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“Servono 5 laureati?”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Vorrei sapere dal presidente del Parco nazionale se per progettare la riqualificazione di una piccola piazzetta, piazzale Dante, occorrono 5 laureati. Vorrei  inoltre chiedere se gli incarichi per le varie progettazioni vengono affidati in base alle capacità o all’appartenenza al partito. Inoltre vorrei anche chiedere se in montagna non esistono architetti o ingegneri in grado o capaci di progettare per il parco.

(Arch. Massimiliano Borghi)

 

9 COMMENTS

  1. Non so con quali criteri siano stati scelti i professionisi che hanno progettato il piazzale Dante a Bismantova e per la verità neanche m’interessa, per certo però posso affermare che chi ha progettato e costruito, nel tempo, case, palazzi e quant’altro in Castelnovo ne’ Monti e dintorni della Pietra non ha dimostrato sicuramente grande sensibilià e rispetto per l’ambiente, l’estetica e il paesaggio. Sparo sulla Croce Rossa? Sì, se elenco tutti gli obbrobri architettonici e ambientali che troviamo in loco. Vogliamo ricordarne alcuni di questi insediamenti, capolavori ideati e progettati dai professionisti locali e non, complici i politici che per decenni hanno amministrato il paese? Eccoli: piano PEEP della Pieve insediamento di Fontana Guidia, dove al primo scrollone, un palazzo di nove appartamenti è stato reso inagibile, per continuare con tutta la zona limitrofa (il Monte) dove ognuno ha costruito senza rispettare un preordinato progetto urbanistico e paesaggistico. L’aggressione selvaggia di quel luogo, forse il più panoramico e bello della nostra montagna, un grande balcone su quell’immensa e meravigliosa vallata circondata dai monti del nostro Appennino. Questa zona, stuprata dall’avidità incontrollata dell’uomo, nell’indifferenza e complicità morale di quei professionisti locali che Lei, dr. Borghi giovane architetto, giustamente difende e ne sostiene la causa, ma quante volte gli Ordini Professionali, in passato, hanno fatto sentire la loro voce? Mi sembra zero volte o sbaglio? Nei tre ingressi al paese sono stati a loro volta insediate altrettante zone artigianali o similari ed anche in quei luoghi vediamo l’anarchia più completa sotto l’aspetto urbanistico, ambientale e paesaggistico. Tutto ciò però non mi sorprende, perchè già due secoli fa il reggiano Prospero Fantuzzi, in uno dei suoi viaggi e precisamente da Reggio Emilia a Lerici, racconta: “Arrivato nel borgo detto Croce, e al casino Tagliati (del mio trisavolo Luciano) dove con allegria e amicizia cortesissima ci venne prestata cena e letto per la notte“. Continua e dice: “La mattina seguente passammo sotto la Pieve, per i maestosi fabbricati di Castelnovissimo (palazzo ducale), nome datogli dal fondatore suo il Sovrano Francesco IV, per Castelnovo, brutto borgo ma di grosso commercio…“. Dunque la tradiziione è rispettata! Potrei continuare nell’elenco, il materiale non mancherebbe, ma qui mi fermo ed invito Lei, giovane architetto, a promuovere iniziative che tolgano Castelnovo ne’ Monti da questa palude di superficiale e supponente amministrazione, l’elezioni amministrative sarebbero una buona e bella opportunità. Amo Castelnovo e la Pietra dove a qualche centinaio di metri sono nato. Grazie.

    (Sergio Tagliati)

    • Firma - sergiotagliati
  2. Rispondo volentieri alle osservazioni emerse sulla progettazione della porta della Pietra. Lo faccio in modo sommario perché non ho con me tutta la storia dell’incarico allo studio “B e B” partito, credo, nel 2008 quando vinse in una procedura aperta il bando per le linee guida delle porte del parco. L’incarico di cui si parla riguarda non solo la porta della Pietra, ma tutte le porte realizzate nell’Appennino reggiano grazie al finanziamento ottenuto sullo strumento finanziario POR FESR. Per intenderci le porte di Cervarezza, Poiano, Cerreto passo, ecc.; la porta della Pietra è solo l’ultima di una serie di interventi per valorizzare il paesaggio appenninico. Poi è pur vero che l’intervento in piazzale Dante è di modesta entità, ma interviene su uno dei luoghi più belli e interessanti di tutto il parco. Speriamo solo che riesca bene e che contribuisca e dare valore a questo unico patrimonio del Parco nazionale.

    (Giuseppe Vignali – Direttore Parco)

    • Firma - Giuseppe Vignali - Direttore Parco
  3. Certo che sì. Il progetto è stato valutato, discusso e confrontato a lungo con Comune, Soprintendenza, CAI locale, nonché in diverse occasioni pubbliche. Anche sulla stampa locale e su Redacon (ancora rintracciabili sotto le voci “piazzale Dante” e “Porta della Pietra”) sono state confrontate e rese pubbliche le finalità e le motivazioni.

    (Parco nazionale Appennino tosco-emiliano)

    • Firma - ParcoNazionaleAppenninoTosco-Emiliano
  4. E’ naturale che gli incarichi di progettazione dei privati siano conferiti sulla fiducia, ma l’affidamento di incarichi di progettazione di opere pubbliche dovrebbe avvenire, di regola, per concorso pubblico. In questo modo potrebbero emergere le idee migliori e non i migliori rapporti di amicizia. Il fatto che un professionista abiti o lavori in montagna non garantisce in nessun modo la qualità della progettazione (come peraltro nota anche il signor Tagliati). D’altra parte sono duemila anni che esiste un legame tra committenti e progettisti, per ovvi motivi. Cito solo Vitruvio, che dedica il suo trattato di architettura all’imperatore Augusto (la stessa cosa, peraltro, fa Virgilio con l’Eneide; anche lui mangiava a tavola con l’imperatore). Di fatto, in Italia, la procedura del concorso pubblico è poco utilizzata. Sarebbe interessante sapere se al concorso per le Porte del Parco parteciparono a suo tempo anche professionisti locali.

    (Giorgio Bertani)

    • Firma - Giorgio Bertani
  5. Rispondo a certo Sergio Tagliati, che non conosco. Signor Tagliati, forse non ha capito quello che volevo dire. Io dicevo che sarebbe giusto dare incarichi a tecnici della montagna, perchè sono quelli che spendono i soldi in montagna, non i tecnici della pianura. Lei cita il piano Peep della pieve e l’insediamento di Fontana Guidia, io aggiungerei anche le scuole superiori. Ebbene, caro Tagliati, quelli sono tutti complessi progettati da tecnici della pianura. Lei pensa che noi poveri tecnici della montagna non saremmo stati capaci di progettare quegli scempi? Lei poi cita Prospero Fantuzzi che si fermò alla Croce, Dante si fermò alla Pietra. Caro Tagliati, la sua risposta è fuori tema, nulla ha che vedere con quello che voleva dire il sottoscritto. Rispondo poi al suo invito di cambiamento in vista delle elezioni amministrative. Purtroppo non cambierà nulla, perchè in questo paese non esiste l’opposizione e quelli che sono al governo sono comandati da Reggio, è la pianura che comanda perchè i voti sono lì, noi siamo troppo pochi.

    (Massimiliano Borghi)

    • Firma - Borghi Massimiliano
  6. Sono Sergio Tagliati non un certo Sergio Tagliati ed ho il coraggio di dire ciò che penso e di sottoscriverlo. Sarebbe anche utile sapere cosa pensa lei, architetto Borghi, della risposta data ai suoi tendenziosi dubbi circa il metodo di assegnazioni dei lavori che il Parco ha fatto e sta facendo. Per quanto mi attiene, ho capito benissimo ciò che lei ha detto su chi dovrebbe avere gli incarichi di progettazione dei lavori che il Parco Nazionale promuove. So anche, e lei sicuramente lo saprà meglio di me, che essendo il Parco un Ente pubblico i lavori vanno assegnati a concorso a tutti coloro che ne hanno titolo e non limitati, purtroppo, al territorio. Se questo non viene rispettato c’è la magistratura e si denunciano gli eventuali abusi. Io non ho messo in dubbio in alcun modo le capacità dei professionisti del territorio che anzi stimo ed apprezzo e poi non posseggo nemmeno i titoli per farlo. Ho comunque il diritto di affermare che il territorio del nostro paese, in fatto di costruzioni di pregio e di un certo valore architettonico, è piuttosto carente. Infatti nella precedente mail ho citato i casi che più hanno fatto discutere ma potrei aggiungerne molti, molti altri. Vogliamo parlare dell’ambiente e in quale considerazione viene tenuto? Bisogna andare molto indietro nel tempo per parlarne in modo positivo, dal duca Francesco IV con i giardini di Bagnolo con attiguo palazzo ducale, i quattro ippocastani (ora sono tre) di piazza Peretti e per finire agli anni trenta con la pineta di Monte Bagnolo inaugurata dal principe Umberto. Una mia personale opinione, Dante non si è mai fermato alla Pietra, se per “fermato” s’intende salito sulla sommità. Dante sicuramente ha visto la Pietra il 1° ottobre 1306 in occasione del viaggio a Verona per una mediazione di pace fra i Lucchesi e il Della Scala. Sulla Pietra non c’era più nulla da vedere perchè quarant’anni prima, precisamente nel 1267, Jacopino Della Palude assaltò Bismantova e la conquistò, ammazzando il Dallo (o il Turco) e tutti i suoi soldati, distruggendo tutto ciò che trovò. Quest’ultimo periodo l’ho scritto per alleggerire e parlare di qualcosa che certamente non offenderà nessuno. Grazie.

    (Sergio Tagliati)

    • Firma - sergiotagliati
  7. Domanda più che lecita, arch. Borghi, condivido tutta la sua amarezza. Ogniqualvolta si chiedono chiarimenti in tal senso il presidente sciorina una serie di dati trascurando l’oggetto della domanda; perseverare e non rinunciare, prima o poi giustizia sarà fatta. Signor Tagliati, dovremmo impegnare tutto il nostro tempo a fare denunce alla magistratura, le sembra giusto che io, cittadino comune, non abbia le stesse possibilità dell’amico di…, del parente di… etc etc etc…?

    (M. Bianchi)

    • Firma - mBianchi