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Òm, bel òm

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Òm, bel òm,

fûrb e lâdre e galantòm

La ricordate la filastrocca che usavamo per le conte “quando avevamo cent’anni di meno” e, soprattutto, non guardavamo con timore e trepidazione gli amministratori? Nel crescere mi sono accorto che la si poteva considerare la descrizione dell’Homo politicus, perché tale sembra essere il comportamento di queste persone.

La strofetta citata ha ormai perso il suo senso originale per passare ad un secondo significato, magari più allusivo, e lascia un poco perplessi per le contraddizioni espresse. Non occorre fare dei riferimenti. Basta seguire la cronaca.

Inizialmente chi recitava la filastrocca aveva di fronte qualcuno il cui vestito mostrava una bella teoria di bottoni. In una specie di conta li scorreva dall’alto al basso pronunciando la formula. Se di bottoni ve ne era uno ci si fermava a uomo; se erano due a bell’uomo; se tre a furbo, poi a ladro e infine a galantuomo. Per cui conveniva avere almeno cinque bottoni, o un multiplo di cinque, come gli abatini del settecento.