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Al castello di Sarzano una bella conversazione col prof. Andrea Carandini

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I relatori da sx a dx: Giovanna Caroli, Ugo Berti, Andrea Carandini, Annamaria Tagliavini e Gian Franco Rinaldi
I relatori da sx a dx: Giovanna Caroli, Ugo Berti, Andrea Carandini, Annamaria Tagliavini e Gian Franco Rinaldi

Una bella e stimolante conversazione con il prof. Andrea Carandini ha aperto la tre giorni dedicata dal comune di Casina alla fine dei lavori di restauro del castello di Sarzano.

Carandini, professore emerito di archeologia e storia graca e romana alla sapienza di Roma, già presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, attualmente presidente del FAI, è legato al castello di Sarzano attraverso i suoi avi che ne furono padroni col titolo di marchesi tanto che lo stemma nobiliare della famiglia sta sopra la chiave di volta del portone di ingresso.

E' storia dei secoli dal XVII al XIX, poi la famiglia prese altre strade.

Il prof. Carandini è stato intervistato da Anna Maria Tagliavini, direttrice della Biblioteca delle Donne di Bologna e dal marito Ugo Berti Presidente della Fondazione del Mulino.

Anche la Tagliavini ha parentele casinesi tanto che ha ricordato di aver giocato, da bambina, ai piedi di questo castello immaginando dame e cavalieri medievali.

La conversazione ha circolato intorno al tema dei beni culturali che rappresentano il vero giacimento di ricchezza dell'Italia, ma che sono pervicacemente dimenticate dai governi di ogni colore tanto che alla loro valorizzazione è quest'anno assegnata una spesa che rappresenta meno dell'uno per cento del PIL.

Carandini è stato molto pessimista sul futuro pur concludendo che: "giunti in fondo al pozzo non si può che risalire".

Il problema è che l'attuale classe dirigente è priva di una formazione culturale ampia e comprensiva e quindi non è in grado di comprendere il valore del patrimonio che ci è stato trasmesso dalle generazioni passate.

Ed ancora il problema è che le giovani generazioni non sono educate a capire il bene culturale, ad apprezzarne il valore, anche per l'incapacità di rendere la conoscenza del bene piacevole e attrattiva in omaggio ad una presunta obbligatoria seriosità della trasmissione culturale.

Dovremmo imparare, ad esempio, dalla Gran Bretagna il modo giusto di valorizzare il bene culturale, mettendo la valorizzazione prima della tutela che sarebbe il contrario di quanto si fa in Italia.

Per questo il prof. Carandini si dice molto contento di essere Presidente del FAI che questi principi applica e che, soprattutto, "FA".

A seguire la platea ha accompagnato gli ospiti in una passeggiata al castello illustrata dagli architetti Walter Baricchi e Soragni, autori del restauro, e da Marco Podini, della soprintendenza ai beni culturali.

Erano presenti molti amministratori comunali: il sindaco Rinaldi, l'assessore Giovanna Caroli, il vice sindaco Domenichini.

Sabato 1 e domenica 2 giugno prosegue la festa con figuranti in costume, bancarelle d'epoca e possibilità di sedersi a tavola davanti a portate medievali.