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Gli intoccabili della spending review?

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Al tavolo politico-letterario “Ernest Hemingway-Cadsociale” del bar di Puianello, pur conoscendolo, hanno una sorta di ostracismo nei confronti dell’utilizzo dell’inglese per  la “revisione della spesa” che il Governo si ostina a definire “spending review”. Una “spending review” che ha già provocato la reazione degli “untouchables”; gli “intoccabili sindacati” hanno minacciato agitazioni e scioperi.

 Al tavolo Hemingway, senza mettere in discussione i principi costituzionali, hanno parlato dei sindacati, definendoli “l’ultima intoccabile casta”. Una casta fatta di una pletora di benefit, la cui ramificazione è di difficile ricostruzione.

Al tavolo Hemingway ci hanno provato e, per difetto, hanno assodato che i sindacati, sia quelli dei lavoratori che quelli di impresa, non hanno l’obbligo di rendere pubblici i complessivamente plurimiliardari bilanci, su quella imponente massa di denaro non pagano un euro di tasse, le decine di migliaia di immobili sono esenti dall’Imu (Imposta Munigitura Urbana), migliaia sono i dipendenti in aspettativa ai quali il sindacato dei lavoratori paga lo stipendio ma non i contributi sociali che sono considerati figurativi, ovverossia, paghiamo tutti noi, nel caso di dipendenti pubblici “distaccati”, la pubblica amministrazione continua addirittura a farsi carico anche dello stipendio e relativi benefit,  lo Stato effettua milionari trasferimenti ai Patronati, ai Caf affluiscono centinaia di milioni per l’invio delle dichiarazioni dei redditi, centinaia sono i milioni di euro incamerati mensilmente per le trattenute operate direttamente in busta paga e sulle pensioni, nessuna tutela di legge (vedi art. 18) per i dipendenti che possono essere licenziati senza rischiarne il reintegro.

La spending review del Governo Monti, ben si è guardata  dall’introdurre norme di giustizia fiscale e trasparenza nei bilanci dei sindacati che potrebbero (ri)portare nelle casse dello Stato qualche centinaio di milioni di euro.  Monti non li ha toccati e ben si guarderà dal toccarli perché sa che chi volesse portarvi “giustizia fiscale”, politicamente “morirebbe”, considerato il bacino di voti che controllano.

Nel “gioco delle parti”, il Governo Monti, che al tavolo definiscono “Governo Petrolini”, che in teatro declamava: “Bisogna prendere i soldi ai poveri. È vero, non ne hanno, ma sono tanti”, con la spending review si è attirato comunque l’ira dei sindacati, nonostante i privilegi  loro riservati.

 Al tavolo, mentre già stanno facendo i conti del saldo dell’I.M.U. si chiedono a quanto ammonterebbe quella delle sedi cittadine, della bassa e della montagna dei sindacati dei lavoratori e di quelli d’impresa.

Se ora i sindacati reggiani volessero rendere pubblici i propri bilanci, al tavolo saprebbero apprezzare. Ma… non lo faranno. Tanto sanno che il popolo dei “Giusti”,  simile ai fedeli servitori della Patria, “usa obbedir tacendo” e paga, paga tutto senza nulla poter scaricare, è stanco, molto stanco ma continuerà a rispondere al richiamo: “scendete in piazza per scioperi, a volte….assurdi”. Sarà sempre in buona compagnia: “ i politici di turno, Casti nelle Caste”  Poveri noi, povera Italia!

(Il portavoce del tavolo Hemingway-Cadsociale, Mario Guidetti)