neanche più a farmi venire il sangue acido, tanto prima o poi “il bognone scoppia”… Avanti così!!!
    Comunque, leggendo la risposta del presidente Giovanelli vedo che: quelli usati “non sono nostri soldi” ma soldi di fondi europei… perchè i fondi europei da dove vengono? Ah, ok, usiamo quelli dei contribuenti francesi, allora tutto ok…
    Detto ciò, e sperando che l’opera sia realmente duratura (e utile), perchè non trovate fondi europei che diventino davvero strumento per qualcosa di strutturale? Perchè non avere il coraggio di programmare i prossimi (almeno) 30 anni della Nostra Montagna?
    Dal momento che gli amministratori, a grandi linee, sono più o meno sempre quelli, credo sia lecito aspettarsi, a fronte di tanto tempo a disposizione, una maggiore “strutturalità” nelle cose da fare (passatemi il termine).

    (Andrea Ganapini)

  12. Io sono tra gli “ignoranti” adesso che ho scoperto cosè il bilite, confermo il mio primo commento!! Cioè che è vergognoso.. Vogliamo fare come in Trentino! Peccato che loro prima di fare i biliti hanno: strade asfaltate, servizi seri per i turisti, ecc… Comunque andate a vedere alle Fonti della Capiola in Casarola che fine ha fatto la bella cartina dei sentieri sul piedistallo di legno… e così in tanti altri posti…!
    Approvo quanto scritto anche dal Sig. Ganapini.

    (Barbara Baroncini)

  13. Se gli interlocutori non si risentono, intervengo di nuovo nella  “discussione”, perchè capisco che ad ogni persona comune, me compreso, “17.000 euro per una bacheca?” – detto cosí – appaiono troppi. La forma stessa della domanda può indurre in inganno. La trasparenza è un valore che il Parco pratica in dettaglio sul suo sito ed è giusto accompagnare la trasparenza sui numeri con quella sulle motivazioni e con l’interlocuzione più aperta. A parte le battute di cui ciascuno è capace e che in questa veste non mi posso permettere, è necessario qualche approfondimento.
    a)  In genere tutte le realizzazioni materiali degli enti pubblici appaiono al termine costare molto di più (e avere tempi più lenti) di quanto non costano comunemente ai privati, perchè comportano regole e oneri di procedura, tassazione integrale, adesione a prezzi prefissati in tabelle regionali o professionali, tanto verificabili quanto, come ben sanno i miei collaboratori, sono il primo ad “indignarmi” per questo. Ma non posso chiedere a funzionari pubblici di operare con le regole e le prassi dei privati. Penso che sarebbe estremamente importante una riforma della pubblica amministrazione che consenta agli enti pubblici di procedere in un ampio arco di situazioni e opere, con il diritto civile e il diritto commerciale privato. Da un lato si tratta di norme più consolidate, più chiare e alla fine migliori di quelle del diritto amministrativo (sempre più improvvisato e confuso); dall’altro cittadini e imprese li capiscono meglio. Infine consentono tempi più rapidi ed economie importanti.
    b) Venendo alla nostra “non bacheca”. I costi possono essere spiegati uno a uno. I nostri tecnici sono in grado di darli meglio di me. Ma serve forse, inoltre un altra valutazione. I 17.000 euro non vengono gettati nel vento o bruciati nel “bilite” o nel parco. Tornano tutti nel circuito economico locale e statale. Vengono pagati effettivamente a fronte di regolare fatturazione. Perció sui 17.000 euro lordi, circa 7/8000 rientrano all’erario statale in forma di imposte (Iva, trattenute IRPEF sulle ore lavorate dagli operai, contributi obbligatori, imposte sui redditi d’impresa e imposte indirette sui costi/consumi. Gli altri vanno a remunerare lavoro (salari netti di giovani locali), fornitori (locali) di materie prime e semilavorati. Il bilite è legno di castagno (trattato perchè duri a lungo all’esterno, plasmato secondo proporzioni precise e con armature finiture e basamento in ferro. Il supporto è una pavimentazione in arenaria locale.
    c) Non meno importante del “come” della piccola opera è il suo “PERCHÈ”: il suo perchè in sè stessa e nell’essere parte, come è in effetti, di progetti “strutturali” di non breve periodo per Cerreto Laghi (così come lo stesso Parco Nazionale IN SÈ, è un progetto strutturale e istituzionale nazionale per tutto l’Appennino). Ovvio che chi ritiene nullo il valore e inutile l’esistenza stessa dei parchi nazionali,pensa -legittimamente – che non ci sia nessun perchè e il circuito economico dei 17.000 euro, alla fine, esaurisca la sua funzione in se stesso (Keynes direbbe “l’utilità di scavar buche e di riempirle”).
    Noi invece, abbiamo il dovere – per legge – di credere alla mission del Parco. E laicamente, con i dubbi che è ragionevole avere, ci crediamo. Dobbiamo credere e crediamo che l’essere Parco Nazionale dia un valore aggiunto al territorio. Rendere riconoscibile l’esistenza di un Parco Nazionale sul territorio, dunque, non è un capriccio; è un dovere elementare.. e niente affatto inutile, perché, se non tutti, molti turisti e visitatori, comunque apprezzano! L’essere Parco Nazionale dà un valore aggiunto (piccolo o grande non so) anche a Cerreto Laghi!!! Perciò cerchiamo di segnalare, secondo le linee guida già individuate, condivise e applicate in tutto il parco, che il Lago del Cerreto e i suoi dintorni sono area naturale protetta per i suoi valori e la sua bellezza; al tempo stesso indichiamo percorsi, mappe, tempi di percorrenza, grado di difficoltà delle esplorazioni/passeggiate possibili. Notare che al Cerreto, fino a ieri, prima del nostro “bilite sul lago”, a parte il lago stesso, non c’era nessuna indicazione in proposito; e ciò per migliaia di visitatori non sciatori, che si trovano lì ogni domenica. Potevamo non fare nulla? L’abbiamo fatto sfruttando l’opportunità e le risorse europee(convogliate grazie a questo da Bruxelles sul nostro Appennino) di un progetto Life, teso a mettere in valore per il gruppo (cluster) di operatori locali, la gestione dell’ambiente esterno e interno alle imprese. Non vedo particolare stravaganza in tutto questo.
    d) Sono cose che, in un modo o nell’altro, da qualcuno o da qualcun altro, andavano fatte. Anche prima. Forse non abbiamo fatto troppo, ma troppo poco e troppo tardi. Si poteva farlo meglio? Certamente sí. Si poteva spendere meno? Forse… ma forse anche di piú. In ogni caso si puó sapere dove è andato ogni euro. E sul senso – e la location – della piccola opera è veramente difficile non convenire. I costi dei lavori pubblici, specie i piccoli lavori, fanno sempre arricciare il naso. A me per primo… ( si veda il punto a). Ma sulla trasparenza, la correttezza e l’utilità non ho dubbi.

    (Fausto Giovanelli)

    P.S. – Ringrazio chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui… e chiedo scusa, anche a REDACON, della pedanteria… spero sia apprezzata la voglia di approfondimento e di dialogo, anche coi critici più severi.

  14. Riporto: “…ovvio che chi ritiene nullo il valore e inutile l’esistenza stessa dei parchi nazionali, pensa – legittimamente – che non ci sia nessun perchè e il circuito economico dei 17.000 euro, alla fine, esaurisca la sua funzione in se stesso (Keynes direbbe “l’utilità di scavar buche e di riempirle”).”
    E’ troppo facile metterla così ed anche un po’ scorretta. Non si discute dell’utilità o inutilità dei Parchi Nazionali, oltre al fatto che così presentandola bisognerebbe aprire un intero fascicolame sul concetto astratto e soggettivo di utile/inutile, ma sulla reale resa, che questa particolare installazione, è realmente in grado di catalizzare a monte dei suoi costi di realizzazione. Sul discorso dello strutturale io ho un pensiero opposto sull’oggetto in questione, ma non ho tutti i termini di valutazione del più ampio progetto di promozione che sicuramente l’amministrazione del Parco ha, quindi ammetto che potrei pure cadere in fallo, vedremo tra qualche anno dove stava la ragione. Per altre cose invece posso dire che sono ben fatte, ad esempio il “nostro” sito web è migliore di quello del Parco dello Stelvio (e non è così banale come affermazione considerando la proporzione tra i due), però è chiaro che vedendo la nostra montagna, le sue condizioni di graduale “deterioramento”, è ovvia una refrattarietà a opere che a pelle appaiono estemporanee (nella speranza che poi così non siano), a maggiore ragione ora nell’attuale situazione socioeconomica. Se posso offrire uno spunto: considerando la necessaria autonomia di manovra che l’amministrazione del Parco, giustamente, deve avere, riterrei parallelamente costruttivo, proprio nell’ottica di fare emergere questo “concetto di Parco” che ammettiamolo, è ancora un po’ fumoso, creare un canale di informazione su quelli che vogliono essere i progetti relativi al territorio in questione, nel quale ad esempio, chiedere consigli, fare esprimere idee, aprire dei forum (anche solo online) di dibattimento, ecc. Non credo che tutta l’opera di promozione/informazione si limiti a stazioni informative, ma che appunto esista un piano più ampio che muova le forze nella direzione di promozione, richiamo, ed allo stesso tempo salvaguardia.

    (Andrea Ganapini)

  15. Per quanto uno possa essere sostenitore di Keynes, e per quanto però bisogna domandarsi qual’è il fine che si vuole raggiungere con una azione. Se il fine del bilite era dare 17.000€ a imprese locali (nel caso quindi non fare la buca ma fare il bilite): l’obiettivo è stato raggiunto. Se l’obiettivo era dare una qualche informazione in più al turista: l’obiettivo è stato raggiunto, seppur a grande costo. Forse però, e non mi stancherò mai di dirlo, bisogna mettersi nell’ordine delle idee che il turismo bisogna farcelo arrivare. Bisogna offrire dei servizi. Quel punto informativo informa, le aziende locali le abbiamo aiutate, però è un’azione che non va oltre. Sicuro il turista non verrà perchè c’è il bilite, e l’azienda che ha fatto il bilite, oltre al singolo evento di creazione, non ne ricaverà altri vantaggi. Se invece si iniziasse a fare operazioni per portare il turismo in Appennino, sono sicuro che ne trarrebbero vantaggi molte aziende, e probabilmente troveremmo anche qualcuno a farci spendere meno di 17.000€; questi biliti sarebbero solo un piccolo contorno a quello che si offre al turista e non il piatto principale. Le cose così, mi rincresce dirlo, non girano e non gireranno. Ci vogliono progetti lungimiranti, ci vogliono obiettivi seri da raggiungere. Fintanto che si procede con la logica “c’è il piccolo fondo europeo da sfruttare, inventiamoci qualcosa” non vedremo nessuno sviluppo.

    (Alessandro Torri Giorgi)

  16. Che bella spiegazione, aria fritta in salsa politichese; ad ogni modo 17.000 euro per una “non bacheca” di quel tipo è più che esoso, descrizioni del tipo: “plasmato secondo proporzioni precise e con armature finiture e basamento in ferro. Il supporto è una pavimentazione in arenaria locale.”
    Saranno le “proporzioni precise” del legno a far levitare il prezzo? Risibile la sottolineatura che il prezzo è alto perché si è dovuto fare pagamenti NON in nero, ma stiamo scherzando? Il prezzo è esagerato allo stesso modo, io non so Lei ma io i conti li faccio sempre, e sottolineo sempre, considerando le tasse… che razza di giustificazioni… Poi il finale con la domanda retorica: “Si poteva spendere meno? Forse… ma forse anche di più”. Spassoso, con una risposta del genere si può giustificare qualsiasi spesa pazza… tanto si sarebbe potuto spendere SEMPRE qualcosa di più. Non sarebbe più semplice ammettere che 17.000 euro per una “non bacheca” sono un’esagerazione, ammettere l’errore e cercare di non commetterlo più? Vogliamo continuare con la difesa dell’indifendibile? ah sì… vero Ponte Rosso Style!
    Complimenti.

    (Corrado Parisoli)

  17. Apprezzo le spiegazioni di Giovanelli a cui però rilancio.
    Uno. Forse vorremmo che ogni volta che si dice costo 17.000 euro si spiegasse: 5.000 costruzione piedistallo, 2.000 bilite, 3.000 progetto, 7.000 iva per buttare dei numeri ovvero capire come i soldi vengono spesi. Non condivido il lavoro ma lmeno non mi sento preso in giro.
    Due. Il prossimo progetto anche di piccolo importo potreste sottoporlo a pubblico giudizio, prima e ripeto prima di metterlo in cantiere. “Ci piacerebbe fare un monumeto al martire della statale 63, cosa ne pensate?” Lasciateci dire la nostra e poi prendete voi la decisione perchè vostra è la responsabilità. Pero fateci sentire partecipi e forse ci lamenteremo meno.
    Tre. Affidate i progetti a qualche volto nuovo e giovane, almeno qualcuno. Non sempre al solito architetto o ingegnere amico di tale, parente di tizio, ecc. bravi e belli ma sempre i soliti noti. Portate la voglia di nuove idee dentro le scuole e tra i giovani perchè spetta a loro inventare il loro futuro.

    (mc)

  18. Capisco che i politici difendano le loro scelte altrimenti….. non sarebbero autorizzati a questo tipo di spreco!!!! Ma posso constatare che, fortunatamente, a parte qualche nostalgico!!!! Nessuno difenda queste spese davvero impensabili in questo periodo!!! Ma dai!! Quella del falegname in questo caso non è una battuta!!!!! Se la facessimo costruire a qualsiasi artigiano locale (a proposito chiedo ai dirigenti del Parco di poter specificare almeno se sia stata commissionata ad una ditta del posto!!!) credo che almeno si sarebbe risparmiato una cifra!!! Sono davvero ridicole le repliche delle istituzioni e le spiegazioni sull’utilità, che magari ci può anche stare! Ma sulla metodologia ed i costi!!!!!!!

    (Roberto)

  19. Sarebbe bene che gli amministratori pubblici (persone nominate politicamente e delegate ad amministrare denaro della collettività) rendessero trasparenti tutte le loro attività con le relative giustificazioni economiche in modo da non far pensare male, perchè, come disse Andreotti, a volte a pensare male ci si indovina. Concordo totalmente quanto scrive M.C nel terzo punto e ne ho una prova perchè ho richiesto insistentemente via posta elettronica una spiegazione ed a tutt’oggi non ho ricevuto risposta chiarificativa, ma anzi mi è stato risposto che non conoscono i dettagli relativi al progetto da loro sponsorizzato e con tanto di foto sul sito del Parco.

    (Commento firmato)

  20. Cara Caterina, non vorrei difendere m.e., ma credo lei abbia interpretato male, non voleva sapere questi nomi per un controllo fiscale (visto che va di moda!! ma solo per avere certezza che i soldi siano rimasti almeno in montagna, oppure per sapere se siano stati richiesti preventivi……………… ha la coda di paglia???????).

    (Roberto)

    P.S. – Anche solo Caterina è molto vago!!!!

  21. Salve. Chiedo a chi scrive con trasparenza e correttezza qua sopra se esiste la possibilità per tutti di partecipare a queste opportunità, che come descritto attentamente l’ente Parco crea con risorse economiche europee convogliate da Brusselle sul nostro Appennino. Mi interesserebbe partecipare alla sviluppo del Parco in quanto mi occupo di costruzioni in legno, sono giovane, risiedo ed opero sull’Appennino reggiano.

    (GS 76)

  22. Scusate ma in definitiva i lavori per questa “bacheca” sono o non sono fatti in trasparenza? Se sì allora i nomi delle ditte non dovrebbe essere un problema farli oppure è un segreto di Stato? Scusate se aggiungo che la Sig. Caterina Manari mi pare che si scaldi un po’ troppo…. Forse la cosa la tocca in qualche modo? Perchè tutta questa rabbia per una domanda legititma a cui tutti vorremmo una risposta?

    (Antonella Galan)

    • Gent.ma Antonella, mi scaldo perché è assurdo che chi non mette il proprio nome sia proprio quello che chiede che vengano pubblicati i nomi delle ditte! Poi sinceramente sulla determina di affidamento ci sono i riferimenti richiesti e mi sembra anche di aver letto che sono ditte del territorio, ma io intravedo solo un gran voglia di fare polemiche punto e basta! Io non ho ditte che fanno questi tipi di servizi, sono una felice pensionata che ama l’Appennino e il Parco!!

      (Caterina Manari)

  23. Mi scusi, signora Caterina, se rilegge il Suo commento si accorgerà forse di essere stata Lei ad accusare un lettore chiedendo (a gran voce) trasparenza, addirittura il 730! Pertanto Le ho solo risposto in merito e non mi sono rivolto a Lei con termini quali ridicola, diffidente etc! Comunque mi compiaccio vedendo che Lei è una delle poche persone a difendere queste scelte! Distinti saluti.

    (Roberto Colombari)

  24. Si ribadisce che l’Ente Parco Nazionale dell’Appennino pratica al massimo livello possibile le procedure di trasparenza e che pertanto il sito del Parco contiene una grandissima quantità di informazioni (ivi compresa la delibera d’informazione dalla quale è scaturita questa lunga polemica e ivi compresa pure la risposta alla richiesta che ci viene qui avanzata in una sede e in una forma “irrituale” e senza l’indicazione del richiedente). Per quanto riguarda l’accesso agli atti aldilà delle informazioni già contenute sul sito la richiesta va avanzata alla mail info@parcoappennino. Naturalmente accompagnata da nome cognome e indirizzo preciso del richiedente, secondo i termini di legge. Per ovvie ragioni, di etica pubblica e non solo, il Parco non è tenuto a rispondere a richieste e comunque a scritti anonimi o privi dei riferimenti necessari da identificare con certezza il richiedente. Gli uffici, nei limiti del possibile e degli orari di apertura, sono a disposizione per contatti telefonici e diretti. Si prega chi fosse interessato ad avere ulteriori chiarimenti di rivolgersi presso la sede del Parco. Riteniamo con ciò chiusa la fornitura di informazioni, almeno in questa sede.

    (Parco nazionale Appennino tosco-emiliano)

    • Non si dichiara chiuso un bel niente i cittadini che chiedono informazioni di dove finisce il denaro pubblico (che è di tutti) deve essere informato anche se il cittadino che ne fa richiesta lo fa in forma anonima.
      Tale richiesta è pur sempre legittima e sacrosanta, e le informazioni devono essere sempre a disposizione dei cittadini. Così dovrebbe essere in un clima democratico.
      Viene da chiedersi a che cosa è servita la rivoluzione francese ? Per poi trovarci in questo stato? Dove il cittadino è considerato tanto come zero e le cose gli vengono piovute dall’alto e già decise e confezionate come per grazia ricevuta.
      Mi piacerebbe sapere quanto è costato il ” logo” del parco che tra l’altro pare più adatto a una società ferroviaria che a un parco appenninico.

      CHE PENA!

      (Libero)

  25. Propongo una bella bacheca fatta dal falegname amico di Alessandro (primo commento) o, in alternativa, dal giovane falegname di GS 76, dove i vertici del Parco possano apporre e abbiano la serietà di farlo tutti i progetti inerenti il Parco e tutte le spese sostenute con relativi dettagli. Se non c’è nulla da nascondere, non avranno problemi a farlo.

    (Un cittadino)

    • Mister, non sono la prima scelta ma faccio l’artigiano anch’io… La prossima volta vorrei essere informato anch’io di un bando per l’assegnazione del lavoro.. di questi tempi farebbe comodo… forse è perchè non ho nessuna tessera…

      (Fabio)

      P.S. – Per la sig.a Caterina, anch’io ho una ditta che opera in Appennino dal 1982 ma non ero a conoscenza dell’opportunità di lavoro offerta. Comunque il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano ritiene chiusa la fornitura di informazioni (almeno in questa sede). Rimane l’amarezza di non aver potuto fare un’offerta, magari migliore…

  26. Nelle webcam di Reggioemiliameteo (a proposito, complimenti, è veramente bello e completo!) c’è quella delle sorgenti del Secchia da cui si vedono i lavori di costruzione del “bilite” oggetto dei commenti. Nella lettera di Comastri si legge che i lavori sono stati affidati ad una ditta di Collagna. Hanno fatto un parapetto, un balcone a sbalzo, metteranno qualche arredo (immagino): a naso i 17000 ci stanno tutti. Se posso dare un giudizio tra Sparavalle, Poiano e Cerreto questa la condivido mentre le altre due nemmeno un poco. Bastava semplicemente un bel cartello con benvenuti nel Parco? Forse sì o forse avremmo detto: tutto qui? Fare poi contenti tutti…

    (mc)

  27. Fabio puoi metterti il cuore in pace!!! Comunque per un futuro sarebbe bello capire dove si apprendano (magari sul sito del Parco o su qualche quotidiano locale…) questi bandi di concorso!! Se invece li avessero pubblicati veramente allora siamo distratti noi… Da ignorante su queste procedure chiedo all’Ente parco se fossero pubblici!
    Grazie mille!!

    (Roberto)

  28. Caro mc, quella al passo che si vede dalla webcam è l’ennesima porta del Parco, costata (solo) 162.000 euro!!!! Non è il bilite di fronte al lago! Continuiamo pure a sperperare denaro in porte senza fare interventi più concreti e utili al territorio, non mi direte che anche le porte servano per indicare i sentieri!!!!

    (Luca)

  29. Io credo che l’Ente Parco DEVE rispondere con sollecitudine alla domanda di Roberto perchè è un quesito che si pongono molti cittadini, come del resto lo dimostrano i vari commenti. Signori dirigenti, non nascondetevi dietro ad una foglia di fico, se desiderate che la collettività vi sostenga e condivida i vari progetti siate trasparenti nei fatti e non nelle parole.

    (Commento firmato)

  30. Caro d.t., a prescindere dal fatto che non sono artigiano e non sono direttamente interessato!!!! credo che il punto non sia essere iscritti nei fornitori ma che siano evidenti, chiari, pubblici i progetti del Parco con tanto di tipologia di lavori dove i prestatori d’opera montanari (a parità di qualità, prezzo e servizi) abbiano canale prioritario. Detto ciò saranno gli artigiani stessi a fornire preventivi qualora siano interessati! non credo sia così difficile!!! Poi qui si dibatte mi sembra in modo più o meno corretto (anche da parte mia), non ci si lamenta!!!!

    (Roberto)