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Riflessioni di gennaio sulla scuola

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Riceviamo e pubblichiamo.

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ScuolaRiflessioni di gennaio sulla scuola

Dopo aver osservato gli alunni in classe e aver compilato il Piano Didattico Personalizzato (Legge 170/2010, le Linee guida sui D.S.A. e i piani didattici personalizzati), come può un'insegnante di lettere dare una verifica con 8 domande aperte a un DSA?

Come può un insegnante diplomato in musica, sostituire una collega di lettere (organico di potenziamento, legge 107 del Governo Renzi del 2015)?

Come può un docente, peraltro già di ruolo, laureato in lettere, dare ripetizioni pomeridiane in matematica senza adottare, perché non conoscendole, metodologie didattiche opportune?

Come può un insegnante valutare gli alunni con voti numerici seguiti da 8 decimali, senza considerare minimamente i progressi, la maturazione della persona ?

Questo significa valutare?

Io tantissime volte sbaglio, ma cerco comunque di correggermi, soprattutto ascoltando quello che pensano le altre persone che siano docenti, genitori o alunni.

(Un'insegnante)

6 COMMENTS

  1. Gentilissima insegnante, credo che una collega di musica possa avere cultura anche per fare una lezione di lettere, come pure un’insegnante di lettere coltivare la passione per le scienze fisiche e matematiche. Perché tutti questi aridi e inutili confini? Perché non cerchiamo di essere propositivi, invece che sempre così critici. Siamo sempre a guardare la pagliuzza nell’occhio altrui… Buon lavoro a tutti.

    (Patrizia Croci)

    • Firma - PatriziaCroci
  2. Lei ha fatto bene a porsi quelle domande. Io però da ex studente mi concentrerei di più sulla differenza tra misurazione e valutazione. I numeri possono esprimere molto, sinteticamente. Vorrei anche dire due cose alla mia ex insegnante Croci: per insegnare bisogna voler bene ai ragazzi e avere la passione per l’insegnamento, non solo la cultura. Avere coscienza dei danni che si possono fare a misurare i chilometri con i litri è segno di saggezza e di onestà interiore. La Patrizia, secondo me, ha commentato con la testa di qualche altra persona, non con la sua. Oppure ho travisato le sue parole.

    (Il fumoso)

    • Firma - ilfumoso
  3. A me piacerebbe solamente che i problemi in ambito scolastico (come quelli che si hanno in altri ambiti lavorativi) venissero affrontati… invece nella maggioranza dei casi ci si volta dall’altra parte per non vedere. Ci sono insegnanti che danno anima e corpo al loro lavoro… e altri che al contrario, in due ore, fanno giocare a carte ai ragazzi. Almeno parliamone…

    (Una mamma delusa)

    • Firma - Unamamma
  4. Carissimo ex studente, non necessariamente il mio punto di vista deve corrispondere al tuo, ma ti garantisco che il mio pensare è mio e commentare con la testa di qualcun altro proprio non mi rappresenta. Quello che intendevo dire, molto serenamente e con la massima comprensione per la collega che ha scritto l’articolo, é che i colleghi a volta sono indifendibili, ma altre volte hanno solo bisogno di prendere le misure. Tutti noi insegnanti siamo stati insegnanti una prima volta e non sempre saremo stati pienamente all’altezza. Ma questo capita in ogni lavoro. Credo anch’io che si debba volere molto bene agli studenti e garantire a questi il miglior servizio scolastico e il rapporto umano più sincero e più vero, ma credo che gli si debba insegnare anche un atteggiamento di comprensione verso situazioni non sempre ottimali. Io credo sia una scuola di vita. Un saluto sinceramente cordiale a tutti.

    (Patrizia Croci)

    • Firma - PatriziaCroci
  5. Nella mia esperienza di docenza mi sono resa conto che purtroppo c’è la tendenza a seguire una programmazione contenutistica senza considerare le diverse problematiche che riguardano gli studenti. Non è possibile essere solo esecutori di programmi ed erogatori di contenuti. I programmi ed i contenuti devono essere ritagliati sulla base delle persone. Purtroppo i ragazzi DSA si inseriscono nel mondo scolastico con fatica e sono i primi a vivere la propria difficoltà senza riuscire a darsene una spiegazione ragionevole. Troppo spesso gli insegnanti sono poco formati in merito alla dislessia. Credo che sia inammissibile assegnare 8 domande aperte ad un ragazzo DSA! È necessario ribaltare la figura centrale del docente e focalizzare invece l’attenzione completamente sui ragazzi e iniziare a valorizzare ció che sanno fare. È assolutamente necessario tenere in considerazione gli strumenti compensativi e dispensativi che per loro sono, come gli occhiali per un miope.

    (Una docente)

    • Firma - Una docente