Due "nostre" ragazze, Elisa Albertini e Martina Bianchi, hanno redatto la loro tesi (titolo: "Monte Castello, recupero e valorizzazione della torre di guardia e degli scavi archeologici"; ateneo di Parma, corso di laurea magistrale in architettura, a.a. 2011-2012), al termine degli studi, trattando di Monte Castello, una delle tre pinete di Castelnovo ne' Monti. Quella più alta, più centrale e più interessata alle origini del paese stesso. Abbiamo rivolto loro qualche domanda per capire meglio di cosa si sono occupate e cosa ne hanno personalmente ricavato.
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Ci potreste spiegare cosa vi ha mosso nello scegliere un argomento di questo genere, di "attualità del passato", di ambito locale?
All'interno del Laboratorio di restauro, ambito nel quale avevamo deciso di fare la tesi, sono stati proposti vari temi dai docenti. Tra questi, il recupero della torre di Monte Castello, suggerito dall’architetto Walter Baricchi, correlatore della tesi, e dall’ing. Eva Coisson, relatrice. Il tema è stato scelto con entusiasmo. A spingerci sono state la curiosità verso questa torre non molto conosciuta e la possibilità di fare qualcosa per il nostro territorio mettendo a frutto le conoscenze acquisite durante gli studi.
Cosa pensate di averne tratto alla conclusione della ricerca?
Lo studio di Monte Castello ha evidenziato una realtà molto interessante che non gode, purtroppo, dell’attenzione che meriterebbe. Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce tracce di quello che doveva essere un piccolo “Castrum” con le mura di cinta, la cisterna e, presumibilmente, un piccolo edificio per il culto.
L’analisi che abbiamo effettuato sulla torre, per quanto riguarda i cinematismi e i movimenti in atto sulle murature, ha portato all’ipotesi di un cedimento del terreno nel lato nord-ovest. Questo è il meccanismo alla base del crollo della muratura ben visibile nella parte inferiore del prospetto ovest. I cedimenti del terreno, uniti al ciclo di gelo/disgelo e agli agenti atmosferici, hanno generato numerose lesioni nella torre che, in questo modo, non riesce più ad avere un comportamento unitario e scatolare. Un altro problema per la stabilità è rappresentato dai numerosi detriti e dalla vegetazione infestante che occludono il vano interno: questi, in caso di pioggia o neve, trattengono l’acqua e, premendo sulla muratura, contribuiscono al suo deterioramento. Lavorare con esperti del campo del restauro e dell’archeologia, infine, è stata per noi una bella occasione di crescita professionale.
Potete illustrare le tappe di svolgimento?
La documentazione storica su Monte Castello purtroppo è estremamente scarsa: le notizie raccolte sono legate ai pochi libri di storia locale che ne fanno menzione e agli studi sui castelli matildici. Per quanto riguarda il materiale tecnico (disegni e immagini di Monte Castello) questo ci è stato fornito dall’architetto Walter Baricchi e dall’ing. Chiara Cantini del Comune di Castelnovo; per la parte relativa agli scavi archeologici abbiamo fatto riferimento alla Dott.sa Anna Losi di Archeosistemi. Una volta raccolto tutto il materiale disponibile, sia a livello storico che tecnico, abbiamo proceduto con l’analisi del contesto ambientale di Monte Castello. Il primo passo è stata la mappatura dell’attuale sentieristica, non presente sulle carte, sia per i sentieri di risalita che per quello sommitale del pianoro. La fase di studio ha poi indagato l’alberatura del pianoro al fine di ottenere una catalogazione delle essenze presenti e infine classificato la vegetazione infestante presente sulle murature. Una volta raccolte le informazioni di carattere ambientale del pianoro, si è proceduto con lo studio dei resti archeologici di Monte Castello.
La prima operazione ha riguardato, ovviamente, il rilievo della torre di guardia, dei resti del muro di cinta e quelli della cisterna; si è poi proceduto analizzando il materiale elaborato.
Sono state indagate le varie tessiture murarie, con l’obiettivo di riconoscere in esse diverse fasi costruttive. La torre è risultata frutto di un’unica fase costruttiva e le leggere differenze riscontrate sono da imputarsi esclusivamente alla pratica del buon costruire. Discorso analogo per il muro di cinta, mentre le murature della cisterna hanno evidenziato la presenza di una tessitura diversa, con inserti cosiddetti “a spina di pesce”.
L’analisi materico patologica è stata effettuata attribuendo ad ogni materiale un colore, quindi ad ogni patologia un retino. Incrociando le due caratteristiche, si ottiene una mappatura completa delle patologie presenti sia sulla torre sia sul muro di cinta e sulle murature della cisterna.
L’ultima analisi ha riguardato i meccanismi di rottura della torre. Esaminando le fessure e i dissesti nei vari prospetti, e mettendoli in relazione tra di loro, si sono ipotizzati i cinematismi murari che hanno portato alla situazione attuale.
L’analisi materico patologica è stata effettuata attribuendo ad ogni materiale un colore, quindi ad ogni patologia un retino. Incrociando le due caratteristiche, si ottiene una mappatura completa delle patologie presenti sia sulla torre sia sul muro di cinta e sulle murature della cisterna.
L’ultima analisi ha riguardato i meccanismi di rottura della torre. Esaminando le fessure e i dissesti nei vari prospetti, e mettendoli in relazione tra di loro, si sono ipotizzati i cinematismi murari che hanno portato alla situazione attuale.
Raccolti e analizzati i dati sullo stato attuale è stato redatto il progetto di restauro e consolidamento.
Il progetto di restauro riguarda tutte le emergenze murarie e si articola in due fasi d’intervento. La prima fase prevede la pulizia dalla vegetazione infestante e la rimozione del materiale depositato negli anni all’interno della torre, nonché degli interventi incongrui con rappezzi cementizi. La seconda fase riguarda il consolidamento vero e proprio delle murature. Un restauro analogo è previsto anche sui resti delle murature della cisterna e su quelle della cinta muraria, sul versante Est del pianoro.
Il progetto di restauro riguarda tutte le emergenze murarie e si articola in due fasi d’intervento. La prima fase prevede la pulizia dalla vegetazione infestante e la rimozione del materiale depositato negli anni all’interno della torre, nonché degli interventi incongrui con rappezzi cementizi. La seconda fase riguarda il consolidamento vero e proprio delle murature. Un restauro analogo è previsto anche sui resti delle murature della cisterna e su quelle della cinta muraria, sul versante Est del pianoro.
La fase finale riguarda invece il nostro progetto di intervento sulla torre e sul pianoro, al fine di garantire la stabilità strutturale delle murature e rendere Monte Castello nuovamente visitabile.
L’unione di queste due fondamentali esigenze ha portato all’ideazione di un castelletto interno alla torre. Il castelletto, che si trova ad una quota di circa 6,00 metri rispetto alla quota del piano campagna, è una torre più piccola in legno di rovere, composta da due solai, inserita all’interno delle murature. L’accesso alla nuova struttura è garantito da una scala esterna, mentre l’accesso alla terrazza panoramica avviene con una scala autoportante interna.
La nuova struttura da un lato si comporta come una cerchiatura interna, producendo quindi un positivo effetto sulla stabilità delle murature, e dall’altro permette di accedere nuovamente all’interno della torre di guardia, creando un punto di vista privilegiato sul paesaggio circostante.
Cosa pensate, alla luce del vostro lavoro, dell'intenzione degli amministratori di cercare di riscoprire tratti del passato di Castelnovo forse ancora sepolti là su monte Castello?
E’ sicuramente un’iniziativa molto lodevole quella di riscoprire il passato di Monte Castello. Il legame tra la torre e Castelnovo è profondo, basti pensare che è a questo Castrum nuovo che il paese deve il proprio nome! Purtroppo, nel corso del tempo, questo legame è andato affievolendosi. Dopo l’intervento di forestazione del periodo fascista che ha reso i tre colli (Monte Castello, Monte Bagnolo e Monte Forco) delle pinete, la torre è sparita dalla vista e in un certo senso anche dall’identità di Castelnovo. E’ importante tutelare e salvaguardare quanto resta della Torre e dell’accampamento di Monte Castello perché sono testimonianze dell’identità di questo paese. Monte Castello ha degli angoli splendidi e affascinanti, è un vero peccato che la comunità non riesca a godere e a sentire propri questi luoghi. Ci viene in mente un parallelo con la pineta di Monte Bagnolo, sempre frequentata con il suo anello per camminare e correre: sarebbe bello rendere anche Monte Castello, seppur in modo diverso, una parte viva del paese. Monte Castello rientra a pieno titolo nel turismo culturale legato ai castelli matildici e offre alla stesso tempo un’area verde adatta a molteplici usi. Le campagne di scavi archeologici sono fondamentali per puntare l’attenzione su un luogo che ha ancora molto da raccontarci. Appoggiamo pienamente la volontà dell’amministrazione di indagare e valorizzare un patrimonio così importante e ci auguriamo che questo possa portare, anche in tempi relativamente brevi, al recupero dell’intera area del pianoro. Con la tesi su Monte Castello speriamo di aver contribuito, nel nostro piccolo, a riportare l’ attenzione su di un angolo affascinante e sconosciuto di Castelnovo.
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Se volete foto dei primi tre mesi di lavoro scavi io li ho documentati, ciao.
(Eros Tamburini)
Una tesi a 4 mani? E’ una gita di classe. Ai miei tempi sarebbero inorriditi tutti i chiarissimi…..
(Dott. borz)
Mamma mia! Addrittura “inorriditi”? Per chi fosse interessato al lavoro, compreso il Dott. Borz, una copia in formato digitale della tesi è disponibile presso la Biblioteca di Castelnovo ne’ Monti.
(Martina Bianchi)
Ragazze, sono felicissima per Voi!!!! e fiera di averVi conosciute… Vi auguro Ogni Bene, ogni gioia, che meritate!!! Tanti cari Auguri per tutto … e che passiate un S. Natale assieme a tutte le Feste colme d’Amore!!! Un abbraccio ad entrambe.
(Lara Domenichini)
P.S. – Corso d’inglese… 😉
Ci incontravamo spesso per i corridoi dell’Università, mi fa molto piacere che il traguardo sia arrivato. Complimenti!!!!!!!
(Loso)
P.S. ….e Buon Natale
Carissime dottoresse Elisa e Martina, innanzi tutto vi faccio i complimenti per il raggiungimento della laurea e ci tengo a dirvi che sono rimasta piacevolmente stupita per la scelta dell’argomento. Appartengo al gruppo di castelnovesi che si sono interessati, in un passato abbastanza recente, degli scavi, della messa in sicurezza e della ricerca storica di questo luogo molto interessante per la nostra storia, senza dimenticare la possibilità di farne un luogo di richiamo turistico, debitamente attrezzato. Ormai non ci pensavo più alla torre perchè l’impressione anzi, la certezza del nostro gruppo era che quanto proposto non interessasse a nessuno e che la mancanza di fondi fosse un alibi in quanto erano stati addirittura proposti avvenimenti e serate per autofinanziarci… E ora questa bella sorpresa che mi auguro riporti l’argomento all’attenzione della Amministrazione Comunale e delle persone interessate alla nostra storia. Sono particolarmente felice per il prof. Casoli che tanto si era speso per questa causa e che, mi auguro, voglia riprendere in mano le fila di questa ricerca con nuovo vigore. Alle neo dottoresse auguro un avvenire di soddisfazione e anche delle feste serene e liete.
(Paola Agostini)
L’entusiasmo del Prof. Umberto Casoli per il recupero ed il salvataggio della Torre di Monte Castello mi ha contagiata al punto che ho dipinto l’immagine della torre stessa in un quadro ad olio. Spero con questo di contribuire, anche se in minima parte, a sostenere e stimolare l’interesse per il recupero della Torre usando il ricavato dell’eventuale vendita per tale scopo.
(Dott. Carla Pancaldi, Bologna)