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19 miliardi di dollari per conoscerci meglio…

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E’ notizia del 19 febbraio che Facebook ha acquistato Whatsapp per 19 miliardi di dollari, circa 14 miliardi di euro.

Facebook è un servizio di rete sociale lanciato nel febbraio 2004 e trae profitti dalla pubblicità, inclusi i banner (un'immagine pubblicitaria, generalmente contiene un collegamento che porta a qualcosa, senza intralciare troppo la navigazione).

Alcuni numeri del social network:

- oltre 1 miliardo di iscritti,

- 200 miliardi di foto condivise,

- 60 milioni di canzoni condivise,

- 235 milioni di persone utilizzano le applicazioni per giocare ogni mese.

Ogni singolo giorno i dati indicano che:

- 300 milioni di foto vengono caricate,

- 2,45 miliardi sono i post pubblicati.

In Italia:

Con una popolazione pari a 61.000.000, gli utenti attivi su Facebook risultano essere 26.000.000, con una penetrazione pari al 42 %.

Facebook ha avuto una esplosione di consensi nel corso degli anni, soprattutto nella popolazione giovanile che ha potuto unire contenuti di testo a immagini, musica, parlare e socializzare sul Web.

Il concetto di amicizia è completamente cambiato, il passaparola la fa da padrone ed è rapido avere centinaia di amici, o meglio amici degli amici degli amici degli amici…

Il WEB però non sempre unisce, al più riesce ad avvicinare, poi la semplicità di un click per dare la propria amicizia e aumentare il contatore digitale non basta e spesso ti ritrovi a non avere nulla a che fare con l’ultimo “numero” acquisito.

Recentemente si è letto di un imminente declino di Facebook, proprio ad opera degli stessi giovani che lo hanno sostenuto e portato in tasca (nello smartphone), a scuola, ovunque.

Si dice che ci si sia un po’ stancati, alla fine è una bella vetrina ma, tra la moltitudine di persone con cui sei connesso, le centinaia di messaggi e notifiche che ti arrivano sul display del PC o del telefonino, Facebook ha perso quella immediatezza di comunicazione che serve a relazionarsi. Ha perso novità.

Abbiamo assistito a una certa migrazione verso il secondo social, Twitter che, con i suoi 140 caratteri per messaggio, riporta le cose alla essenzialità, pulizia ed efficacia dei vecchi SMS, ma con la modernità di Internet.

Parallelamente, nel recente 2009, nasce Whatsapp, un'applicazione per dispositivi mobili multi-piattaforma (Android, iOS, Symbian, Windows Phone…), che consente di scambiare messaggi con i contatti della propria rubrica, che a loro volta devono avere installato il programma sul loro dispositivo.

Oltre alla messaggistica istantanea di testo, che costituisce la funzione base, gli utenti WhatsApp possono creare chat di gruppo, condividere file audio, video e immagini, scambiarsi contatti della rubrica, la propria posizione geografica tramite l'utilizzo di Google Maps.

Non è una vetrina pubblicitaria di se stessi, ma una paginetta con tanti botta e risposta, una conversazione scritta.

Quando conversate con un amico o un collega, non fate troppo caso se siete immersi in un parco naturale o in un corridoio, siete concentrati sulla persona, su quello che vi state raccontando.

Oggi Whatsapp vanta 450 milioni di utenti. Hanno scoperto che ciò che conta è dirsi e raccontarsi le cose in diretta.

FACEBOOK VS WHATS APPLa stessa Facebook ha creato il proprio sistema di messaging istantaneo, ma troppo tardi, mentre Whatsapp nel mondo, rappresenta il 90% di tutto il traffico di messaggistica. Solo in Cina perde, contro WeChat.

Whatsapp è costituito da 50 dipendenti, un folto hardware di supporto alla piattaforma, un po’ di software. Non fa pubblicità, da poco più di un anno è diventato a pagamento, costa 0,89 € all’anno. Scelta obbligata per avere introiti sicuri, coprire chi ha finanziato lo startup, rinunciando a banner pubblicitari, fastidiosi per gli utenti.

Se non contiamo entrate diverse dall’abbonamento annuale, Whatsapp incassa 450.000.000 x 0,89 €, quindi più di 400 milioni di euro all’anno. Ha un fatturato per dipendente di 8 milioni di euro, incredibile!

Facebook pagherà quindi 4 miliardi di dollari in contanti e 12 miliardi in azioni per entrare in possesso di Whatsapp. Ai dipendenti verranno dati altri 3 miliardi di dollari in azioni Facebook sotto forma di bonus.

La somma stanziata, 14 miliardi di euro, corrisponde a 35 anni dell’attuale fatturato di Whatsapp, una enormità, durerà così tanto questa piattaforma?

Ma la stessa cifra stanziata è pari a 31 euro per ogni utente iscritto.

Non sono poi tanti soldi, vero?

Dipende, cosa potrà fare Facebook con Whatsapp? E’ questo il punto.

Potrà scambiare messaggi tra utenti di Facebook e Whatsapp, disporre di milioni di numeri di telefono, conoscere i contenuti dei messaggi scambiati, gusti, abitudini, vizi e virtù di ciascuno di noi.

Facebook vive di pubblicità, forse negli anni i 31 euro per utente potrà tirarli su con gli introiti dei consigli per gli acquisti che ci manderà, la percentuale sulle vendite di qualche megastore affiliato.

Voi dareste 31 euro a una persona, per sapere tutto di lei?

Facebook ha speso 19 miliardi di dollari per sapere di noi, l’informazione è la maggiore fonte di profitto di questo secolo?

(Francesco Casoli)

 

5 COMMENTS

    • A livello filosofico non è scorretto dire che noi siamo “parole in divenire”. Detto ciò sarebbe interessante, spero anche per altri, sapere qualche trucco per non rendere accessibili i dati di navigazione o limitare la propria presenza sul web ad alcuni siti e in modo oculato. Da parte mia posso consigliare di svuotare la cache ed eliminare i cookies. Poi ci sono anche motori di ricerca sicuri, ma non rendono alla pari di Google. Grazie delle informazioni che ci dà nei suoi articoli.

      (MN)

      • Firma - mn
      • Purtroppo qualche irriducibile tenta di rimanere nell’ombra rifiutando di comprare con Paypal (per esempio la licenza di Whatsapp si pagava inizialmente solo così), per cui io mi presto a farlo per qualche collega che non si fida…
        Francamente non so cosa sia “sicuro”, certo se non ci si iscrive a niente ci si limita a navigare, allora si resta immuni. Già un account di posta Gmail presuppone ricevere email pubblicitarie nel giro di pochi giorni dalla sottoscrizione.
        Molti siti hanno dentro banner di altri, alla fine quando si parla di rete, effettivamente tutto finisce per essere collegato o collegabile ad altro.
        Io spesso mi trovo a ricevere email da mittenti che ignoro e che fatico a collegare a mie precedenti esperienze online, acquisti o siti visti.
        Tutto ormai porta a diffondere le nostre informazioni.
        Ogni tanto si cambia account email sperando di sfuggire da questo bersagliamento. Però dura poco, grazie per l’apprezzamento.

        (Francesco Casoli)

        • Firma - Francesco Casoli
        • Non si resta immuni neppure se ci si limita a navigare: il primo che fa la profilazione dei dati di navigazione dell’utente è proprio il provider. Basta leggere le condizioni d’uso riportate nei contratti. Leggevo poco fa che non è difficile risalire ai dati genetici delle singole persone, manipolando con appositi programmi i database dei genomi online…

          (Commento firmato)

          • Firma - Commento firmato
  1. L’acquisizione non è piaciuta a tutti, si dice che mezzo milione di utenti sia migrato su una nuova piattaforma, russa, che dichiara rimarrà gratuita e libera, si chiama Telegram. Difficile spostare 500 milioni di utenti, ma è altrettanto vero che Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, non è più molto simpatico a molti, la quotazione in borsa del colosso dei Social ha segnato la sua condanna a uomo di business più che di socializzazione.

    (Francesco Casoli)

    • Firma - Francesco Casoli