Home Società Proposta – richiesta di cooperazione per salvare l’Appennino e non solo

Proposta – richiesta di cooperazione per salvare l’Appennino e non solo

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 Riceviamo e pubblichiamo

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 Già è stato notato da parte di Esperti, in altra occasione, il processo di marginalizzazione subito per diverse cause, da molte Aree interne, dal secondo dopo guerra, segnato da molteplici fattori negativi.

Iniziative, operazioni, interventi di vario tipo, talvolta anche molto apprezzabili, volti a contrastare, a bloccare, se possibile ad invertire il trend negativo, non sono certo mancate. Basti citare l’attività di importanti realtà quali l’Ospedale S.Anna, la Croce Verde, Croce Rossa, il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, il Teatro, le Latterie, e diversi Centri Sociali ed Associazioni di vario tipo.

E’ necessario un costante impegno collettivo, superando le tendenze particolaristiche, per intervenire con prontezza ed efficienza su una realtà che è in continua veloce evoluzione, affrontando insieme i problemi sempre nuovi che essa ci pone, problemi particolari, ma anche universali, perché comuni a noi come gli altri abitanti del mondo, di cui facciamo parte.

La definizione stessa di “area interna” evidenzia una situazione di netto svantaggio rispetto alle “aree esterne”, alle quali deve essere aiutata a collegarsi, nel proprio e non meno nel loro interesse. Sarà dunque essenziale favorire in ogni modo le comunicazioni, insufficienti al suo interno come col mondo esterno.

Per rispondere a questa esigenza, e anche tendendo conto della sua preminente vocazione turistico-ambientale, riteniamo che sia necessario agire soprattutto in due direzioni fondamentali: sviluppo dei mezzi  di comunicazione,per molti versi assolutamente carenti, e creazione di un Centro di promozione civico-culturale in Castelnovo ne’ Monti, attualmente inesistente, e tuttavia molto importante sotto diversi punti di vista.

Da tempo noi coltiviamo al riguardo idee concrete, positive, alcune anche originali. Si tratta di iniziative sicuramente realizzabili, perché tutta l’attività sarà per quanto possibile gratuita o “low cost”, e fondata sul valido sostegno del volontariato, che certo nel nostro Appennino non manca. Potranno presentarsi ostacoli o difficoltà, abbastanza facilmente superabili. Ciò che invece ha impedito finora di agire in modo efficace è stata la mancanza di qualsiasi aiuto economico, sia pur minimo, per poter partire, da parte di chi potrebbe, anzi assolutamente dovrebbe prestarlo!

Prima di esporre a parte alcune delle idee di cui sopra per fare rivivere il nostro Appennino, sembra persino superfluo affermare che è di primaria importanza partire dal potenziamento del “Punto Nascite” presso l’Ospedale di Castelnovo ne’ Monti. Se il fascino della natura e della vita in questi luoghi può essere apprezzato da chiunque, chi ci è nato certo non potrà dimenticarselo: se avrà dovuto allontanarsene per trovare lavoro, sicuramente  spesso ci tornerà; dice infatti la canzone: “torna al tuo paesello, che è tanto bello!”.

Importanza fondamentale della collaborazione colla e della Scuola.

Per correggere il trend negativo sono stati fatti esperimenti, realizzate iniziative, avviate attività di grande rilevanza, ma occorre intraprendere un lavoro più organico, più sistematico, più continuativo, affinché si realizzi nel tempo una durevole inversione di tendenza. Per agire, come è necessario, a breve e medio e lungo termine bisogna ovviamente puntare soprattutto sui giovani. Occorrerà quindi sollecitare la massima collaborazione da parte della scuola. Probabilmente non sarà un’impresa facile, dato che ogni insegnante potrebbe pretendere, a buon diritto, di svolgere il suo programma secondo il proprio metodo, senza nessuna interferenza esterna. Ma sbaglierebbero quegl’insegnanti che rifiutassero ogni collaborazione col mondo esterno alla scuola, che non fossero disponibili a prendere in esame qualunque suggerimento che da esso provenga. La scuola ha sicuramente un’importanza fondamentale nella educazione dei ragazzi, ma essa è solo propedeutica alla maturazione culturale, individuale ma anche sociale, che essi poi realizzeranno in vari modi nel corso della vita.

I docenti dovrebbero interessare i loro alunni, per quanto possibile, alla realtà che li circonda, nella quale saranno destinati a vivere, e portarli a diretto contatto con essa, senza di che la scuola fallirebbe il suo scopo, non essendo eminentemente Educazione Civica, quale sempre dovrebbe essere.

Riguardo a questo metodo di lavoro che diversi insegnanti già hanno sperimentato a vari livelli, con risultati molto apprezzabili, noi ci permetteremo di avanzare qualche considerazione e di aggiungere alcune proposte, non certo in concorrenza (che sarebbe cosa stupida, oltre che illecita), ma a sostegno ed integrazione dell’attività scolastica, che sappiamo bene essere molto difficile e gravosa nelle attuali condizioni.

A nome e per conto di numerosi Cittadini dell’Appennino reggiano, nonché di tante Associazioni (fra cui per brevità si citano solo alcune più direttamente interessate: ad esempio Legambiente, Centro Sociale Insieme, Vivere in montagna), in quanto da loro incaricato di redigere questo documento.

(Il concittadino Enzo Benassi)