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Una domanda che giro ai lettori di Redacon: il Carnevale, oggi, ha ancora un senso?

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L'opinione di un collaboratore.

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Il termine Carnevale, dal punto di vista etimologico, si offre a diverse interpretazioni; può farsi derivare dal latino carne-levàmen (togliere la carne) o ancora dal latino carnuàlia (giochi villerecci che si facevano saltando sugli otri) o sempre dal latino carrus navalis (carro navale, nave su ruote).

Il termine, al di là della sua origine, ci dice comunque che esso era vissuto come una novità rispetto al tempo ordinario, un elemento di discontinuità e di rinnovamento.

Il Carnevale, fin dalle sue origini remote, è sempre stato un grande psico-dramma collettivo, dove l'uccisione simbolica del re fantoccio (la presa di potere delle classi subalterne) non dà vita a nessuna ritorsione.

Tirannicidio senza pena da scontare, il Carnevale è sempre stato una benevola concessione delle classi dominanti che permettono dei giorni di "rovesciamento", dove ogni struttura di potere si allenta per poi consolidarsi e rigenerarsi in maniera sempre piu' autoritaria.

Ma il Carnevale è una festa, un momento di sospensione, una parentesi del tempo ordinario.

Fatta questa premessa mi chiedo: ha ancora un senso oggi il Carnevale? Abbiamo ancora bisogno di ricorrere a questa festa per diversificare il significato del tempo o per ribellarci al potere? O piu' paradossalmente dovremmo festeggiare Carnevale tutti i giorni , visti i tempi in cui ci troviamo?

Come si può ben intuire la mia è una divertente provocazione, attendo pareri al riguardo.

E intanto buon Carnevale a tutti.

3 COMMENTS

  1. Tutte le feste popolari hanno una matrice di “concessione” da parte del potere, non solo il Carnevale ma anche il Natale, Capodanno, la Pasqua, anche se sono vestite in abiti religiosi (che poi la religione è un potere vero e proprio qualunque essa sia)… sacro o profano che sia… Le feste sempre tengono occupato il popolo, il contentino concesso per tante fatiche e privazioni, una specie di anarchia concessa dall’alto per dar sfogo a piccole innocue ribellioni.. Un esorcismo alla ribellione. Con più un popolo è oppresso, più importanti sono le sue feste e concelebrazioni. Io manterrei il Carnevale di Venezia, per il solo suo lato artistico di espressione.

    (Simona Sentieri)

    • Firma - simonasentieri
  2. Credo più che mai, visto i tempi che corrono.. Appunto il “carnevale” è a tutti gli effetti la parodia se non la messa i scena di un “contesto sociale” cioè fatto di persone, privo dell’autorità democratica, essenziale per capovolgere il potere precostituito, come lo era in passato per poco tempo. Oggi si assiste al carnevale per diversi motivi, fra i quali il distacco, se pur per poco, dalla quotidianità piena di impegni stressanti. Forse se si vuol leggere in chiave moderna è il capovolgimento del potere, non meno importante, di un contesto sociale che ci estranea sempre più da valori profondi. Non a caso la “maschera” libera tutti i freni inibitori, paradossalmente ci rende più veri che mai. Purtroppo per un tempo limitato, dove la quotidianità accentua una vita fatta per essere poco goduta.

    (Libero pensante)

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