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“Chiudete la Comunità montana”

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“La Comunità montana deve chiudere entro l’anno”. Questo, in sintesi, il contenuto centrale del  documento che “è stato approvato, all’unanimità, dal consiglio comunale di Toano e lo sarà presto anche da parte di quello di Villa Minozzo”, come annunciano i sindaci Michele Lombardi e Luigi Fiocchi, con cui le due amministrazioni chiedono senza mezzi termini “agli altri undici comuni soci di procedere alla liquidazione dell’ente comunitario, del suo patrimonio e dei suoi debiti, e al ricollocamento del personale”.

Proseguono all’unisono i due primi cittadini, i cui municipi hanno avviato in poco più di sei mesi, “ricevendone benefici sia sotto l'aspetto gestionale che economico e garantendo nel contempo il mantenimento dei livelli qualitativi”, le gestioni associate di servizi sociali, polizia municipale, ufficio tecnico e anagrafe: “Intendiamo proseguire su questa strada per altri servizi. Chiediamo inoltre alla Regione di favorire la formazione di unioni fra comuni in ambiti più ristretti, in particolare nei territori di montagna, ove la dimensione territoriale e le distanze diventano fattori decisivi per consentire gestioni funzionali”.

Lombardi e Fiocchi lanciano quindi un appello “agli altri comuni interessati - sottolineano -  per valutare ipotesi di unioni o gestioni associate, sulla base però di alcuni punti fermi, fra cui pari dignità ed opportunità per tutti i territori che ne faranno parte, sia in merito ai diritti che ai doveri”.

La “necessità di serrare subito la Comunità montana” è motivata dai sindaci di Toano e Villa Minozzo anche in questo modo: “Si consideri che da oltre due anni le leggi e i tagli sui finanziamenti hanno posto con forza l’esigenza e l'urgenza di procedere alla chiusura dell’ente comunitario, che dovrebbe essere perciò già avvenuta”.

Concludono Michele Lombardi e Luigi Fiocchi: “E’ singolare che in questo biennio la conferenza dei sindaci della nostra montagna abbia deciso poco o nulla per modificare la situazione esistente, andare al superamento dell’ente comunitario e definire nuove e più adeguate forme di gestione dei servizi sui territori. E’ ora di darsi una mossa”.