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Che tempo fa in Appennino? Tutti

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DissestoSembra di essere a marzo. Novembre si sta dimostrando un mese "pazzerello": in due giorni è successo di tutto anche nel piccolo lembo di terra che risponde al nome di alta Val d'Enza.

Ieri acqua torrenziale, oggi un po' di sole nascosto da nuvole che viaggiano da una parte all'altra del cielo e oscurano ogni tanto la visibilità. Attorno a mezzogiorno una breve ma intensa perturbazione ha portato, di nuovo, un violento ma breve temporale. In questo momento (poco fa, attorno alle 13) è riuscito un bel sole caldo. In attesa di un altro repentino cambio di programma meteorologico. La fase più critica c'è stata ieri quando una "bomba" d'acqua ha colpito attorno alle 16,20 il passo del Lagastrello. I pochi (per fortuna) automobilisti di passaggio hanno raccontato di scene di maltempo mai viste prima in alta valle: una pioggia torrenziale si è abbattuta in pochi minuti sul passo e su tutta l'alta Val d'Enza, impedendo di fatto la circolazione viaria per diverso tempo. Molto preoccupati i malcapitati automobilisti di passaggio sul valico che hanno vissuto veri e propri minuti di terrore.

Il maltempo che tanto danno ha fatto in Liguria e a Carrara si è abbattuto anche sulla zona del Passo del Lagastrello, come una furia senza controllo, con raffiche di vento paurose che sono proseguite durante tutta la notte ed anche tuttora interessano con insistenza l'alta valle che dal Lagastrello scende nelle due province di Reggio e Parma.

Il fiume Enza, che nasce proprio dal passo e dopo ben 90 km di tortuoso e tribolato percorso confluisce nel grande Fiume, il Po, è tenuto costantemente sotto controllo; ad ogni più piccolo movimento di pericolo piena per informare le autorità preposte che si trovano nella Bassa, a rischio inondazione.

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Alla gente non rimane che imprecare: "Piove, governo ladro!" Quante volte l’abbiamo sentita dire questa frase, specialmente in questi giorni tribolati di pieno autunno dal clima "pazzerello". L’espressione è apparsa per la prima volta nel 1861 sulla rivista satirica "Il Pasquino" (come bonaria parodia degli slogan contro il governo e in generale contro il potere costituito, colpevole di tutti i mali possibili e quindi anche della pioggia). Della pioggia sicuramente i governi che si sono succeduti nel nostro Paese non sono colpevoli, però di altre situazioni sì. Per la posizione geografica dell'alta Val d'Enza, uno dei territori più piovosi d'Italia, di acqua se n'è sempre sentito parlare, dei danni causati dall'acqua pure, visto che li hanno provati sulla propria pelle tantissimi montanari da decenni a questa parte. Tutto questo per dire che da sempre le nostre terre sono intrise di storie di acqua e di uomini in lotta contro gli eventi atmosferici e la natura. Non è colpa dei fiumi se le acque provocano morte e distruzione: l’uomo, i fiumi, una volta liberi, li ha irreggimentati, racchiudendoli in stretti alvei a volte insufficienti. La Protezione civile lavora da sempre per la manutenzione  dei corsi d’acqua, piccoli o grandi che siano, ma purtroppo ogni volta che piove un po' più forte nascono seri problemi legati al dissesto idro-geologico. Però la mosca al naso viene ai cittadini quando gli  viene detto che un certo disastro è avvenuto perché “i soldi stanziati non sono stati spesi” o spesi in opere (l’ultima, il lungo muro di cemento travolto dall’alluvione di Avenza e di Marina di Carrara di pochi giorni fa) che non servono ma producono pure danni incalcolabili.  Poi l’incuria della gente, che considera a volte i corsi d’acqua alla stregua di fogne a cielo aperto; i frontisti che non tagliano l’erba dei fossi, dove crescono perfino piante; la perdita dei contadini, fagocitati dall’industria: una categoria di persone dedita alla cura della terra spesso sottovalutata se non derisa, che invece è la sola che, coltivando i terreni agricoli da oltre 10mila anni, ci ha permesso di “mangiare” fino ad ora (bisognerebbe insegnare agli studenti che “la roba da mangiare” viene dalla campagna e non dai supermercati: certi studenti delle nostre città non hanno mai visto dal vivo nè una gallina nè tantomeno una mucca).

Che tempo fa in Appennino? Tutti. Uno sfogo mentre fuori diluvia. Ieri sera non si è visto nessuno in giro sulle strade delle terre alte del Lagastrello & dintorni. Un autunno molto triste e molto bagnato ma per fortuna, almeno in alta Val d'Enza, senza danni significativi. Piove. E diluvia. Piove e diluvia anche nelle zone dove tanta gente di montagna si è trasferita molto tempo fa per cercare lavoro e fortuna, lontana dai propri monti: gente che si è sempre "fatta il mazzo" che per l’ennesima volta si è vista portare via tutto (a Carrara, a Spezia, a Genova, a Parma). Come sempre si tirerà su le maniche e ripartirà da capo, lavorando come muli per ritornare a come si era prima delle maledette alluvioni. Sperando pure negli aiuti delle istituzioni, che a volte la tirano troppo per le lunghe. Un abbraccio di grandissima solidarietà ai fratelli carraresi, spezzini, genovesi e parmigiani che stanno tribolando da molto tempo con la furia degli elementi e soprattutto dell'acqua che tanto danni e lutti ha portato in Liguria, Lunigiana e in Emilia (e forse anche per la colpa di alcuni uomini che dovevano fare e non hanno fatto nulla o hanno fatto male le opere che servivano alla popolazione). Gente seria che da sempre lavora onestamente da mattina a sera e a che fare con il mostro chiamato burocrazia. Gente importante che combatte quotidianamente contro tutto e tutti. E che ha perso tanto, troppo. E che merita tantissimo rispetto, solidarietà e aiuti concreti. Da parte di tutti noi.