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Stop (per ora) allo smantellamento dei presìdi ospedalieri

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Giuntar egionaleCirca i lavori tenutisi in Assemblea regionale questo pomeriggio, un paio di note sono state rilasciate da esponenti politici. Le vediamo in successione (Sel e poi M5S), cogliendo da esse la stessa notizia: il sovrano parlamento emiliano-romagnolo impegna la giunta a congelare tutte le operazioni di riordino dei presidi ospedalieri.

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Scrivono da Sinistra ecologia e libertà

Approvata all'unanimità la risoluzione, i cui primi firmatari sono i consiglieri regionali Yuri Torri e Igor Taruffi (Sel), per il mantenimento e la sicurezza dei servizi sanitari legati alla nascita in aree periferiche, in particolare di montagna. Una discussione che riguarda da vicino il punto nascita di Castelnovo ne' Monti. "Sono molto soddisfatto non solo per l'approvazione di questa risoluzione che impegna la giunta a confrontarsi con gli enti locali e le realtà territoriali e a cercare soluzioni per mantenere aperti i punti nascita, ma anche per il lavoro svolto insieme agli altri gruppi consiliari. Era importante che non ci fossero prese di posizione strumentali su un tema così importante. Lo scopo deve essere quello di andare incontro alle esigenze dei cittadini tenendo conto delle diverse realtà territoriali preservando e migliorando i servizi. Solidarietà e flessibilità  - sostiene il consigliere Yuri Torri - devono essere le parole chiave nella discussione sulla riorganizzazione della rete ospedaliera". Anche il capogruppo di Sel, Igor Taruffi, è intervenuto durante il dibattito per sottolineare l'ottimo lavoro svolto dai gruppi consiliari che ha prodotto una mediazione positiva. "I cittadini hanno bisogno di parole chiare perchè i presidi ospedalieri toccano da vicino la vita delle persone. L'Assemblea ha preso oggi una posizione chiara, impegnando la giunta a sospendere ogni intervento nei presidi ospedalieri della Regione, mantenendo ferma la vigente programmazione delle conferenze territoriali socio-sanitarie almeno fino ad approvazione del nuovo piano ospedaliero. Auspichiamo ora che anche la Conferenza territoriale e il comitato di distretto lavorino insieme in questa direzione".

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Scrivono dal M5S

Stop allo smantellamento dei presidi ospedalieri, punti nascita compresi, almeno fino a quando non verrà presentato il nuovo piano di organizzazione sanitario. Il M5S è riuscito a far passare in aula un importante provvedimento per la tutela del sistema sanitario regionale. L’Assemblea legislativa, infatti, ha approvato a larga maggioranza una risoluzione che ricalcava le richieste portate avanti da tempo del Movimento 5 Stelle e che impegna la giunta a congelare tutte le operazioni di riordino dei presidi ospedalieri fino a quando non sarà resa nota la riorganizzazione che l’assessore Venturi ha annunciato già da tempo. "E’ stato riconosciuto il nostro impegno verso questo tema visto che è da ormai molto tempo che il M5S porta avanti una battaglia determinata per la tutela presidi sanitari di zone particolari, come possono essere i paesi di montagna", spiega Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S e vicepresidente della Commissione sanità. "Per questo abbiamo votato a favore della risoluzione che prevede, come chiedevamo da tempo, il congelamento di ogni intervento in attesa della definizione delle linee guida per la riorganizzazione del piano ospedaliero regionale. E’ un primo passo perché continuamente ci arrivano segnalazioni dai cittadini di tentativi di depotenziamento in giro per la regione e quindi crediamo che mettere un punto fermo, dire stop a questo tipo di politiche, sia di fondamentale importanza”. Il M5S ha poi ritirato un emendamento alla stessa risoluzione che chiedeva alla giunta di agire sulla Conferenza Stato-Regioni per rivedere i criteri che attualmente mettono a rischio diversi presidi sanitari, primo tra tutti il punto nascite di Castelnovo ne' Monti in provincia di Reggio Emilia. Tema che ha raccolto l’interesse anche della maggioranza e che sarà presentato come provvedimento a sé nei prossimi giorni per una discussione più approfondita. “Anche se siamo soddisfatti del risultato raggiunto non possiamo che notare il totale silenzio dell’assessore Venturi oggi in aula – conclude la consigliera Sensoli – Per noi si tratta di una cosa molto grave perché ci aspettavamo un commento su tematiche che interessano migliaia di cittadini. E invece il nostro assessore alla sanità ha preferito continuare nella sua convinzione che sia meglio parlare sulle pagine di un giornale che in Assemblea davanti ai tutti consiglieri”.

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Aggiornamento 26 giugno 2015 ore 13,30

Altre dichiarazioni in merito alla discussione di ieri

Paolo Zoffoli e Luciana Serri (Pd) hanno confermato l’impegno della Regione a valutare singolarmente le differenti situazioni territoriali: “È importante fotografare globalmente il sistema sanitario del nostro territorio, c’è la volontà di fermare l’esecutività di qualsiasi atto che riguardi i piccoli ospedali, in attesa della discussione delle linee guida sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, che dovranno tenere conto dei bisogni del territorio. Analizzeremo situazione per situazione, con l’obiettivo di investire maggiori risorse per dare risposte ai nostri cittadini”. Per Marcella Zappaterra (Pd) “il Pd non condivide ragionamenti legati a singoli presidi, c’è tutto lo spazio per il confronto, al fine di garantire la sicurezza sanitaria”.

Daniele Marchetti e Gabriele Delmonte (Ln) hanno ribadito la necessità di conservare il punto nascite di Castelnovo ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia: “Il territorio bolognese, con la chiusura del punto nascite di Porretta Terme, ha già pagato. Castelnovo ne’ Monti rappresenta un caso analogo, evitiamo gli stessi errori, abbiamo assistito in questi mesi a cambi di rotta continui da parte dell’assessore alle politiche per la salute, stiamo parlando di aree, quelle montane, lontane dai grandi centri urbani. Ora, ci attendiamo un confronto serio in commissione”.

Tommaso Foti (Fdi) ha proposto un nuovo atto di indirizzo sul tema, nel quale si chiede di “mantenere in funzione il punto nascite di Castelnovo ne’ Monti, in deroga a quanto previsto dall’accordo Stato-Regioni in virtù delle particolari condizioni previste per i territori disagiati, ove non sia possibile attivare il trasporto medico assistito per le partorienti”. Il consigliere, infine, ha lamentato “il silenzio dell’assessore alle politiche della salute”, presente in aula durante il dibattito.

Nel suo intervento, Galeazzo Bignami (Fi) ha affermato: “A suo tempo avevo chiesto di conservare il punto nascite di Porretta Terme, oggi la situazione si sta ripetendo a Castelnovo ne’ Monti, stesse problematiche, stesse scuse: i 500 parti, poi ci viene raccontato che la scelta di chiudere il presidio andrebbe incontro alle esigenze dei cittadini, per la loro sicurezza sanitaria”. Il consigliere ha chiesto all’Assemblea di stralciare la risoluzione a sua firma sui servizi di emergenza della Valle del Reno dal blocco degli altri atti sul punto nascite di Castelnovo: il documento, discusso singolarmente, è stato respinto dall’aula.

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Aggiornamento 26 giugno 2015 ore 15

Silvia Prodi, consigliere regionale Pd

"Ridare voce alle comunità locali consultando i territori": è il punto cruciale della risoluzione sui punti nascita approvata ieri pomeriggio dall'assemblea regionale dell'Emilia-Romagna. Soddisfatta Silvia Prodi, consigliera Pd che si dice vicina alle istanze di chi vuole tutelare il punto nascite dell'ospedale S. Anna di Castelnovo ne' Monti. Il documento, sottoscritto dalla maggioranza e da quasi tutte le opposizioni, ha ottenuto il via libera a maggioranza assoluta. «Con questa risoluzione, volta a garantire il mantenimento dei servizi sanitari legati alla nascita e la sicurezza delle prestazioni erogate, i territori tornano a essere protagonisti del dibattito. Per quanto riguarda il punto nascite di Castelnovo ne' Monti, sarà mio impegno sostenere le istanze delle comunità e degli enti locali nella definizione dei contenuti del Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale. Il punto nascite è un presidio fondamentale per un territorio disagiato come quello dell'Appennino reggiano: copre un'area vastissima, con località e frazioni che distano anche 70 km – un'ora e 40 di percorrenza in condizioni climatiche favorevoli – da Reggio Emilia. Il percorso di riordino della rete ospedaliera regionale non deve privare del servizio la popolazione della montagna reggiana, ma garantire competenze professionali, sicurezza e prestazioni di qualità, al di là delle criticità legate al territorio e al contesto demografico».

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Aggiornamento 26 giugno 2015 ore 15,15

Giuseppe Pagliani, consigliere comunale Reggio Emilia e capogruppo provinciale Forza Italia

Per primi lo scorso anno (novembre 2014) siamo intervenuti per tutelare il punto nascite dell’Ospedale S. Anna, che rappresenta un irrinunciabile servizio sanitario fornito alle famiglie dell’intero Appennino reggiano e che può continuare a svolgere la propria funzione a Castelnovo ne' Monti come punto decentrato dell’Arcispedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia in attesa del completamento dell’iter di fusione tra le due aziende sanitarie reggiane. Dobbiamo tenere attentamente conto del disagio dei territori montani e del crinale appenninico reggiano. Chi abita a Busana od a Ligonchio come può usufruire dei servizi sanitari del reparto di ostetricia dell’Arcispedale S. Maria Nuova? I tagli alla sanità devono considerare i territori disagiati. Da sempre ci battiamo per far si che il presidio sanitario castelnovese conservi tutte le specialistiche indispensabili per poter affrontare anche le urgenze oltre ai servizi nevralgici quali sicuramente in montagna è la neonatologia. Partecipando ad incontri pubblici svoltisi in consiglio comunale a Castelnovo ne' Monti con il direttore generale dell’Ausl reggiana Fausto Nicolini non si era mai neppure accennata l’ipotesi di chiudere il reparto di ostetricia castelnovese. Una nostra priorità per il governo e l’amministrazione del territorio reggiano è la tutela dei presidi ospedalieri della provincia, la situazione nella quale riversa l’ospedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia è di congestione totale di alcuni suoi reparti e divisioni, pertanto non vi è alternativa alla possibilità di specializzare gli ospedali della provincia mantenendo aperti i reparti fondamentali presso i nosocomi stessi. Si pensi piuttosto a risparmiare nella burocrazia riducendo ad una le aziende sanitarie reggiane che sono ad oggi inspiegabilmente due, semplificando e tagliando dei ruoli dirigenziali doppi che rappresentano delle inutili e costose sovrapposizioni.

9 COMMENTS

  1. Di mozioni ne ho votato a decine. Aria fritta. Poveri noi, cosa non si fa per fare scena. Stasera a Telereggio Bonaccini ha fatto lo gnorri, ma tanto si sa che hanno già deciso (ha detto che a Porretta tutti son contenti e non è morto nessuno). Un po’ di fumo per fare nebbia e poi via… zac! Montanari state sereni che ci penso io…

    (Luigi Bizzarri)

    • Firma - luigibizzarri
  2. Tavoli istituzionali, passaggi istituzionali, sedi istituzionali dove discutere del punto nascite del S. Anna sono come il gioco delle tre tavolette dove vince sempre chi tiene il banco e alla gente non rimarrà che lo scorno finale. Allora avanti col comitato “Salviamo le cicogne di montagna” fatto da gente per la gente che possa far sentire forte e chiara la voce degli uomini, delle donne e delle famiglie della montagna senza tornaconto politico. Serve continuare a premere sull’opinione pubblica affinchè i politici e i deboli amministratori trovino la dignità di scendere in piazza con la gente a protestare. Forse non servirà ad evitare la chiusura del punto nascite, ma condividere la piazza ci restituirà una montagna consapevole, unita e determinata.

    (Federico Tamburini)

    • Firma - FedericoTamburini
  3. Sarà anche aria fritta come dice lei, ma ieri sera l’assessore Venturi, in un comunicato, ha detto che questo è un atto di indirizzo che la giunta rispetterà e ha aggiunto: “Certo che sospendiamo. Non facciamo blitz”. Non credo l’assemblea legislativa avrebbe potuto fare più di così (documento votato all’unanimità). Ora anche a livello territoriale speriamo lavorino tutti in questa direzione.

    (S.M.)

    • Firma - S.M.
  4. Vede “S.M.”, se lei ascolta bene l’intervista di Bonaccini a Telereggio e quel suo insistere sulla chiusura di Porretta che, a suo dire, non ha provocato alcun disagio, si rende conto che il precedente sarà utilizzato come metodo. Quanto poi alla pronuncia dell’Assemblea, è chiaramente a termine, demandando al piano regionale ogni decisione. Sarebbe come dire sospendiamo l’introduzione di nuove tasse sino alla decisioni in merito del comitato preposto alla introduzione di nuove tasse. Un artifizio dialettico… Lo ha spiegato bene il dott. Nicolini: “La politica per par suo ha già deciso”. Si tratta solo di trovare il metodo per rendere meno dolorosa la supposta. Zero: questo è il tasso attuale di credibilità di una classe politica ai minimi termini. Ormai quattro anni fa (!) 250.000 (duecentocinquantamila) reggiani chiedevano con lo strumento referendario la gestione pubblica del ciclo dell’acqua. In modo spudorato andiamo nella direzione esattamente contraria. Non rispettano la Costituzione, si fanno un baffo della democrazia, si figuri se hanno paura di una mozione assembleare.

    (Luigi Bizzarri)

    • Firma - luigibizzarri
  5. Mi permetto di fare il punto sul punto nascita dopo la risoluzione regionale. Lo faccio per punti (un po’ lunghi, mi scuso) come è più efficace in questa sede di discussione. Lo faccio riferendomi strettamente al tema punto nascita senza elucubrazioni diverse su montagna e questioni generali. finchè non è certificata la sconfitta – e non lo è – chi crede all’obiettivo deve provare a stare sul pezzo.
    1. Le posizioni della Regione e dell’AUSL, assolutamente decisive, a parte i se e i ma, rimangono chiare e a favore della chiusura. Le dichiarazioni internet e intranet sono note e si riferiscono alla mera inderogabilità degli standard nazionali. punto. Poi ci sono la politica e la tecnica e sia l’una che l’altra hanno sempre detto di dover ascoltare i territori e attendere mandati politici sul punto. La loro posizione è chiara e comprensibile. Bene. allora ripartiamo da qui.
    2. Sia il dibattito regionale in assemblea, sia quello pubblico, mi sembra “di qualità”. In pochi chiedono di tenere semplicemente aperto il punto nascita. In molti, e anch’io e Confcooperative, chiedono invece di qualificare ulteriormente il modello di integrazione sperimentato dal 2010 ad oggi. Tutti sanno e vedono che sarebbe necessario e possibile migliorare. Malgrado una crescita della qualità e della civiltà di questo confronto (dirigenti e amministratori regionali vengono in montagna anche in questi giorni, applauditi e non contestati, e mi sembra giusto e grandemente positivo. Qualcuno lo può segnalare? Ce ne diamo atto?). Eppure non si apre il minimo spiraglio di approfondimento reale, nè dai tecnici nè dagli amministratori decisivi.
    3. La maggior parte degli interventi in assemblea regionale ieri hanno confermato la necessità di porre mano ad un modello di sanità in sicurezza per le aree montane riprendendo e valorizzando le nostre argomentazioni. Quindi le osservazioni più costruttive poste ad AUSL e Regione per la conferma e la qualificazione di un punto nascita attivo al S. Anna e integrato con Reggio sembrano “non manifestamente infondate” (più prudente di così non posso). eppure queste istanze non vengono né considerate né approfondite. Serve un mandato politico all’AUSL che, da azienda tecnica, ha dato la sua disponibilità. Noi alle parole date continuiamo a credere.
    4. Malgrado il lavoro di mediazione del consigliere Yuri Torri, che ha il grande merito della tenacia e che giustamente ha preferito una mozione approvata che diceva qualcosa, ad una mozione respinta che diceva tutto, la dichiarazione di voto del PD e l’intervento del Presidente di Commissione del PD, che pure hanno approvato la risoluzione, la dicono lunga sulle volontà. Siamo in salita. La risoluzione ha il merito di tenere aperto il dibattito e consente un’interpretazione impegnativa alla tutela dei territori della Giunta, ma non parla di punti nascita, ma di servizi sanitari alla nascita e conoscendo l’italiano per quel che basta immaginiamo qual è la via d’uscita che si stanno preparando. Ne vogliamo parlare?
    5. L’emendamento del M5S che chiedeva di riportare la discussione alla conferenza Stato-Regioni per una ridiscussione dell’accordo del 2010 è stato respinto con un impegno (lo ha letto a nome del PD la reggiana Prodi) a riprenderlo più puntualmente. Se non era tattica elusiva dovrebbe avvenire davvero e prima della scrittura delle linee guida regionali. Vedremo. Noi alle parole continuiamo a credere e le registriamo.
    6. Anche solo per esclusione, e riascoltando quegli stessi interventi oltre alle dichiarazioni di assessori e dirigenti, abbiamo ormai compreso (e mi permetto di rilanciare decisamente lì la palla per le prossime settimane) qual è l’unico organismo politico che può riaprire una partita che mi pare già molto segnata obbligando la Regione a quel mandato all’AUSL di cui dicevamo. I sindaci di tutto il territorio provinciale riuniti nella conferenza sociosanitaria. Solo la conferenza sociosanitaria provinciale può riaprire i giochi. E’ partecipata da tutti i sindaci della provincia e, immagino loro malgrado, devono rispondere a questa responsabilità decidendo se la montagna fa parte di questa provincia oppure no. E chiaro che lì Regione e AUSL si sentono blindati. Però è lì che dobbiamo tutti continuare la battaglia politica per un punto nascita sicuro a Castelnovo ne’ Monti, sindaco per sindaco, tutti e 45. Anche quelli della montagna che con un documento esprimono una sola opinione ma lì devono rivotare e possono decidere. Anche quelli di Montecchio, Scandiano, Guastalla. Manghi li convochi ed esprimano un orientamento preciso e non ambiguo. Chiediamo anche questo.
    7. Condivido certo che il problema numero 1 è che manca un programma sulla montagna credibile e l’unico credibile dovrebbe pianificare risorse per aumentarne la popolazione in un ciclo ragionevole. Ma questo è un altro tema.
    Chiedendo scusa per la lunghezza enorme a coloro che sono arrivati fin qui. Grazie.

    (GiovanniTeneggi)

    • Firma - GiovanniTeneggi
  6. Siamo ben oltre ad un precedente, signor Bizzarri, hanno una sentenza del Consiglio di Stato a cui fare riferimento. Il dottor Nicolini è ancor più preciso del presidente Bonaccini. Nel suo intervento sull’articolo del 13 giugno il dottor Nicolini, al punto 12, scrive:
    “Infine si legga (andatevi a leggere) la sentenza del Consiglio di Stato sulla chiusura del punto nascita di Porretta, che faceva 140 parti quando è stato chiuso.” La sentenza del Consiglio di Stato – l Consiglio di Stato conferma la sentenza del TAR sul trasferimento della funzione di parto dall’Ospedale di PorrettaTerme”.
    19/09/2014. Il Consiglio di Stato ha confermato, con ordinanza dello scorso 11 settembre, la decisione del TAR Emilia-Romagna sul trasferimento della funzione di parto dall’ospedale di Porretta Terme. Il Consiglio rileva, nelle motivazioni, l’esistenza e la funzionalità dei servizi predisposti per il trasporto in emergenza di mamme e neonati (S.T.A.M., Servizio di Trasporto Assistito Materno, e S.T.E.N., Servizio di Trasporto in Emergenza Neonatale) e il numero dei parti “notevolmente inferiore all’inderogabile minimo di sicurezza”, cosicchè “non sembra potersi configurare alcuna possibilità di mantenimento del punto nascita”. La funzione di parto è stata trasferita dall’ospedale di Porretta Terme e presa in carico dalle Maternità dell’AziendaUsl e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna lo scorso 14 febbraio.” Amen, aggiungo io.

    (MV)

    • Firma - mv
  7. Sono veramente rattristato da come la politica, (lo dico sia da cittadino impegnato in politica, sia da esponente di un partito) sta strumentalizzando la corsa ad essere stati i primi o i più bravi a salvaguardare il punto nascita di Castelnovo ne’ Monti, vedo interventi di esponenti di forze politiche che mai in questi anni si sono occupati della montagna o dell’ospedale. Oggi forse funziona così, serve apparire più che lavorare quotidianamente e non per interesse di bandiera ma per il bene della comunità. Auspico che questa corsa ad arrivare primi serva veramente al nostro territorio e ai cittadini che vi abitano a vincere una battaglia difficile, se questa vittoria non ci sarà, almeno evitiamo come politica e loro rappresentanti di essere ancora tra i primi a incolpare qualcuno. Concludo questo mio intervento con un ringraziamento sia al consigliere regionale, Yuri Torri, che ha svolto un importate lavoro di unità, a Giovanni Teneggi perché ancora oggi ci riconduce alla cruda realtà di quanto ancora dobbiamo lavorare, e bene, tutti insieme per un risultato ancora molto incerto e a coloro che singolarmente, anche con una semplice firma, ci chiedono di essere interlocutori credibili e seri per il “bene comune”. La politica ha una occasione per riprendere un briciolo di credibilità, essere interlocutore dei cittadini del proprio territorio e per un obbiettivo alto che supera qualche semplice consenso in più. Non sprechiamo l’occasione. Insieme per il nostro ospedale.

    (Robertino Ugolotti, capogruppo lista civica Progetto per Castelnovo ne’ Monti)

    • Firma - RobertinoUgolotticapogruppolistaCivicaProgettoperCastelnovonéMonti
  8. So che questa considerazione verrà considerata banale e semplicistica, ma se tutte le forze politiche davvero vogliono, come si legge, che il reparto venga salvato, chi impedisce loro di agire nel senso che proclamano? Sì, sì, troppo semplice, lo so.

    (Tilio)

    • Firma - Tilio
  9. Sono nel giardino di casa, sdraiato e rilassato, di fronte a me la bellezza della Pietra e la vitalità di una natura veramente invidiabili. In questo contesto magico continuano a nascere i nostri bambini le nostre bambine e tutto ciò che viene “chiamato “futuro! Come medico, ma soprattutto come cittadino, nel rispetto profondo della vita, chiedo a tutti coloro che decidono per il nostro futuro un atto di umiltà nei confronti della storia di questo meraviglioso e travagliato territorio, dove anche le piccole cose bisogna guadagnarsele con sudore e sacrificio.

    (Ermanno)

    • Firma - Ermanno