Home Economia “Iscrizione dei crediti tra quelli privilegiati rispetto a fornitori in crisi”

“Iscrizione dei crediti tra quelli privilegiati rispetto a fornitori in crisi”

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“Due passi in avanti per tutelare l’autentica cooperazione e la mutualità interna”: così i presidenti di Confcooperative e Legacoop Reggio Emilia, Giuseppe Alai e Simona Caselli rispettivamente, commentano alcuni emendamenti inseriti in sede di conversione in legge del “Decreto del fare”.

“Uno degli aspetti più importanti – spiegano Alai e la Caselli - riguarda le cooperative di lavoro, che da adesso possono iscrivere i loro crediti tra quelli privilegiati rispetto a fornitori in crisi o qualora la crisi tocchi proprio le cooperative, ma solo a patto di essere in regola con la revisione cooperativa, l’istituto che biennalmente certifica il sussistere delle condizioni di mutualità e l’osservanza dei principi cooperativi”.

“Si tratta – proseguono i presidenti di Confcooperative e Legacoop – di una condizione essenziale per sancire una separazione netta tra i diritti delle vere cooperative e di quelle che, al contrario, si vestono giuridicamente da cooperative ed agiscono poi secondo altri obiettivi e principi”.

“Questo passaggio è a maggior ragione importante in quanto – sottolineano ancora Alai e la Caselli – riguarda un comparto, come quello del lavoro (e quindi, ad esempio, tutto l’alveo delle costruzioni, pulizie, logistica, vigilanza, ecc.), in cui possono essere più frequenti le irregolarità, alimentate da un mercato entro il quale – nonostante le ripetute sollecitazioni delle centrali cooperative – permangono fenomeni di dumping contrattuale e non si sono ancora arginate le imprese che giocano la loro competitività sull’elusione delle regole”.

Per accedere all’iscrizione dei loro crediti tra quelli privilegiati le cooperative di lavoro debbono avere quantomeno fatto richiesta di revisione: “già qui – osservano i presidenti di Confcooperative e Legacoop - avviene una forte selezione, perché è evidente che la revisione non sarà mai richiesta dalle imprese che sanno di vivere nell’irregolarità”.