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A Parma Expo Emilia?

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Al bando il vecchio campanilismo, i vecchi rancori, le antiche battaglie fra teste quadre e teste rotonde o come diceva il famoso detto di Castelnovo ne' Monti: "Pramzan scarpi lustri". Ieri è scoppiata la pace fra le due sponde del fiume Enza (i pignoli ci bacchetteranno, dicendo trattarsi di torrente).

Il Comune e la Provincia di Reggio, i soci delle Fiere di Reggio, in grave deficit finanziario, si sono incontrati a Bologna alla presenza dell’assessore regionale alle attività produttive Giancarlo Muzzarelli per stabilire la strategia di salvataggio del quartiere espositivo della città del tricolore. Due le ipotesi sul tavolo: seguire i piani da tempo stabiliti a Bologna di accorpamento con Parma, che prima o poi dovrà assorbire anche Piacenza; oppure "concedersi" a Milano. La Regione ha convinto i reggiani a seguire la prima linea, tenendo Milano come strada di riserva, se non dovesse concretizzarsi il piano delle superfiere emiliane con al centro la città ducale Parma.

Parma ancora non ha detto la sua sulla questione. Le Fiere di Parma saranno formalmente contattate nei prossimi giorni, per iniziare la nuova partita. Le parti si ritroveranno fra 15 giorni e per allora dovrà essere chiara la disponibilità della città ducale a scendere in campo.

Che cosa fare esattamente resta da definire, ma la strategia di massima è chiara. Parma dovrà diventare il perno di un polo fieristico emiliano, che potrebbe chiamarsi Expo Emilia. Baganzola sarà non solo la sede principale del sistema, ma anche il cervello, che organizzerà e distribuirà manifestazioni anche a Reggio e poi a Piacenza.

Per far fronte al grave indebitamento delle Fiere di Reggio, l’idea è quella di presentare un piano di concordato basato sulla valorizzazione di un’area vicino alle Fiere di Reggio, non lontane dalla nuova fermata medio padana della Tav, dove insediare una serie di attività private del settore agroalimentare. Anche per raggiungere questo obiettivo Reggio chiederà la collaborazione di Parma, che nell’agroalimentare ha più contatti di chiunque altro.

Il primo passo sarà convincere Parma a partecipare a tutto questo. Un impegno non piccolo. Perché dovrebbe accettare? Perché come è chiaro da tempo, se non si espandono, le fiere di Parma rischiano di restare schiacciate da Milano e da Bologna. Il collegamento dell’alta velocità a Reggio rende poi particolarmente appetibile il suo quartiere fieristico. Del resto, se Milano si è detto disponibile ad aiutare Reggio, non è per caso. Se Parma rifiuterà la richiesta di aiuto dei cugini d’oltre Enza, si ritroverà accerchiata dalla affamata concorrente lombarda. E saranno guai per tutti, specialmente per l'Emilia che dipenderà sempre di più dalla Lombardia. E addio ai sogni di gloria di una Grande Emilia da Piacenza a Modena passando per Parma e Reggio. Diventeremmo tutti dei "siur milanes".

 

1 COMMENT

  1. Niente di nuovo! Reggio è storicamente abilissima a bruciarsi tutte le occasioni! Le Officine Reggiane lasciate perdere fin dal primo dopoguerra benché sede industriale all’avanguardia mondiale. L’autostrada proveniente dal Brennero e diretta all’Alto Tirreno, lasciata metà a Parma e metà a Modena, a dispetto della logica, perché obbedienti alle indicazioni delle intelligenze bolognesi che consigliavano le “quadre urbanistiche”. Un aeroporto idoneo alle fortezze volanti dal 1940 (che sarebbero i Boeing moderni), quindi come tale munito di caratteristiche di idoneità tipo Pisa, Montichiari, lasciato invece perdere e usato per fare del gnocco fritto. Ecc., ecc., ecc. Reggio è così, si fa male da sola!

    (Marco)

    • Firma - marco