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“Montagna intubata”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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I fiumi, i torrenti e finanche i più piccoli rii della nostra montagna sono in pericolo: quattro grandi impianti e miriadi di microcentrali idroelettriche incombono sul nostro Appennino. Gli impianti di cui si sta parlando, ancora di tipo tradizionale con lunghe intubazioni, scavi e forte impatto ambientale, mettono a rischio il futuro dei nostri corsi d’acqua proprio ora che una nuova normativa sulla pesca apre interessanti prospettive di sviluppo turistico consentendo la pesca a pagamento sui fiumi e torrenti montani; senza l’acqua è difficile pensare alle nuove prospettive che la legge regionale vuole favorire per consentire crescita economica sostenibile ai comuni del crinale appenninico.

Il Secchiello in Val d’Asta, il rio Rumale nei pressi di Civago, il sistema delle Fonti di Poiano, il torrente Liocca nel ramisetano, Secchia e rio Collagna appunto nel comune di Collagna, rio Rondino e Riccò nel comune di Busana, il Dolo in comune di Toano e svariati altri corsi d’acqua sono minacciati da richieste di derivazione a scopo idroelettrico.

Tubi e centrali pronti a far sparire l’acqua libera rimasta, a far sparire ambienti spesso di grande valore naturalistico e sociale, per speculazioni di dubbia produttività e con scarse prospettive di futuro, ma utili per attingere al mercato dei certificati verdi (http://it.wikipedia.org/wiki/Certificato_verde).

A Cerredolo l’ultima beffa: per 70.000 euro annui il comune ha ceduto al privato 2 milioni di euro prodotti annualmente dall’acqua pubblica.

Ma i sindaci sanno che un referendum ha ristabilito che l’acqua è un bene pubblico del quale devono discutere con i cittadini, dicendo nei loro programmi cosa ne vogliono fare durante il mandato, come per i rifiuti e per tutte le pianificazioni locali che governano la vita dell’uomo moderno “evoluto”? Per gli impianti privati solo il 3% degli introiti può finire ai comuni, non destinato però a spesa corrente ma rigorosamente riservato a interventi di salvaguardia dell’ambiente e delle acque. Vedremo che uso ne farà il sindaco di Toano.

Certo l’energia “rinnovabile” serve, ma le alternative esistono, vedi impianti localizzati sulle briglie e coclee nei dislivelli esistenti.

Impianti a impatto minimo sul corso d'acqua sono presenti in alcune briglie anche nel nostro territorio montano in comune di Busana.

Impianti anche misti pubblico privato sono possibili e finanziabili da linee apposite di credito dalle banche con introiti ben maggiori, e non vincolati, per le amministrazioni comunali e soprattutto senza danni evidenti per l’ambiente. Chi ha in proprietà gli acquedotti e comunque quale proprietario delle acque perché non sfrutta l’energia che si può produrre nelle condotte forzate acquedottistiche ?

Iren non è padrone delle acque ma semplice gestore. Imponiamo cose virtuose e non cose forzose alla natura e anche i nostri figli ne avranno beneficio. Come Comitato difesa dei fiumi Emilia-Romagna-No Tube siamo a disposizione delle popolazioni interessate dai progetti per spiegare quello che sta succedendo nel silenzio e nella scarsa trasparenza di procedure che ci appaiono mancare di passaggi democratici fondamentali.

([email protected]; per il Wwf Reggio Emilia Gioacchino Pedrazzoli; per Amici della Terra Stella Borghi)

43 COMMENTS

  1. Ho letto con molto interesse quanto sopra e non finirò mai di ringraziare tutti coloro che hanno a cuore il nostro territorio, con un occhio particolare all’ambiente, cercando, con ogni mezzo lecito, di proteggerlo da chi vorrebbe trasformare il tutto in danaro sonante. Ora però, venendo al caso del recupero dell’acqua a fini utilitaristiici e programmare la costruzione di piccole centrali idroelettriche sulla nostra montagna sfruttando questi corsi d’acqua; ma è vero che tutti questi piccoli rii menzionati verrebbero “intubati”, termine molto forte che mi porta alla mente situazioni tragiche, mi par di capire con scarso recupero anche sul piano economico/finanziario e con un danno irreparabile per l’ambiente qualora questi progetti andassero in porto? Certamente poter mantenere questi torrentelli e gioiosi rii, piogge permettendo, poter produrre comunque energia alternativa senza deturpare il territorio e quindi dare la possibilità agli appassionati pescatori o a chiunque voglia trascorrere il proprio tempo libero in un territorio incontaminato sarebbe il massimo. Una piccola riflessione sulla centrale di Ligonchio e del territorio circostante è quindi indispensabile per riandare al Novecento quando quel Comune, grazie alla centrale dell’Edison, era un dei paesi più ricchi della provincia dando lavoro a centinaia di persone che là convenivano e potevano permettersi di mantenere altrettante famiglie. Grazie alla continuità dell’occupazione molte di queste persone hanno potuto costruirsi la loro casetta che ancora oggi i loro discendenti possono godersi. Sono del parere che se le cose vengono programmate, studiate e fatte con criteri utili al territirio e all’ambiente, bandendo dogmi e ripicche, si potranno raggiungere ottimi risultati con buona pace di tutti. Sarei altresì lieto di conoscere in proposito il parere del dottor Enrico Bussi notissimo studioso del territorio appennico, nonchè grande esperto di agricoltura montana e noto assertore della salvaguardia di detto territorio. Grazie.

    (Sergio Tagliati)

    • Firma - sergiotagliati
  2. Vorrei sottolineare, per la cronaca, che nel comune di Busana ad oggi non è presente nessuna centralina idroelettrica nelle briglie, è solamente un progetto sbandierato in attesa di concretizzarsi. Non mi sembra che nella nostra montagna siano presenti miriadi di centrali idroelettriche, la maggior parte di quelle elencate sono ancora allo stato di progetto, e quindi l’iter è ancora lungo. La questione che ci si può porre è anche se sono meglio tante piccole o una grande di centrale, e se si opta per la seconda basta mettersi d’accordo, visto che nel tratto di Secchia che va da Collagna a Marmoreto c’e una azienda Veneta che dal 1985 ha la concessione di utilizzo delle acque per la produzione di energie elettrica, ma putroppo la burocrazia (politica) non ha ancora trovato la quadratura del cerchio. Un’ultima cosa per quanto riguarda l’acqua pubblica, vorrei sottolineare che in una centrale idroelettrica l’acqua pubblica non viene “consumata” . Grazie.

    (Mauro)

    • Firma - mauro
  3. E’ vero, nel comune di Busana non esistono ancora centraline, ma solo progetti.Ci scusiamo dell’imprecisione.
    Vorremmo anche far notare a Mauro che l’impianto sul Secchia che avrebbe intubato il fiume da poso sotto il ponte di Collagna fino alla briglia di Marmoreto, con una condotta di 140 cm di diametro per una lunghezza di quasi 6 km da posizionare lungo il corso con ovvio sventramento di uno dei tratti più selvaggi e integri della Val Secchia, è purtroppo ancora in fase di valutazione e non ha ricevuto un definitivo stop come noi ci auspichiamo.
    Se vuole farsi un’idea più precisa sull’argomento la invito a farsi un giro presso gli uffici del Servizio Tecnico di Bacino (ex Genio Civile) della Regione con sede in Via Emilia Santo Stefano 25 a Reggio e chiedere di prendere visione delle richieste di derivazione (lo può fare come può farlo ogni cittadino).Le consiglio di prendersi parecchio tempo perchè dovrà tuffarsi in alcuni metri cubi di carte e sballottare alcune decine di faldoni.
    (reggionotube)

    • Firma - reggionotube
  4. La strumentalizzazione dei temi ambientali fatta dai portavoce di queste associazioni sinceramente non la reggo più. L’acqua è un bene pubblico di cui devono discutere i cittadini: vero, e sono molti i cittadini che vogliono una centrale idroelettrica e non una a gasolio, per cui se volete parlarne siamo qua. E non le dicono, signor Tagliati, che le procedure ed i controlli sono tanti; il deflusso minimo vitale ovvero quella quantità d’acqua necessaria alla vita del fiume non la può toccare nessuno nemmeno l’Iren che guardacaso gli “ambientalisti” tirano in ballo ovunque. Basta al vostro falso ambientalismo teso solo a cercare pubblicità gratuita. Se da una parte le amministrazioni devono imparare a gestire e controllare meglio questo tipo di opportunità dall’altra non si può raccontare che tutto ciò che non avete pensato voi sia il demonio e lo scempio dell’ambiente. E soprattutto abbiate rispetto di quelli che aderiscono alle vostre associazioni credendo di sostenere effettivamente l’ambiente.
    mc
    (mc)

    • Firma - mc
  5. Dove sono le centraline nel comune di Busana?
    Nessuno dice nulla sull’ acqua prelevata dall’ azienda Agac-Enia-Iren…a monte di Collagna, e condotta a valle?
    Il flusso minimo vitale per il fiumi, previsto da vecchie leggi?
    Le briglie costruite senza rampe di risalita per i pesci?
    La vegetazione (alberi) cresciuta spontaneamente negli alvei dei torrenti?
    La completa e assoluta mancanza di regimazione dei torrenti e fossi delle campagne?

    Ora ci preoccupiamo di centraline che prelevano acqua e la rilasciano dopo pochi metri?
    Le frane quescenti individuate dal PTCP? Nessuno dice nulla?
    Il dissesto idrogeologico causato dall’ abbandono delle coltivazioni dei terreni montani, da sempre lavorati?

    Fino ad oggi, chi ha gestito tutto questo?
    Chi è più informato risponda, grazie

    Fabio Leoncelli
    (fabio leoncelli)

    • Firma - fabioleoncelli
  6. in effetti preoccupa molto l’ipotesi di vedersi bypassare dei tratti di torrente da un punto ad un altro per produrre energia elettrica pulita pagando un prezzo così alto.
    Magari in un territorio come quello montano si preferirebbe poter lasciare in pace le acque, che sono una indispensabile dotazione, percorrendo altre strade per la produzione di energia elettrica con finti alternative più ecologiche.
    E qui ne vengono in mente diverse (io penso sempre al ricavato della necessaria pulitura dei boschi intendendolo come carburante a km 0).
    Alcune alternative però hanno pure le loro controindicazioni: tipo l’eolico che fa rumore e crea un landscape che molti non vorrebbero.
    Qualcosa però bisogna fare in queste direzioni senza aspettare oltre, e senz’altro tutte le azioni di efficientamento dell’esistente andrebbero percorse subito, anche perchè ciò corrisponde agli indirizzi più attuali di governo nazionale ed europeo.

    Togliere l’acqua dai torrenti distrugge la fauna ittica fonte di interesse per il territorio e se la si toglie senza trattenerla in opportune vasche di raccolta contro gli incendi e le siccità è anche peggio.
    Io penso che l’acqua vada considerata per quello che è oggi e più che mai in futuro: cioè una bene primario addirittura indispensabile più del petrolio, dato che del secondo si può fare al limite a meno, mentre dell’acqua no assolutamente e nemmeno la si può creare in laboratorio, almeno non nelle quantità che la natura ci da.
    Dunque se è una ricchezza così importante viene da domandarsi: è proprio il caso di usarla come se fosse un detrito?
    Non è il caso di orientarsi su altri mezzi di produzione di energia elettrica che non sottraggano al territorio un bene così prezioso ed insostituibile?
    Ma anche, e non ultimo: non è anche il caso che si cominci a consumare meno energia elettrica? Negli ultimi 20 sono entrati nell’uso comune troppi consumi, non necessari, che hanno aggravato il problema dell’inquinamento.
    (marco)

    • Firma - marco
  7. E gia..l’acqua non viene “consumata “, viene soltanto imprigionata per chilometri dentro il suo stesso letto: si scava, si devia, si disbosca quando le piante intralciano i lavori e perchè no..se si riesce si porta via anche “qualche” camionata di ghiaia ( ehh..tutto sto’ materiale litoide in eccesso..bel problema) e poi si intuba giu’ per chilometri, per poi rilasciarla un po’ piu’ a valle dove, dopo un breve tragitto c’è gia’ qualcun’altro pronto ad intubarla di nuovo..dopo tutta questa serie di trattamenti l’acqua c’è ancora …ma in che condizioni? Che si arrangino un po’ le specie che vivono nei fiumi e sulle rive, noi ci sentiamo a posto con la coscienza: abbiamo prodotto energia “pulita”…..
    (lorena lugari)

    • Firma - lorenalugari
  8. Vorrei potere rispondere all’articolo in questione. Ovviamente mi riferisco al progetto sul Dolo, che riguarda il comune di Toano. Non corrisponde al vero che non c’e stata trasparenza sul progetto. I primi passaggi consiliari e le prime assemblee pubbliche in cui si è parlato del progetto risalgono addirittura al 2002/2003 e se ne è parlato soprattutto a Cerredolo, paese direttamente interessato dal progetto. L’assemblea del 17 settembre scorso è arrivata dopo il primo ok (da parte della Regione) alla realizzazione dell’opera, ma si è sostanzialmente parlato di cose che i cittadini già conoscevano da anni. Le associazioni ambientaliste possono stare tranquille: sappiamo bene cosa dice la legge circa l’utilizzo del 3% dei proventi. I primi interventi saranno proprio quelli di sistemazione, rinaturazione e miglioramento ambientale di tutta l’area del Pioppeto, oggi oggettivamente in stato di abbandono totale o quasi. Voglio poi fare presente che la ditta esecutrice aveva già chiesto la concessione per l’utilizzo delle acque nel 1988… Ci sono diritti anche per i privati, che vanno tutelati. 70000 euro potranno sembrare pochi (per me no!) ma si ha una idea di cosa vorrebbe dire, per un comune come il nostro, imbarcarsi in un investimento di diversi milioni di euro? Patto di stabilità, blocco dei mutui, stretta creditizia…. Anche noi come comune stiamo investendo su un progetto che prevede di utilizzare l’acqua del nostro acquedotto (a proposito di acqua pubblica… Toano è l’unico comune della provincia di Reggio Emilia, ad oggi, ad avere l’acquedotto completamente pubblico!), con una piccola turbina, ma parliamo di un investimento di alcune centinaia di migliaia di euro: in questo caso vale la pena di correre qualche rischio. Veniamo all’aspetto ambientale del progetto, forse la cosa più importante. Lo dice la stessa Regione: l’impianto andrà, di fatto, a ridurre i danni creati dal rilascio improvviso e violento di acqua da parte della centrale Enel di Farneta e, così facendo la qualità del fiume (presenza ittica, ma non solo) potrà migliorare, fermo restando che almeno 3000 litri al secondo dovranno comunque, tranne 3 mesi all’anno (quelli piovosi), essere lasciati nel fiume. Ripeto: sono studi della Regione, non della ditta privata, e credo che questo possa dare qualche garanzia in più. E’ stato prescritto inoltre il consolidamento di alcuni versanti oggi a rischio frane e anche questo è un miglioramento ambientale. Vorrei tranquillizzare i lettori: noi, in queste zone, abitiamo e viviamo per 365 giorni all’anno… Non avremmo nessun interesse a devastarle, perchè i primi a rimetterci saremmo proprio noi!
    Grazie per l’attenzione.

    (Michele Lombardi, sindaco di Toano)

    • Firma - lombardimichele
  9. Personalmente ritengo che la generazione distribuita dell’energia da fonti rinovabili sia molto meglio che non scatenere qualche guerra contro l’Iraq o la Libia di turno, con qualche migliaio di morti per arraffare un po’ di barili di petrolio. Credo che anche chi qui esprime opinioni totalmente contrarie agli impianti idroelettrici in realtà consumi un po’ di energia elettrica, quanto meno per consultare il sito di Redacon.
    Ogni tipo di generazione, anche tra le fonti rinnovabili, ha controindicazioni, e ogni impianto va attentamente valutato, in particolare quando coinvolge beni di interesse comune, come un tratto di fiume o la costa di una montagna. Se il DMV di legge (Deflusso Minimo Vitale) non viene rispettato, le amministrazioni pubbliche lo facciano rispettare ed applichino sequestri o interdizioni dell’impianto. Se il DMV di legge è insufficiente per i nostri criteri attuali, le amministrazioni ne impongano il raddoppio per concedere l’approvazione. Se nelle briglie manca la risalita per la fauna, ci si preoccupi di questo aspetto non solo quando qualcuno propone la realizzazione di un impianto micro-idroelettrico (i nostri torrenti sono pieni di briglie prive di risalita).
    In diversi casi senz’altro non è possibile concedere l’autorizzazione richiesta perchè il bene ambientale comune deve essere mantenuto intatto (vedi sistema delle Fonti di Poiano, ma anche molti altri luoghi). In altri posso essere imposte opere di compensazione e risistemazione. Impianti su tratti lunghi possono non essere appropriati, ma piccole opere con coclea su briglia potrebbero essere concesse senza troppe riserve, se viene garantita la risalita ed un abbondante DMV.
    L’amministrazione di Toano ha sbagliato ad approvare atti in merito all’impianto idro proposto a Cerredolo senza coinvolgere i cittadini in un percorso partecipato *preventivo*. Anzi, visto che si presume, come dato di fatto, che comunque i privati non rispettano le norme su DMV, risalite, divieti di prelievi di ghiaia ed altro, io sostengo che gli impianti debbano essere realizzati con importanti partecipazioni nella proprietà dell’ente pubblico (che *deve* beneficiare del ritorno economico dell’impianto, visto che l’impianto sfrutta un bene pubblico), meglio ancora se i privati coinvolti sono una cooperativa di cittadini residenti. Così il ritorno economico dell’opera resta tutto in montagna e i cittadini stessi avranno interesse a gestire l’impianto rispettando l’ambiente in cui vivono e di cui godono le loro famiglie.

    (Stefano C.)

    • Firma - StefanoC.
  10. Ben detto, Leoncelli, abbiamo dei torrenti e fiumi che fanno paura!!!! Frane dappertutto, le acque non più imbrigliate, sono vent’anni che non fanno briglie nella Rossendola ed Ozola e loro si preoccupano di 4 centrali idroelettriche che tra l’altro darebbero anche un po’ di lavoro in montagna! Secondo me diamo ascolto a troppe persone e tutti vogliono dire la sua senza concludere vitta!!!! E noi PAGHIAMO!!!!!!!

    (Un montanaro residente)

    • Firma - unmontanaroresidente
  11. In effetti il greto di un fiume è considerato “terra di nessuno”, sia dagli enti pubblici superiori che dai privati che ancora ci fanno e ci buttano di tutto: io metterei delle telecamere…
    Gli enti locali a volte manifestano più sensibilità; ad esempio la scelta dell’Unione dei Comuni dell’Alto Appennino reggiano di fare si alcune centraline idroelettriche sul Secchia e sull’Ozola, ma limitandosi a sfruttare i salti di briglia esistenti con l’introduzioni di coclee che funzionano a semplice cadute, è una scelta che dimostra la sensibilità sul tema, visto che sappiamo tutti che essere rendono meno di quelle tradizionali, distruttive per gli alvei.
    Ho letto di emunzioni da parte di Agac, poi Enia poi Iren: in effetti è vero, per usi potabili hanno sottratto un’infinità d’acqua e il fenomeno non è di oggi.
    In passato si tollerava perchè c’era lo scambio fra beni del territorio e benefici sullo stesso; infatti per ogni sorgente attinta si assumeva qualcuno della montagna in Agac (più o meno…)
    Oggi non è nemmeno così; l’acqua la prendono, la vendono, ricavano e la montagna sembra che debba solo “dare”.
    L’aumento della popolazione nelle aree metropolitane inevitabilmente creerà sempre maggiori problemi anche in questo senso, anche perchè “in città” la vita è legata ai consumi meri e semplici, purchè pagati e senza troppe remore nell’utilizzarli: ad esempio negli ultimi 10 anni troppi fanno uso dei condizionatori che assorbono enormi quantità di energia elettrica.
    Secondo me il problema principale, tenuto conto che il fabbisogno di acqua salirà anzichè diminuire col tempo, sta nel saperla conservare, specialmente a fronte di queste concentrazioni di precipitazione atmosferica che sempre più spesso si verificano, in alternanza a periodi si siccità estrema: dunque i torrenti andrebbero regimati con attenzione, conservata l’acqua una stagione per l’altra, fatte in sostanza molte opere che non vengono più fatte da molto tempo.
    La scarsa disponibilità di fondi pubblici per le opere necessarie a fronte di una sempre crescente spesa corrente ci impone qualche scelta radicale, che temo non sarà fatta.

    (Marco)

    • Firma - marco
  12. Io valuto l’argomento da un punto di vista differente, cioè quello che riguarda la gestione del territorio. Come può un’amministrazione pro tempore vantarsi il diritto di svendere un territorio pubblico, della comunità, al capitale privato il cui unico interesse è fare profitto? Poi ripetono in tutte le assemblee, come venditori di pentole (senza mancare di rispetto a costoro), che si darà lavoro ai locali, che gli operai mangeranno nei ristoranti locali. Manca lungimiranza, manca la capacità di progettare il futuro, si guarda all’immediato, a ricevere qualche euro per rimpinguare i bilanci. Se cerchiamo di fare una valutazione di compatibilità ambientale, se cerchiamo di verificare che tutti i parametri di legge siano rispettati, sprechiamo tempo per niente: hanno professionisti il cui compito è quello di verificare che tutto sia a “regola di gioco”, non ci sarà mai un parametro che sfori quanto imposto dalla normativa. Anche perchè la normativa chi la fa? La borghesia al governo che fa affari con i privati. Credo che la prima domandi da porci sia: abbiamo bisogno di energia? Se la risposta è sì, allora attiviamoci affinchè siano i territori, i lavoratori e gli abitanti dei luoghi ad essere i protagonisti. I primi giorni di novembre (probabilmente il giorno 3 al pomeriggio, seguirà comunicazione), ci sarà a Villa Minozzo un’assemblea in cui si parlerà di questi argomenti; un punto di vista differente da quello che ci viene proposto.

    (Fabio Vasirani)

    • Firma - FabioVasirani
    • Scusa Fabio vorrei capire meglio. I comuni non possono decidere perchè sono pro tempore, la borghesia di governo no perchè fa affari con i privati, le regole no perchè i professionisti sanno come aggirarle. Quindi i cittadini devono decidere ogni cosa? I cittadini a Toano decidono loro e quelli non residenti non contano nulla; e non pensi che anche noi siamo qui pro tempore? Vorrei che tu mi spiegassi quale può essere un percorso che ci salvi da tutto ciò che descrivi non affidabile. Come possiamo prendere decisioni se sono tutti ladri e disonesti e noi siamo tutti bravi?

      (mc)

      • Firma - mc
  13. Vorrei rispondere e commentare sopratutto a ciò che continua a scrivere il sindaco Michele Lombardi ma, con più urgenza, vorrei fargli una domanda che ho già formulato in un’altra occasione ma a cui nessuno ad oggi ha ottenuto una risposta e cioè: siccome ci si vanta di eliminare, con l’intubazione del torrente Dolo per 6 km, lo stress alla fauna ittica… mi può spiegare dove verrà poi rilasciata la stessa acqua? Perchè, ribadisco, è una presa per il naso…, la stessa acqua verrà rilasciata a valle dopo 6 km con un impatto di gran lunga maggiore e devastante. Scrive, poi, che qui ci vive 365 giorni all’anno, ma dove?, a Cerredolo?, accerchiato da centrali idroelettriche? Altra cosa, si è chiesto su cosa è basata l’economia di questo disgraziato paese? Quali sono le abitudini di vita, gli hobbyes e gli sport dei residenti? Non credo che abbia preso in considerazione tutto ciò, lo si capisce da come spiega e cerca di giustificare le cose. Il rispetto per la vita altrui è solo una bella frase o possiamo sperare che qualcuno lo prenda ancora in considerazione? Qui si parla di un progetto vecchissimo, scrive lo stesso Lombardi, ma solo a cose fatte i cerredolesi sono stati convocati, sì, certamente questi contributi sono allettanti ma non può pagare sempre lo stesso paese già colpito da notevoli restrizioni e per assurdo la somma ricavata sarà utilizzabile solo ed esclusivamente per la salvaguardia dell’ambiente e delle acque, cioè: prima si distrugge e poi?Ritengo saggio ciò che è stato scritto da “Reggio no tube”, con la nuova normativa uscita a luglio 2012 sulla pesca e sull’ambiente, trovo assurdo distruggere una risorsa, cioè le “NOSTRE ACQUE,” che in queste zone da sempre sono alla base dell’economia locale,
    anzichè sfruttare le nuove modifiche per incrementare un’economia purtroppo oggi molto limitata. Ho letto nei vari commenti che c’è chi è convinto che queste opere portino nuovi posti di lavoro, vorrei invitare queste persone qui, in quel di Cerredolo, a verificare nelle 3 centrali costruite quante persone sono state assunte… nessuno. Funzionano in completa autonomia, non occorre la presenza umana tranne che nella fase di costruzione, dove sono le ditte costruttrici che lavorano, non i residenti. Al “montanaro residente”, che scrive che vengono fatte troppe polemiche per 4 centrali, noi viviamo a Cerredolo e vorrei tanto vedere lei privato di abitudini di vita ed espropriato di 2 torrenti ed un fiume, senza nessun riscontro economico, senza nessuna forma di occupazione e con il territorio devastato.

    (O. Schenetti)

    • Firma - schenetti.o
  14. Signor “mc”, non mi pare che il concetto del signor Vasirani vertesse sulla disonestà, ma piuttosto sul vedere le cose in maniera più lungimirante… Qui si svendono o si “affittano” beni comuni per un pugno di euro anziché ragionare in prospettiva. 15 anni in cui aziende private provenienti da chissà dove ingrassano grazie agli incentivi (che durano guarda caso proprio 15 anni..) e che, terminate le scadenze, salutano tutti e se ne vanno lasciando alla montagna altri scheletri di ferro e cemento senza che la comunità ne abbia tratto giovamento alcuno. Il risultato è: tratti di torrenti atrofizzati, paesaggio deturpato e le briciole alle comunità di montagna… La domanda è, ne vale proprio la pena..?

    (PE)

    • Firma - PE
  15. Abbiamo spesso idee diverse sulla trasparenza Michele Lombardi ed io, così come sulla democrazia condivisa; per trasparenza, ad esempio, intenderei prendere decisioni come quella su questo progetto in consiglio comunale e non in giunta….. Che cosa si temeva…. Che ne venissero a conoscenza gli ambientalisti o i comitati? E’ poco consolante sapere che se ne parlava già nel 2002/2003…. Infatti ricordo anch’io qualcosa di vago passato in consiglio in epoca Fioroni e se ricordo bene non ebbe l’approvazione dalla Provincia. Quando si parla di informare dobbiamo considerare che: da parlare di qualcosa per promuoverlo, ad illustrare realmente e dettagliatamente un progetto passa molta differenza… infatti nessuno di noi sapeva bene di cosa si trattava allora così come adesso. E qui viene fuori la democrazia condivisa: prima si delibera poi eventualmente si informa la gente…. eventualmente… Perché se non mi fossi accorto della delibera si sarebbe venuti a conoscenza di tutto solo a lavori iniziati. In questo devo ammettere la mia mancanza…. Ho la scusante di avere poco tempo ma viste le abitudini dei nostri amministratori dovrei stare più attento alle cose che transitano negli uffici comunali… Qualche sorpresa c’è sempre. Nell’intervento di Lombardi non si tiene conto di alcune cose molto importanti: per iniziare, dal progetto in nostro possesso si evince che la ditta attuale non è la stessa che presentò il progetto precedente… Nell’attuale progetto le carte di dissesto idrogeologico allegate sono vecchie di decenni e mancano lo studio ittiologico, quello sulla biodiversità ed il parere del ministero dell’ambiente; mancano la descrizione dettagliata di come verranno eseguite le opere di consolidamento dei versanti e quello molto importante delle opere riferite ai tratti con le tre frane attive. Manca la descrizione degli studi eseguiti sul punto dove si taglierà trasversalmente l’alveo del torrente, studi nei quali vengono valutati e presi in considerazione tutti i rischi di questa operazione; in base a questi documenti dobbiamo pensare che si inizierebbero interventi come questo, senza sapere a quale profondità si trova il subalveo e che strade prenderanno gli scorrimenti sottostanti? Una clausola importante e da ricordare per approvare questo tipo di opere prescrive che ci debba essere un miglioramento della qualità dell’acqua ed ambientali… Allora facciamo un piccolo ragionamento: se ad un corso d’acqua nel quale vengono rilasciati per ipotesi 10 mc di acqua al minuto ne togliamo 7 cosa succede? Se le fognature che scaricano nel Dolo (che ci sono e sono ben visibili) riversano il quantitativo di scarichi fognari di sempre in una quantità d’acqua inferiore, come sarà, dopo la realizzazione dell’opera la qualità dell’acqua del Dolo…? Se togliamo lo stress idrico alla fauna ittica intubando parte dell’acqua in uscita dalla centrale e la rilasciamo 6 km più a valle dov’è che abbiamo migliorato? Nel tratto in cui mancherà la parte di acqua finita nei 6 km di tubi, ne resterà a sufficienza per la fauna ittica presente ora…? E l’acqua che uscirà dai tubi permetterà alla fauna ittica di viverci? In un momento come questo fanno certamente gola 70.000 euro annui ma bisogna riflettere bene e tener presente alcune cose: non c’è certezza alcuna che la cifra sia questa e nemmeno che sia una cosa duratura…. E se un domani non fosse più conveniente produrre energia così cosa succederà di questo intervento?

    (Antonio Manini)

    P.S. – Per Fabio Vasirani: non perderti in discussioni con chi non ha il coraggio di firmare con nome e cognome le cose che scrive.

    • Firma - AntonioManini
  16. Seguiamo in tanti con attenzione questo dibattito sulle centrali idroelettriche che alcune ditte chiedono di costruire usando i torrenti del nostro Appennino. Vorremmo contribuire con alcune considerazioni.
    Ci siamo informati ed abbiamo visto le mappe di alcuni impianti.
    In particolare leggendo il rapporto sull’impatto ambientale presentato nel giugno di quest’anno dalla ditta costruttrice di quello che interessa il torrente Dolo, proprio leggendo i rapporti tecnici ci sono sorti dubbi e preoccupazioni.
    Ne illustro solo una.
    L’impianto consiste principalmente in un grosso tubo che deve essere posato ad alcuni metri di profondità.
    Analizzando il percorso il geologo consiglia di fare scavi in zone a margine del torrente, sui depositi alluvionali e non a lato o vicino a rocce vive.
    Si deve passare a lato di tre frane attive e tre dormienti.
    Per fare questi lavori si dovrà sbancare la sponda sinistra ed aprire una strada lunga circa sei chilometri e larga almeno 4 metri, indispensabile per i mezzi da usare nel cantiere.
    Lo sbancamento toglierà tutta la vegetazione. Stiamo studiando l’area perché la flora e la fauna presenti ci sembrano più ricchi di biodiversità rispetto a quelli descritti…….
    Queste sono opere che rimarranno per il futuro e che cambieranno l’aspetto del torrente. Naturalmente una strada a lato del torrente potrebbe anche essere comoda per spostarsi in auto, se verrà aperta al pubblico..
    Dalla lettura dei commenti sembra in alcuni che si dia per scontato che ci sia necessità di energia elettrica e che le energie rinnovabili siano tutte “buone”.
    Sul primo punto non tutti sono d’accordo, dipende sicuramente dal progresso (quale sarà e se si svilupperanno tecnologie più o meno energivore).
    Per il secondo assunto posso affermare che non è purtroppo vero: l’esperienza ci ha dimostrato che gli impianti per energie rinnovabili possono anche essere deprecabili: dipende da come sono fatti e dove sono ubicati.
    Pensiamo al boom del fotovoltaico quando gli ettari di terra fertile di pianura venivano comperati da investitori anche stranieri, per coprirli di pannelli, secondo la logica economica che per quindici anni rendono più dei vigneti o dei depositi bancari.
    Il dopo naturalmente non interessa.
    Visto il rischio di perdere terre fertili, gli enti pubblici (Provincia e Regione) hanno trovato i correttivi ed ora i pannelli si fanno sui tetti!
    Credo che, per il bene del nostro territorio, occorra rileggerci bene il progetto, anzi, alcuni dati forse sarebbero da aggiornare in quanto risalgono a circa dieci anni fa.
    Il consiglio è di procedere con cautela, evitare che i cambi delle norme possano essere usati per facilitare l’approvazione di un progetto che tra l’altro era già stato bocciato dalle associazioni naturalistiche reggiane (c’eravamo anche noi..) in un’apposita riunione in Provincia circa cinque/sei anni fa.
    Colgo l’occasione per sollecitare la Provincia (finché abbiamo una Provincia a Reggio!) a deliberare il Piano energetico provinciale che dia indirizzi chiari ai comuni, così come già è stato fatto per il fotovoltaico, per non correre il rischio di diventare terreno di conquista di abili investitori.
    Infine concordo con quanto scritto da WWF ed Amici della Terra: la nuova legge regionale sulla pesca, che verrà deliberata a breve, prevede un ruolo importante per i comuni, che potranno gestire direttamente fino al 40% delle acque dedicate alla pesca nel proprio territorio, e questo potrebbe dare davvero lavoro, e più duraturo, agli abitanti della zona.
    Infine ecco un elenco, ancora provvisorio e parziale, di domande di centrali idroelettriche a Reggio Emilia:
    1. torrente Liocca (Ramiseto) (in corrispondenza dell’abitato di Cecciola);
    2. rio Collagna (Collagna);
    3. rio Rondino (Busana);
    4. rio Acquabona (Collagna);
    5. rio Riccò (Busana);
    6. rio Macchia e Fosso delle Tie che formano il torrente Secchiello zone fra Riparotonda e case Stantini (Villa Minozzo);
    7. nella zona di Civago il rio Rumale affluente del torrente Dolo.

    (M. Luisa Borettini, GGEV Reggio Emilia)

    • Firma - M.LuisaBorettiniGGEVReggioEmilia
  17. Se mi è permesso, visto che vengono poste domande da diversi lettori, vorrei potere rispondere, anche per un discorso di correttezza:
    – è vero che l’acqua verrà rilasciata a valle della centrale del Pioppeto, ma saranno comunque 3 metri cubi al secondo in meno di quelli rilasciati a Farneta e soprattutto l’acqua verrà rilasciata in un punto che è quasi alla confluenza del Fiume Secchia: un fiume di portata ben maggiore, che molto meglio del Dolo potrà assorbire il rilascio;
    – quando un sindaco dice di vivere 365 giorni all’anno in un territorio lo dice anche a nome dei cittadini (quelli di Cerredolo) che rappresenta, perchè democraticamente è stato eletto anche da loro. Intendo dire che nessun sindaco, a meno che non sia un pazzo, vorrebbe devastare una porzione del territorio del comune che amministra, perchè poi ne dovrebbe rispondere ai cittadini stessi;
    – credo di conoscere abbastanza bene l’economia di Cerredolo e dintorni e ribadisco quanto già affermato in più sedi: gli introiti derivanti dal progetto serviranno proprio a sistemare la zona del Pioppeto, rendendola finalmente e completamente fruibile anche dal punto di vista turistico-ambientale, cosa che adesso è possibile solo in piccola parte: mancano sentieri e punti di sosta attrezzati, le costruzioni presenti (edificate decenni fa per motivi turistici) sono fatiscenti e devono essere rimosse e sostituite con un qualcosa che meglio si inserisca nel contesto ambientale in cui sono collocate;
    – sulla trasparenza: gli atti parlano chiaro. I passaggi, 10 anni fa, sono avvenuti anche in consiglio comunale, oltre che in giunta… Tra qualche mese il recepimento della delibera della regione dovrà avvenire in consiglio comunale… le riunioni in cui, già all’inizio degli anni 2000, si parlò del progetto erano assemblee pubbliche, aperte a tutti i cittadini (ambientalisti e non!!!). Mi dispiace se qualcuno non ha potuto o voluto presenziare, ma di certo non è stato nascosto nulla;
    – sugli atti del progetto forse qualcuno fa un po’ di confusione: le relazioni geologiche non sono vecchie di decenni e le ultime verifiche e gli approfondimenti ambientali, giustamente richiesti dalla Regione, risalgono al 2010/2011.

    (Michele Lombardi, sindaco di Toano)

    • Firma - lombardimichele
    • C’erano altre domande sull’intervento del Dolo e sarebbe bene che quando si risponde, si rispondesse a tutte, per esempio il problema della percentuale più alta di scarichi fognari nel tratto dove scorre l’aqua non intubata è irrilevante? Dal punto di vista dello stress idrico per il rilascio dell’acqua, alla confluenza con il fiume Secchia mancano ancora almeno 500 mt. ma tra altre due mini-centrali già esistenti e nelle immediate vicinanze di una concessioni per prelievo di ghiaia che durerà sette anni, il Secchia si dovrà assorbire un altro po’ di stress idrico, non ha importanza questa cosa ? Mi piacerebbe che nella documentazione di questa opera ci fosse anche una valutazione ambientale ed idrogeologica generale del territorio interessato che tenesse conto non solo di questa opera ma anche di tutte le altre esistenti nel raggio di pochi km. Se prese una per volta, in un cesto di lumache ci sono solo due corna. Sempre per quanto riguarda la documentazione consegnatami, intendo gli atti del progetto, molto probabilmente è incompleta e non avendo tutta la documentazione necessaria non è poi così difficile far confusione.
      Per trasparenza bisogna anche precisare che i progetti di 10 anni fa non erano gli stessi di ora, che l’impresa citata costruttrice non era la stessa e nemmeno le condizioni dei fiumi e vorrei ribadire ancora una volta che c’è molta differenza tra un discorso, messo lì tra le righe di un’assemblea pubblica qualsiasi, da uno mirato ad informare dettagliatamente ed informare poco, dal mio punto di vista è un po’ nascondere. A conferma di ciò, quanti sono i cittadini toanesi o di Cerredolo che sono a conoscenza dell’esatta consistenza dell’intervento… il 10%? Sempre per trasparenza è un fatto inconfutabile che l’ultimo atto relativo al progetto sia stato deciso in una delibera di giunta ed una volta passato in giunta il consiglio non può far altro che prenderne atto. In merito alla partecipazione, invece, a volte mancano le condizioni e la possibilità di presenziare a tutte le assemblee e specialmente quando le cose vengono fatte passare con poca visibilità si rischia di trascurare l’importanza di un’opera. Starebbe al buon senso degli amministratori informare bene tutti quando si prendono decisioni importanti, ma qui torniamo a parlare di democrazia condivisa e con l’attuale modo d fare politica questa non può che restare un’utopia. Pazzo o no, che questa opera devasti, o comunque modifichi profondamente una parte di territorio toanese è innegabile e vorrei tanto che, sia come tecnici che come amministratori, si avesse il dovere di rispondere, anche a mandato finito, delle scelte fatte e di eventuali danni. Vorrei che le responsabilità per cui spesso si percepiscono maggiori compensi comprendessero anche responsabilità reali, ma non è così e credo che questo rimarrà un sogno.

      (Antonio Manini)

      • Firma - AntonioManini
  18. Devo dire che la ripetitività di certi concetti mi sembra anacronistica e scoraggiante. Certe prese di posizione più che ambientalistiche mi sembrano talebane, soprattutto se espresse tanto per “buttar giù due righe” e senza la benchè minima cognizione di causa. Non pretendo di entrare nel merito di ogni intervento, conosco quello in val d’Asta, che attualmente è l’unico concreto in comune di Villa Minozzo, e di quello parlerò.
    La bozza di progetto ci è stata presentata nel 2008. La ditta sembrava seria, il progetto sembrava credibile, abbiamo deciso di approfondire. Ne abbiamo parlato nelle assemblee annuali sul territorio, poi siamo andati a visitare un impianto simile in provincia di Lucca, poi abbiamo portato i responsabili della ditta ad un’assemblea pubblica sul territorio interessato, poi siamo tornati con una delegazione di residenti a visitare l’impianto di Lucca. Ottenuto l’appoggio dei cittadini, abbiamo trattato le migliori condizioni e le maggiori garanzie con la ditta e abbiamo approvato in consiglio, senza nessun voto contrario, la convenzione. Sicuramente ci saranno realtà da tenere sotto grande attenzione, in altre circostanze ci saranno stati abusi, speculazioni, si deve vigilare perchè non avvenga ancora. Ma come si fa a paragonare lo sviluppo della pesca nei torrenti montani (comunque non pregiudicata dal tratto sotteso molto limitato dell’impianto in questione) alle prospettive che offre ad un territorio lo sviluppo di una centrale energetica rinnovabile e praticamente eterna? Lavoro nelle rinnovabili da qualche anno, sono un ecologista e mi sento fortunato a fare un lavoro che traduce in pratica quello in cui credo. A Villa credo che abbiamo saputo fare distinzioni senza ipocrisia: abbiamo detto NO alla centrale a biomasse a Fora, abbiamo bocciato tanti piccoli interventi speculativi sul mini idroelettrico, sul minieoloico, sulle biomasse. Ma a questo diciamo SI! E lo facciamo con fiducia ed entusiasmo. Perchè sappiamo qual è l’EROEI dell’idroelettrico (rapporto tra dispendio energetico per costruire la centrale/resa energetica della centrale stessa), perchè sappiamo che l’Italia ha bisogno di provvedimenti per il risparmio energetico, come sottintende giustamente Fabio, ma anche di produzione di energia, soprattutto adesso che abbiamo giustamente negato il consenso al nucleare. Con la stessa ditta promotrice dell’intervento in val d’Asta stiamo anche provando a sviluppare i mini impianti da installare sulle condotte degli acquedotti rurali, soluzione condivisa anche dal comitato no-tube. Abbiamo invece un opinione molto divergente sulla possibilità di impianti misti pubblico-privato, ma questa è un’altra storia. E se un giorno si scoprirà un modo di produrre di energia più efficiente, ci impegneremo a cambiare sistema, così come non si rinuncia ad un’alimentazione sana pur confidando nella cura al diabete! Il 3 novembre sarò ad ascoltare il punto di vista di altre persone all’assemblea promossa da Fabio a Villa, invito tutti gli interessati a farlo.

    (Davide Marazzi)

    • Firma - DavideMarazzi
  19. Gentilissimo Signor Marazzi, ho letto con interesse ed attenzione il suo intervento, ma mi sfugge un concetto: chi sarebbero i talebani? Chi prende posizioni solo per il gusto di buttare giù due righe?

    (Comitato difesa dei fiumi Emilia-Romagna)

    • Firma - ComitatoDifesadeiFiumiEmiliaRomagna
  20. Signor Marazzi, se venissero presentati progetti che prevedano il recupero o lo sfruttamento di strutture pre esistenti credo che nessuno avrebbe nulla da ridire. Se venissero usate briglie, acquedotti(come paventato da lei), o dighe (per chi ce le ha) già presenti sul territorio quale matto si opporrebbe? Il problema è che la stragrande maggioranza dei progetti in essere prevedono km di acque intubate con relative conseguenze… Sì, certo, certo c’è il DMV, parola sbandierata da ogni buon amministratore, ma forse qualcuno dimentica che siamo in Italia e la preoccupazione è ma chi controllerà in futuro questo benedetto dmv? Lei signor Marazzi? Non credo perchè immagino abbia un lavoro e una vita privata. Non a caso i pochi controlli che vengono fatti sia che si tratti di ripetitori telefonici o televisivi, fumi o polveri di fabbriche piuttosto che tracimazioni di percolato o altro, nella stragrande maggioranza dei casi vengono riscontrate irregolarità, quindi c’è da stare tranquilli solo se si ricade in quei pochi casi controllati… Non conosco il caso specifico di cui lei ha parlato, ma sarebbe anche utile una volta per tutte definire il concetto di condivisione perchè come spesso accade (ripeto non mi riferisco al suo caso perché non lo conosco) 1% della popolazione informata NON è condivisione con la cittadinanza, sono solo 20 persone a conoscenza dei fatti, ma un torrente è lungo e ne coinvolge molte di più.

    (PE)
    P.S. Grazie per il “talebani” comprendendone comunque l’intento scherzoso anche se fatico a comprenderne il significato che voleva dare al termine.

    • Firma - PE
  21. Quindi, stando a quanto dice l’assessore Marazzi, essere contrari alla centrale a biomasse di Fora che prevedeva: l’utilizzo di capannoni dismessi in una zona industriale(quindi oramai compromessa dal punto di vista ambientale), che prevedeva una produzione maggiore di corrente elettrica rispetto ai mini idro,
    che avrebbe rilasciato nell’atmosfera il corrispettivo di qualche decina di stufe a legna(dichiarato dal produttore) e che avrebbe creato anche qualche posto di lavoro è da ambientalisti… Mentre essere contro la costruzione di un mini idro: che prevede lo scavo e la messa in posa di km di tubi in ambienti incontaminati, che inevitabilmente atrofizzerà per lo meno parzialmente il tratto dei torrenti in questione intubati, che produrrà molta meno energia elettrica (anche a causa della scarsità d’acqua nel periodo estivo), che rispetterà il dmv (dichiarato dal produttore)
    e che non prevede la creazione di posti di lavoro è da taleban (che immagino lei usi come sinonimo del termine integralisti).
    Beh non giudico il suo pensiero, che rispetto, ma mi permetta per lo meno di dire che sono punti di vista…

    (commento firmato)

    • Firma - (commentofirmato)
  22. Signori, uso il termine provocatorio “talebane”, per riferirmi a quelle prese di posizione “blindate” e insindacabili, che non fanno distinzione tra idroelettrico, eolico, biomasse… nè tra Villa, Toano, Collagna. Come se fosse tutto uguale e tutto ugualmente sconsiderato. E secondo taluni le valide alternative sarebbero lo sviluppo turistico della pesca in torrente e l’utilizzo di condotte preesistenti o di briglie. Sono d’accordo, servono l’una e l’altra cosa, ma non sono alternative, sono scelte complementari! Va da sè che un’impianto su una briglia con un paio di metri di salto non è la stessa cosa dell’impianto del mulino della Gora, e se facessimo una stima impatto ambientale/beneficio energetico (cosa che non so fare), non so quale sarebbe preferibile. Poi si citano gli interventi misti pubblico-privato, e le linee di credito di banche con introiti ben maggiori e non vincolati… Ma di cosa state parlando? Forse di esperienze buone cinque/dieci anni fa, non certo oggi, dove gli interventi pubblico-privato sono praticamente vietati e le banche sono in rosso!
    PE parla di controlli e verifiche. Giustissimo, è indispensabile che questi interventi siano monitorati, e devono farlo gli enti preposti. Ma c’è anche un altro aspetto, che consente una certa tranquillità: il DMV è garantito meccanicamente. Le opere di presa a monte, sono griglie metalliche che si trovano su un piano più alto del greto, quindi l’acqua vi cade solo se il livello è sufficiente da raggiungerle. Chiunque voglia approfondire vedendo i progetti mi contatti un sabato mattina qualsiasi in Comune. Per quanto riguarda la condivisione, credo che interventi di questo tipo debbano avere il massimo risalto possibile, si tratta di scelte importanti e, sono d’accordo, irreversibili. Per questo credo che l’Amministrazione non si sia risparmiata, raggiungendo non solo venti persone, ma molte di più e non certo a cose fatte.
    Non voglio dare seguito al dirottamento di “commento firmato” sul tema Fora-biomasse, dal mio personale parere si tratta di considerazioni qualunquiste e disinformate. Perdonate la lunghezza, ma l’argomento mi è caro.

    (Davide Marazzi)

    • Firma - DavideMarazzi
  23. Gentile Marazzi, lei ha “deviato” la questione, che è stata da noi posta in modo generale, su di un impianto in particolare che è quello che a lei interessa come amministratore. Il nostro intento era e rimane quello di mettere a conoscenza la gente del nostro Appennino di ciò che sta accadendo e che nella stragrande maggioranza dei casi non è a conoscenza della popolazione locale o, se lo è, il più delle volte è frutto di una informazione parziale, visto che spesso gli incontri con la popolazioni sono organizzati dalle amministrazioni e dalle ditte proponenti. Certo che un impianto su briglia produce meno energia di uno che intuba chilometri di fiume, ma lei è sicuro che la sua gente non preferisca avere qualche piccolo impianto a basso impatto piuttosto che uno sicuramente molto redditizio ma altamente impattante dal punto di vista ambientale? Le sue rassicurazioni sul DMV, mi dispiace farle notare, confliggono con quello che è la realtà della situazione attuale: la stragrande maggioranza degli impianti esistenti non rilascia quel che dovrebbe e questo è ampiamente dimostrabile. In Trentino, dove quasi non esistono più corsi d’acqua liberi, non si contano le cause legali tra le comunità locali e i porpietari degli impianti (Enel in testa) legati al rilascio del DMV. E’ brutto e fastidioso avere dei pregiudizi, ma se ci si deve basare sull’esperienza (che a qualcosa deve servire) le possiamo dimostrare che una volta realizzato l’impianto il controllo di quel che succede è affidato o all’amministrazione pubblica che non ha quasi mai i mezzi per farlo, a qualche rompiscatole come noi del nostro comitato con tutti i nostri limiti o all’azienda che gestisce l’impianto che fa, mi viene da dire giustamente, gli affari suoi. Il tema del DMV, come quello degli indici biologici di valutazione della qualità delle acque, sembrano essere parametri di difficilissima determinazione. I risultati che possiamo vedere in giro sono desolanti e ci fanno pensare che il DMV ideale non esiste e spesso si trasforma in DMM ovvero deflusso minimo mortale! Il fiume ha bisogno della sua acqua punto e basta. Sta a noi cercare di ottenere quel che ci serve creando il minor impatto possibile: i sistemi esistono ma bisogna capire che i nostri corsi d’acqua da 50 anni e passa sono depredati della loro essenza vitale e davvero di più non hanno da dare. Un cordiale arrivederci a Villa tra poche settimane.

    (Reggio no tube)

    • Firma - reggionotube
  24. Reggio no tube: comitato regionale di libera associazione (in ogni provincia è diverso, possono esserci associazioni ambientaliste, Legambiente etc. ma anche altro… pescatori, canoisti fruitori dei fiumi etc.). A Reggio Emilia è nato dai pescatori a mosca e dai gruppi canoistici e si è allargato alle altre associazioni. Cordiali saluti.

    (Stefano Bagni)
    P.s. E’ nato a Piacenza per la difesa di Aveto e Trebbia, ora tutelati dal piano paesistico (raccolsero oltre 11.000 firme), non è costituito da talebani afgani, ma da innocui cittadini. Grazie e scusate.

    • Firma - bagnistefano
  25. Chiedo ancora al sindaco Lombardi, che risponde in parte alle domande formulate, è mai venuto a Cerredolo in località Pioppeto a vedere il tratto di torrente dove verrà poi liberata nuovamente l’acqua dopo 6 km di tubi? Quel tratto è già stato devastato con le opere di escavazione di litoidi nell’anno 2008, rendendo un paessaggio che fino ad allora era veramente splendido, ora devastato, basta parlare del nostro “sasso Lungo” un’enorme roccia a picco sul torrente che in antichità era il confine fra i ducati, sotto il quale si estendeva un lago naturale ora messo in secca, come il rimanente tratto. Mini pozzanghere di acqua stagnante. E’ veramente sicuro di aver preso in considerazione la popolazione di Cerredolo? Da una vita questo paese da aprile ad ottobre si ripopola di turisti richiamati dal nostro torrente e chi ha un’attività vive di questo, chi per il panino, chi per il caffè, chi per la carne per la grigliata, chi per il giornale e chi per la benzina, chi si ferma nei nostri ristoranti e potrei andare avanti all’infinito. Lei pensa che dopo la costruzione di questo ecomostro i turisti non abbiano di meglio da visitare?, che non preferiscano passare le loro ferie altrove?, che i bagnanti ed i pescatori, le intere famiglie ed i bambini gradiscano vedere questa devastazione, queste ferraglie o siano obbligati a deviare su luoghi più incontaminati e piacevoli? Credo che lei non abbia a cuore questo paese e lo dimostrano giusto i luoghi in abbandono in parte da lei descritti… lasciati a se stessi. Risultano invece importanti oggi dopo anni ed anni a fronte di questi introiti legati alla centrale idroelettrica. Chiedo a lei, quali interventi migliorativi sono stati eseguiti a Cerredolo negli ultimi 10 anni? Se non delle penalizzazioni. Quali strutture sono a disposizione dei cittadini? E credo che lei relmente ne debba rispondere agli stessi. Scrive poi che sistemerà l’area Pioppeto, ma c’è una strana confusione in merito, il Pioppeto di Cerredolo o meglio Bocciofila Pioppeto, le strutture che lei menziona, sono state comperate da questa associazione con un notevole numero di iscritti, non da altre e se è stato fatto occorre che i tesserati della bocciofila vengano convocati, ripeto con conti alla mano, da chi oggi vanta la proprietà. A parte questa parentesi, una volta definita, mi spiega a cosa servirebbe renderla fruibile, senza avere più il torrente?, forse per una festa mirata all’anno?Nell’anno 2000 e successivamente a quell’anno, si parlò in modo molto vago della cosa, lo testimoniano quelli che all’epoca erano nell’Amministrazione, per non parlare delle assemblee pubbliche. Ma oggi, le chiedo di nuovo quale tipo di informazione hanno avuto i cerredolesi, nell’anno 2012, in merito a questo progetto? L’unica informazione data, con presenti gli ingegneri della ditta costruttrice CEV padovana ad illustrare le modalità di costrizione, è stata in data il 17 settembre 2012, in assemblea pubblica, a cose già fatte. Personalmente ho un concetto diverso sulla democrazia, molto distante da tutto ciò. E’ stata formulata alla Regione Emilia-Romagna una richiesta di aiuto e di intervento per Cerredolo e zone limitrofe per la persecuzione ambientale che da anni viene esercitata, sempre sullo stesso lembo di terra. Mi auguro che la nostra richiesta venga accolta e che qualcuno intervenga a mettere la parola fine su questa sciagura. Il torrente Dolo è una miniera di specie protette, sia per quel che riguarda la fauna ittica, sia per la flora e la vegetazione, chi ha a cuore il territorio, non può ignorare questo. Le ripeto, questi 70.000,00 euro che le stanno tanto a cuore credo che si possano recuperare altrove, il gioco non vale la candela. Qui, quando i negozi nei mesi estivi saranno vuoti… allora si dovrà risponderne ai Cerredolesi.

    (O. Schenetti)

    • Firma - schenetti.o
    • Salve, Odette (ringrazio la redazione che dà la possibilità di rispondere). Ero al pioppeto anche lunedì 15 ottobre, due giorni fa. Ancora più di prima penso che vada fatto un intervento di sistemazione di tutta la zona. Negli ultimi dieci anni non si è potuto fare nulla proprio per carenza di fondi. A Cerredolo, già nel 2002/2003, si parlò anche del progetto “laghetti di pesca”. Era (è) un bel progetto, che prevedeva la creazione di percorsi attrezzati, con punti di sosta, il posizionamento di strutture consone al posto di quelle vetuste esistenti e la creazione di due laghetti, da utilizzare per la pesca sportiva. La bozza di questo progetto è agli atti, presso gli uffici comunali. Era previsto che parte dell’acqua di rilascio della centrale del Pioppeto andasse proprio ad alimentare i laghetti, per evitare acqua stagnante (e questo potrebbe andare incontro alle richieste, ad es., del signor Gioacchino Pedrazzoli, che parla della necessità di bacini di “decantazione”). Purtroppo il progetto è rimasto lettera morta: non c’erano e non ci sono, ad oggi, i fondi necessari. Sono convinto che la cosa potrà invece essere realizzata con i proventi derivanti dalla centrale. Sono ancora più convinto che la creazione di quello che avevamo allora definito “parco fluviale del Pioppeto” possa andare proprio incontro a quello che Odette chiede: un potenziamento turistico della zona, quindi con benefici anche economici per Cerredolo e zone limitrofe. Sulla trasparenza mi devo ripetere: il primo passaggio pubblico fu in Consiglio comunale nel 1999 (non in Giunta!), e in quel Consiglio (che, lo ricordo, è pubblico) la votazione fu alla unanimità. Successivamente ci furono più assemblee (era Sindaco Fioroni) in cui in particolare a Cerredolo, ma anche nelle altre frazioni toanesi, si parlò dettagliatamente del progetto (sia quello della centrale, e successivamente anche quello dei laghetti/parco fluviale). Non è stato nascosto nulla! Non è colpa del Comune se l’iter è durato oltre dieci anni, e solo nel luglio di quest’anno si è arrivati a un primo “via libera” (ecco perchè abbiamo deciso di tenere la pubblica assemblea del 17 settembre, informando i cittadini di cose che, comuqnue, erano già state illustrate), a cui dovranno seguire altri passaggi (anche in consiglio comunale).

      (Michele Lombardi)

      P.S. – La zona del Pioppeto è in area demaniale, non è proprietà privata e dagli atti che abbiamo in Comune la Bocciofila Cerredolese ha comunicato la propria cessazione alla fine del 2011.

      • Firma - lombardimichele
  26. Rispondo al sindaco Michele Lombardi: in merito al Pioppeto, area demaniale sicuramente, la bocciofila di cui io sono stata un’iscritta, per decenni, e dico io come la maggior parte dei cerredolesi, non è stata informata su questi cambi di gestione, perchè una associazione, e non ha bisogno che glielo spieghi io, deve convocare i soci o tesserati, presentare un bilancio e vendere le strutture e le attrezzature di proprietà; ora, in merito a questo, nessuna comunicazione è stata fatta delle nostre strutture ed attrezzature, non abbiamo più il possesso delle chiavi e vorremmo sapere chi sta maneggiando le nostre cose. In merito poi e questo bel progetto di cui lei parla… non ci sono fondi, ma mi risulta che spesso i fondi destinati a Cerredolo siano poi stati destinati altrove in altri paesi, Toano compreso, ma non voglio polemizzare su questo, ed esercitare campanilismo, ma non si può penalizzare sempre l’economia ed il territorio dello stesso paese.
    Non intendo però uscire dall’argomento principale, cioè la centrale idroelettrica a Cerredolo. Siamo, come già ho scritto nell’articolo precedente, in attesa di una risposta dalla Regione Emilia-Romagna e di un relativo intervento con una verifica ambientale su Cerredolo e dintorni… Visto l’eccesso di queste concessioni e autorizzazioni estremamente penalizzanti per il nostro territorio, qui da anni la vita degli abitanti non ha più il suo corso naturale ma è continuamente violentata da questi esuberi; lei forse non può capire visto che a Cerredolo scende sporadicamente, ma la maggioranza della popolazione è stanca e quando dico maggioranza è perchè sono state raccolte le firme di adesione contro questo massacro; e mi riferisco sopratutto al nuovo progetto.
    Spero che lei voglia prendere in considerazione anche la voce del popolo.

    (Schenetti O.)

    • Firma - schenetti.o
    • Sono d’accordo con Odette Schenetti: rimaniamo sull’argomento della centrale idroelettrica. Mi piacerebbe avere copia delle firme raccolte contro il progetto, perchè ad oggi, a distanza di oltre un mese dalla assemblea del 15 settembre, non l’abbiamo ancora ricevuta, nè formalmente nè informalmente. Chiedo questo perchè vorrei capire se chi ha firmato contro il progetto lo ha fatto conoscendo bene il progetto stesso, nei dettagli, ed è stato correttamente informato. Poi ognuno è libero di prendere le proprie decisioni e di essere o non essere d’accordo con un progetto, ma quello della corretta informazione è un diritto e un dovere, per tutti.
      Grazie della attenzione.

      (Michele Lombardi)

      • Firma - lombardimichele
  27. Visto l’interesse che gli articoli sui numerosi progetti di impianti idroelettrici riguardanti i corsi d’acqua del nostro Appennino stanno suscitando tra la popolazione, vorrei contribuire ad una più ampia informazione allegando a questa mail la presentazione su power point di un documento che descrive con foto e relativi commenti quella che è la situazione nella frazione di Cerredolo (Toano).
    Forse vedere le immagini (anche se vederle di persona è sicuramente più sconfortante) può aiutare ad avere un’idea più reale di quello che sta succedendo ai nostri fiumi. Concordo con l’idea che ogni progetto e ogni situazione necessiti di una valutazione ad hoc, come suggerito nei vari commenti si potrebbe valutare la possibilità di produrre energia con impianti poco impattanti, ma credo anche che, come nel caso dell’impianto sul Dolo si dovrebbe valutare l’insieme di questi interventi per la concentrazione che hanno in un numero molto limitato di chilometri.. Il fiume non ha pace, è continuamente scavato, spostato, depredato. Tutto ciò è reso possibile anche dal fatto che i vari punti del fiume coinvolti “appartengono” a comuni o addirittura a province diverse, proprio perchè come accade spesso il fiume segna il confine tra un territorio e l’altro e purtroppo questa particolarità viene utilizzata come un’occasione perchè ogni comune pretenda la propria centrale… ma il tratto di fiume è sempre quello.. e, credetemi, non è solo e semplicemente acqua, che rimane comunque il bene più prezioso, ma è un ambiente estremamente complesso che scambia continuamente energia e materia con gli altri ambienti circostanti e ciò che compromette questi scambi compromette un equilibrio che difficilmente potrà essere recuperato.

    (Lorena Lugari)

  28. Lorena, ritengo che sia una cosa veramente utile che i lettori di Redacon possano accedere alla documentazione di cui parli, così forse anche quelli che spendono parole a favore di questo progetto riusciranno a comprendere il disastro di questa zona. Poi, come dici tu, le foto non potranno far apparire totalmente il reale scempio, ma chi fosse interessato… Si potrebbe organizzare una gita guidata presso i nostri torrenti Dolo e Dragone ed il nostro fiume il Secchia, allora sì potrebbero avere la reale dimensione dei danni provocati e di quelli in preventivo….
    Noi… montanari (non talebani come qualcuno ci ha definito)… non stiamo facendo altro che… cercare di salvare il salvabile….. in modo pacifico, educato e sopratutto democratico. Utopie e sogni che fanno parte di persone che realmente vogliono tutelare l’ambiente il nostro territorio, le nostre acque, le nostre montagne, e difenderle da chi per denaro ignora ogni forma di rispetto per tutto ciò.

    (Schenetti O.)

    • Firma - schenetti.o
  29. Rispondendo sempre al sindaco Lombardi: eccezionale il progetto dei laghetti al Pioppeto, togliamo il torrente Dolo, cacciamo i pesci ed i relativi pescatori e installiamo dei bellissimi laghi artificiali, con specie ittiche d’allevamento. Mandiamo i gamberi d’acqua dolce, il ghiozzo e le altre specie protette in rottamazione, tanto a cosa servono? E’ un vero spasso, era giusto quel che mancava, la ciliegina sulla torta. Si devasta un torrente spettacolare per deviare famiglie, bagnanti, vacanzieri, canoisti, pescatori e bambini… magari in un paio di laghetti rigorosamente rinforzati in cemento armato. Guardi se questo è il progresso lascio ai lettori commentare… Ho esaurito le parole davanti a queste argomentazioni.

    (O. Schenetti)

    • Firma - schenetti.o
  30. Sarà sicuramente documentato, gli aderenti al comitato spontaneo per la difesa dei fiumi torrente Dolo ha aderito con progetti alla mano, è usanza di tutti noi la trasparenza e la democrazia, non lasciamo sicuramente trascorrere 10 anni. E vado nel dettaglio… cioè dal 2003 anno in cui lei dichiara di aver informato i cittadini esce nel 2012 17/09 a progetto approvato a descriverne le modalità di costruzione…. chiaramente e ribadisco a cose già fatte ed approvate, quasi 10 anni…. Direi che sono quasi una mezza vita, ne è passata di acqua sotto i ponti…. Parla LEI a noi di corretta informazione? Non credo se lo possa permettere.

    (Schenetti.o)

    • Firma - schenetti.o
  31. Abbia pazienza il sindaco Lombardi..le firme ci sono e arriveranno, non credo ci siano scadenze imminenti… o mi sbaglio? Tra l’altro ha detto lei stesso che è stato dato solo un primo ok dalla Regione e prima dell’assemblea ha detto che nessuna decisione definitiva era stata presa… oppure ho capito male? Per quello che riguarda la corretta informazione è stata data ai cittadini nella serata del 15 dall’ingegnere della ditta costruttrice; tecnicamente ha spiegato il progetto correttamente, ci mancherebbe… Non è il progetto in sè che è in discussione ma è tutto quello che la sua realizzazione comporterebbe, e di questo, statene certi, al sig. ingegnere (tra l’altro l’ha anche detto pubblicamente in assemblea) non gliene può fregare di meno.. Questa è stata l’informazione ampia, corretta e “disinteressata”che i cittadini in generale hanno ricevuto.. L’unica!

    (Lorena Lugari)

    • Firma - lorenalugari
  32. Come Comune stiamo esaminando il progetto relativo alla costruzione della nuova centrale idroelettrica di Cerredolo. Da un primo esame della documentazione in nostro possesso sono emerse notevoli perplessità. La più evidente, ma non certo la più importante, è dovuta alla constatazione che l’opera di presa, a nostro avviso, interessa sicuramente il territorio del Comune di Montefiorino e nessuno ci ha interpellato in merito. Probabilmente chiederemo copia completa del progetto definitivo per eseguire ulteriori e più approfondite verifiche, considerato che si prevede di interrare un tubo del diametro di cm. 180 per una lunghezza di circa 6 km alla profondità media di mt. 3 sul greto del fiume!! Non é certo una cosa di poco conto per il nostro territorio!!!!!

    (Laura Zona, assessore ambiente Comune di Montefiorino, MO)

    • Firma - LauraZona
  33. Cosa non si fa per elemosinare un pugno di soldi provenienti dalle royalties inerenti queste schifezze….. ma il popolino deve chinare la testa e ciucciarsi tutte le pistolate che gli vengono raccontate solo perchè i bilanci dei comuni montani, amministrati spesso da soggetti ben lontani dal possedere qualsivoglia competenza, fanno pena…. e da ben prima del patto di stabilità. Ma si sa… purtroppo la bassa politica nei paesotti passa per meccanismi fideistici al limite del vassallaggio, si propinano tante promesse in campagna elettorale quasi sempre legate ai “servizi alla persona” o a interessi privati di carattere urbanistico ben lungi dall’avere un minimo barlume di “pubblica utilità”…. e poi una volta eletti le promesse vanno mantenute, mica siamo nelle metropoli qui, da queste parti bastano 20-30 voti per mandarti a casa… quindi meglio tener fede alla propria parola…. e i soldi dove li vanno a pescare??? Un po’ dove capita, tutto fa brodo…. figuriamoci i diritti derivanti da queste schifose cementificazioni……

    (Fabrizio Giovani)

    • Firma - FabrizioGiovani
  34. Al fine di una corretta informazione sugli sviluppo relativi alla nuova Centrale sul torrente Dolo in località Cerredolo comunico che abbiamo ricevuto come, Comune di Montefiorino in data 6 marzo u.s., una nota da ENEL, inviata a tutti gli enti interessati, contenente le valutazioni fatte dalla medesima in ordine al progetto con le conclusioni “formalizzano la loro opposizione alla realizzazione dell’opera di presa come da progetto, invitando a perseguire una diversa scelta progettuale e riservandosi di far valere le loro motivazioni presso le sedi che riterranno più opportune al fine di salvaguardare i loro legittimi interessi”.

    (Laura Zona)

    • Firma - LauraZona
  35. Dal “Comitato per la difesa dei fiumi torrente Dolo” dopo l’impegno e l’intenso lavoro di noi tutti, compreso l’appoggio di molti Toanesi, Cerredolesi, di residenti nel Comune di Montefiorino e varie associazioni, dopo i tanti tentativi di portare alla ragionevolezza ed alla meditazione coloro che ritenevano questo mega- progetto non impattante, anzi rassicurante sotto ogni punto di vista, dopo i vari interventi sia a livello comunale che regionale, dopo le varie segnalazioni di incongruenze ed inosservanze, per la tutela dell’ambiente e della fauna ittica e dello stesso torrente Dolo, oggi in merito all’articolo della signora Laura Zona del Comune di Montefiorino, non possiamo fare altro che convalidare ciò che abbiamo affermato in precedenza. Come può essere che ENEL non sia stata avvisata ed informata essendo direttamente coinvolta?, il progetto prevede la presa delle acque dal canale di scarico di sua pertinenza da quasi un secolo, come si può tralasciare “UN DETTAGLIO” di questo genere?
    Enel nel suo intervento con le relative raccomandate inviate alla Regione Emilia, alla Provincia di Reggio Emilia, al Comune di Toano e per conoscenza al Comune di Montefiorino, presenta agli Enti Competenti la sua opposizione alla realizzazione dell’opera di presa come da progetto. Il “miracolo” tanto atteso eccolo!, ci congratuliamo con tutti coloro che hanno disperatamente sperato in questo.

    (Comitato per la difesa dei fiumi torrente Dolo Cerredolo)

    • Firma - ComitatoperladifesadeifiumitorrenteDoloCerredolo