Home Economia “Non condividiamo”

“Non condividiamo”

6
20

"Nell'assemblea dei soci della Banca di Cavola e Sassuolo dello scorso 28 aprile si è aperta la discussione sulla fusione con la Banca Reggiana di Guastalla. Nelle settimane precedenti - scrive in una nota il Comitato soci - si era formato un comitato spontaneo, il nostro, che non condivide il percorso intrapreso dal precedente Consiglio d'amministrazione, quello cioè della fusione, visto che non ci appaiono chiari i motivi e visto che dall'ultimo bilancio la nostra banca risulta essere sana e capace di produrre utili, anche nel periodo di crisi che il nostro paese attraversa".

A questo proposito il Comitato ha indetto una riunione per venerdì 10 maggio p.v., alle ore 20,30, presso il Cavola Forum, "aperta a tutti coloro che vogliano essere informati a riguardo e desiderano un confronto aperto per chiarire le posizioni pro o contro la fusione".

 

20 COMMENTS

  1. Anch’io, come voi, non condivido la scelta della “fusione” con Banca Reggiana visto anche i precedenti del presidente Alai, ma si può avere qualche riferimento di questo comitato per il NO (una persona-portavoce, numero di telefono)?, perchè non so se riuscirò ad essere presente a Cavola. Grazie

    (Mauro)

    • Firma - mauro
  2. Sono Fausto Torri e sono un socio e un dipendente della Banca di Cavola e Sassuolo, da 7 anni lavoro in questa banca ed ho scelto di farlo soprattutto perchè le mie origini sono montanare e l’idea di tornare a lavorare in montagna, dopo tanti anni “alla bassa” e di contribuire, nel mio piccolo, allo sviluppo e alla prosperità di un’azienda nata in montagna e del territorio della nostra montagna mi stimolava e mi stimola molto. Quando sono arrivato in Banca di Cavola e Sassuolo l’azienda contava circa 60 dipendenti, oggi siamo oltre 120 e devo dire che ho contribuito, insieme con la Direzione, a convincere molti dei neoassunti, ma soprattutto molti dei “miei colleghi” che come me lavoravano già in altre banche, che scegliere Banca di Cavola era ed è una buona scelta. Perchè, sapete, scegliere di cambiare banca, soprattutto se non si è costretti, non è una scelta facile, costa sacrifici, ansie, paure, dubbi, incertezze, soprattutto se alle spalle hai una famiglia da mantenere e allora capite bene che di sacrifici ne abbiamo fatti e ne facciamo tutti e che se ci sono “soci” che prima di tutti sono interessati al futuro della nostra banca siamo proprio noi dipendenti; siamo tutti legati, chi più chi meno, ad un unico destino. Ecco percheè nel “non condividiamo” ci sta anche di non condividere la scelta del comitato contro la fusione di intitolare il volantino pubblicato questi giorni “c’e’ chi di dice no”. Contrapporre il No al Sì implica che qualcuno vinca e qualcuno perda e quindi anche chi avrà vinto avrà perso qualcosa: stima, fiducia, amici, relazioni, opportunità e occasioni da cogliere nel futuro. Si poteva o si potrebbe dire: c’e’ chi dice COME…

    (Fausto Torri – responsabile Area Pianificazione Banca di Cavola e Sassuolo)

    • Firma - FaustoTorriresponsabileAreaPianificazioneBancadiCavolaeSassuolo
    • Interessante l’intervento del dott. Torri. Sarebbe utile avere (come montanari, soci, clienti, etc.) una descrizione chiara degli effetti delle due alternative, ovvero fusione o indipendenza delle due banche. Ci sono maggiori opportunità con la fusione? Ci sono parametri di solvibilità, Basilea o altri che consigliano la fusione, magari per avere maggiore disponibilità finanziaria per il sostegno alle economie locali? C’è la necessità di procedere ad una fusione? Sulla carta Banca di Cavola e Sassuolo e Banca Reggiana hanno una buona complementarietà territoriale e mi sembra condividano valori ed ispirazioni. Mettere assieme le due banche significa fare semplicemente la somma di ogni voce oppure implica anche vantaggi/svantaggi di qualche natura? Le comunicazioni fornite sia per la fusione che contro non sono sufficientemente chiare sulle conseguenze concrete. I Consigli delle due banche si sono espressi a favore e porteranno questa proposta alle assemblee: ci dobbiamo semplicemente fidare? Prima delle assemblee (a cui magari poi vanno in pochi) servirebbe un dibattito più ricco di contenuti. E la sede centrale della nuova banca, in caso di fusione, dove sarà? Magari Villa Minozzo o un comune del crinale?

      (SC)

      • Firma - SC
  3. Mah, sull’aspetto di fusione “Sì” fusione “No” noi soci crediamo di avere tutti i diritti di avere chiarimenti sulla operazione che desta perplessità, sopra ogni cosa sul lato del perchè ci sia (nel bilancio ultimo presentatoci) una così alta crescita di numeri sotto tutti i fronti ed in tempi di crisi mondiale…, un utile in incremento etc.., quindi fusione? Le forze allora dove stanno! Le debolezze dove stanno! Altro aspetto, le poche chiare notizie di fusione che vengono comunicate ai soci/clienti. Altro aspetto, Sig. Fausto Torri (Lei che ne è anche dipendente) di non poco conto è una scelta volontaria di cambiare la propria attività lavorativa da un istituto ad un altro, come dice Lei, ma consapevoli della cosiddetta regola di “chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa quello che lascia ma non quello che trova”. Altro è trovarsi a passare da un istituto che ha sempre puntato sulla territorialità, altro è una fusione di queste dimensioni, considerato che i numeri alla presentazione dell’assemblea davano tranquillità di autosufficienza. Per noi soci il “cambiamento della freccia” però non sarà del tutto volontario. Ovviamente in ogni scelta, con molte persone coinvolte in radicali cambiamenti futuri, è impossibile l’unanimità ma per lo meno l’informazione a 360° a chi ha da sempre sostenuto l’istituto, da oltre 25 anni, pensiamo sia cosa gradita.

    (S.L.)

    • Firma - S.L
  4. Il COME ve lo detterà la Banca d’Italia, come vi ha dettato il COSA e il QUANDO. Un caloroso addio all’autonomia, al radicamento nel territorio e al legame con il tessuto sociale che vi ha contraddistinto dagli altri istituti.

    (Borz)

    • Firma - borz
  5. Un comitato per il NO?, io sono cliente della banca da anni con tutta la mia famiglia e sono molto contenta del progetto di fusione che ci porterà in tutta la provincia. Utile o non utile, sono commerciante in montagna e vedo con i miei occhi la crisi tutti i giorni, per cui condivido l’idea di “farsi spalle più grosse”. Sinceramente non capisco invece i motivi di chi dice NO. NO perchè? Se ho capito bene, non ci compra nessuno ma rimane una banca autonoma che si integra alla pari con una banca uguale a noi, oggi rivolta verso altri comuni di Reggio Emilia. Spero solo che il dire NO non nasconda gelosie o strani interessi personali.

    (Federica Fiorini – nata, cresciuta e residente in montagna)

    • Firma - federicafiorini
  6. Anche io sono un montanaro convinto, vivo con mia moglie ed i nostri 4 figli a Costabona di Villa Minozzo e lavoro da più di 20 anni a Cavola dove ho il piacere di conoscere tanta gente e di apprezzarne le notevoli capacità imprenditoriali che hanno portato alla fondazione e crescita della Banca di Cavola e Sassuolo. Personalmente ritengo che una eventuale fusione con la Banca Reggiana sia, sopratutto a lungo termine, penalizzante non solo per Cavola ma per tutto il nostro appennino. Nell’assemblea ordinaria del 28 aprile scorso, nella presentazione del bilancio, ho potuto capire che la banca è sana con un utile di esercizio superiore a 2 milioni di euro ed in crescita rispetto al precedente, la carta dei valori del Credito Cooperativo e la missione della Banca di Cavola e Sassuolo citano:
    “…Il Credito Cooperativo non ha scopo di lucro. Il conseguimento di un equo risultato, e non la distribuzione del profitto, è la meta che guida la gestione del Credito Cooperativo. Il risultato utile della gestione è strumento per perpetuare la promozione del benessere dei soci e del territorio di riferimento, al servizio dei quali si pone il Credito Cooperativo…”
    “…Il Credito Cooperativo è legato alla comunità locale che lo esprime da un’alleanza durevole per lo sviluppo. Attraverso la propria attività creditizia e mediante la destinazione annuale di una parte degli utili della gestione promuove il benessere della comunità locale, il suo sviluppo economico, sociale e culturale…”
    “La missione della nostra Banca è tutta raccolta nello Statuto:
    1. Favorire i Soci e le comunità locali assicurando loro un servizio finanziario conveniente e personalizzato in virtù di un’attività ispirata alla cooperazione e non alla speculazione privata.
    2. Favorire l’accesso al credito a privati, famiglie e imprese contenendo i tempi di risposta.
    3. Fornire prodotti e servizi innovativi, in linea con le esigenze di soci e clienti nel rispetto del loro profilo di rischio, delle loro origini e della loro cultura.
    4. Promuovere l’educazione al risparmio.
    5. Perseguire a vantaggio dei Soci e delle comunità locali un miglioramento complessivo: economico, morale, culturale e sociale.
    6. Incentivare la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio.
    7. Crescere consapevolmente, in quanto banca locale, soltanto facendo crescere gli altri; per questo motivo è fondamentale reinvestire sul territorio le risorse finanziarie raccolte sul territorio medesimo.
    8. Avendo a cuore l’identità e la cultura del territorio, Banca di Cavola intende restituire alla finanza il fine del servizio alla società, evitando attività finanziarie speculative.”

    Mi ritengo una persona pragmatica e realista, ma faccio veramente fatica a credere che a fusione avvenuta (con una banca con sede a Guastalla, che ha circa il triplo dei soci della nostra) si possa fare si che “…il risultato utile della gestione è strumento per perpetuare la promozione del benessere dei soci e del territorio di riferimento, al servizio dei quali si pone il Credito Cooperativo…” o che “…attraverso la propria attività creditizia e mediante la destinazione annuale di una parte degli utili della gestione promuove il benessere della comunità locale, il suo sviluppo economico, sociale e culturale…” o ancora meglio che gli 8 punti che sintetizzano la missione potranno essere soddisfatti per Cavola o Toano o Villa Minozzo o Frassinoro o Castelnovo ne’ Monti o Carpineti o Casina o Baiso o Roteglia o Castellarano o comunque per buona parte delle località di residenza degli attuali soci della banca di Cavola e Sassuolo. Se quella della fusione fosse una scelta necessaria per garantire il la “sopravvivenza” della banca nessuno avrebbe scritto “c’è chi dice no”, dietro la scelta di dire no ci sono persone responsabili che hanno contribuito in modo determinante alla fondazione ed alla successiva crescita della banca e proprio per questo, in modo educato e pacato nel rispetto degli interlocutori e delle persone che la pensano diversamente, utilizzando gli strumenti che lo statuto prevede ed auspica,(i comitati) vogliono ribadire la loro contrarietà alla fusione, chiarendo fin da subito che comunque vada non ci saranno nè vinti nè vincitori e lo spirito costruttivo e la voglia di fare saranno sempre e comunque dalla parte della Banca.

    (Auro Bonicelli)

    • Firma - AuroBonicelli
  7. Personalmente sono favorevole alla fusione. Da socia sto pensando di partecipare, ma vorrei capire meglio. E’ una serata con contraddittorio o alla “Marzullo”, dove “mi faccio le domande e mi dò le risposte”, “me la suono e me la canto”. Perchè in questo caso non sono interessata a sentire un’unica campana. Chiedo cortesemente al comitato di fornire informazioni aggiuntive. Grazie.

    (Claudia)

    • Firma - Claudia
  8. Mi sembra dalle parole dei No che ci sia troppo campanilismo. Occorre ricordare ad alcuni che corre l’anno 2013.. che si parla di globalizzazione in giro per il mondo e che comunque la banca che ne uscira sarà sempre una banca piccola in confronto alle altre del territorio (alcuni diranno una banchetta..). Ed oggi purtroppo i piccoli fanno sempre più fatica. Mi sembra anche che molti soci fondatori siano troppo attacati al nome Cavola e parlano di Guastalla come se ci si fondesse con dei “marziani”… La storia, signori miei, va avanti e in un modo o nell’altro farà il suo corso, il destino di una piccola realtà come la Banca di Cavola e Sassuolo in questo mercato è segnato. E questa è un’opportunità da cogliere perchè cosi la scelta è da protagonisti. Se non verrà colta dopo non ci saranno più comitati per il NO e nella banca che sarà Cavola non conterà più nulla… Credetemi e se non ci credete scrivetelo per ricordarvelo quando sarà ora. MPS, UNICREDIT, ecc. sono multinazionali, Banca di Cavola e Banca Reggiana sono botteghe artigiane, è una cosa diversa.

    (S.R. – firmo cosi visto che nessuno del comitato per il NO ha il coraggio di scrivere per esteso il suo nome e cognome!)

    • Firma - S.R.
  9. Egregio sig. S.R., sicuramente da parte mia c’è del campanilismo (come montanaro), non l’ho neanche voluto nascondere nel mio intervento; in ogni caso, se MPS ed UNICREDIT sono gli esempi da seguire, allora evviva le “botteghe artigianali” che, fra le altre cose, le ricordo, sono quelle che hanno sempre sostenuto l’economia italiana.

    (Auro Bonicelli, mi firmo cosi visto che non ho problemi a sostenere le mie idee)

    • Firma - AuroBonicelli-mifirmocosivistochenonhoproblemiasostenerelemieidee
  10. Forse è meglio non parlare del percorso storico di UNICREDIT e del viaggio dei suoi titoli in borsa… e anche dei recenti fatti che hanno portato agli onori della cronaca MPS… sono nomi altisonanti ma non mi sembrano certo esempi da seguire e tantomeno obiettivi da perseguire. Sorvolando, anche se non si dovrebbe, sul perchè di questa improvvisa necessità di fusione, vorrei che si ragionasse su quanto ha portato a Cavola e dintorni, direttamente ed indirettamente, avere una banca di nome e di fatto e su quanto si perderebbe, direttamente ed indirettamente a vederla trasformata in un bel “baraccone”. Abbiamo un ottimo esempio in Emilia di come funzionano queste cose…. Agac che era piccolina, era nostra, guadagnava, dava lavoro ed era gestibile, poi è diventata Enìa e diventando più grande spuntavano già seri problemi di gestione e di bilancio…. Ora invece che si è trasformata in Iren, una multiutility, la gestiscono gli altri (Genova e Torino) e per noi che, come comuni e provincia siamo ancora soci, sono diminuiti gli utili, aumentati i debiti e non contiamo niente…. Ricordiamoci sempre che più la “bestia” cresce e più la “testa” è lontana…

    (Antonio Manini)

    • Firma - AntonioManini
  11. Da montanaro e socio di Banca Reggiana non posso che essere favorevole alla fusione con Banca di Cavola e Sassuolo. Stiamo parlando di due banche profondamente simili che condividono gli stessi principii, la stessa attenzione alle comunità locali e al territorio in cui sono insediate. Sono due banche gemelle per natura e che ormai si trovano ad operare e in concorrenza anche sugli stessi territori. Se la fusione può portare al rafforzamento di entrambe, ben venga. Credo che sia sbagliato paragonare questa fusione con altre fusioni avvenute in passato. Soprattutto in considerazione del fatto che la banca che si verrà a creare avrà comunque dimensioni piuttosto contenute.

    (S.B)

    • Firma - S.B
  12. Parlando di fusione, quando una realtà come Banca Reggiana vanta oltre il doppio dei soci, territori ben più ampi rispetto la nota Banca di Cavola e Sassuolo pensiamo, non è che vi siano dati nella Banca montana che avevano forze maggiori per arrivare al “progetto fusione” (se così lo vogliamo chiamare) con una realtà maggiore? Come mai già da un anno si parla di fusione sì, fusione no, poi si stoppa tutto, poi ecco che si riparte e nel frattempo la corsa alle aperture di nuove filiali, tante, ma si necessita di fusione lo stesso… allora forti o non forti?, mah,mistero. Sarà Banca d’Italia che avrà il verdetto finale?

    (S.L)

    • Firma - S.L
  13. Una cosa che il comitato per il NO non riferisce sulla riunone che si è svolta venerdi, o meglio che nessuno dice, riguarda l’intervento del dott. Canovi (attuale consigliere, ex presidente del consiglio sindacale) il quale è stato molto molto chiaro ed esaustivo: la nostra banca ha tutte le carte in regole e per il 2012 ha “prodotto” utile grazie ai soldi dati dalla BCE, purtroppo però ha un patrimonio limitato perchè è una istituto giovane, che con l’andare del tempo non potrà più svolgere il suo ruolo di banca, cioè prestare denaro, quindi alla luce di quanto detto è meglio scegliere adesso con chi associarsi che arrivare fra qualche anno ad essere OBBLIGATI dalla Banca d’Italia a fondersi con un’altra banca e allora sì che non si potrà decidere proprio niente, nè management, sedi e opere sul territorio. Quindi la riunione si poteva tranquillamente chiudere dopo il suo intevento, buona parte degli interventi successivi sono stati inutili e campanilistici, grazie.

    (Mauro)

    • Firma - mauro
  14. Giusto e corretto l’intervento del Dott. Canovi Vilson, persona conosciuta sul territorio montano, ma vi sono allora discordanze tra la tranquillità che viene così tanto pronunciata dall’Istituto ai clienti/soci sul fatto che LA BANCA E’ SOLIDA, GENERA UTILE, E’ IN FORTE CRESCITA, APRE SPORTELLI ANCHE SE IN UN MOMENTO DI CRISI, E’ PATRIMONIALMENTE STABILE, CONTINUA AD ASSUMERE PERSONALE, QUINDI SENZA PROBLEMA ALCUNO e, L’ALTRO PESO DELLA BILANCIA: LA REALTA’. Utile prodotto ma con il fortissimo supporto dei soldi provenienti dalla BCE, quindi, senza apporto di denaro dalla BCE (benedetto portafoglio delle banche), e stiamo parlando di parecchi milioni di euro, un patrimonio limitato alle spalle, un istituto giovane dove si sarebbe arrivati? E senza parlare del raddoppio dei dipendenti dell’Istituto negli ultimi anni, tra i quali un buon numero già provenienti da altre realtà bancarie, quindi con costi forse diversi rispetto un neo-assunto… Non si tratta di CAMPANILISMO sapete? Si tratta di mettere sul piatto realtà, fatti, comportamenti, promesse… D’altro canto ad ogni riunione, pranzo sociale, non si faceva altro che dire CHE SI ERA IN FORTE CRESCITA. CONTINUI GRAFICI SENZA UN PUNTO DI DIMINUZIONE… Allora alla frase “se dobbiamo scegliere o ad essere OBBLIGATI FRA UN QUALCHE ANNO” nasce spontanea la domanda: MA PRIMA COSA E’ STATO FATTO? A questo punto forse erano di poco conto le fondamenta radicate, il territorialismo custodito geloso sui quali i soci/clienti cavalcavano la Banca di Cavola da anni perchè se si arriva a costruire un progetto in atto da tempo… beh… un confronto era forse decoroso… prima di arrivarci forzati… Non credo assolutamente siano inutili e campanilistici i pensieri di coloro che hanno messo risparmi, mantenuto la crescita (se così è) della Banca di Cavola. Inutili sono forse alcuni interventi fatti, preparati, da chi (OVVIAMENTE) con tutti i dipendenti schierati (CHE MAI ESPRIMEREBBERO UN PARERE DISCORDANTE PER OVVI MOTIVI…) mira ad un obiettivo già scritto, solo per gli altri allora da leggere…

    (M.C)

    • Firma - M.C
    • Condivido pienamente che l’intervento dei dipendenti in massa è stato un po’ fuori luogo, ancor più dopo la lettura del comunicato. Concordo anch’io che forse c’è stato qualche problema di comunicazione, bastava mandarne una a tutti i soci allegata a tutte quelle comunicazioni bancarie che si ricevono, almeno per informazione, poi uno se voleva andava a prendere delucidazioni in filiale, però nessuno poteva prevedere 5 anni fa lo stato dell’economia di oggi, se fosse andata “secondo programma” la banca sarebbe cresciuta con le sue gambe.

      (Mauro)

      • Firma - mauro
  15. Forse bastava, siccome l’economia non è crollata in un giorno ma i singhiozzi sono presenti da un po’ di anni ormai (non mesi), chi meglio di un istituto di credito (locale, territoriale, conservativo, che investe nella zona, che ci dice che genera utile, dividendi decorosi, che apre filiali mentre le più grosse realtà iniziano ad accorpare succursali anzichè ampliare dato il momento o addirittura chiudere, sebbene storiche) può carpire le mosse giuste da intraprendere per non incappare in casi di crisi o pseudo futura crisi e quindi fusione obbligata??? Non vi saranno state mosse a noi sconosciute che avranno portato tal scelta? Noi fondamentalmente parlando con i dipendenti vediamo come pare tutto sereno, tranquillo. Prevedere è impossibile, è vero, ma prevenire ed informare correttamente è possibile…

    (R.M)

    • Firma - R.M
  16. Nella riunione di Cavola non si è potuto parlare di bilancio di Banca reggiana, ma da fonti vicine alla banca si dice che sia di 1.940.561 € (usufruendo degli aiuti Bce) quindi più bassi di quello di Banca di Cavola, ci sarà poi da pagare anche la nuova sede di Guastalla. Ora dov’è la convenienza? Banca più grande e solida? Sicuri? O forse più grande solo per continuare ad elargire finanziamenti ingenti a pochi gruppi? Come già descritto nel 2011 dal bilancio di Banca di Cavola. Se la banca continuerà a svolgere il suo ruolo cercando di finanziare il piccolo credito, come all’inizio, non ci sarebbe bisogno di fusioni, con le quali si cresce sì ma si aumentano anche i rischi. Rimango dell’idea che la fusione sia un errore e ahimè non sarà reversibile, quindi invito i soci della banca a votare NO alla fusione.

    (C.L.)

    • Firma - C.L.
  17. La sede di Banca Reggiana a Guastalla e di conseguenza poi entrambe le due realtà Bancarie subiranno costi nuovi ingenti, data la tipologia di costruzione progettata. Ed i sindacati se ne vedono bene dall’esprimere lumi. Banca di Cavola ha attinto a introiti elevati questo è certo, aspetto questo che, permettetecelo, fa ridere a sentir dire “si genera utile”! Sì, con i soldi dati, tra l’altro a costo pressochè bassissimo, dalla tanto rinomata BCE! E poi il giochino del tanto credito per l’élite o i pochi gruppi si sa, è una cosa conosciuta, credo che della fusione vadano ancora fatte emergere le motivazioni anche di figure intanto prima fuori da tutto e poi ora di punto in bianco schierate a spada tratta per un “SI'”, quando prima il pensiero era l’esatto opposto. Lo specchio delle allodole di utilizzo di figure locali per rasserenare noi soci per il “SI'”, il chiamare i soci per “far numero massimo possibile ma dicendoci di star tranquilli per la fusione…” e quindi presentarsi a serate di “chiarimenti, aperitivi…” con più confusione possibile, cari lettori, le carte sembrano forse già scritte, il finale forse anche, quanti Direttori? Uno, due, tre, nuovo Consiglio di Amministrazione e poi; Presidente uscente in questa fase? Consiglio nuovo in questa fase?, tutto prima di una così grande decisione? Come mai?, nebbia e fitta anche a nostro avviso.

    (R.M)

    • Firma - R.M