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“Poiatica è a rischio”

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Si rivolgono agli amministratori locali, di maggioranza e minoranza. Parliamo dei due comitati ("Fermare la discarica" ed "Ecologicamente") che si battono per lo stop alla discarica di Poiatica, da tempo al centro delle nostre cronache montanare. Ecco un loro documento diffuso ieri.

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Siamo persone e cittadini comuni appartenenti a due comitati, di Carpineti ("Fermare la discarica") e Toano ("Ecologicamente"), apartititici, che si battono da tempo e assiduamente per cercare di chiudere la discarica di Poiatica (a Carpineti). Abbiamo in questi mesi incontrato diversi ostacoli, tra cui innegabilmente anche quello di alcune istituzioni. E’ evidente che di fronte ad opposizioni o disattese delle istituzioni, anche le parole della gente che esse rappresentano perdono valore e consistenza, senza, a nostro avviso, un giustificato motivo. Crediamo che sia un atto di profonda responsabilità e cambiamento culturale andare oltre adesso per lavorare su un obiettivo comune, ossia la chiusura di Poiatica al V lotto e mantenere la guardia di attenzione per i prossimi decenni. Ormai le nostre continue sollecitazioni hanno reso evidente quali sono le posizioni in merito, ma soprattutto, e crediamo questo sia il nostro valore aggiunto di Comitati, hanno fatto emergere informazioni e documenti ora alla portata di tutti che, pur cercando di minimizzarne i risultati, non possono nascondere un’unica inconfutabile verità: Poiatica è a rischio.

Lo dicono i dissesti in corso, il sopraggiungere di episodi sismici sempre più ravvicinati, i mutamenti climatici che possono interessare anche il Secchia (già negli anni '60 il fiume andò in piena), le criticità a mantenere un sito del genere "protetto" (che richiederebbe investimenti a perdere da parte della multiutility, il che già ci fa sorridere) e il fatto che anche l’Europa ci ammonisce, asserendo che le discariche di rifiuti tal quale sono grave minaccia alla salute.

Allora una domanda su tutte a cui mai ci viene data risposta: perché andare oltre?

Con fatica cerchiamo di farci strada affinché questa domanda sia accolta anche da chi ha autorevolezza e competenza di attivarsi quanto più possibile negli incontri e nei tavoli dove, una volta chiuse le porte, tutto si decide, al di là e al di sopra della tanto sventolata bandiera della prossimità alle vite dei cittadini.

Allora crediamo che l’unico mezzo, per chi sinceramente ravvede la possibilità di chiudere quel sito, sia quello di unirsi alla nostra voce e fare il possibile per non desistere.

Di recente è stata redatta una lettera firmata da diversi sindaci dell’Emilia e della Romagna contro il decreto legge stabilità ove, nel punto 23, il ministro Orlando proponeva l’attivazione di una rete di inceneritori e discariche dove far confluire il pattume italiano, per ottimizzare gli impianti. Ovviamente per chi ha buon senso questa è una proposta scellerata, per la quale l’Emilia, che ha livelli di differenziata più alti, dovrebbe pagare la mancanza delle politiche di Regioni che hanno soglie sotto il 30% addirittura di differenziata. Inoltre consentirebbe gli ampliamenti ulteriori a discariche nonostante l’Europa ammonisca già l’Italia con una multa di 100 milioni di euro per l’utilizzo delle discariche come mezzo vecchio e dannoso di smaltimento rifiuti. Questo è il premio dei comuni virtuosi ? No, grazie.

Come comitati chiediamo che allora si apra un "caso" Poiatica scrivendo una lettera di raccolta firme analogo sottoscritta dai sindaci dell’Appenino reggiano: se il Piano regionale di rifiuti dovesse autorizzare il sesto lotto, per qualsiasi diavoleria, sia esso biostabilizzato, rifiuto tal quale, frazione organica stabilizzata o scorie da termovalorizzatore si acconsentirebbe a autorizzare un'altra stagione politica che non programma una sostenibilità ambientale, né spera nella salute delle future generazioni, tantomeno nel superamento delle discariche. Sappiamo bene che se anche fosse un autorizzazione di poche tonnellate questa aprirebbe alla possibilità di continue deroghe, una volta accettato ancora che le discariche sono "accettabili".

Comprendiamo che non possiamo conoscere i piani diplomatici che intercorrono tra un'amministrazione, una provincia e una regione, ma conosciamo la nostra mancanza di "potere contrattuale" quando questi incontri vengono organizzati senza poterne fare parte. Siamo i primi a pagare la lontananza degli "alti piani" dalle nostre speranze.

Per questo motivo vi chiediamo di farvi portavoce di una raccolta firme di sindaci che appoggiano quella che crediamo debba essere anche la vostra causa: chiudere Poiatica al V lotto, redigendo, coordinando, facendo sottoscrivere e portando questa lettera in Regione come strumento di protesta e proposta alternativa a un vecchio modo di programmare la politica dei rifiuti. Noi ne abbiamo redatto una simil copia di quello che sogniamo essere sottoscritto, in allegato.

Una raccolta firme che abbia anche dunque un potere istituzionale.

Una raccolta che necessita di essere consegnata prima della chiusura della partita, entro metà dicembre (ossia entro la programmazione definitiva del piano rifiuti regionale) ed eventualmente anche dibattuta in un incontro preparatorio al quale ci rendiamo disponibili condividere le nostre informazioni (consigli in Comunità montana, consigli comunali e/o incontri appositi).

Perché una firma contro Poiatica vale più di mille parole.

(Le persone dei comitati)

4 COMMENTS

  1. Continuo a non capire l’atteggiamento di allarmismo che questi comitati pongono in essere. Mi vorreste dire che con un terremoto dell’8° grado la discarica potrebbe avere dei cedimenti, mentre le case che sarebbero polverizzate non sarebbero un problema? Che se ci fosse un’alluvione in grado di arrivare dentro a Poiaticà porterebbe giù il pattume, mentre il fatto che la stessa piena spazzerrebbe via Sassuolo, Castellarano e gran parte di Modena non sarebbe pericolosa? Cerchiamo di non viaggiare troppo con l’immaginazione. La discarica è una pessima soluzione per i rifiuti, non piace a nessuno e occorre trovare il modo di superarla: superare la discarica non è chiuderla per aprirne un’altra, superarla è non produrre rifiuti. Smettete di inveire in modo “apartitico” contro chiunque e spiegate quali sono le buone prassi per non produrre rifiuti.

    (MC)

    • Firma - mc
    • Con tutta la buona volontà proprio non capisco il suo ragionamento e tantomeno riesco a trarne delle conclusioni sensate. Cosa propone lei, di far finta che il problema non esista? Certo sarebbe la soluzione più semplice ma il problema purtroppo resta e potrebbe crearne di maggiori anche senza i catastrofici eventi che lei paventa; ha mai guardato le mappe del dissesto idrogeologico del carpinetano o le mappe del rischio sismico in Appennino? Vede, signor o signora MC, il mondo è pieno di pessime soluzioni e anche di soggetti che ne traggono vantaggio economico, ma non penso che per questo si debbono accettare. Per superarle, invece, da qualche parte bisogna cominciare e senza aspettare che lo facciano sempre altri; io per quello che ho appreso informandomi, potrei spiegarle tanti modi di non produrre rifiuti e altrettanti modi di riciclarli; io nel mio piccolo lo sto già facendo. Mi spieghi lei invece perché per tanta gente, per tanti amministratori non c’è la volontà di farlo… Stai a vedere che sotto sotto ci sono degli interessi economici anche qui…!?

      (Antonio Manini)

      • Firma - AntonioManini
  2. E quindi secondo lei aggiungere rischio al rischio sarebbe irrilevante? Tanto, danno più danno meno… Nessuno di noi ha detto che non sarebbe un problema per case e paesi un evento sismico, lo sappiamo bene, la Provincia e la Protezione Civile hanno organizzato serate informative sul tema, alle quali alcuni di noi hanno partecipato. I terremoti in Italia si concentrano anche lungo la dorsale appenninica, 8 tra 11 comuni del nostro Appennino sono stati classificati a “rischio 2” (terremoti abbastanza forti), Toano, Castelnovo e Viano, tutti confinanti con Carpineti, sono a “rischio 2”, Carpineti classificato a “rischio 3” (scuotimenti moderati). Per classificare il rischio è necessario tener conto delle caratteristiche del territorio, sappiamo che in un territorio argilloso, specialmente in periodi piovosi, le onde sismiche vengono amplificate. La discarica di Poiatica è situata ed è circondata da cave d’argilla, in un territorio gia gravato da un consistente dissesto, a pochi metri dal fiume Secchia e ospita 2 milioni di metri cubi di rifiuti! Essere preoccupati non è allarmismo, ma semplicemente buon senso, signor MC.

    (Lorena Lugari)

    • Firma - lorenalugari
  3. Sono anni che si fa informazione sui metodi di recupero e smaltimento alternativi al conferimento in discariche e inceneritori, ma il signor M.C., che dimora certamente su monte Cucco, in provincia di Transilvania, ovviamente non ne sa nulla! E sulla strage del Vajont o sulle belle balle che lo Stato ha prodotto per minimizzare il sistematico avvelenamento da parte dell’Ilva, che dire? Che è giusto non creare allarmismi. Meglio aspettare di vedere che il danno si evidenzi in modo irreparabile, per decidersi finalmente di scendere dal pero.

    (Laura)

    • Firma - laura