Home Cronaca Il problema dei cani maremmani a guardia delle greggi senza la presenza...

Il problema dei cani maremmani a guardia delle greggi senza la presenza dei pastori

157
29

"Buongiorno, volevo riallacciarmi al mio precedente intervento scritto alla fine di agosto scorso e riguardante il problema dei cani maremmani a guardia delle greggi senza la presenza dei pastori". Claudio Bertozzi si era fatto vivo con questo articolo.

"Visto - spiega - che siamo alla vigilia dei due mesi di massima frequentazione della nostra montagna, mi chiedevo se qualche ente o autorità competente (Parco o comuni, per esempio) si sia interessata a, non dico a risolvere il problema, visto che da quel che so non è solo una questione locale, ma riguarda buona parte della catena appenninica e alpina (è apparso un articolo anche sul numero di giugno 2015 della rivista del Cai Montagne 360), ma almeno a porre in atto una informazione su come comportarsi nel caso di incontri che sono poi abbastanza frequenti".

"Ho letto per esempio che in Svizzera hanno posto dei semplici cartelli con le norme di comportamento da tenersi per escursionisti e ciclisti all' inizio dei sentieri. Mi sembra una cosa molto intelligente, semplice da farsi e che non comporta grandi spese".

"Io non ho nulla contro chi concede i pascoli per questa che è un'attività economica come tante altre e mi fa piacere anzi che qualcuno ne tragga profitto, ma mi dispiace anche che, come mi è successo lo scorso 31 maggio scendendo dal Monte Ventasso e incontrando una persona che saliva, ancora prima di salutarci mi abbia chiesto se avevo incontrati cani".

"Aggiungo anche che mi farebbe molto piacere avere una risposta, sempre da chi ne ha competenza, di cosa si stia facendo per quei branchi di cani randagi o rinselvatichiti che più di una persona ha incontrato nei boschi e sui sentieri, perchè penso siano questi veramente pericolosi. Grazie".

* * *

Correlati:

Un altro punto di vista (1 luglio 2015)

29 COMMENTS

  1. Mi sembra una domanda pertinente, vista anche la grande discussione al riguardo apertasi l’anno scorso; senza aspettare che qualcuno si faccia male veramente nonostante i cartelli, perché vorrei vedere chi si prende le responsabilità nel caso,

    (Stefano Curini)

    • Firma - StefanoCurini
  2. Per risolvere definitivamente il problema basterebbe, con il consolidato metodo all’italiana, multare in modo salatissimo chi pensa di essere il padrone della montagna. Ma non dimentichiamo che anche le amministrazioni devono fare “bene” il loro dovere di controllo e non scusarsi dopo che sono successi i guai. Altrimenti rischiamo di spendere soldi per pubblicizzare le gite in montagna e poi permettere questi sgradevoli, se non nocivi, incontri.

    (Andrea Azzolini)

    • Firma - andreaazzolini
  3. Prima si “investe” reintroducendo il lupo, dopo si incentiva ad allevare i maremmani per difesa delle greggi. A tal proposito mi ricordo la puntata di “Linea verde” dove venivano donati maremmani a pastori, non ultimo incentivo al mantenimento di questi cani da parte della Regione! La follia continua! Poi ci ricordiamo che il nostro territorio dovrebbe essere a vocazione turistica! I continui attacchi a ciclisti, escursionisti e fruitori della montagna da parte dei maremmani vanno contro l’avvicinarsi e vivere la montagna. In poche parole, non incentivano il turismo, fonte vitale per la nostra economia. Tutti si gongolano parlando di Mab, di progetti finti di qualificazioni del territorio, di turismo sostenibile, poi si perdono nella realtà! La colpa non è dei cani, che agiscono per quello che la natura insegna loro, custodire le greggi da chiunque le avvicina. Forse la colpa è di chi ha le idee un po’ confuse sulle priorità del turismo. La colpa non di coloro che continuano a fare un mestiere nobile e difficile quale il pastore, circondati da mille difficoltà; la prima sicuramente la difesa dal lupo. Voglio ricordare la festa fatta sul tutto il territorio montano per l’ultimo lupo ucciso a Succiso! La seconda è, non meno importante, la mancanza di acqua per far dissetare le greggi, forse ne è stata intubata un po’ troppa? Ma per i finti ambientalisti che vivono nelle comodità è tutto normale!? O forse l’interesse personale prevale? Magari un mea culpa a chi ha preferito investire sul lupo e non sull’uomo sarebbe opportuno!

    (Chicco Ferretti)

    • Firma - ChiccoFerretti
      • Se non sbaglio sono stati spesi un bel po’ di soldi, sui vari progetti lupo! O no!, forse é bene che riguardi i vari progetti, e quanto sono costati, ti accorgerai che si parla di reintroduzione di questa specie tanto preziosa. Ma oggi chi vive in montagna puó trarre un bilancio, hanno portato più utile o piú inutile? Io sono per la seconda! Il Maremmani, ricordo che sono una conseguenza ad un errore iniziale, e così gestiti l’errore sará esponenziale!

        (Chicco Ferretti)

        • Firma - ChiccoFerretti
        • Di soldi ne sono stati spesi, sicuramente per la tutela. Se trova uno documento ufficiale (uno) in cui si dimostra la reintroduzione, sarò ben lieto di leggerlo. Fino a quel momento quella della reintroduzione del lupo è una leggenda come l’area 51, i reptiliani, gli alieni fra noi, Elvis Presley ancora vivo ecc. ecc. Leggenda utile a qualche pennivendolo per guadagnarsi il pane, a qualche cacciatore per invocare la caccia al lupo e a qualche politico miope per prendersi due voti. Cordialità.

          (AG)

          • Firma - AG
    • Il Lupo ha ricolonizzato i territori che una volta gli appartenevano, senza nessun piano di reintroduzione. Basta con queste leggende! Piuttosto è la legge, che lo ha reso specie protetta, ad aver avuto il merito di evitare una estinzione certa, dal momento che sul finire degli anni ’70 si contavano meno di 100 esemplari su tutto il territorio nazionale.

      (Jarno Dall’Asta)

      • Firma - Jarno Dall'Asta
      • Le leggi sulla protezione del lupo ovviamente sono state DELETERIE, se questi sono i risultati. Evidentemente si doveva pianificare che la pastorizia ne avrebbe risentito. In ogni caso, GLI ESCURSIONISTI NON DEVONO ESSERE MESSI IN PERICOLO DAI CANI DA GUARDIA SIA IN PRESENZA CHE IN ASSENZA DEI PASTORI. Se non puoi compiere la tua attività economica senza garantire l’incolumità dei viandanti, non puoi più compierla. GLI ALLEVATORI DEVONO ESSERE PENALMENTE RESPONSABILI, OVVIAMENTE.

        LC

        • Firma - LC
  4. Tutti gli anni stesse preoccupazioni, poi fatti zero. Il problema esiste, tutti lo sanno, ma nessuno si muove sperando che nulla succeda; giusto che ci siano i pastori con greggi, però il pastore deve essere sempre presente. E’ cosi complicato controllarlo?, aspettiamo qualche incidente, forse?

    (Gattorosso)

    • Firma - gattorosso
  5. D’accordissimo con “Gattorosso”! Vedrete che nel giro di qualche ora arriverà la solita risposta politica-preconfezionata da parte dell’ente Parco; se volete ve la scrivo io. Resta il fatto che i maremmani, o altri cani incrociati, spesso fuori controllo, sono sempre più numerosi e più pericolosi. Non si capisce come si possa essere entusiasti del fatto di regalare cani da pastore a destra e manca: questi cani vengono monitorati?, si sa che fine fanno?, se vengono ceduti a loro volta, se vengono smarriti? Mah… In bocca al lupo a tutti gli escursionisti per la prossima stagione estiva ed anche agli operatori turistici, sperando che la gente non cominci ad andarsene via gridando “al maremmano, al maremmano!” (una volta era al lupo al lupo…).

    (E. Montorsi)

    • Firma - e.montorsi
  6. Credo che le risposte non possano essere che quelle dell’anno scorso. Chi deve controllare è opportuno che lo faccia, sia verso chi vive e lavora in montagna, che verso i turisti. Certo ogni volta che incontrerò un maremmano come sempre gli porterò il mio affetto e la mia solidarietà per il suo lavoro; non sarà così verso quanti vogliono venire in montagna e pretendere che questa assomigli alla via Emilia. E’ uno strano concetto di turismo quello di recarsi in un posto chiedendo di cambiarlo e non credo che sia spendibile una montagna che elimina i lupi per eliminare i maremmani. Forse sarebbe ora di insegnare ai turisti e anche a chi li vuole accogliere su come avvicinare la montagna a 360°, su come convivere con lupo e greggi. Se ben ricordo questa era la scommessa del Parco ed io la ritengo ancora validissima.

    (MC)

    • Firma - mc
      • Signor/a Russo, quella dei pianzani, come quella dei parmensi o dei modenesi su Reggio è la Storia (con la s maiuscola) che la racconta. Il lupo era ed è tornato ad essere parte del nostro Appennino, come cervi, caprioli e cinghiali. Le greggi sono una parte integrante della cultura appenninica e il cane è sempre stato al loro controllo. La risposta come detto è intervenire da parte di Corpo Forestale, Parco, Comuni e chi altro per fare a fare rispettare le regole che ci sono ma alle quai nessuno si attiene. Mi spieghi lei perchè le regole non sono fatte rispettare.

        (MC)

        • Firma - mc
  7. L’ente Parco dovrebbe, per una questione di trasparenza, indire un’assemblea pubblica per divulgare le zone in cui sono presenti tali greggi coi cani e ovviamente il comportamento più idoneo da tenere in loro presenza. All’interno del Parco è presente un Wolf Apennine Centre che si occupa anche di queste tematiche. Inoltre sarebbe interessante sapere se oltre ai maremmani sono diffuse anche altre razze potenzialmente più aggressive; infatti tempo fa avevo letto che nel territorio del Parco, al fine di difendere le greggi, erano state introdotte razze di cani da pastore originari dell’Asia, come ad esempio il Pastore del Caucaso. Tali razze, è bene sottolinearlo, sono molto aggressive e psicologicamente forti, non temono l’autorità dell’uomo, quindi non sono cani che possano essere “regalati” a tutti: chi li possiede deve possedere esperienza e conoscenze in merito per poterli gestire.

    (IC)

    • Firma - IC
  8. Ma andiamo in montagna senza preoccupazioni! Se si incontra un Maremmano o un animale selvatico generalmente basta girargli alla larga , i Maremmani non fanno agguati, ma già da lontano abbaiando, quando vedono qualcuno, segnalano la loro presenza .Se poi un giorno un gregge è proprio in una nostra meta, una cima ecc., vorrà dire che si cambia itinerario o ci si ritorna, la montagna non è fatta solo di successi, ma anche di rinunce per cause oggettive, vedi anche maltempo improvviso ecc. Poi se la legge in merito alla pastorizia impone che i cani da gregge debbano sempre essere controllati da personale umano, non lo so. Io so che il pericolo maggiore per andare in montagna è il tragitto in auto, per cui godiamoci la bellezza della montagna estiva, i Maremmani, le pecore, i lupi, le aquile, i cinghiali, i caprioli e altro ancora, arricchiscono tutto ciò, semplicemente usiamo le dovute precauzioni. Se non le conosciamo, giustamente come ha detto qualcuno, informiamoci, o andiamo con altri. Alla fine l’elemento imprevisto capita a tutto il genere umano e, aggiungo, non si è sicuri neppure seduti sulla poltrona di casa a guardare la televisione. Per cui buone escursioni a tutti.

    (Ettore Razzini)

    P.S. – Se si riesce ad allegare qualche foto potrei farne vedere alcune in cui sono con dei maremmani a guardia delle greggi, senza pastore.

    —–

    Non è possibile corredare i commenti con fotografie, ma se le manda alla redazione le valuteremo. Grazie.

    (red)

    • Firma - EttoreRazzini
  9. Personalmente ho avuto sul Casarola un’esperienza molto negativa, scendevamo un sentiero e ci si sono parati davanti 5 Maremmani, regolarmente senza museruola! Noi che avevamo la nostra cagnetta ci siamo fermati e naturalmente non abbiamo reagito. La pastorella che sentiva il baccano dei cani li chiamava, ma se ne sono andati quando è parso loro. I cani in branco sono abbastanza pericolosi, ma se durante la giornata al pascolo i pastori mettono loro museruole adeguate, non dovrebbero creare problemi. Gli enti possono mettere tutti i cartelli che vogliono, ma i proprietari dei cani sono i veri responsabili. Alle fonti del Secchia abbiamo incontrato un gregge di pecore accompagnate dai Maremmani con museruola che non ci hanno degnato di uno sguardo! Io ho avuto due Pastori maremmani, sono come tutti i cani, intelligenti, ma molto protettivi, fanno solo il loro lavoro. Quindi il mio appello è di mettere la museruola ai cani durante la giornata e toglierla loro alla sera o nei recinti. Responsabilizziamo anche i pastori!

    (Simona)

    • Firma - Simona
  10. L’Appennino ha bisogno sia dei turisti che delle pecore! Credo che il problema si possa risolvere, come d’altronde in molti hanno evidenziato, con la presenza dell’uomo (pastore) ma che abbia il controllo del gregge e soprattutto dei suoi cani. Provengo da una famiglia di pastori, i miei zii hanno passato tutta la vita transumando dalle cime dell’Appennino alla Maremma. Non si sono mai sognati di lasciare il gregge di pecore da sole al pascolo! Dove c’erano le pecore c’erano i loro cani e c’erano loro! Primo perché facevano i pastori per necessità, ma anche per amore. Sì, amore per gli animali che curavano e accudivano personalmente, sia le pecore che i cani. Oggi purtroppo di questi pastori non c’è più traccia e non ci sono più pecore locali al pascolo. In molti casi le pecore arrivano da molto lontano e sono di proprietari che non se ne occupano personalmente, ma utilizzano lavoratori in molti casi provenienti dall’est Europa che si adattano ad una vita di lavoro duro e impegnativo, e che difficilmente amano. Questo fa sì che queste persone molte volte, anche se presenti, non abbiano la capacità di controllo dei cani che vigilano il gregge. Mi è capitato proprio domenica scorsa alle Sorgenti del Secchia di vedere di persona un gregge senza il pastore vigilato da almeno 7/8 Pastori maremmani, che hanno accerchiato abbaiando un escursionista colpevole solo di transitare nel sentiero. Quindi controllo delle autorità competenti (Parco, Forestale) obbligando la presenza del pastore che deve avere il pieno “controllo” dei propri cani, e magari già che ci siamo controllo anche di queste figure che oggi temo vengano, così come i vari tagliatori di legname, sfruttate attraverso il “lavoro nero”. Qua mi fermo, aprendo un altro capitolo: “lavoro nero”, un problema enorme e prima possibile l’Appennino dovrà farci i conti se vuole avere un futuro!

    (Renato Farina, Cerreto Alpi)

    • Firma - RenatoFarina-CerretoAlpi
  11. Da quando esiste la montagna, esiste la pastorizia. Io vivo in montagna, giusto il turismo, ma non possiamo fare una riserva indiana a discapito di chi vi lavora. Sarebbe meglio smetterla di lamentarsi ogni tre per due, venite sugli Appennini solo a criticare, non guardando cosa succede in città. Poi, per quel signore che parla di lavoro nero, lasciamo perdere. Cordiali saluti.

    (C.L.)

    • Firma - C.L.
  12. Mi dispiace che da parte delle autorità pubbliche (comuni, Parco, Guardia forestale, per esempio) tutto taccia, nemmeno un piccolo commento? Possibile che non interessi a loro l’argomento, a chi dobbiamo rivolgerci per avere una risposta? Saluti.

    (Claudio Bertozzi)

    • Firma - ClaudioBertozzi
  13. Ciao Claudio! Io sono consigliere comunale di Collagna, del problema nel nostro piccolo comune se ne é parlato lo scorso anno, ma si é fatto poco! Il problema, a mio avviso, é da analizzare a monte! Facciamo un bilancio il ritorno del lupo, ha portato più benefici o più aspetti negativi? Per me la seconda opzione, ma chi dovrebbe dirlo fa finta di niente, non pensando che molta gente tra cui dei miei amici non vanno piú a correre in alcune strade e altri evitano di passeggiare in alcune vie o strade! Ció vuol dire penalizzare parte dei fruitori della montagna il che é male assoluto, perché il turismo é primo fattore economico delle nostre zone e penalizzarlo in qualsiasi modo credo sia da pazzi. Sono disponibilissimo, come già detto, a presentare petizione popolare contro chi non vuol vedere, o meglio fa finta di non vedere. A a disposizione! Grazie.

    (Chicco Ferretti)

    • Firma - Chicco Ferretti
    • Pensi, signor Ferretti, quanti non vanno più al mare per paura del Megalodonte (squalo preistorico di cui si sono forse trovati i fossili)! Tutte persone che potrebbero venire in Appennino… Penso che il suo gruppo consiliare potrebbe organizzare un po’ di sana disinformazione anche lì, questo farebbe veramente bene al turismo. Cordialità, anche se dubito che verrà mai pubblicato.

      (AG)

      • Firma - AG
  14. Se alcuni evitano certe strade o non vanno a correre non è colpa del lupo, ma colpa della paura ancestrale di questo bellissimo animale, fomentata da altri che hanno ancora meno conoscenza, oppure per fini politici o motivi personali. Diverse persone che fanno jogging, corsa, ciclismo, sono state morsicate da cani domestici e qualcuno purtroppo è anche morto, in parchi pubblici o in zone residenziali, per cui le persone citate dal signor Ferretti non dovrebbero correre da nessuna parte, in quanto il pericolo è sempre in agguato. Io sono stato morsicato due volte da cani domestici mentre lavoravo, due miei colleghi per lo stesso problema, ma meno fortunati di me sono finiti al pronto soccorso. Io ho incontrato lupi, Pastori maremmani, ecc. e nessun problema, per cui credo che si stia solo facendo allarmismo, anche se ovviamente una certa regolamentazione sicuramente è auspicabile. Saluti.

    (Ettore Razzini)

    • Firma - EttoreRazzini
  15. D’accordissimo con “AG”, io l’ho scritto anche l’anno scorso; non voglio nè fare polemica, nè allarmismo e mi farebbe molto piacere che il nostro Appennino venisse visitato e frequentato sempre di più. Vorrei però soltanto che ci fossero regole e che venissero rispettate da tutti, turisti compresi naturalmente. Il problema dei cani morsicatori esiste anche nelle città, pur essendoci regole sui guinzagli e museruole obbligatorie per alcune razze che poi raramente vengono rispettate.

    (Claudio Bertozzi)

    • Firma - ClaudioBertozzi
    • Il mio intervento ironico era per chi non va più a correre per paura di incontrare un lupo, l’animale più schivo di tutta la fauna italiana. I cani da pastore o randagi o morsicatori sono tutta un’altra storia. Penso anche io che il gregge andrebbe presidiato, oltre che da cani, anche da umani che controllino questi ultimi. Cordialità.

      (AG)

      • Firma - AG
  16. L’autore dell’articolo parla di una zona ben precisa: il monte Ventasso, quindi credo che gli enti che insistono su quel territorio (in questo caso i comuni di Busana o Ramiseto, a seconda del versante, oppure del neo Comune di Ventasso, se vogliamo chiamarlo così) devono dargli una risposta, perché devono essere a conoscenza delle greggi che in modo stabile o transitorio si trovano sul territorio. Chiedo quindi al signor Bertozzi: ha mandato mail ai suddetti enti per ricevere informazioni o, ancor meglio, al servizio veterinario di Castelnovo ne’ Monti che, come tale, dovrebbe avere una sorta di registro o anagrafe di tali animali?

    (IC)

    • Firma - IC
  17. Ma è possibile che c’è chi vuole venire da noi e dettare le regole? Basta essere buonisti, provi chi ha inviato l’articolo a venire a vivere in montagna e provi. Basta pensare alla montagna come un giocattolo da vivere solo al sabato e alla domenica, basta essere imprenditori agricoli e vedersi sterminati gli animali e percepire solo quello che altri stabiliscono. Vede, signor Bertozzi, Lei è a conoscenza che in caso di predazione viene riconosciuto un tot che non comprende il mancato reddito, ma solo una stima al ribasso di cosa costa l’animale? Questo lo sa?, io sono un fortunato possessore di 3 Maremmani e Le posso assicurare che se Lei li rispetta e rispetta quello che loro accudiscono, non deve aver paura, se poi pensa di andare a fare 2 coccole ad un agnellino, non è il caso. Mettiamo i cartelli che segnalano cani e greggi, ma lasciamo la montagna a chi la suda tutto l’anno e non solo per 4/5 giorni. Venga in montagna, sarà gradito, ma non pretenda di dettare leggi alla natura e a chi la vive e la suda. Cordialmente.

    (Roberto Malvolti)

    • Firma - MalvoltiRoberto
    • Penso che se un cittadino italiano mentre percorre i monti del proprio Paese viene aggredito da un cane, ha tutti i diritti per pretendere di essere risarcito dal proprietario del cane. Cordialmente.

      (Alessio Ferroni)

      • Firma - ferroni alessio
  18. Guardi che lei è in equivoco. LA MONTAGNA NON E’ DEGLI ALLEVATORI. Sono gli allevatori che scelgono di viverci tutto l’anno per compiere l’attività economica che si sono scelti, e questo non li rende padroni del territorio. Se uno non può garantire l’incolumità delle persone, deve lasciare l’attività. Punto. Quanto al discorso che i cani maremmani rispettano chi li rispetta, è ASSOLUTAMENTE FALSO. Si viene spesso aggrediti o terrorizzati comunque.

    LC

    • Firma - LC