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Nasseta, un duplice weekend per entrare nel mistero

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La strada che porta ai ruderi di Nasseta, foto G. Ugoletti
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Porta ai ruderi di Fabretti
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Quel che resta del monastero

COLLAGNA (7 luglio 2015) – Entrare in un paese del crinale e trovare gli antichi abitanti del paese scomparso di Nasseta intenti servire una cena matildica. E, una settimana dopo, incontrare lei, la gran Contessa in persona. E’ il duplice weekend di luglio, ad Acquabona l’11 e a Corte di Nasseta il 19 con regia di Ubaldo Montruccoli, per celebrare, in occasione del IX centenario matildico, uno dei luoghi più misteriosi, vissuti e colmi di storia dell’intero Appennino.

Siamo a Nasseta, luogo in prossimità della confluenza del Riarbero nel fiume Secchia in Comune di Busana ma con diritti di Collagna, oggi un silente e fascinoso accumulo di ruderi muschiosi che, anticamente, furono il cuore della corte di Nasseta, una incredibile estensione di ben 2000 ettari donata da Carlo Magno al Monastero di S. Prospero di Reggio e successivamente oggetto di utilizzo e controversie dei signori del tempo. Ancora oggi circondata da una meravigliosa cerchia di cime appenniniche.

Un luogo straordinario – commenta Caterina Bottazzi, assessore alla cultura del Comune di Collagna - che si può ammirare bene salendo dalla ss 63, entrando in Acquabona e proseguendo verso Collagna, sulla sinistra nella verde vallata, a pianoro, posta di fronte. Cessato lo sfruttamento agricolo, oggi il bosco ha quasi interamente coperto i pascoli e i campi, un tempo coltivati a foraggio o a patate, le stalle, calde dimore per greggi e bivacchi per pastori e le case. Ecco la necessità di una due giorni, che si ricolleghi all’epopea canossiana, per riscoprire questo luogo”.

Sabato 11 luglio, ore 20, nelle aie di Acquabona, il circolo Arci "Il ranocchio" organizza a Aspettando Nasseta, cena a buffet nelle aie del paese. Sarà possibile trovare gli antichi abitanti della corte di Nasseta intenti a proporre piatti semplici di ispirazione matildica.

E’ gradita prenotazione: Fabio 3402613299, Tiziano 3383340156, Caterina 3391983745.

Nel corso della serata sarà presentata l'iniziativa storico-rievocativa organizzata per domenica 19 luglio 2015 “Alla corte di Nasseta nel IX centenario matildico” con questo programma: ore 9,00 ritrovo presso il circolo Arci "Il ranocchio" di Acquabona oppure alla "Capanna di Rocco" (località le Prate); ore 9,15 partenza a piedi per la Corte di Nasseta; ore 9,45 arrivo alla Corte di Nasseta e incontro dei due gruppi provenienti dalle due sponde del fiume Secchia; ore 10 Santa messa sui ruderi della Corte di Nasseta; ore 11 narrazione sulla storia della Corte di Nasseta; ore 11,30 musiche e pranzo agreste; ore 17 arrivo del grande corteo animato da: sbandieratori e musici della “Contrada della Corte”, gruppo boscaioli e villici di Cinquecerri, gruppo storico “Manto Nero” e della “Corte viaggiante di Matilde di Canosssa” con scene di vita matildiche legate alla Corte di Nasseta.

Per informazioni: circolo Arci di Acquabona Tiziano 3383340156, Fabio 3402613299, Caterina 3391983745.

L’iniziativa è svolta in collaborazione con il Consorzio Conva.

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Su Nasseta

Le stalle e le case di pietra che ancora oggi si trovano a Nasseta sono costruzioni recenti, risalgono probabilmente ai primi anni del secolo scorso. Vennero costruite poco lontano dal fiume Secchia, nella parte del territorio di Nasseta assegnata ad Acquabona, poiché per alcuni contadini era più comodo avere l’abitazione vicino ai campi, piuttosto che dover fare ogni giorno un’ora di cammino per arrivare al lavoro.

Gli abitanti di Acquabona da sempre frequentano questi luoghi, poiché possedevano e possiedono ancora, su quei terreni, campi e boschi. Era terra di contadini e di pastori, terra vivace e feconda, figlia di un passato più lontano piuttosto turbolento. Da quel che si racconta, fu luogo di cruenta contesa tra la Chiesa di Reggio e il Monastero di S. Prospero della stessa città. Incomprensioni, seguite da vere lotte che attirarono le attenzioni della Grancontessa Matilde di Canossa, la quale, nell’anno del Signore 1098, in attesa di un giudizio di legge, stabilì che la controversia venisse risolta con un'ordalìa o giudizio di Dio.

L'agricoltura e la pastorizia non sono più le attività principali di questa gente, i monaci non abitano più qui, eppure quella protezione che si cercava a Nasseta, il fascino arcano di quel lontano tempo, ora gli abitanti di Acquabona la cercano e la ritrovano nel ricordo e nella riproposta della storia delle loro origini.

Oggi salendo, sulla sinistra si trova “la strada del casino” che porta alla “chiesaccia”, gli antichi resti del monastero che fu teatro di liti e contese che durarono per secoli. E' bello, però, pensare a Nasseta come al luogo in cui si sono consumate storie di vita semplice, fatte di umile lavoro, sacrifici, dedizione, passione e fede. Tuttora la magia di questi pascoli seminascosti è ancora in grado di richiamare a sé l'attenzione degli abitanti dei borghi vicini. Con loro si è creato, da qualche tempo, un gruppo di lavoro affiatato e coinvolgente, che ci permette di condividere con entusiasmo, insieme a tutti coloro che vorranno partecipare, la storia del nostro borgo e dei nostri luoghi che è anche poi Storia per tutti.

L'unità e il senso di comunità del paese e dei suoi abitanti, l'intraprendenza e il loro affiatamento, ci hanno portati all'elaborazione, anche quest'anno, di due appuntamenti importanti di intrattenimento, alla riscoperta della storia e cultura di una comunità e dei suoi valori più profondi.