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Sono felice della vita!

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Casa de los Niños, Bolivia, 4 giugno 2014

 

            Sono felice della vita!

 

Jhonni a scuola sulla seggiola a rotelle
Jhonni a scuola sulla seggiola a rotelle

Ieri Giulia mi ripeteva con emozione questa semplice espressione di Jhonni: “Sono felice della vita!”

Jhonni ha 9 anni. Da quando è nato ha la metà del corpo paralizzata. Si muove con l’aiuto di una seggiola a rotelle. E’ un bimbo sveglissimo, birbone quanto intelligente. Frequenta la 4ª elementare qui nella nostra scuola.

Fino a un paio di mesi fa viveva in un Centro dello Stato, il CATD: Centro di Accoglienza Temporanea per bambini con Discapacità. Da quanto conosciamo noi su questo Centro, il termine “Temporaneo” suona piuttosto come una presa in giro per tutti i bimbi suoi ospiti.

Da tre anni, 5 bambini di questo Centro vengono ogni giorno a scuola qui da noi. Gianluca, direttore della nostra scuola, mentre esce per fare la spesa della mensa, li va a prendere con il pulmino e nel pomeriggio li riporta a casa.

Ora Jhonni, concluse le pratiche legali di rinserimento familiare, vive qui nella cittadella, in un piccolo appartamento, insieme alla mamma Bertha, alla sorella più grande e a un cuginetto. Non ha più bisogno del pulmino per andare a scuola, ha infatti acquistato tanta forza nelle braccia e riesce a spingere da solo la sua seggiola a rotelle fin su alla scuola, all’altro lato della zona in cui vive. Ma supponiamo che nel cammino trovi sempre qualche amico che volentieri gli dà una mano.

Nel pomeriggio, libero dalla seggiola a rotelle, lo vediamo scodinzolare nel bel prato di fronte alla sua casetta, per giocare, per fare i compiti o combinare qualche birichinata insieme agli altri bimbi.

Nonostante il suo problema fisico, Jhonni è fortunato. Ed è fortunata la sua famiglia.

Non c’è bisogno di fare grandi considerazioni.

Basterebbe entrare a fare una visita al CATD... Ci sono lì altri 30 bambini abbandonati dalla famiglia che trascinano il peso di una vita con poche speranze, in un ambiente chiuso e ridotto..., con -in oltre- la zavorra di gravi problemi fisici e mentali...

Basta aprire gli occhi ed osservare i nostri bimbi qui in giardino.

Basta osservare le mamme qui fuori che lavano i panni.

Basta immaginarsi lo svolgersi quotidiano e semplice della vita familiare dietro le tende di casa.

Basta contemplare il verde prezioso dei nostri giardini nella siccità di questo periodo autunnale.

Basta ricordare come sono sorte poco a poco le casette della nostra cittadella in questi 7 anni.

Basta fare l’elenco delle 89 famiglie che poco a poco si sono affiancate alla nostra casetta dei bambini quando all’inizio eravamo soli con María René ed Antonio.

Basta riprendere in mano il sogno condiviso a lungo, ingenuamente, con Luciana, famiglia e amici, e che piano piano ha fatto spuntare la Cittadella Arcobaleno.

Difficile da spiegare.

Difficile rendere la realtà con le parole... Ma forse basta questa semplice frase di Jhonni raccolta al volo da Giulia:

“Sono felice della vita!”.

Jhonni è fortunato.

Difficile da credere?

Jhonni, come già precedentemente Teresita e Ademar, ha lasciato per sempre il CATD, anche se per sempre sarà legato alla sua seggiola a rotelle.

 

(Raccogliamo i particolari della vita che ci circonda di notte, quando abbiamo un po’ di tempo...)

Domattina sarà mamma Bertha che si alzerà, preparerà la colazione, aiuterà Jhonni a vestirsi, brontolerà un poco, gli raccomanderà di non fare tribolare la maestra a scuola e poi lo saluterà con un bacio in fronte.

Ma appena fuori casa ecco aprirsi l’orizzonte di questa cittadella che li ha accolti senza pretese, senza calcoli, l’orizzonte di un umile sogno fatto realtà, soprattutto la realtà viva ed emotiva di una famiglia ricostituita dopo anni di dura, ingiustificata e sofferta separazione.

“Sono felice della vita!”

Non sono parole inventate o sparate sull’euforia di un momento.

Lo vediamo: Jhonni è felice davvero!

Le sue parole sono trasparenti come la sua malattia.

La sua vita, pur trascinata da una seggiola a rotelle, ha spiccato un’impennata inattesa che riporta anche noi alla realtà profonda che ci circonda giorno dopo giorno.

Alziamo lo sguardo e respiriamo con lui questa felicità per la vita.

 

Come sottolinea Giulia: “Forse sono sufficienti queste quattro parole per dare respiro ai nostri sogni, per giustificare gli sforzi di tanti!”