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“Basta!”. Un articolo di Mauro Bigi sul tema dei migranti

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Mauro Bigi, sindaco di Vezzano sul Crostolo

Riceviamo e pubblichiamo.

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Sulle stragi di migranti che avvengono quasi quotidianamente nel nostro Mediterraneo è ora di dire: basta.

Non è più accettabile, come cittadini del mondo, come cittadini italiani. E non solo per le pesantissime parole che il Papa ha pronunciato l’altro giorno e che ancora ci risuonano nel cuore: “Pensiamo a quei nostri fratelli Rohingya che sono stati cacciati via da un Paese, da un altro, da un altro. Vanno sul mare, quando arrivano a un porto, a una spiaggia, gli danno un po’ d’acqua, un po’ da mangiare e li cacciano via. Questo è un conflitto non risolto, questa è guerra, questo si chiama violenza, si chiama uccidere.”

Nemmeno per la foto sconvolgente dei corpi in acqua. Perché quando se ne parla è una cosa, quando si vede la morte, il disastro, fa tutt’un altro effetto.

No, dobbiamo dire basta perché ce lo dice la nostra costituzione.

All’articolo 10. Tra quei 12 articoli della prima Parte, “Principi fondamentali” , dove si pongono le basi del nostro essere cittadini italiani. Dove si parla del lavoro, della democrazia, della repubblica, della pace, della libertà, dell’uguaglianza.
“… Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge. “

Era chiara la volontà dei nostri padri costituzionali, il loro sentimento, dopo essere sopravvissuti ad una guerra di liberazione, di sentirsi solidali con chi come loro, non poteva nel proprio paese essere libero.

C’è naturalmente chi non condivide tale lettura e dice no all’accoglienza, come i grillini e i leghisti.

Ma per chi è anche d’accordo il problema è naturalmente il come. Ed è questo il compito della politica. Non si può certo continuare come oggi.

Una soluzione probabilmente parziale ma di sicuro effetto nei numeri sarebbe quella di dare la possibilità a chiunque lo richieda di entrare in italia legalmente, con alcune condizioni di garanzia.

E quindi di andare presso l’ambasciata italiana del paese di partenza, sia quello di origine o quello in cui ci si trova, pensando ai profughi , e richiedere un permesso “ speciale” che dia la possibilità di restare nel nostro paese per almeno un anno. Così facendo il trasporto avverrebbe in aereo e non certo sui barconi. Unica condizione: dimostrare di avere un piccolo fondo di sopravvivenza: 2/4mila€ e versare allo Stato Italiano un pari importo che vada a costituire un Fondo per l’immigrazione. Soldi che comunque questi migranti che affondano sui barconi spendono. Perché chi non ha soldi non parte nemmeno.

In Italia questo permesso potrà nell’arco dell’anno essere trasformato in un visto di Asilo, se ve ne sono le condizioni, o in un permesso di soggiorno se nel frattempo si è trovato lavoro.

Questo permetterebbe innanzitutto di evitare i morti in mare. Secondo evitarebbe che tali cifre, e visti i numeri parliamo di milioni di €, vadano a finire nelle tasche di queste mafie, che poi li reinvestno in droga che uccide i nostri figli, o in corruzione che mangia i nostri soldi.

Si potrebbe pensare che tale proposta aprirebbe le frontiere in modo dissennato. Non è vero perché comunque avremmo la certezza ed il riconoscimento di chi entra. Per il numero non credo sarebbe molto più alto di quello odierno. Non vi sarebbero costi maggiori, anzi si effettuerebbe un risparmio notevole.

Inoltre nel caso che in questo periodo non vengano riconosciuti come profughi o non trovino un lavoro, la soluzione dovrebbe essere il rimpatrio, utilizzando tra l’altro il fondo costituito dai visti concessi agli stessi immigrati. Bisognerebbe naturalmente che il sistema di rimpatrio funzionasse, ma siamo un paese civile e dovremmo farlo funzionare. Parliamo comunque di persone identificate all’ingresso.

Del resto l’incapacità di trovare i clandestini in Italia è una barzalletta. Le aziende dei nostri territori subiscono decine e decine di controlli. Di tutti i tipi, da parte di tutti gli uffici. Anche i Carabinieri e la Polizia oggi effettuano controlli amministrativi, in merito all’iscrizione dei dipendenti all’Inps, o ad aspetti normativi. E abbiamo migliaia di immigrati clandestini che lavorano sotto al sole, quindi al sole… e non lo sappiamo? E lo Stato non fa nulla? Del resto la soluzione sarebbe pure semplice. Fare in queste zone gli stessi controlli e con le stesse frequenze che si fanno in Emilia Romagna: sicurezza al lavoro, veterinari, finanza, forestali, etc…

Non possiamo più fare pagare a migliaia di persone con la vita, le nostre paure e le nostre inefficienze.

Non c’è giustizia senza carità, non c’è carità senza giustizia. E non c’è pace senza carità e giustizia.

(Mauro Bigi, sindaco di Vezzano)

 

2 COMMENTS

  1. Concordo pienamente con questa intelligente proposta che ho sentito formulare, per altro, in modo simile anche dalle Caritas. Il diritto di cercare di migliorare la propria vita o salvarsi e dunque di emigrare, soprattutto se si proviene da paesi in guerra, dovrebbe essere garantito a tutti, senza tuttavia mettere a rischio il sistema del Paese accogliente e, soprattutto, senza contribuire a sovvenzionare e incrementare, indirettamente, quelle reti criminali che gestiscono il traffico di migranti e vivono commerciando vite umane. Cercando di risolvere il problema all’origine, non a posteriori al termine del viaggio sui barconi, quando per certi ormai è troppo tardi e l’idea di un fondo immigrazione potrebbero costituire davvero una valida soluzione.

    (G.S.)

    • Firma - g.s.
  2. Bisogna risolvere il problema nei paesi di origine. Distinguere tra emigrazione e invasione, siamo completamente fuori controllo. Deve intervenire l’Europa e ogni nazione deve prendersi le sue responsabilità. Siamo in un momento di vero rischio. La gente è veramente stanca.

    (Montanaro)

    • Firma - Montanaro