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Interventi inutili: chiusa completamente la sp 513. Val d’Enza spezzata

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Vetto, strada chiusa

Una situazione a dir poco imbarazzante. Circa 600 mila euro di investimento e interventi a più riprese. E a poche settimane dalla conclusione degli ultimi lavori la sp 513 alla Cantoniera di Vetto è ancora chiusa.

Insidiosissimo il movimento franoso che si è riattivato e che nella notte ha portato alla caduta di materiale, con sassi anche di grosse dimensioni, sulla sede stradale. In base a quanto abbiamo potuto appurare (ma anche in base alla semplice osservazione) il distacco di parte del versante era già conclamato (anzi, pericolosi massi di imponenti dimensioni erano già stati fermati dall'apposita gabbionata) anche se la strada è stata ugualmente riaperta. Ora questa pericolosa caduta massi, per fortuna senza conseguenze, che si somma al manto stradale che da tempo non ha più smesso di scivolare a valle, nonostante le numerose riasfaltature.

Ora la Val d'Enza è spezzata in due. In queste ore la Provincia, per tutelare la sicurezza degli utenti della strada, ha immediatamente attivato nella notte un servizio di vigilanza che ha visto impegnato il personale del Servizio Infrastrutture, i vigili provinciali e la Protezione civile con l’Associazione nazionale alpini di Castelnovo Monti per monitorare costantemente, con l'aiuto di una cellula fotoelettrica, lo smottamento.

“Purtroppo intorno alle 4 di questa mattina – spiega l’assessore provinciale alle Infrastrutture Alfredo Gennari, che oggi pomeriggio effettuerà un sopralluogo a Cantoniera insieme al dirigente Valerio Bussei  - si è verificato un ulteriore aggravamento dello smottamento che ha reso necessaria la chiusura della strada. Abbiamo subito informato gli enti territoriali e le agenzie di trasporto pubblico locale. Come Provincia abbiamo già previsto, con relativa adeguata copertura delle risorse in parte nostre, in parte della Regione Emilia-Romagna, l'affidamento di un intervento di somma urgenza finalizzato a ripristinare il versante in tempi rapidi. Come sempre, stiamo lavorando per cercare di risolvere i problemi nel modo più celere possibile e limitare disagi e danni ai territori e alla cittadinanza”.

Traffico deviato sulla Statale 63.  Con la chiusura della Sp 513R a Cantoniera, la Provincia informa che  il traffico proveniente da e per Vetto, Ramiseto e Castelnovo Monti è stato deviato sulla Statale 63. Impossibile deviare per la provinciale che transita per La Cava - Cedogno, sul versante parmense, anch'essa chiusa per un analogo smottamento.

Per info in tempo reale sulla viabilità e in caso di eventuali emergenze consultare il profilo Twitter della Provincia di Reggio Emilia @ProvinciadiRE.

 

AGGIORNAMENTO (Ore 17.00) . Riceviamo e pubblichiamo.

 

eravamo stati, purtroppo, facili profeti

 

Stamattina abbiamo inaspettatamente appreso che la via provinciale 513, che collega Vetto con Ciano d’Enza,  è stata chiusa al transito causa la frana di Cantoniera.

Dalle notizie che abbiamo, ma il condizionale è d’obbligo in attesa di ulteriori informazioni al riguardo, nel corso della notte appena trascorsa  alcuni massi si sarebbero staccati dal sovrastante pendio  per poi finire in strada, od erano in procinto di farlo, e si sta pertanto provvedendo a mettere in sicurezza il  relativo versante.

Non è peraltro utilizzabile il percorso alternativo della sponda parmense,  perché dopo il ponte del Pomello, che attraversa l’Enza in località Caradello, la loro strada provinciale 17 è anch’essa interrotta da diverse settimane per un  movimento franoso.

Ci riferiscono pure  che  da  domani anche la bretella  Rossigneto-Piagnolo, che permetterebbe di aggirare dall’alto la frana di Cantoniera, sbucando più a valle, cioè a Buvolo, verrà preclusa al  traffico  per lavori di in corso, così che per  scendere verso  la pianura gli automezzi,  specie quelli più pesanti e ingombranti,  dovranno  salire a Castelnovo Monti e lì imboccare la statale 63.

Vetto vive dunque una sorta di “isolamento”, che non giova di certo alla sua economia, e che crea non pochi disagi a chi deve spostarsi per lavoro, e non ci resta dunque che sperare che le opere di ripristino  vengano ultimate  quanto prima possibile, ma una cosa va comunque detta.

Fin dai primi di marzo, facendoci anche interpreti della preoccupazione di diversi nostri concittadini,  noi temevamo  che a Cantoniera di Vetto potesse ripetersi quanto già accaduto diverse altre volte in passato, cioè il blocco del transito  causa il riavviarsi della frana, e ci sembrava di poterlo dire a ragion veduta, pur non essendo tecnici del settore, guardando la pendenza del versante e i massi che vi sporgevano  (il tutto ben visibile in una fotografia del luogo che inviammo agli organi di informazione, insieme alle nostre considerazioni di allora, e che Redacon pubblicò  il 4.3.2014)

E proprio  in quella occasione ci  siamo domandati  come mai   -   visto il  periodico  replicarsi  del fenomeno, e stante la vitale  importanza di questa arteria stradale per il territorio vettese, e non solo    -   l’Amministrazione provinciale e gli altri eventuali Enti preposti non avessero pensato ad una soluzione più definitiva come quella della semi galleria, e chiedevamo di poter avere una qualche  risposta in proposito..

Sono passati nel frattempo  alcuni mesi e nessun pronunciamento è arrivato dalla Provincia, o altro Ente, o anche dalla stessa  Amministrazione comunale di Vetto che dovrebbe essere  particolarmente interessata alla cosa,  ma intanto ci ha risposto la natura col riavvio di una frana che attende ancora una soluzione stabile.

E questo succede dopo vari e successivi  interventi sulla frana che certamente hanno comportato non poca spesa, e a questo punto rinnoviamo la richiesta alla Provincia, e anche al Comune di Vetto, per sapere  il perché non si sia scelta la strada della semi galleria, e vorremmo altresì conoscere l’entità della spesa finora sostenuta, e delle somme eventualmente già impegnate, per la frana di Cantoniera. Ci sembra una richiesta più che legittima, e di normale e  semplice trasparenza, alla quale le due predette Amministrazioni non dovrebbero sottrarsi.

(Giovanni Ferrari)

 

12 COMMENTS

  1. Scusate ma l’articolo di fondo è abbastanza pressapochista e contiene una buona dose di cose assolutamente inesatte. Interventi inutili: il versante interessato dal movimento roto-traslativo e di scivolamento (una frana avrebbe distrutto e spostato a valle l’intero tracciato viario) è di circa 25000/26000 mq, la porzione interessata dal recente crollo è di circa 1500/2000 mq e tutta concentrata a monte dello sperone di destra mai interessata da lavori, pertanto la superficie che rimane ad oggi stabile ammonta a circa il 90% dell’intero versante. Il materiale crollato di recente proviene tutto da monte dello sperone di destra ed è uno strato spesso circa 2,5/3,00 ml con all’interno racchiusi e inglobati i trovanti rocciosi oggetto dei crolli, il materiale così eterogeneo scorre al di sopra di una struttura geologica con maggiore consistenza e planarità. Se gli interventi eseguiti fossero davvero stati inutili oggi si avrebbero sul piano viario circa 50.000 metri cubi di materiale e la strada sarebbe stata interrotta a più riprese e molto frequentemente. L’intervento eseguito nel 2013 non è stato assolutamente coinvolto e dal fronte trattato non si è verificata nessuna venuta di materiale detritico, pertanto di ciò che è stato fatto di recente nulla è stato inutile ed è verificabile da chiunque, basta guardare con occhi obiettivi. Sul piano viario anche nella notte non sono precipitati massi ma piccole schegge provenienti dalla disgregazione per impatto dei volumi rocciosi in caduta, il crollo di fatto è stato contenuto all’interno del vallo che è stato appositamente realizzato è chiaro che ad oggi il vallo è colmo e deve essere svuotato per ripristinarne la capacità contenitiva. Purtroppo oggi è molto di moda emettere sentenze, giudizi senza la minima conoscenza tecnica di ciò di cui si sta parlando e nel campo della meccanica delle rocce diventa veramente singolare scoprire che vi sia un numero così alto di esperti in provincia di Reggio Emilia.

    (um)

    • Firma - um
  2. Frane da entrambe le sponde dell’Enza. Ma qualcuno si è mai chiesto quante tonnellate di sabbia abbia portato via il proprietario della cava di sabbia? Guarda caso le due sponde hanno cominciato a scivolare verso il basso, proprio a ridosso della cava. E poi si dice che la diga sarebbe nefasta. Ma qualcuno dei supertecnici è in grado di asserire che la cava non c’entra? O ci sono troppi interessi? E se la cava c’entra chi paga? Ora che non c’è più la vegetazione a causa della frana lo scenario intorno alla cava è spaventoso. Tranquillizzate noi profani, per favore, ma con argomentazioni plausibili!!!

    (Maru)

    • Firma - maru
  3. Tranquillo Ferrari, si ricordi che per le province non si vota per cui cerchi di sprecare le energie e le parole per la campagna elettorale del Comune, anche se non so se è candidato ma so che di solito è molto attivo per la politica locale. Di Filippi ne abbiamo già uno che basta e avanza. Speriamo piuttosto che la Provincia riesca a mettere in sicurezza la strada e che la possa riaprire al più presto per il bene di Vetto, dei vettesi e dei pendolari che tutti i giorni transitano per recarsi al lavoro; il resto sono chiacchiere.

    (Antony)

    • Firma - Antony
  4. Rispondo al Sig. um: visto che io ci passo tutti i giorni in quel tratto e ho visto quelle che Lei definisce “piccole schegge” mi piacerebbe sapere cosa succede se una di quelle le “rotola” sul tetto dell’auto. I lavori fatti (€ 670.000) sono stati utili ma palesemente incompleti e alla cavolo.

    (Oscar Baratti)

    • Firma - OscarBaratti
  5. Tante parole ma intanto ogni due e per tre siamo isolati e per fare 50 km ci mettiamo 1 ora e 45 minuti… Come la sottoscritta che per essere al lavoro in orario decente deve sbattersi il doppio! Dico solo fate i lavori ma senza interruzioni, si deve lavorare sabato, domenica e no stop fino al buio in modo da ripristinare il primo possibile la viabilità perché altrimenti si rischia di mettere il paese in ginocchio. Ci sono attività che a causa di questi lavori potrebbero chiudere se dovessero protrarsi a lungo per cui che si facciano i lavori bene e nel più breve tempo possibile… Grazie!

    (Sary)

    • Firma - Sary
  6. Sig Um, nonostante il suo grande sforzo di trasmetterci delle nozioni sull’argomento, la situazione che si è verificata è e rimane uno scandalo come in Italia siamo abituati a vederne. Il problema non era stato risolto in modo adeguato e definitivo e ora la strada chiusa sta mettendo in difficoltà il traffico non solo di Vetto, ma di Ramiseto e anche della Statale 63 che ha visto convergere su di sè i mezzi del versante più a ovest. Io non so dove Lei abiti, Sig. Um, ma mi darebbe particolarmente fastidio sapere che non abita nè a Ramiseto nè a Vetto, perché sa, come Lei ha appena sentenziato (ed è stato l’unico a farlo) è troppo facile parlare quando non si conoscono le cose… Comunque sia, concordo con Ferrari, Stefano, Oscar e Sary, gli interventi vanno fatti prima che accadano i disastri, spendendo il giusto, risolvendo il problema e in tempi giusti. E non mi dica Sig. Um che il vallo è colmo e deve essere svuotato… perché non si può affrontare il problema con una soluzione che richiede successivamente altri metodici e periodici interventi che creano dipendenza e parassitismo. Questo è il metodo che ha rovinato l’Italia e a cui dobbiamo dare un taglio. Gli interventi devono essere strutturali, stabili e definitivi. Una volta facevano così e le strade e i manufatti che abbiamo oggi sono l’esempio che questo è il metodo giusto di risolvere perché in 60 anni non si sono più grandi opere e noi stiamo ancora sfruttando, se devo dirla tutta nemmeno con una grande manutenzione, il frutto del lavoro dei nostri avi.

    (Isabella Vaccari)

    • Firma - IsabellaVaccari
  7. Sig. Antony, ho sempre fatto politica locale con responsabilità e mi basta, i paragoni li lascio a sua discrezione. Non sono candidato a Vetto, ma a Castelnovo nella lista “Progetto per Castelnovo”, quindi se non vuole sprecare il suo voto la invito a votare per persone responsabili che si sono sempre interessate per il bene della comunità.

    (Ferrari Giovanni)

    • Firma - FerrariGiovanni
  8. Rispondendo al sig. Maru voglio precisare che la cava di sabbia in questione è il frantoio ubicato proprio sotto la frana e non ha nessun conivolgimento o colpe con la frana in essere che ha fatto richiudere la SP 513. Infatti, dopo aver fatto le dovute verifiche con inclinometri da parte della Provincia (fori verticali in profondità per valutare la stratigrafia del terreno ed eventuale presenza di falde d’acqua) si è constatato che ad una profondità di circa 6 metri vi è una importante presenza di acqua che scende dal versante e che quindi provoca scivolamento del terreno sovrastante alla falda. Oltretutto andando a memoria ricordo che l’ultima regimazione idraulica (in soldoni scavare ghiaia nel fiume) eseguita dalla ditta titolare del frantoio nel fiume Enza in corrispondenza planimetrica con gli smottamenti e frane risulta all’anno 2008. Detto ciò, ricordo anche che la stessa ditta sempre titolare del frantoio ha messo a disposizione un’area in proprietà sotto il movimento franoso per poter accumulare una importante quantità di terra atta a favorire un primo intervento per provare almeno a rallentare il lento scivolamento della sede stradale verso il fiume. Concludo ricordando a tutti che prima di emettere sentenze che fanno a dir poco ridere bisognerebbe conoscere le cose ed i motivi che provocano determinate situazioni. Saluti.

    (Davide Briselli)

    • Firma - DavideBriselli
  9. Sig. Baratti, i massi che lei ha visto o pensa di avere visto nella strada sono stati abbattuti perchè instabili e pericolosi per la sottostante strada, per cui non venga a raccontare frottole a me, l’importo del lavoro della Cantoniera al km 40+400, cioè la frana, è stato di 261.598 euro, l’intervento eseguito a monte in corrispondenza della parete di roccia è stato di 129.346; e mi dica, dalla porzione interessata dai lavori dell’anno scorso è per caso crollato qualche cosa? Non credo proprio, pertanto non dica cose assolutamente inesatte. Ripeto parlare di ciò che si conosce altrimenti informarsi ed avere meno presunzione. Inoltre io terrei sempre presente che forse la natura è più forte dell’essere umano: vedere terremoti, eruzioni vulcaniche, inondazioni e anche frane.

    (um)

    • Firma - um