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Muore il papà del Grillo

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Manlio Battilani
Manlio Battilani

VETTO La fine dell’anno, a volte, porte con sé l’addio a persone che, nella loro vita, hanno saputo distinguersi nel corso della loro vita. Tra queste, Vetto saluta nell’ultimo mese del 2013 un concittadino illustre, Manlio Battilani, 96 anni, spentosi quest’oggi nella casa di riposo “Maria Spaggiari Boni”. Domani alle ore 10 al cimitero di Cola i funerali in forma civile.

Manlio era un personaggio così. Intervistato dal mensile Tuttomontagna, nel 1997, dichiarava alla sua maniera il suo amore per la moglie Ofelia, scomparsa pochi anni fa “Io non mi sono sposato, ci siamo incontrati così, per strada, e siamo ancora qui assieme”

Sino a non troppi mesi fa lo si poteva incontrare nella sua Groppo, sulla soglia della sua casa, dove pareva di toccare il cielo con un dito. Il suo nome è rimasto indissolubilmente legato, più che al suo mestiere di fabbro, a due invenzioni che hanno fatto un pizzico di storia reggiana e regalato momenti di gioia a un’infinità di bimbi. Stiamo parlando del “Grillo” e del “Birimbo-Birambo”.

Sassuolo nel 1951 i primi Grilli avevano i cerchi in alluminio
Sassuolo nel 1951 i primi Grilli avevano i cerchi in alluminio

Dietro l’essere ateo di Manlio c’erano le sue ragioni: “Sono partito per la guerra il 2 aprile del ’39 - spiega Manlio Battilani - e sono tornato il 2 aprile del ’46. Quindi sono stato via solo una giornata, una giornata con in mezzo sette anni. Sono partito verso il fronte per Vittorio Emanuele III e per il Duce, con la benedizione del fucile per andare a fare la guerra. No, io non credo più nella religione. Grazie a De Gaulle siamo rimasti prigionieri sotto la legione straniera per un anno dopo la fine del conflitto. Ho visto tagliare un dito al mio capitano per portargli via l’anello, ho visto strappare con la forza i denti d’oro al mio tenente...  sono stato per dieci minuti con una pistola puntata in bocca perché volevano una fisarmonica che io non avevo. Come faccio a credere ancora a chi mi ha benedetto il fucile?”

Nella sua casa davano bella mostra di sé le effigie dei padri del comunismo, compreso Stalin che, per Manlio, aveva il merito di avere sconfitto Hitler.

La sua carriera, finita la guerra, iniziò spostandosi a Vetto capoluogo, da Ferretti, “ad aggiustare gli unici mezzi di locomozione che c’erano allora: le biciclette. Ma avevo molta voglia di lavorare, così ritirai una bottega a Reggio, in Piazza Fontanesi, dove vendevano e aggiustavano biciclette. Lì avevo un triciclo in ferro che prestavo a chiunque me lo chiedeva, ma andava a finire che mi lasciavano una mancia che spesso era più grande di quanto guadagnavo in una giornata di lavoro. Così iniziai a pensare a qualcosa che potesse davvero piacere ai bambini, che però non fosse pericoloso come le prime autopiste che in quegli anni si vedevano in città: i bambini prendevano di quei colpi alla bocca che spesso causavano non pochi danni”.

1956 Grilli e bambini ai giardini di Reggio Emilia
1956 Grilli e bambini ai giardini di Reggio Emilia

Prendeva il via quello che, oggi, sono tornati a produrre il figlio Amerigo e i nipoti Emanuele e Simone. Il Grillo: un mezzo di locomozione a forma di un grosso triciclo - pesa poco più di dieci chili - che si guida con un volante, mentre con le gambe, compiendo un movimento alternativo (proprio come le gambe di un grillo, da cui il nome), si aziona una leva a “T” rovesciata che con una catena dà il moto ad un rocchetto libero inserito sull’asse delle due ruote posteriori.

“Sin da piccolo ho sempre ammirato e studiato le bici – proseguiva nella sua intervista a Tuttomontagna Manlio - . Nel ’51, dopo averci pensato quindi quasi per una vita, ho creato il primo “Grillo” nello studio di Piazza Fontanesi”. 03-Monica ai giardini di La Spezia 1975

Da allora gli esemplari prodotti non se li ricordava nemmeno lui. Prima li costruì da solo, successivamente assieme alla figlia Rosalia e al figlio Amerigo  che solo tre anni fa riprendeva una produzione interrotta poi per due decenni. Dalle prime produzioni ne seguì un vero e proprio “boom”. Manlio iniziò a girare le regioni limitrofe con i “Grilli” al seguito, poi toccò tutta l’Italia per la gioia di un’infinità di bimbi e piovvero le ordinazioni per questo simpatico ciclo.  Nella sua agenda telefonica di quegli anni ed ecco comparire il recapito dell’ambasciata libica (telefonavano a Groppo perché a tutti i costi volevano aprire una fabbrica in Libia), di Ottorino Davighi di Fidenza (qualche anno fa balzato agli onori della cronaca come parroco ispiratore del “Don Camillo” di Guareschi), clienti di Gioiatauro, Cina, Giappone (naturalmente oggetto di tantissimi click è stato il Grillo), Francia, Germania (arrivò un fax a Ciano, scritto in tedesco, ove una grande azienda voleva sapere come diamine funzionava il “propulsore a pedale”) Estremo Oriente,... Ancora oggi gli esemplari originali di quegli anni continuano ad allietare i bimbi di Viareggio, Como, Mantova e di tante altre città sul mare o della profonda bassa.  “Risultano un po’ modificati e un po’ più piccoli - puntualizzava il figlio Amerigo - perché a forza di usarli per decenni alcuni si sono rotti. E chi li ha aggiustati non ha fatto altro che riattaccarli assieme, ecco perché si sono rimpiccioliti”.

Poi l’addio al Grillo perché “Qui a Groppo avevano bisogno di me come fabbro, e di cose ce ne erano da fare” spiegava Manlio che sarebbe rientrato definitivamente al suo paese nel ’67.

Ma la sua “bicicletta-triciclo” continuò a dare la felicità a fior fior di ragazzi ed ex ragazzi: e ben si presta al recupero dell’attività motoria dei tetraplegici.

Da segnalare, anche, l’altra invenzione che rese celebre Manlio nel 1952: fu il “Birimbo-Birambo”, un motocarro fatto a barca con il quale portava a spasso 6 o 7 bambini per volta per la città e un po’ in tutt’Italia, e che fece storia con le continue cronache e poesie che gli dedicavano i giornali. L’ultimo riconoscimento la sua terra natale gliel’ha donato nel 1986. Una curiosità: gli esemplari venduti del Grillo, Manlio volle che fossero ceduti sempre allo stesso prezzo. Questione di dignità, anche quando due venne a comprarli uno sceicco per portarseli in aereo nel sue emirato. A chi gli chiedeva perché Manlio non si fosse arricchito lui rispondeva: “Perché sono sempre stato troppo bolscevico: la sera, nelle piazze d’Italia, quando finivo di lavorare arrivavano marescialli, persone importanti  che assolutamente volevano salire pure loro sul Birimbo, e non c’era niente da fare, bisognava andare. Era lì che avrei potuto davvero richiedere una tariffa tripla di quella che pagavano i bambini, ma non l’ho mai fatto”

Ora Manlio alla guida del suo motoaliscafo Birimbo con un equipaggio particolare composto di bambini, uomini in divisa, screanzati senza Dio e anime vaganti. E sale per sempre in un olimpo dove c’è spazio per ritrovare i volti degli amici che, ora, non ci sono più.

 

I Grilli originali che si possono ancora ammirare a Viareggio
I Grilli originali che si possono ancora ammirare a Viareggio
Grillo oggi produzione artigianale
Grillo oggi produzione artigianale portata avanti dal figlio di Manlio, Amerigo, e dai nipoti
Grillo oggi
Un bimbo e il nuovo Grillo cui Manlio ha dato la sua supervisione

Amerigo Battilani e i figli

* * *

 

Quel Grillo che si ispirò al Leprotto di Enzo Ferrari

 

“L'idea del Grillo – ricordava Manlio - mi è venuta guardando il triciclo "Leprotto" dell' ing. Enzo Ferrari, il famoso costruttore automobilistico, ma non pensavo di trarne tante soddisfazioni. All'inizio, dice Battilani, mi tiravo dietro alla bicicletta 7,8 Grilli che noleggiavo sulle piazze di Vetto e Cavriago, poi, vedendo che i clienti (a volte, anche adulti) aumentavano sempre, acquistati un camioncino per ‘battere’ Castelnovo Monti, la "bassa", Rapallo e La Spezia. Ben Presto, mi spostai in Lombardia, in Piemonte, in diverse altre regioni; da marzo ad ottobre, giravo sistematicamente l'Italia; d'inverno, lavoravo nei giardini pubblici reggiani. La Tariffa era di 30 Lire per un giro di 10 minuti e di 50 Lire per uno di 20 minuti. Spesso invece dei soldi, accettavo bottiglie che rivendevo a 40 lire l'una, alla Casa vinicola Cucchi".

 

* * *

 

Al suo Grillo Manlio Battilani dedicò anche questa poesia:

 

“Esce il Grillo dal suo buco

ed appare qua e là

come un ufo...

Canta il Grillo come un poeta

voglio divertire tutti i bimbi del pianeta”.

 

 

10 COMMENTS

  1. Mi stringo con affetto ad Amerigo e famiglia e partecipo al dolore per la scomparsa del padre, signor Manlio che, purtroppo, non ho conosciuto di persona, del quale ammiro la genialità delle invenzioni che ha saputo trasmettere al figlio.

    (Marisa Nice Montecchi)

    • Firma - Marisa Nice Montecchi
  2. Ho avuto la fortuna di conoscere Manlio. Lo ricordo con il fischietto in piazza a Vetto, davanti al monumento. Grazie di averci fatto passare momenti felici grazie di avere inventato il Grillo. Buon riposo, signor Manlio.

    (Paolo Maria Ruffini)

    • Firma - paolomariaruffini