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Manghi primo presidente della “nuova” Provincia di Reggio Emilia

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Manghi
Gianmaria Manghi

Il sindaco di Poviglio Giammaria Manghi (Pd) è il primo presidente della ‘nuova’ Provincia di Reggio Emilia, così come è stata ridisegnata dalla Legge 56/2014. Manghi, che era l’unico candidato, ha ottenuto 57.380 voti ponderati pari al 75,62% (bianche e nulle 24,38%). I voti unici sono stati invece 374 pari al 76,33%, bianche e nulle 116 pari al 23,67%.

È ora in corso lo spoglio delle elezioni per il Consiglio provinciale, per il quale concorrono invece due liste: Pd e Terre reggiane.

L’affluenza alle prime elezioni della ‘nuova’ Provincia è stata del 77,34%: alle urne, nell’unico seggio elettorale allestito a piano terra di Palazzo Allende, si sono infatti recati 495 dei 640 amministratori pubblici (sindaci e consiglieri comunali) che potevano votare.

Come noto le elezioni delle ‘nuove Province’ avvengono attraverso un complesso meccanismo di voto ponderato: l’elettore (sindaco o consigliere comunale) che appartiene ad un Comune con un minor numero di abitanti esprime infatti un voto con un valore inferiore rispetto all’elettore (sindaco o consigliere comunale) di un Comune con un numero maggiore di abitanti. Ad esempio, ogni singola preferenza ‘varrà’ 22,778 voti ponderati se espressa da un consigliere o sindaco di Busana o Vetto,  57,332se di Rolo o Casina, 111,672 se di Cavriago o Gualtieri, 171,218 se di Scandiano o Correggio, addirittura 949,434 per i 33 elettori (il sindaco e 32 consiglieri comunali) di Reggio Emilia.

Le ‘nuove’ Province, avranno gli stessi confini e la stessa denominazione delle Province attuali e saranno amministrate da tre organi: il Presidente e il Consiglio provinciale, nonché l’Assemblea dei sindaci.

Il Presidente, avrà la rappresentanza legale dell’ente; convocherà e presiederà il Consiglio provinciale e l’Assemblea dei sindaci; sovrintenderà al funzionamento dei servizi provinciali e svolgerà tutte le funzioni attribuite dal nuovo Statuto.

Il Consiglio provinciale, composto da 12 amministratori eletti tra sindaci e consiglieri comunali in carica, si occuperà di proporre il nuovo Statuto all’Assemblea dei sindaci; approvare regolamenti, piani e programmi; proporre all’Assemblea ed approvare, in via definitiva e previo parere favorevole, il bilancio dell’ente; esercitare le funzioni attribuite dal nuovo Statuto.

L’Assemblea dei Sindaci, composta da tutti gli attuali 45 sindaci reggiani, approverà il nuovo Statuto ed eserciterà compiti propositivi, consultivi e di controllo.

Presidente, consiglieri provinciali e sindaci che comporranno l’Assemblea, non percepiranno alcun compenso (gettone di presenza o indennità) per l’attività svolta in Provincia.

 

8 COMMENTS

  1. Quindi un Sindaco o Consigliere di Busana o Vetto vale 1/43° di quelli di Reggio Emilia, deduco anche che un Montanaro valga sempre 1/43° di un “Cittadino”. Grazie Ministro Del Rio (se è stato lui a progettare questo). Fiero di essere un montanaro!

    (Giovanni)

    • Firma - Giovanni
  2. Farsa o tragedia? Questo PD renziano ci propina un sistema elettorale formato Hong Kong (fulgido esempio di democrazia alla carta) straparla di primarie un giorno sì e l’altro pure, poi fa fuori chi non gradisce (vedi intervista di oggi sul Resto del Carlino di Sonia Masini). Ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate, osservando la penosa sceneggiatura che il Pittibimbo ci propina e che i suoi adepti della prima, seconda, terza ora applicano, se non fosse per i danni che si stanno accumulando e che saremo chiamati a pagare tutti insieme. Qualcuno si sveglierà dal trip?

    (Luigi Bizzarri)

    • Firma - luigibizzarri
  3. La montagna vale sempre più! Grazie, Del Rio e grazie sindaci del crinale, come sempre obbedienti al potere. Caro Del Rio, certamente non leggerai queste righe, impegnato con ben altri problemi, non riconosco il Del Rio, un tempo consigliere regionale, che prese a cuore alcuni problemi della montagna.

    (Fabio Leoncelli)

    • Firma - fabio leoncelli
  4. Un Presidente preconfezionato, 2 liste preconfezionate, criterio di attribuzione dei voti alquanto discutibile; ritengo che sia una fortuna per la maggioranza dei cittadini non aver avuto diritto al voto; mi spiace per i Sindaci e Consiglieri, soprattutto dei Comuni più piccoli, che han dovuto votare nella consapevolezza che il loro voto sarebbe stato considerato un terzo, un quinto, un ottavo, un quarantatreesimo di altri loro colleghi. Noto inoltre che quasi un quarto non ha partecipato al voto, immagino chi per impegni diversi, chi per impossibilità tangibili, ecc. ecc.; ma fra quei 145 ci sarà stato anche chi avrà detto: “ma chi me lo fa fare?” Beh., i cittadini che vi han votato e vi han permesso di ricoprire quel ruolo! Era doveroso andarci,farsa o non farsa! Saluti.

    (Andrea S.)

    • Firma - Andrea.S.
  5. Molti dei consiglieri comunali che non hanno votato lo hanno fatto consapevolmente rinunciando a partecipare alle elezioni di un ente di cui era stata promessa l’abolizione. Con un sistema elettorale che penalizza certi territori e non consente di scegliere ma di ratificare scelte già fatte da altri. E’ stato anche firmato un documento per spiegare questa scelta ed è stata organizzata una manifestazione davanti alla Provincia al momento del voto per spiegare le ragioni del “non voto”.

    (Yuri Torri)

    • Firma - YuriTorri