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“Credo che il mondo in cui vivo abbia bisogno di essere sperato, sognato, creduto un po’ di più”

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scu"Come studentessa di uno degli istituti di Castelnovo ne’ Monti posso dire di aver visto raramente portare a termine progetti formativi dal tema culturale e sociale dalla volontà di ragazzi, e posso anche dire che è un peccato che questo sia avvenuto, appunto, raramente". Una ragazza sedicenne dei nostri monti, che preferisce non essere nominata, ci scrive un suo pensiero su un progetto portato avanti in ambiente scolastico, ragazzi e ragazze insieme, riguardante i pericoli della violenza di genere, i pericoli della violenza fisica come delle percezione errate che generano differenze e diffidenze.

"Credo che il mondo in cui vivo abbia bisogno di essere sperato, sognato, creduto un po’ di più. Credo che non basti avere delle idee, credo vadano pensate, amate e confrontate. Io credo che la scuola serva a questo: al confronto, al dibattito, alla condivisione".

Continua la giovane studentessa: "Per questo ho preso parte al progetto 'Più consapevoli insieme', perché credo in alcuni valori, tra questi c’è il rispetto, il rispetto tra generi, il rispetto tra razze, il rispetto tra umani. Questo progetto è iniziato nel novembre 2015, quando la nostra prof. Rosanna Fontana l’ha proposto alla nostra classe. Abbiamo cominciato questo percorso con le associazioni ‘Per Te’ e ‘Nondasola’ che si occupano della violenza nei confronti delle donne nella provincia di Reggio Emilia; e la prima in particolare nel nostro territorio, tra le nostre montagne. Ci siamo informati, abbiamo discusso, capito e insieme abbiamo costruito un questionario da somministrare ai ragazzi delle classi seconde degli istituti 'Cattaneo-Dall’Aglio' e 'N. Mandela'. E’ stato un lavoro impegnativo, abbiamo spesso ‘cambiato i panni’ per capire le situazioni con gli occhi di chi avrebbe letto i vari quesiti. Una volta somministrati e raccolti,  abbiamo studiato i dati e abbiamo organizzato l’evento di restituzione di questi".

La giornata è stata quella del 31 maggio scorso, le classi che hanno partecipato all’iniziativa si sono messe in gioco, tirando fuori i loro pensieri e le loro posizioni riguardo alle situazioni che presentavamo. Non mi aspettavo che tale iniziativa avrebbe fatto alzare così tante voci: invece molti hanno parlato".

"Questo - rileva la ragazza - mi ha fatto riflettere, mi ha fatto pensare sul fatto che la voglia di far arrivare agli altri la propria opinione nei giovani è presente, e credo che vada alimentata e non distrutta. Credo che la scuola abbia questo importante compito. Credo che progetti come questo siano importanti: non obbligano, ma esistono, c’è la possibilità di fare parte di un gruppo Peer educator che studia, discute, commenta un tema fondamentale come la violenza di genere. Ogni studente può farne parte, occorre solo la volontà. Opportunità così sono fondamentali all’interno di una scuola, o in collegamento con essa, e dovrebbero essere trattare diverse tematiche".

"Se deciderete di aggregarvi non aspettatevi che sia facile, perché potrete andare incontro a chi non capirà il vostro lavoro o a chi vi dirà che state sognando il ‘paese dei balocchi’. Io credo che nessuno che ha cambiato il mondo in passato non l’abbia prima anche sognato. Quindi a tutti quelli a cui questo mondo non va bene dico: sognatelo un mondo diverso e, poi, credeteci".

 

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