Home Cronaca Addio a Paolo Prodi, aveva scelto l’Appennino come nuova casa

Addio a Paolo Prodi, aveva scelto l’Appennino come nuova casa

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paolo-prodiDon William Neviani ha voluto ricordarlo già nella prima messa di stamane a Casteldaldo di Carpineti.

Paolo Prodi è scomparso a Bologna nella serata di venerdì, a 84 anni, dopo una lotta con la malattia. Non tutti lo sanno, ma Paolo, assieme alla moglie, aveva eletto Santa Caterina di Carpineti, dove aveva acquistato la canonica, come nuova dimora. Persona di spicco del mondo intellettuale italiano, tra i messaggi di cordoglio quello del presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano che, appunto, ha ricordato il suo profilo: "È stato personalità eminente della cultura italiana del Novecento per l'accuratezza e finezza dei suoi studi, e in particolar modo di quelli dedicati alla storia della Chiesa cattolica, e allo stesso tempo per il suo forte impegno civile e democratico in rapporto dialettico con la politica nazionale ed europea e in una indefettibile dedizione ad ogni causa di progresso. Le mie condoglianze ai suoi famigliari ed il mio più caldo abbraccio a Romano".

Paolo, infatti, era fratello dell'ex presidente del Consiglio e della Commissione europea, Romano Prodi, ma anche di altri sei fratelli, tra i quali il professore e politico Vittorio, il fisico Franco, l'oncologo Giorgio,  il matematico Giovanni e dell'architetto Quintilio che, la scorsa estate, nel tradizionale ritrovo di Bebbio aveva comunicato l'aggravarsi delle condizione di Paolo. Era nato a Scandiano il 3 ottobre del 1932.

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(9 agosto 2006, il ritiro dei fratelli Prodi a Bebbio, Paolo è al centro. Foto Gazzetta di Reggio)

A Valestra poteva sovente capitare di incontrarlo alla santa messa, è conservata una raccolta delle sue opere sulla storia della chiesa.  Un giorno, con grande umiltà, ce la aveva indicata.

Paolo si era  laureato in Scienze Politiche presso l'Università Cattolica di Milano e aveva perfezionato gli studi presso l'Università di Bonn. Insegnante di Storia moderna presso l'Università di Trento (di cui è stato rettore dal 1972 al 1977, nonché preside della facoltà di Lettere dal 1985 al 1988), dell'Università di Roma e dell'Università di Bologna (della cui facoltà di Magistero è stato preside dal 1969 al 1972). È stato presidente della Giunta Storica Nazionale (già Giunta Centrale per gli Studi Storici), membro dell'Accademia Austriaca delle Scienze e dell'Accademia Nazionale dei Lincei. Tra i fondatori dell'associazione di cultura e politica "Il Mulino".

Una cerimonia in ricordo di Paolo Prodi è in programma all'Archiginnasio di Bologna alle 10,30 di lunedì 19 dicembre. Seguirà il funerale religioso, alle 11,30, nella chiesa di San Benedetto, in via Indipendenza 64.

"Il professor Paolo Prodi era uno storico di riferimento dell'Alma Mater - viene ricordato in un profilo dell'Università felsinea -. Nel suo percorso di ricerca aveva posto al centro due poli distinti quello del sacro e quello del potere politico considerando la dialettica tra di essi un elemento chiave per interpretare la storia dell'Occidente. Alla passione per gli studi e per l'insegnamento aveva saputo coniugare una passione per le istituzioni universitarie avendo ricoperto il ruolo di rettore all'Università di Trento e di preside all'Università di Bologna. Alla famiglia l'abbraccio sincero di tutta la comunità accademica bolognese". Tra i messaggi di cordoglio, anche quello del vescovo Massimo Camisasca che "si associa nel dolore e alla preghiera dei familiari per la morte del professor Paolo Prodi, ricordando con stima il suo servizio come presidente - in collaborazione con l'ufficio diocesano per i beni culturali - del comitato scientifico 'Ubi Episcopus' - istituito dal vescovo Adriano Caprioli per il lavoro, tuttora in corso, circa le ricerche storiche e le giornate di studio che si stanno organizzando sulla Cattedrale di Reggio".