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Per superare la crisi, un’alleanza

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La segretaria Margherita Salvioli Mariani al congresso Cisl

REGGIO EMILIA (12 marzo 2013) – “Occorre un forte patto sociale tra lavoratori, cittadini, istituzioni, mondo imprenditoriale, volontariato; occorre un’alleanza la cui efficacia deve essere misurabile e riscontrabile nei fatti”. È la proposta della Cisl di Reggio Emilia, che ha inaugurato oggi, fino a domani, il IX congresso in cui si rinnoveranno il segretario e la segreteria generali del sindacato.

L’evento ha aperto inoltre con un minuto di silenzio e un lungo applauso in ricordo delle vittime della terribile esplosione sul lavoro di Guastalla, delle altre vittime sul lavoro dell’ultimo terremoto e anche dei lavoratori suicidatesi per la crisi economica.

Durante questa prima giornata, vari i temi emersi ed analizzati dalla segretaria della Cisl reggiana, Margherita Salvioli Mariani. Ma soprattutto, è affiorato un modello di crescita sindacale che intende seguire più linee strategiche. Lo ha spiegato Margherita Salvioli Mariani: “Al centro della nostra azione sindacale c’è il welfare pubblico e in tale quadro la questione lavoro rappresenta il problema per eccellenza. Secondo noi, l’innovazione e la sostenibilità delle imprese, sia sociale che ambientale, dovrebbero trovare la loro sintesi nella territorialità, nella comunità e nella tradizione della grande produttività reggiana”. La Salvioli ha parlato poi del superamento di un concetto di produttività e competitività quantitativa piuttosto che qualitativa, che ha portato i datori di lavoro a imporre orari più lunghi ai propri dipendenti, invece di spalmare il lavoro su un maggior numero di persone.

Congresso Cisl in questo scatto di Gabriele Arlotti
Congresso Cisl in questo scatto di Gabriele Arlotti

Insieme a lavoro e produttività, il modello della Cisl vuole insistere sulla formazione, rivolta a delegati provenienti da settori lavorativi diversi “insieme per leggere, interpretare ed elaborare situazioni complesse che si verificano nel nostro territorio”.

Sull’uso di strumenti sindacali, nuove idee in cantiere, fondate tutte su un principio di rinnovamento fortemente attivo: “Riteniamo utili e necessari gli strumenti sindacali, ma oggi, se utilizzati in modo esclusivo, rischiano di non svolgere il loro ruolo di tutela”, ha specificato la segretaria.

Una progettualità sindacale che guardi al futuro, quindi, che sappia confrontarsi e impostare le basi per un forte patto sociale. Di fronte a tali idee è basilare, secondo il sindacato, “riumanizzare il lavoro, per difendere i posti di lavoro, creando al tempo stesso opportunità di lavoro per chi l’ha perso e per chi nel mondo del lavoro deve ancora entrarci”. Ma non solo, perché la Cisl si propone di non dimenticare, ed agire su, altre sfere sociali, come i servizi (la scuola, la sanità, i servizi alla persona). Poste le basi del modello sindacale rinnovato della Cisl, il congresso si è concentrato su questioni spigolose del Paese, ma soprattutto del reggiano. La crisi economica ha preso il primo posto nel dibattito e la segretaria ha trattato di una caduta nel reggiano fornendo qualche dato e trattando del problema giovanile: “I giovani perdono il lavoro e gli anziani lo ritrovano. Com’è possibile? La riforma delle pensioni è stata certamente la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma la causa è da ricercare fondamentalmente nella diffusione di contratti a termine, atipici, partite Iva. Perché allora non immaginare nuove esperienze di lavoro in cui pensionati possano lavorare assieme a quei giovani che faticano ad entrare nel mercato del lavoro?”.

I segretari hanno poi puntato il dito contro governi negligenti: “In Italia negli ultimi 15 anni una quota importante di ricchezza si è spostata dal lavoro alle rendite e ai profitti, ma nessun governo si è ancora assunto l’impegno di una riforma fiscale che possa pesare meno sul reddito da lavoro e sul suo costo. Porre rimedio a tutto questo sarebbe compito dei governi e delle loro scelte politiche”.

Si è conclusa la prima giornata, tra modelli di crescita futuri e difficoltà presenti, citando il Cardinal Maritini. "Si tratta di prendere atto, giorno per giorno, del cammino sapendo che il ruolo che nella storiavi siete ritagliato è un ruolo che tende a costruire una realtà più coerente e più dignitosa. Il vostro coraggio e la vostra genialità, alimentati da riflessione e da formazione continua, vi rendano capaci di aiutare il mondo del lavoro a crescere e a essere modello di stili, di valori, di esperienze che sostengano tutta la realtà italiana".

 

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Ferrari: "Lavorare meglio per lavorare tutti. Anche se forse abbiamo delle colpe: ora ripartiamo"

Un momento dell'accorato intervento di Pietro Ferrari al congresso Cisl
Un momento dell'accorato intervento di Pietro Ferrari al congresso Cisl

"Lavorare meglio per lavorare tutti" è l'appello con cui Pietro Ferrari, presidente della "nostra" cooperativa Novanata ma anche deleganto Fnp Cisl, ha concluso il suo intervento a conclusione del primo giorno di dibattito. Per Ferrari: "Questo è un congresso che dà segno di democrazia. Perché una giornata come quella di oggi pare non più essere una cosa normale. Oggi ci troviamo apertamente, ci confrontiamo e votiamo. E facciamo cose che non sono scontate nel contesto nel quale stiamo vivendo, dove assistiamo a un vero rischio democratico, come ha ricordato il sindaco Delrio. La democrazia la hanno inventata i greci duemila anni fa: ma non è una cosa scontata, dinnanzi a una parte del paese che la disconosce, che vorrebbe abbattere partiti e sindacati. Questi strumenti (sindacati e partiti) sono giusti: dobbiamo però usarli correttamente. Lo dimostra il problema, qui citato, della equità retributiva che nelle grandi aziende ha rapporti di 1 a 100. Forse qui abbiamo colpe perché dovevamo dire dei 'no': se abbiamo usato male lo strumento sindacato oggi ripartiamo per usarlo meglio. Per altro, il nostro paese che non conosce più la Costituzione, deve ritrovare equilibrio, senso della misura e sobrietà. Non farà male. E la relazione che abbiamo ascoltato dalla segretaria oggi sarà guida anche per il futuro".


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I numeri della crisi secondo la Cisl

Lavoro e futuro

Nella provincia reggiana, dall’inizio della crisi, più di 2550 lavoratori (e si parla solo di quelli occupati in imprese sopra i 15 dipendenti) sono stati messi in mobilità; nel 2012 più di 30.000 lavoratori hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, (33% in più rispetto all’anno precedente) e solo per il 20% si tratta di contratti di solidarietà. A questi si aggiungono i 26.300 iscritti ai centro per l’impiego. Quindi, nella nostra provincia il 22% della forza lavoro è in condizioni di estrema vulnerabilità rispetto alla propria situazione professionale. Con questi numeri, il futuro emerso non è roseo. Tra le, poche, nuove assunzioni si assiste infatti ad una crescita costante della precarizzazione: più dell’80% dei nuovi posti di lavoro sono a termine e la disoccupazione giovanile in Italia raggiunge il 38,7%, contro la media europea (dell’Europa a 17) del 24,2%. 

Debito pubblico ed evasione fiscale

Il debito pubblico è spalmato su 60 milioni di cittadini, per una quota stimata sui 32.000 euro ciascuno. Ma non funziona nello stesso modo per la ricchezza nazionale: gli ultimi dati Istat affermano che il 10% della popolazione detiene metà della ricchezza nazionale.
Sull’evasione fiscale, “la peggiore delle disuguaglianze”, è emerso che il peso della fiscalità pubblica ricade in modo eccessivo sui dipendenti e il divario degli stipendi tra dipendenti e ed evasori è un problema costante e in divenire. Ha spiegato la segretaria: “La disuguaglianza salariale infatti viene perpetuata anche durante la pensione, visto che la pensione percepita mensilmente da super dirigenti di aziende e politici di mestiere, in alcuni casi è 400 volte quella percepita da chi ha lavorato una vita come operaio. L’ultimo rapporto Inps evidenzia inoltre che 8 milioni di pensionati percepiscono una pensione inferiore ai 500 € mensili.