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Riordino province / Modena e Reggio Emilia: gli auspici dell’Udc

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Le province di Modena e Reggio Emilia presentano, ciascuna con le proprie eccellenze, caratteristiche di omogeneità territoriale, socio-economica e culturale idonee a garantire la migliore programmazione e gestione di funzioni di area vasta che coniughi le forme di di accorpamento delle attuali province con la valorizzazione dei rispettivi territori.

Preso atto che la vigente programmazione, contenuta nel Piano territoriale regionale (Ptr) e nei Piani territoriali di coordinamento provinciali (Ptcp delle province di Modena e Reggio Emilia) e la legislazione regionale prevedono il potenziamento di relazioni e rapporti tra i territori delle due province per favorire:

- lo sviluppo economico, in particolare del settore ceramico, del polo manifatturiero (meccanica agricola, automobilistica, meccatronica, meccanica, oleodinamica, tessile) degli attuali distretti industriali delle due province e dei territori montani;
- la costruzione di nuove infrastrutture, stradali e ferroviarie, fra cui la futura realizzazione del tratto A22 da Reggiolo a Ferrara, per la mobilità e i trasporti di persone e merci;
- la tutela del territorio per un più efficiente assetto idrogeologico, in particolare Fiume Secchia e Val d’Enza, e la valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio anche attraverso un nuovo Ente Parchi di recente costituzione;
- il consolidamento e lo sviluppo del sistema di formazione e ricerca dell’Università di Modena e Reggio e della programmazione della rete scolastica delle scuole secondarie di secondo grado;

si ritiene

opportuno e necessario valorizzare le relazioni, le sinergie e i progetti sviluppatisi in questi anni tra province limitrofe nell'ottica di una più stretta collaborazione tra istituzioni, associazioni economiche e sociali, mondo della scuola e della cultura per gestire insieme servizi in grado di affrontare le difficili sfide che ci stanno di fronte;

si sottolinea

come funzionale ed imprescindibile dare contestualmente corso ad un riordino più complessivo dei territori che, superando le esperienze delle unioni di comuni, giunga, con procedimenti di vera e propria fusione, ad accorpare tra loro i comuni esistenti, a partire da quelli più piccoli, al fine di dare vita ad enti più strutturati che siano maggiormente in grado di rispondere alle esigenze di cittadini, famiglie ed imprese;

si rimarca

quale elemento prioritario e socialmente imprescindibile la tutela del posto di lavoro per tutti i dipendenti delle due province coinvolte, oltre che la valorizzazione delle singole professionalità in un quadro normativo ancora da chiarire sulle deleghe e competenze dirottate dalla Provincia verso altri enti locali come Regione e comuni;

si chiede

che la qualità dei servizi in generale venga salvaguardata sia per quanto attiene i presidi sanitari dei territori che per quanto riguarda le politiche dell’ambiente e rifiuti, leggi Iren e Hera, del turismo, in specie appenninico, e del trasporto pubblico, vedi SETA e stazione TAV medio-padana.

Si auspica infine che il riordino delle province sia accompagnato da una necessaria e logica tempistica nonchè da un’altrettanta incisiva razionalizzazione degli uffici periferici dello Stato, al fine di aumentare l'efficacia e l'efficienza della
pubblica amministrazione.