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A lato della strada, quando gli ultimi diventano i primi

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Nei tempi moderni diventare noti alla cronaca mondiale significa passare attraverso i grandi mezzi di comunicazione, dalla tv al web. Eppure, ne siamo consapevoli, esistono storie a noi vicine che meriterebbero ben altra ribalta. Non fosse che in questo caso la stessa persona non avrebbe voluto notorietà alcuna.

Chiediamo perdono a Don Aldo Orienti, il parroco di Cagnola di Castelnovo Monti spentosi venerdì a 86 anni, se riveliamo in questo editoriale una piccola storia, che pare uscita dalla penna di Giovannino Guareschi. Un aneddoto che contribuisce a svelare quanto può essere grande lo spirito umano e a fermarsi e pensare. Il piccolo segreto è questo: l'anziano sacerdote ogni anno integrava il bilancio (altrimenti negativo) della "sua" piccola parrocchia, quello della Chiesa di Cagnola attingendo a soldi suoi, quei pochi che gli erano riconosciuti dall'Istituto per il sostentamento del Clero. Desiderava che il bilancio di quella comunità che ospita una piccola e incantevole chiesa del Mille e pochi parrocchiani la domenica fosse sempre positivo, per guardare sereno al domani.

Val la pensa di fermarsi e pensare perchè, prima ancora, don Aldo Orienti aveva fondato la Casa della Carità di Cagnola. Ogni montanaro, almeno una volta, dovrebbe strappare un po' di tempo all'incedere ripetitivo dei giorni e visitarne almeno una. Qui, infatti, accade il miracolo di una lettura molto antica, ma terribilmente attuale: gli ultimi diventano i primi. Proprio come voleva e predicava anche don Aldo. E la Casa di Carità di Cagnola, con le suore (davvero poche) che si sono succedute e l'attività dei volontari e di don Aldo, hanno dato una casa confortevole e pulita e, soprattutto, una famiglia, a chi, altrimenti, avrebbe avuto il nulla o poco più. Fosse egli povero, indigente, emarginato, diversamente abile o in stato terminale. Da lì a dieci metri, lungo la 513, scorre sempre veloce il traffico della vita di tutti i giorni e noi automobilisti abbiamo la mente distratta da ben altri (ma quanto importanti?) pensieri.

Infine, il destino. Quello che in passato avrebbe fatto chiamare al miracolo, con don Aldo ci aveva messo del suo. Il terribile ictus che lo colpì, non lo strappò alla vita - per quanto avanti negli anni e debilitato nel corpo - ma lo avrebbe preservato ancora per un anno, giusto il tempo per recuperare la lucidità e vedere arrivare nella sua Cagnola la Madonna (miracolosa) della Pietra di Bismantova. La stessa Madonna che era scampata a un terribile masso di diverse tonnellate, fermato solo solo dal bronzo di San Benedetto. Così, nella sua Cagnola, la festa fu doppia: e con la Madonna arrivò anche don Edo che, da allora, ha proseguito la tradizione (carissima al suo predecessore) delle messe domenicali. Non ultimo, la forza di volontà di suore e volontari che avrebbero portato - invalido totale - don Aldo ancora all'altare.

Da domani, terminate le esequie, don Aldo sarà pronto, dovunque esso sia, a pagare il bilancio spirituale per gli ultimi.

2 COMMENTS

  1. Ci sono persone che nel corso della loro vita fanno tante buone cose, e compiono azioni altrettanto encomiabili, con naturale semplicità, senza clamore e notorietà, e noi sovente non ce ne accorgiamo o lo scopriamo quando già ci hanno lasciato. E’ comunque importante ricordarne l’opera, anche se in maniera postuma, vuoi come segno di riconoscenza per il lavoro che hanno svolto, vuoi anche per dar merito alla sobrietà, del cui valore troppo spesso sembriamo dimenticarci.

    (P.B.)

    • Firma - P.B.