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Racconto / L’ombrello giallo

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Nonna Bice percepì la sensazione della vita che andava via, guardò il passato con occhi innocenti ed ebbe voglia di volare. E decise di vedere, finalmente, la Pietra di Bismantova e i suoi monti, che si stagliavano, immobili, dalla sua pianura, sotto stracci di nuvole biancastre. I suoi tanti giorni erano trascorsi nelle vicinanze di casa, al servizio degli altri. Era come prendere un aereo, di cui aveva paura.

Da bambina, quando si affacciava alla finestra del solaio, osservava incantata, in lontananza, il profilo dei monti, avrebbe voluto vederli da vicino. Di che cosa erano fatti? Erano proprio così grandi e imponenti. Era andata a finire che non aveva mai visto nè i monti e tanto meno il mare.

Si alzò di mattino presto. Il cielo era bigio come il dorso di un somaro, nebbioso, spento, fiacco. Schiacciò l'interruttore della camera che aveva la finestra con le persiane aperte, il rettangolo di luce gialla si era acceso, improvviso, illuminando il grigiore intorno. Tempo uggioso e malinconico, ma nonostante la nebbia, Nonna Bice doveva andare, arrivare in un luogo preciso, fare quel viaggio che aveva programmato da tempo. Si preparò e prese l'ombrello, che era di colore giallo. Quando spense la luce per uscire, di giallo rimase solo l'ombrello. Tra le sue mani.

Non si addice ad una vecchia signora un ombrello del colore del sole, ma non aveva saputo resistere quando lo aveva visto al mercato alcuni anni addietro. Il giallo è il colore della luce, era stata un’illuminazione comprarlo e tenerlo d’occhio appeso all’attaccapanni, vicino alla porta. Le ricordava la giovinezza, i campi di grano, il desiderio di calore, l'amore e la gelosia. Camminò nella strada piana ai margini della città, la nebbia la circondava fitta e densa come carta velina. Con la nebbia non c'è sempre motivo di sentirsi tristi, le cose lontane scompaiono alla vista, ma si trova il tempo di concentrarsi sulle cose vicine che ti vengono incontro con tenerezza.

Partì in corriera verso i monti. Della Pietra aveva un'immagine ricavata da una cartolina ricevuta parecchi anni prima. La Pietra, vista in cartolina, non le bastava più. Ne voleva un'immagine vera che attraverso gli occhi si depositasse nella mente. La vista della Pietra veicolata da una cartolina è una cosa impertinente, deviante, assurda, un surrogato, è come fare le cose con la mano sinistra, quando la destra è dominante.

Lassù sui monti, l’ombrello fece il paio con il sole. Sparì ogni residuo di nebbia.

Quando vide la Pietra, fu presa d’ammirazione. Come una regina emergeva tra le cime, stravagante e vanitosa, un tavolato, un altare, un gioiello di roccia, con pareti a strapiombo del colore della luna. La guardò con gli occhi di bambina, ebbe un sussulto, uno strappo, un sobbalzo del cuore.

Chiuse gli occhi, la vicinanza delle cose libera i segreti della creazione, così si abbandonò ad un sogno bellissimo. La immaginò come uno scrigno prezioso, con all'interno qualcosa di speciale, di magico, di fantastico, come se avesse un centro morbido, un'anima forte, un cuore tenero. Immaginò una stanza della musica color pistacchio, un teatro rosa, una biblioteca con i libri dalle copertine rosse. Nel sogno, dalla roccia vide aprirsi delle piccole porte, da cui uscivano file di musicanti, attori con gli abiti di scena, altri che accompagnavano ragazzi incerti, danzatori e danzatrici, sportivi con le loro giacche colorate, lettori e lettrici con la testa altera che raccontavano fiabe ai bambini con grandi cappelli a forma di libri.

Sentiva tra i radi capelli un soffio di brezza che li scompigliava. Cos’era quell’aria frizzantina che le solleticava le orecchie e punzecchiava il corpo come una miriade di spilli? Da dove arrivava? Non era brezza, neppure vento, era l’energia del creato, che proveniva dal cuore degli uomini e delle donne. In natura niente si disperde, neppure il flusso dei pensieri, altrimenti dove andrebbero a finire le follie dell’immaginazione, dell’invenzione, della creatività? Non era brezza, non era vento, era pungente energia che le persone concentrano nei luoghi che amano. E la Pietra è il luogo più amato.