Home Cronaca Sp 513: “Non intervenire efficacemente e tempestivamente porta al collasso”

Sp 513: “Non intervenire efficacemente e tempestivamente porta al collasso”

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Sp 513 Raccolta firme a Vetto
Per la riapertura della 513: un momento della raccolta firme a Vetto

 Mentre sono già 600 le firme raccolte nella Val d'Enza per richiedere una soluzione efficace e definitiva al tema della chiusura della provinciale 513, le associazioni provinciali al completo che compongono Rete Imprese Italia, Cna, Confesercenti, Confcommercio e Lapam Confartigianato Modena e Reggio, dopo essere scese in campo a più riprese per denunciare i disagi causati dalla frana di Vetto e la conseguente interruzione della SP 513 in località Cantoniera, hanno deciso di rivolgersi direttamente alla Regione Emilia Romagna per chiedere un sostegno economico per le attività produttive dei comuni di Vetto e Ramiseto.

Al disagio dei tanti residenti che quotidianamente devono spostarsi verso la Val D’Enza, - si legge nella lettera inviata nei giorni scorsi - si somma quello di tutte le attività produttive, da quelle di produzione, ai servizi commerciali e turistici, che dipendono da questo vitale asse viario che collega diversi paesi dell’Appennino reggiano”.

“Come Associazioni d’impresa – continua la nota dei Presidenti Nunzio Dallari (Cna), Dario Domenichini (Confesercenti), Donatella Prampolini (Confcommercio) e Erio Luigi Munari (Lapam-Confartigianato) - ci siamo fatti immediatamente carico di questo disagio con l’ascolto degli operatori economici, promuovendo incontri con le istituzioni locali,  Comuni, Provincia, Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, con l’obiettivo comune e condiviso di trovare tutte le soluzioni possibili, tecniche ed economiche, per salvaguardare un tessuto economico che, con il perdurare di questa situazione di isolamento, rischia il collasso”.

I Presidenti delle Associazioni, chiedono pertanto: “soluzioni rapide e concrete con la previsione di aiuti economici verso quegli artigiani, negozi, pubblici esercizi, strutture ricettive che vedono compromessa da oltre un mese la loro quotidiana attività, con particolare riferimento all’inizio della stagione turistica, che risulta fortemente compromessa con la limitazione dei flussi turistici verso e oltre questi territori”.

“Il disagio si è già trasformato in disperazione - concludono le Associazioni – per questo motivo chiediamo alla Regione Emilia Romagna di predisporre tempestivamente specifiche risorse di carattere previdenziale, tributario, creditizio, che in termini assoluti non sono elevate ma che potranno avere per le singole imprese in difficoltà un impatto significativo per consentire la prosecuzione delle attività imprenditoriali, peraltro spesso a conduzione familiare”.

1 COMMENT

  1. Consiglio di farsi rendicontare le spese che Provincia e Regione hanno fatto a partire dal 2002 per la pista Gatta-Pianello, ne rimarrete “entusiasti”.

    (Rossella Ognibene per Amici della Terra, Reggio Emilia)

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