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“Antichissima Bismantova”: la serata di presentazione della mostra che aprirà il 19 aprile prossimo

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In tanti hanno affollato la sala del Consiglio comunale di Castelnovo ne' Monti l'altra sera, in occasione della presentazione della mostra “Antichissima Bismantova”, che dal 19 aprile per quasi sei mesi porterà a Castelnovo, all’ombra della Pietra di Bismantova, dove sono stati rinvenuti nell’arco di 150 anni di scavi, i principali reperti (ben 400 pezzi) della necropoli e degli abitati di Campo Pianelli, conservati presso i Civici Musei di Reggio Emilia.

PENTAX DIGITAL CAMERAAd aprire l’incontro è stata l’assessore alla cultura Francesca Correggi: “Quella di oggi vuole essere una serata di presentazione e di condivisione di questo grande ed importante progetto, al quale si è lavorato davvero a lungo. Voglio ringraziare tutti quelli che a questo risultato hanno collaborato: la giunta, il Parco nazionale, la Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, i Musei Civici di Reggio ed in particolare l’archeologo Iames Tirabassi, che su Bismantova ha condotto scavi e studi fin dal 1973. Questa mostra risponde ad una richiesta che nel corso degli anni tante persone di Castelnovo ci hanno avanzato. C’è davvero una attenzione particolare e che è innegabilmente collegata alla nostra identità territoriale verso il passato di Bismantova: ho visto il grande entusiasmo legato alla ripresa degli scavi a Campo Pianelli nell’estate 2012. Entusiasmo e sostegno che ci hanno portato ad investire tempo e risorse, in un momento in cui non ve ne sono molte, sulle attività espositive. Conoscere la nostra antichissima storia significa apprezzare le nostre radici, valorizzare il territorio e proporlo in modo migliore all’esterno. Una mostra che vuole essere anche uno strumento, che ci auguriamo vogliano cogliere i cittadini, le associazioni, le scuole, i privati, collaborando a creare eventi collegati ed opportunità di valorizzazione”.

Ha poi aggiunto il presidente del Parco nazionale, Fausto Giovanelli: “Si tratta di un evento culturale che, grazie ai tempi lunghi di permanenza della mostra, potrà lasciare un segno duraturo sul territorio. Bismantova rappresenta una straordinaria unione di funzioni e sentimenti: alpinismo, agricoltura, spiritualità, geologia, storia, archeologia, presenza dell’uomo fino da tempi antichissimi. Cosa rappresenta essa per il Parco e cosa può fare il Parco per un elemento così straordinario? Può e deve conservarne tutti i valori. E’ una montagna gestita e vissuta quotidianamente, con frequentazione millenaria, di cui va conservato l’equilibrio degli usi umani: non attraverso una serie di regolamenti o una sorta di museificazione, ma mantenendo questi usi plurimi in equilibrio tra di loro”.

E’ toccato poi a Iames Tirabassi ripercorrere il lungo lavoro che ha portato alla mostra: “Personalmente ho iniziato a scavare a Campo Pianelli dal ‘73 e ‘74. Insieme alla Soprintendenza abbiamo ritenuto che ora fosse giusto provare a produrre una mostra che evidenziasse quanto è emerso da quel sito fin dal 1865. So che in montagna ci sono tante persone appassionate di archeologia, si tratta di un interesse che è molto vivo e questa mostra va a premiare questo interesse. Quest’anno ci concentriamo su Campo Pianelli, che è del resto il sito che ha fornito la maggiore quantità di materiale, ma chissà che nei prossimi anni altre iniziative possano riguardare i reperti di altri siti indagati attorno a Bismantova, come ad esempio l’area dove sorgeva il castello nella quale Nicola Mancassòla ha condotto gli ultimi scavi nell’estate 2012, o le tombe liguri rinvenute per caso nel 2009, ed altri materiali rinvenuti da persone di Castelnovo, del CAI, nel corso degli anni. Abbiamo testimonianze di frequentazione umana della Pietra da almeno 25-30 mila anni. E’ un monumento nazionale unico sia dal punto di vista archeologico che geologico. E ci possono essere molti potenziali siti che ancora non conosciamo, perché si tratta di un territorio complesso, difficile da esplorare”.

Ha aggiunto Daniela Locatelli, della Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna: “Da ragazzina la prima volta che ho visto la Pietra sono rimasta profondamente impressionata, mi è rimasto il ricordo di essermi trovata di fronte ad una sorta di santuario, qualcosa che ti tocca nello spirito. Poi ho compreso che i ritrovamenti e gli studi portati avanti negli anni, l’unicità morfologica e geologica, confermavano in molti sensi quella prima percezione. Storicamente sulla Pietra ci sono ancora molti misteri da definire: la necropoli sul pianoro di Campo Pianelli è nota, ma l’abitato coevo non sappiamo esattamente dove fosse. Ci sono poi materiali che testimoniano una frequentazione ben più antica ed altri su presenze più recenti, fino alla romanizzazione, ma questi materiali non corrispondono ancora a strutture ed insediamenti ben identificati. Sappiamo che era un punto importantissimo di passaggio: nella necropoli di Campo Pianelli sono stati rinvenuti materiali che avevano una circolazione ampia in tutto il Mediterraneo. Sicuramente c’erano rapporti con la Toscana e la foce del Po. Credo si tratti di testimonianze dal valore straordinario per l’identità del luogo e delle comunità”.

Nel corso degli interventi da parte del pubblico sono arrivate parole di elogio e di sostegno all’iniziativa e piena disponibilità a collaborare per creare eventi ed attività collaterali alla mostra. Nello specifico tale disponibilità è arrivata dal CAI attraverso il responsabile del Comitato scientifico Giuliano Cervi, dalla Cooperativa l’Ovile che gestisce il Rifugio di Bismantova, dalle Guide Alpine della Pietra, da associazioni culturali di Villa Minozzo e Canossa, dal Comitato per il restauro dell’Eremo di Bismantova e dal mondo della scuola.

Salutando i presenti a conclusione dell’incontro, il sindaco Gian Luca Marconi ha evidenziato come “questa mostra sia davvero un risultato di grande valore, che credo rimarrà tra quelli che questa Amministrazione è riuscita a realizzare in un momento storico per niente semplice per l’attività degli enti locali”.

Se associazioni o cittadini avessero proposte da avanzare per ulteriori eventi collaterali, possono comunicarle entro il 10 aprile alla Biblioteca comunale, disponibile anche per informazioni: tel. 0522 610204, mail: [email protected].

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Iames Tirabassi ha anche ripercorso a grandi linee le testimonianze che ricostruiscono una lunghissima storia della frequentazione umana su Bismantova: “Campo Pianelli era sicuramente un sito strategico, posto ai piedi della Pietra, in un punto dove ci sono numerose sorgenti che mancano invece sul pianoro sommitale, pianoro che poteva però essere un vicino rifugio sicuro in caso di emergenza.

Il primo modesto insediamento, collegato agli oggetti più antichi rinvenuti, risale alla fine dell’età del rame (circa 2500 a. C.) e nello specifico alla cosiddetta “Cultura del bicchiere campaniforme”.

Diversi secoli dopo, cioè nella fase piena della media età del bronzo, si insedia un villaggio ben più esteso che perdura per almeno 3 secoli (dal XV al XIII sec. a.C.) su buona parte del pianoro e che probabilmente fu abitato da un centinaio di persone. Abbiamo rinvenuto tracce di capanne, una delle quali trovata anche negli scavi del 2012. Si tratta delle stesse popolazioni che costruivano le Terramare in pianura.

Quando agli inizi del XII sec a.C. questa civiltà va in crisi, anche l’abitato di Campo Pianelli cessa di esistere. Circa un secolo dopo, cioè nell’XI sec. a.C. e per tutto il X, pertanto nell’età del bronzo finale, viene impiantata la famosa necropoli, cioè il cimitero a cremazione di un villaggio che ancora non sappiamo dove fosse ubicato, forse proprio sulla Pietra.

Infine, dopo circa mezzo millennio di abbandono, cioè alla fine del VI sec. a.C., troviamo i resti di un nuovo abitato che ha restituito reperti di tipo etrusco e ligure. Essi sembrano testimoniare la presenza di entrambe queste genti forse in un intreccio tra le due culture. Poi verso il IV secolo anche questo abitato si interrompe e su Campo Pianelli troveremo solo occasionali tracce di frequentazioni romane o medievali”.

2 COMMENTS

  1. “Cosa può fare il Parco per un elemento così straordinario?” Gentile Presidente, penso che la Pietra di Bismantova Le sarebbe molto grata se Lei potesse risanare lo sfregio che il “bilite” le ha prodotto e le produce, con quell’archittetura da comparto di isola ecologica. State lavorando e sembra anche un buon lavoro, allora perchè non approfittare?

    (MV)

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