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“Un regalo per Babbo Natale” di Pina Irace

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La copertina del libro di Pina Irace

Un regalo per Babbo Natale

 

24 dicembre, ore 18.00. Lapponia, fabbrica di Babbo Natale.

Gli gnomi aiutanti di Babbo Natale sono seriamente preoccupati.

La notte di Natale sta per arrivare e quante cose ancora ci sono da fare: caricare i regali, controllare la lista, organizzare la partenza, concertare gli ultimi dettagli per le consegne. È vero che il lavoro si è ridotto da quando le renne sono andate in pensione e la vecchia slitta è stata sostituita da un jet privato supersonico multiaccessoriato (compreso un montacarichi turbo e un distributore di regali elettronico!) ma perché Babbo Natale sta ancora chiuso nel suo ufficio, cammina avanti e indietro e si gratta insistentemente la barba bianca?

- Uno, due e tre, tocca proprio a te! – e tocca proprio allo gnomo Fragolarossa, (quello timido, arrossisce solo a guardarlo!), bussare con la mano tremante alla porta mentre, alle sue spalle, i compagni accalcati attendono con il fiato sospeso. Babbo Natale, si sa, è buono e generoso ma è anche pignolo e un po’ brontolone, e soprattutto, guai a disturbarlo. Sarà l’età.

- Chi è? – tuona il vocione al di là della porta.

- …Sssiamo gli gnomi aiutanti… vvvolevamo sapere… se è tutto a ppposto?... -sussurra la vocina tremolante al di qua della porta.

- Mandatemi l’Informatore! – tuona Babbo Natale.

Uno gnomo vestito di nero munito di un grosso computer si fa largo nel gruppo: è l’Informatore.  Per essere più chiari è quello che va in giro per il mondo ad annotare i comportamenti dei bambini: capricci, lagne, buoni propositi, belle promesse, eccetera, eccetera. Lui si mimetizza, si nasconde, spia dalle finestre, ascolta dalle tubature dell’acqua, origlia dai camini ed è sempre ben aggiornato.  Babbo Natale lo sa che i bambini sono tutti buoni ma quando ha qualche dubbio …

- Hai controllato? - chiede allo gnomo computerizzato sventolando una letterina azzurra con la cornicetta rossa.

- Certo - gli risponde il solerte aiutante, digitando con abilità sulla tastiera – Luigino, anni 7, di Valbella Italia, si è comportato in modo esemplare nell’anno trascorso, annotati solo 3 capricci.

Il vecchio brontolone si gratta la barba e anche la testa e dice – Bene, preparatevi alla partenza.

Notte di Natale. Cielo stellato.

Babbo Natale, alla guida del suo jet, sta sorvolando i cieli della terra, mentre una pioggia colorata di regali dalla stiva arriva direttamente nelle case dei bambini. Al suo fianco, come vice pilota, c’è la sua renna più affezionata che alla pensione ha preferito il brevetto da aviatore.

- Aspettami qui - gli dice il vecchio cedendogli la guida – ritorno subito.-

e si tuffa in un comignolo.

Notte di Natale. Valbella, Italia. Casa di Luigino, anni 7.

- Queste canne fumarie diventano sempre più strette, dovrò mettermi a dieta- borbotta Babbo Natale seduto nel caminetto in mezzo ad una nuvola di cenere argentata che gli sfarfalla intorno. A vederlo così, sembra uno di quei babbi natale dentro le palle di vetro che, quando li agiti, scompaiono in una tempesta di neve!

Prova ad alzarsi, ma appena fa un passo, inciampa in una sedia, scivola su una macchinina, mette il piede in fallo su di una pallina e cade sul pavimento aggrappato all’albero di Natale che, oscillando, miracolosamente rimane in piedi. - Ah, ah, ah! Che maldestro che sono! Shhh! – ridacchia sotto voce cercando di ritrovare il silenzio della notte che aveva interrotto.

- Ciao! Ti sei fatto male? – un bambino è improvvisamente apparso davanti a lui e lo guarda come se lo conoscesse da sempre. Quasi quasi si perde in quel pigiama di due taglie in più e, tra uno sbadiglio e l’altro, gli chiede: – Hai ricevuto la mia letterina?

- Certo Luigino - gli risponde Babbo Natale massaggiandosi il fondoschiena ancora acciaccato dalla caduta – eccola! – e tira fuori dalla tasca la letterina azzurra con la cornicetta rossa che lo aveva messo tanto in pena.

- So anche che sei stato molto buono e non vorrei deluderti, ma sono qui per farti una domanda, perché come regalo mi hai chiesto solo di diventare grande? I grandi, lo sai,  non ricevono più i regali da Babbo natale, non era meglio un trenino elettrico?

Luigino, con la faccia seria e anche un po’ arrabbiata, gli risponde in un fiato: - Perché sono stanco. Sono stanco di correre in camera mia perché sono troppo piccolo, di essere preso in giro da mio fratello grande perché sono ancora piccolo, di andare a letto presto perché sono molto piccolo, di mangiare solo cose da piccoli e fare quello che fanno i piccoli. Io voglio diventare grande!

Anche l’espressione di Babbo Natale è diventata seria, e una profonda malinconia si è impadronita dei suoi occhi – Allora vieni con me, voglio mostrarti una cosa.

Notte di Natale. Cielo stellato.

Luigino non riesce a crederci – E io che ti immaginavo ancora con la slitta e le renne, ma questo jet è iperfantastico! – E col naso incollato al finestrino guarda la miriade di pacchetti infiocchettati che punteggiano il cielo e vanno a fare compagnia alle stelle.

Notte di Natale. Kabul, Afghanistan. Casa di Ahmad, anni 7.

Il jet vola sopra una casa spoglia, con il tetto distrutto e le finestre coi vetri rotti. Non è molto diversa dalle altre. - Lì abita Ahmad – dice Babbo Natale - ha la tua età ma è il più grande di 5 fratelli. Tra un po’, prima che faccia giorno, come ogni mattina di qualsiasi stagione, uscirà da quel portone per andare a lavorare al Bazar come garzone. Tutto il giorno, per pochi spiccioli.

Notte di Natale. Nord Kivu, Repubblica Democratica del Congo. Campo di Baby Boy, 7 anni

Lo strano equipaggio della notte di Natale prosegue il suo viaggio e sorvola un campo militare. Ammassati, tra i soldati adulti, dormono bambini. Qualcuno è abbracciato ad un fucile.

- Quello laggiù è Baby Boy – dice Babbo Natale indicandone uno avvolto dal buio – è il suo nome di battaglia. Dapprima portava la torcia per i soldati ribelli ma ci ha messo poco ad imparare come si usa una granata. Anche lui ha 7 anni, o quasi, tra un mese è il suo compleanno.

Notte di Natale. Sialkot, Pakistan. Fabbrica di Latif, 7anni.
Il jet si arresta un attimo in volo.
- Lo vedi quel casermone là in fondo? – chiede Babbo Natale a Luigino che non ha mai staccato gli occhi dal finestrino – Lì invece lavora Latif.  Cuce palloni, a mano. Tutti i giorni, sempre lo stesso lavoro che rovina le dita. E a lui neanche piace il calcio, preferisce il cricket.  Latif è il più piccolo di 12 fratelli, ha 7 anni.

Notte di Natale. Cielo stellato.

Luigino continua a guardare fuori, in silenzio.

- Sai piccolo mio - Babbo Natale va sedersi accanto a lui (alla guida ha lasciato  la renna!) - Ahmed, Baby Boy e Latif  sono diventati grandi ma nessuno di loro lo aveva chiesto in dono.

Vuoi sapere invece qual è il regalo che io desidererei ricevere più di ogni cosa?

Luigino fa un cenno col capo come per dire sì.

- Vorrei che tutti i bambini del mondo tornassero ad essere soltanto bambini. E non mi darò pace finché questo non gli verrà permesso.

Caro Luigino, se tu vuoi veramente diventare grande devi solo restare così come sei, un bambino. Si cresce piano piano, a piccoli passi.

L'alba sta per spuntare.

Gli ultimi doni sono stati consegnati ed il jet supersonico, con la pancia vuota, è pronto per il rientro alla base.

Purtroppo, anche il momento dei saluti è arrivato. Luigino con un salto si aggrappa al collo di Babbo Natale, lo abbraccia forte forte e  gli sussurra in un orecchio: – Ce l’hai ancora il trenino elettrico?

Il vecchio, buono e generoso ma pignolo e un po’ brontolone, non riesce a trattenere una lacrima che subito si perde nel labirinto della lunga barba bianca.

Luigino, forse non lo sa ancora, ma quella notte, un piccolo passo lo ha già compiuto.

- Direzione Lapponia?- chiede la renna vice pilota.

- Direzione Lapponia.- risponde Babbo Natale. Ora lo attendono le meritate ferie, magari in un bel posto caldo.

 

 

Pina Irace, di Positano, vive a Reggio Emilia dove da anni si dedica ad attività rivolte ai bambini con laboratori di teatro e lettura espressiva, spettacoli di narrazione e promozione alla lettura. È inoltre autrice dell’Albo illustrato “Il domatore di foglie” illustrato da Maria Moya, edito da ZOOlibri, presentato alla Fiera Internazionale del Libro di Bologna 2014, appena pubblicato anche in Cina. “Il domatore di foglie” è una piccola storia che parla di libertà e di coraggio, di voglia di conoscere il mondo andando aldilà degli schemi già definiti, dello spirito di iniziativa di un singolo che può essere il motore trainante per tanti. È una piccola storia che parla di quelle grandi emozioni che solo i bambini sanno comprendere così bene.

Dal libro è tratto lo spettacolo per bambini "Le quattro stagioni" in programmazione per la stagione teatro ragazzi per le scuole 2014/15 dell'associazione 5T di Reggio Emilia.

 

 

 

 

 

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