Con dicembre arriva anche l'inverno, il giardino e l'orto in questo periodo riposano e i lavori da fare sono pochi e poco impegnativi. Facendo due passi nel nostro giardino, però, possiamo trovare l'ispirazione per festose ed originali decorazioni natalizie. Con i rami di abete o di conifera, qualche ramoscello di agrifoglio e con un po’ di abilità manuale è possibile creare delle ghirlande, ma anche delle bellissime composizioni e per abbellirle si possono usare delle pigne: ed ecco che la casa assume un aspetto natalizio!
Ed a proposito di abete, questa conifera sempreverde viene spesso utilizzata, sia vera che finta, come albero di Natale ed addobbata con piccoli oggetti colorati, luci, festoni, dolciumi, piccoli regali impacchettati e altro. L’abero di Natale, insieme al presepe, è una delle più diffuse usanze natalizie.
Alla base dell'albero natalizio stanno gli antichissimi usi, presso varie culture, di decorare i vari Alberi del Paradiso con nastri e oggetti colorati, fiaccole, piccole campane, animaletti votivi, nonché la credenza che le luci che li illuminavano corrispondessero ad altrettante anime. In particolare l'abete era sacro a Odino, potente dio dei Germani.
Nel Medioevo i culti pagani vennero intesi come una prefigurazione della rivelazione cristiana. Oltre a significare la potenza offerta alla natura da Dio, l'albero divenne quindi simbolo di Cristo, inteso come linfa vitale, e della Chiesa, rappresentata come un giardino voluto da Dio sulla terra. Nella Bibbia il simbolo dell'albero è peraltro presente più volte e con più significati, a cominciare dall'albero della vita posto al centro del paradiso terrestre per arrivare all'albero della Croce, passando per l'albero di Jesse (rappresenta una schematizzazione dell'albero genealogico di Gesù).
La tradizione dell'albero di Natale, così come molte altre tradizioni natalizie correlate, è sentita in modo particolare nell'Europa di lingua tedesca, sebbene sia ormai universalmente accettata anche nel mondo cattolico (che spesso lo affianca al tradizionale presepe). A riprova di questo sta anche la tradizione, introdotta durante il pontificato di Giovanni Paolo II, di allestire un grande albero di Natale nel luogo cuore del cattolicesimo mondiale, piazza San Pietro a Roma. D'altronde un'interpretazione allegorica fornita dai cattolici spiega l'uso di addobbare l'albero come una celebrazione del legno in ricordo della Croce che ha redento il mondo. La similitudine tra albero sacro e Croce fu usata anche dai missionari cristiani tra l'VIII e X secolo per convertire i popoli germanici in Europa centro-settentrionale.
Il teologo luterano Oscar Cullmann sostiene che l'albero di Natale accoglie, certamente, i miti dell'albero, simbolo del rinnovarsi della vita, delle antiche genti europee, ma direttamente esso trae la sua origine dagli alberi innalzati, e ornati di frutti e altri simboli cristiani, davanti alle cattedrali: durante queste cerimonie, quasi liturgiche, si mettevano in scena episodi biblici, come il Genesiaco racconto dell'antro della vita.
L'uso moderno dell'albero nasce secondo alcuni a Tallin, in Estonia, nel 1441, quando fu eretto un grande abete nella piazza del Municipio, Raekoja Plats, attorno al quale giovani scapoli, uomini e donne, ballavano insieme alla ricerca dell'anima gemella. Tradizione poi ripresa dalla Germania del XVI secolo. Precedentemente a questa prima apparizione "ufficiale" dell'albero di Natale si può però trovare anche un gioco religioso medioevale celebrato proprio in Germania, il 24 dicembre, il "gioco di Adamo ed Eva" (Adam und Eva Spiele), in cui venivano riempite le piazze e le chiese di alberi da frutta e simboli dell'abbondanza per ricreare l'immagine del Paradiso. Successivamente gli alberi da frutto vennero sostituiti da abeti poiché questi ultimi avevano una profonda valenza "magica" per il popolo. Avevano specialmente il dono di essere sempreverdi, dono che secondo la tradizione venne dato loro proprio dallo stesso Gesù come ringraziamento per averlo protetto mentre era inseguito da nemici. Non a caso, sempre in Germania, l'abete era anche il posto in cui venivano posati i bambini portati dalla cicogna.
In Italia la prima ad addobbare un albero di Natale fu la regina Margherita nella seconda metà dell'Ottocento al Quirinale, e da lei la moda si diffuse velocemente in tutto il Paese: non a caso l'albero di Natale è una delle poche tradizioni straniere ad essere arrivate in Italia prima della sua diffusione, di tipo più consumistico, del secondo dopoguerra.
Nei primi anni del Novecento gli alberi di Natale hanno conosciuto un momento di grande diffusione, diventando gradualmente quasi immancabili nelle case dei cittadini, sia europei che nordamericani, e venendo a rappresentare il simbolo del Natale probabilmente più comune a livello planetario.
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Il fiore del mese: Stella di natale ed Elleboro
La Stella di Natale è una pianta ornamentale originaria del Messico, nazione nella quale cresce spontaneamente e dove, allo stato selvatico, può raggiungere anche un'altezza fra i due e i quattro metri.
La sua bellezza è senza dubbio la fioritura ma, al contrario di quello che si può pensare, il suo fiore, con petali e sepali disposti a coppa, non è rosso ma di colore giallo e circondato da una corona di cinque foglie rosse (brattee).
È una pianta tipicamente foto periodica o brevidiurna; per questo la sua fioritura avviene in pieno inverno quando le giornate sono più corte. Una buona luminosità favorisce una crescita rigogliosa ma per avere una buona fioritura la pianta deve stare per buona parte della giornata al buio. Andrà quindi posta in un luogo dove non riceva luce artificiale e in un ambiente comunque illuminato da non più di otto ore di luce solare.
La sua coltivazione, praticata specialmente nelle aree più calde del Mediterraneo, richiede una temperatura tra i 14 e i 22°. Può vivere anche a temperature più basse, ma non sopporta il gelo. Va concimata, nel periodo invernale, almeno ogni quindici giorni con del potassio e del fosforo e innaffiata ogni due o tre giorni. In primavera va potata e rinvasata prestando molta attenzione al fusto e alle radici che sono molto delicati.
La Stella di Natale è una pianta tipicamente natalizia: spesso, quando perde le foglie, viene buttata via; invece, se ha delle buone radici e viene posta in un luogo luminoso, lasciandola vegetare per tutta l'estate, a fine settembre, quando verrà riportata all'interno, riprenderà la sua fioritura. Durante il riposo estivo la si potrà tenere al sole con innaffiature anche sporadiche ma con qualche concimazione mensile.
Vorrei spendere due parole anche su un fiore che io adoro ma che purtroppo non riesco a coltivare: l'Elleboro, comunemente conosciuto anche come Rosa di Natale.
L'Elleboro appartiene alla tribù delle Ranuncolaceae e comprende circa trenta specie perenni, alcune le troviamo spontanee anche nel nostro territorio.
Il luogo prescelto per la coltivazione non dovrà essere eccessivamente soleggiato. Il terreno dovrà essere fertile, ben drenato, con concimazioni periodiche, preferibilmente organiche.
La messa a dimora avviene in settembre-ottobre a 30-40cm di distanza, avendo cura di non interrare la sommità degli apparati radicali a più di 2-3cm di profondità. Se lasciati indisturbati, con le giuste condizioni, si possono riprodurre spontaneamente. In generale gli Ellebori mal sopportano i trapianti. La semina non è complicata, ma richiede cura e soprattutto tempo. I primi risultati non si vedranno prima di tre anni.
Nel mio peregrinare in varie fiere ho avuto l'opportunità di poter ammirare diverse specie dai vari colori e forme.
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La ricetta del mese: biscotti di pan di zenzero o Gingerbread
Ingredienti:
- 350 gr. farina tipo "00”
- 160 gr. di zucchero
- 150 gr. di burro
- 1 uovo
- 1 pizzico di sale
- 150 gr. di miele
- 2 cucchiai rasi di cannella in polvere
- 1/4 di cucchiaio di noce moscata in polvere
- 2 cucchiaini rasi di zenzero
- 1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
- 1/2 cucchiaino di bicarbonato.
In una capiente ciotola, o nel vaso del mixer setacciate la farina con lo zucchero, aggiungete le spezie, il bicarbonato e in ultimo anche il burro freddo tagliato a tocchetti. Aggiungete anche il miele e azionate a media velocità, fino a ottenere un composto “bricioloso”. In ultimo unite anche l'uovo e impastate ancora qualche istante fino a ottenere una palla.
Avvolgete l’impasto di pan di zenzero nella pellicola trasparente e ponetelo in frigorifero per circa 2 ore. Trascorso il tempo necessario stendete l’impasto con un mattarello fino ad ottenere una sfoglia dello spessore di 4 mm; ricavate delle sagome con dei tagliapasta di diverse forme natalizie oppure a forma di omino, ponete su una teglia coperta con carta forno e passate in forno caldo a 180° per circa 10-12 minuti, fino a che saranno dorati.
Nel frattempo preparate la glassa montando a neve ferma l’albume e incorporando poco alla volta, sempre sbattendo, lo zucchero al velo. Suddividete la glassa in tante ciotoline quanti sono i colori che vorrete usare e aggiungete in ognuna un colorante alimentare, ponetela in una tasca da pasticcere con la bocchetta liscia e molto stretta, e decorate a piacere i vostri biscotti di pan di zenzero.
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Proverbio del mese:
A Sant'Ambrogio (7 dicembre) il freddo cuoce.
Da Santa Lucia a Natale il dì s'allunga quanto un passo di cane.
Dicembre nevoso, anno fruttuoso.
Dicembre gelato non va disprezzato.
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Con questo articolo di fine anno ringrazio i lettori che mi hanno seguito e auguro a tutti i migliori auguri di Liete Feste!
Congratulazioni per le informazioni storiche, interessanti e molto precise. Anche la Stella di Natale, bel fiore e bella storia, i proverbi. Ma i biscotti di pan di zenzero… siamo nella patria storica dei suini, al posto dello zenzero con bicarbonato e chiodi… metti un bel cotechino con fagioloni, ciccioli e fegatini, un bicchiere di Lambrusco e siamo tutti felici. Buone feste.
(Giubba)