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Frane: nuovo fronte nel Ramisetano, chiuse altre due strade

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Nessuna tregua ‘pasquale’ per l’emergenza-frane che da tre settimane interessa il nostro territorio. Nelle ultime ore nuovi fronti si sono aperti in particolare nel comune di Ramiseto, a Temporia e a Taviano, “dove il personale di Iren è dovuto intervenire per mettere in sicurezza una condotta del gas – spiega Federica Manenti, responsabile della Protezione civile della Provincia – La frana si muove in direzione dell’alveo dell’Enza e non minaccia abitazioni”. Bloccato invece, alle prime ore del giorno, un gruppo di persone che si era recato a trascorrere le vacanze pasquali nelle seconde abitazioni di Cortogno di Casina, causa l’interruzione di una strada comunale poi però liberata dai detriti.

Questa mattina, Servizio tecnico di bacino (Stb) della Regione e Comune hanno compiuto un nuovo sopralluogo alla Costa Alta che da Baiso va verso Carpineti: “La frana è ampia, ma anche in questo caso non sembra minacciare abitazioni, al momento ‘protette’ anche da un bosco”, conclude Federica Manenti.

La situazione, dunque, continua ad aggravarsi, anche perché il maltempo non solo accelera gli smottamenti, ma rende anche difficile – se non impossibile – procedere con gli interventi di ripristino e messa in sicurezza. "La giornata di tregua prevista per domani, mercoledì, sarà sfruttata al massimo, anche perché una nuova perturbazione è purtroppo prevista già da giovedì", afferma l'assessore provinciale alle Infrastrutture, Alfredo Gennari.

 

La situazione della viabilità provinciale 

 

Da oggi la Sp 63  Albinea-Regnano-Casina è di nuovo chiusa al traffico al Pilastro di Viano per un ulteriore movimento del fronte della frana che da diversi giorni interessa la zona.

Chiusa anche a Vetto la Sp 10 Rossigneto-Pomello, un breve tratto di strada che dalla Sp 513 porta nel Parmense, a causa di uno smottamento con sradicamento di piante che interessa la carreggiata stradale.  Per un importante movimento franoso di monte che interessa tutta la carreggiata stradale, anche la Provincia di Parma aveva del resto chiuso al traffico la Sp 17 che si innesta sul ponte sull’Enza appunto con la Sp 10.

La viabilità alternativa da e per il Parmense è la seguente:

da Canossa e da Castelnovo Monti per Neviano degli Arduini dalla Sp 513 sulla comunale per Bazzano; da Ramiseto per Neviano degli Arduini attraverso la Sp 103 Teleferica-Selvanizza.

 

Sempre oggi la Provincia di Reggio Emilia ha introdotto il limite di velocità a 30 km/hsulla Sp 73 a San Polo, circa un chilometro prima del castello di Canossa; all'inizio della Sp 76 che da Carpineti porta a Colombaia e sulla Sp 27 Baiso-Roteglia in località Fontanelledi Baiso.

 

Rimane chiusa a Carpineti la Sp 98 Fondovalle Tresinaro al km 14+650 – sotto Ca’ del Merlo, poco prima della Statale 63 venendo da Cigarello  (per raggiungere la Ss 63 da Baiso è possibile percorrere la Sp 7 Pratissolo-Felina), mentre sulla Sp 59 Villa Minozzo-Primaore-Ligonchio - al km 18+800, in località Montecagno di Ligonchio - si continua a circolare con limite di velocità a 30 km/h.

 

Si ricorda, infine, che si continua a viaggiare a senso unico alternato:

sulla Sp 7  Pratissolo-Felina in località Gargola di Viano;

sulla Sp 54 a Brenzana di Canossa (chiusa anche ai mezzi pesanti, ovvero con massa superiore ai 35 quintali) ;

sulla Sp 63 Albinea-Regnano-Casina nei pressi del ristorante Lisandret, poco dopo Albinea;

sulla Sp 79 a Soraggio di Castelnovo Monti (con limite dei 30 chilometri all’ora);

e sulla Sp 513 di Val d'Enza in località Cantoniera di Vetto.

 

Per info in tempo reale sulla viabilità e in caso di eventuali emergenze consultare il profilo Twitter della Provincia di Reggio Emilia @ProvinciadiRE .

 

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Intanto Paolo Predieri ci segnala questa immagine da Santa Maria Maddalena a Vedrina di Carpineti: la strada è completamente interrotta dai detriti.

Santa Maria Maddalena di Carpineti frana

 

 

 

3 COMMENTS

  1. Stiamo pagando a caro prezzo l’abbandono del territorio montano; le frane non sono più eventi sporadici come un tempo ma sono ovunque e stanno provocando danni enormi, chi i pagherà i danni di Taviano e di altri paesi? Le acque meteoriche non utilizzano più solchi e i canaletti fatti dall’uomo per portare le acque ai canali e ai torrenti; ora le acque piovane corrono ovunque, su prati, carraie e sentieri montani. Il mancato sviluppo della montagna, causato principalmente dalla non realizzazione di strade a scorrimento veloce, come sarebbe stata la fondovalle Val d’Enza, che avrebbe mantenuto il montanaro ad abitare e a presidiare il proprio territorio, ha costretto i montanari a trasferirsi a valle, abbandonando terre, abitudini, tradizioni e gli insegnamenti dei propri padri. In montagna ogni strada carraia era stata costruita con il sudore della fronte e ognuna di loro rappresentava una sua storia e una sua epoca, ora sono completamente abbandonate; le uniche ancora percorribili sono quelle usate dai quad nei periodi estivi; ma ora qualcuno sta dicendo di no anche per questo utilizzo, come viene detto di no a tante opere che potrebbero portare lavoro e sviluppo in montagna.
    Purtroppo, e dispiace dirlo, non sempre la colpa è della pubblica amministrazione, molto spesso è di coloro che hanno sempre detto di no a tutto e continuano a farlo e il risultato è lo spopolamento lo stiamo vedendo. In Trentino, come in altre regioni montane questo tipo di dissesto non esiste, pur avendo un territorio più montano del nostro; l’uomo presidia ancora le montagna, dalle malghe ai paesi; ma da loro le cose utili le hanno fatte e le fanno; provate a pensare cosa direbbero da noi i fautori del no se sul nostro Appennino venisse proposta la realizzazione di cave di pietra naturale come fatte sull’altopiano di Pinè, ci sarebbe la guerra; ma l’altopiano di Pinè è tutto un giardino, popolato e custodito dall’uomo, per merito delle sue cave, del suo legname e delle sue acque che utilizzano e non sprecano.

    (Lino Franzini)

    • Firma - LinoFranzini
    • E secondo lei la causa è l’abbandono della montagna? Sono tre mesi che piove e nevica di continuo, i solchi e i canaletti fanno ben poco, il terreno è pieno, sono ripartite frane e fontane che da decenni erano inattive. Meno male che gli esperti dicevano che con l’effetto serra si rischiava una siccità mai vista…

      (Matteo Ugolotti)

      • Firma - ugolottimatteo
  2. Condivido il ragionamento del signor Lino. E’ di vitale importanza il presidio e il mantenimento del territorio, il saper sfruttare in modo intelligente le proprie risorse territoriali. La storia, di chi ci ha preceduto, insegna e non poco! Il problema maggiore è riconducibile come di consueto alla “volontà politica, economico/culturale, di una comunità”.

    (libero pensante)

    • Firma - liberopensante