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Bussare alla porta sbagliata

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Ieri. In un paese della nostra collina reggiana un gruppo di baldi giovini e meno giovini trascorre il proprio tempo impegnato nel cosiddetto softair, i “giochi di guerra”, in cui ci si veste e attrezza a puntino con perfetta similitudine a chi la guerra la fa davvero (e quanto ciò possa essere educativo è un quesito che…).

Caso ha voluto che mentre i nostri “guerrieri” (in numero di venti) si stavano preparando arrivano a suonare al campanello… i testimoni di Geova (nel consueto numero di due). Lasciamo al lettore immaginare i dialoghi.

Pace e bene.

 

6 COMMENTS

  1. In effetti un articolo così, a mio avviso senza senso, può solo che far aumentare i pregiudizi verso il nostro sport e per chi lo pratica.
    Forse sarebbe stato meglio, prima, spiegare anche in poche righe che cos’è il softair.

    (Luciano Russo)

  2. Come avete potuto notare siete riusciti a scrivere qualcosa che NESSUNO ha capito nè chi pratica quello sport nè i Testimoni di Geova e questo la dice lunga riguardo alle notizie che si diffondono senza avere la benchè minima cognizione di quello che si sta raccontando, infatti quando neanche i protagonisti citati riescono a capire ciò che si voleva dire dovrebbe far riflettere.
    Buona serata.

    (Bruno Bargiacchi)

    —–

    La nostra fonte (che ovviamente non sveliamo a lei) sapeva e se avessimo voluto avremmo potuto raccontare (un’inutile) rava et fava. Libera scelta della redazione di limitarsi a quel che lei ha letto. Come può notare, la sua conclusione è quindi centrata. Ricambiamo la buona serata e crediamo proprio sia ora di chiudere l’argomento.

    (red)