In questi giorni il direttore dell’AUSL provinciale Fausto Nicolini ha rilasciato interviste alla Gazzetta di Reggio in cui ha ribadito la sua convinzione che il punto nascita di Castelnovo ne’ Monti debba essere chiuso. Di questa sua convinzione l’opinione pubblica della montagna era ampiamente già al corrente, ma ciò che “infastidisce” in queste ultime sue uscite pubbliche è la sensazione che il direttore intenda giocare una carta pesante nei confronti della politica, cui spetta l’ultima decisione, in un momento topico. Interviene ora nel merito il sindaco di Castelnovo ne’ Monti, Enrico Bini, col comunicato che segue.
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“Le affermazioni del direttore dell’Ausl di Reggio Emilia Fausto Nicolini, rilasciate oggi, sono supportate da elementi sul tema della sicurezza che conosciamo perché li ha più volte riportati e sono per noi elemento di riflessione seria. Ma riteniamo che sia fondamentale uno sguardo più ampio sul tema, che consideri anche l’importanza di un servizio accessibile sul territorio”. Sono parole del sindaco e presidente dell’Unione dei comuni Enrico Bini rispetto a quanto affermato alla Gazzetta di Reggio quest’oggi da Nicolini, ossia che, dal suo punto di vista professionale e personale, riterrebbe corretta la chiusura del punto nascite dell’ospedale Sant’Anna
“Confermo che su questa posizione con Nicolini ci siamo confrontati più occasioni in cui ho sostenuto che nel tema sicurezza deve essere valutata la preoccupazione per i tempi di viaggio delle partorienti, soprattutto quelle del crinale che dovrebbero recarsi a Reggio da Ramiseto, Collagna, Succiso, Cerreto, Civago. Io credo che si debba considerare come livello di sicurezza nei servizi essenziali anche la vicinanza e la facile accessibilità. Per il livello di sicurezza del punto nascite di Castelnovo, nello specifico, noi da tempo abbiamo avanzato la nostra proposta che ora deve essere vagliata dalla Regione. Da tempo il reparto di Ostetricia del Sant’Anna è un’unica struttura operativa con il reparto del Santa Maria Nuova di Reggio. Su questo modello noi abbiamo ottenuto in questi anni livelli di servizi e reparti che non sarebbero stati possibili in un ospedale che agisca in modo autonomo. Con la prossima fusione tra Ausl e Asmn questa sinergia non potrà che rafforzarsi. Abbiamo quindi presentato alla Regione l’ipotesi di un modello integrato che garantisca a Castelnovo lo stesso grado di sicurezza di un ospedale più grande, applicando pienamente la turnazione delle equipe con Reggio. Ora i tempi sono maturi perché si valuti la percorribilità di quell’ipotesi”.
Conclude Bini: “Concordo sull’importanza del rafforzamento dell’elisoccorso nei termini indicati venerdì dallo stesso Nicolini, quindi slegati dal singolo tema del trasporto partorienti, un servizio che rappresenta una crescita di sicurezza per tutti i cittadini, soprattutto quelli che vivono in punti distanti e disagiati. Sappiamo che altri interventi di potenziamento sull’ospedale Sant’Anna sono in programma. Ritengo urgente e ormai irrimandabile che l’assessore regionale Venturi e lo stesso Nicolini vengano a presentare il progetto complessivo sul futuro del Sant’Anna, visto che esistono scelte già impostate in diversi reparti”.
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Ci va duro il vicecapogruppo della Lega nord in Regione, Gabriele Delmonte, sulla questione della possibile chiusura del punto nascite dell’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo ne’ Monti. “Le parole del direttore dell’Ausl di Reggio Emilia, Fausto Nicolini, sono molto gravi e gettano nel cestino mesi di battaglie da parte di cittadini ed enti locali, raccolte firme (più di 10000 raccolte dal comitato “Salviamo le cicogne”) e risoluzioni approvate a livello regionale e provinciale condannando i montanari ad un futuro di parti sulla strada statale 63 per raggiungere Reggio Emilia”.
“Il direttore parla di mancanza di sicurezza per le gestanti, ma secondo lui partorire in macchina e percorrere decine di km per andare in città significa migliorare le condizioni delle partorienti?”.
“Siamo all’assurdo, la Regione deve mobilitarsi immediatamente e chiedere la proroga dei punti nascite di ospedali in zone disagiate così come fatto dalla Regione Lombardia e salvaguardare tutto l’Appennino. Con tali dichiarazioni, però, abbiamo capito dov’era il vero blocco per una soluzione al problema del punto nascite: il direttore Nicolini non si è mai prestato alla difesa del punto nascite della montagna reggiana”.
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Sono il padre di una ragazza che è in attesa della nascita di mio nipote. Mia figlia è nata al S. Anna di Castelnovo Monti; premetto che risiede a Cerreto Laghi, fate un poco voi che cosa vuol dire arrivare a Reggio Emilia.
(U.m)
Bini dovrebbe dimettersi. Come gesto forte che voglia dire: io sono dalla parte della popolazione e non del mio vicinato politico, il Pd, che è quello che sta smontando, pezzo dopo pezzo, l’ospedale. Credo sarebbe un gesto di chiarezza che verrebbe apprezzato dalla popolazione e probabilmente convincerebbe anche i dubbiosi sulla sua azione svolta finora. Se con le “buone” non si capisce che i risparmi i caporioni li devono fare altrove (quattro ospedali nella nostra provincia sono a un tiro di schioppo da Reggio!), vai con le “cattive”.
(G. Romei)
Il PD è quello che sta smontando, pezzo dopo pezzo, il welfare, creando la situazione che ha ben descritto Romano Prodi: “Ci siamo illusi che la gente si rassegnasse a un welfare smontato a piccole dosi, un ticket in più, un asilo in meno, una coda più lunga… Ma alla fine la mancanza di tutela nel bisogno scatena un fortissimo senso di ingiustizia e paura che porta verso forze capaci di predicare un generico cambiamento radicale”. Le politiche di destra, nel lungo periodo, avvantaggiano solo la destra.
(Commento firmato)
Caro “Anonimo”, nella sua esperienza le politiche di sinistra chi hanno avvantaggiato? Il popolo? Ripassi un po’ di storia che non fa mai male!
(Gio. Alb.)
Se non ora, quando faremo capire che non siamo solo numeri; nulla ci è stato regalato! Smettiamola di accettare il fatto compiuto!
(Ugo Ugolotti)
Credo che il senso dell’intervento del sindaco Bini si possa riassumere in: non posso contraddirti (Nicolini), ma io devo far vedere che sto con loro (cicogne). Un fallimento di amministrazione dietro all’altro che si concluderà solamente alle prossime elezioni perché nessuno si dimetterà. Non credo che avrei mai rimpianto l’amministrazione Marconi o Pignedoli, ma voi ci state riuscendo. Grazie.
(Cg)
Parto emergenza in montagna? Ecco quanto dista l’ospedale di Reggio Emilia: tempi e chilometri, dai comuni della nostra montagna all’Arcispedale Santa Maria Nuova, viale Risorgimento 80, Reggio Emilia:
1) Ramiseto centro, percorrenza senza traffico 1 ora e 2 minuti, SS63 Km 54,8.
2) Busana, percorrenza senza traffico 58 minuti, SS63 Km 53,3.
3) Collagna, percorrenza senza traffico 1 ora e 6 minuti, SS63 Km 60.
4) Ligonchio, percorrenza senza traffico 1 ora e 17 minuti, SS63 Km 66,8.
5) Vetto, percorrenza senza traffico 44 minuti, SP513 Km 42,2.
6) Castelnovo ne’ Monti, percorrenza senza traffico 43 minuti, SS63 Km 39,7.
7) Villa Minozzo, percorrenza senza traffico 51 minuti, SS63 Km 47,7.
8) Toano, percorrenza senza traffico 53 minuti, SP486R Km 56,8, percorrenza senza traffico 1 ora, SS63 Km 50,5.
9) Baiso, percorrenza senza traffico 35 minuti, SP7 Km 30,1.
In caso di forte traffico, di lavori lungo la carreggiata, di maltempo, nebbia, pioggia e soprattutto neve, i tempi si allungano di molto. Si deve poi considerare che se la partoriente abita in una delle frazioni più lontane, i tempi calcolati, per difetto, sono questi:
– Varvilla (Succiso nuovo) percorrenza senza traffico 1 ora e 46 minuti, SP665 Km 78,9. Con neve, anche 2 ore e 20 minuti circa.
– Cerreto Laghi, percorrenza senza traffico 1 ora e 30 minuti, SS63 Km 72,9. Con neve 2 ore e 10 minuti circa.
– Valbona, percorrenza senza traffico 1 ora e 24 minuti, SS63 Km 64,8. Con neve 2 ore circa.
Fonte Google maps, calcolo percorrenza con auto, ore 4,16 del 4 ottobre 2015 (orario con meno traffico in assoluto). Il lettore arriva da solo a capire cosa può significare per una donna in travaglio e per il bambino in arrivo stare dentro un’auto o un’ambulanza su strade di montagna sino a oltre due ore, prima di arrivare davanti all’ospedale Santa Maria. Un saluto a tutti i montanari, non mollare!
(Alessandro Raniero Davoli)
Sono altri che dovrebbero dimettersi: quelli che stanno in silenzio, allineati e coperti.
(NemboKid)
L’unico vero potere è la volontà del popolo e in questo caso mi sembra chiara. Rimane solo da stabilire come farla rispettare in quanto il dirigente di turno non altro è che un dipendente dei cittadini.
(Umberto Manari)
Ho letto oggi l’articolo del Resto del Carlino, nel quale si segnala la levata di scudi contro il dr. Nicolini sulla sua dichiarazione di chiusura del reparto neonatale di Castelnovo Monti. Premetto che ho tre figli tutti nati a Castelnovo ne’ Monti. Una osservazione su quanto l’estensore dell’articolo scrive è opportuna: mi pare che il silenzio dei politici di maggioranza Pd e degli amministratori Pd della montagna su quanto dichiarato dal dr. Nicolini sovrasti il rumore dei comitati e dei politici di opposizione. In questi mesi non ho letto nessun articolo o dichiarazione di amministratori reggiani Pd, della montagna e non, che vada contro il desiderata del dr. Nicolini, nessuno ha osato dire o scrivere chiaramente: il punto nascite di Castelnovo ne’ Monti non si tocca, l’ospedale di Castelnovo ne’ Monti non si tocca (perchè prima, durante e dopo la questione punto nascite, l’ospedale di Castelnovo è stato svuotato di servizi). Anche oggi mero gioco delle parti?, le uniche voci di protesta contro la scelta scellerata di chiudere servizi territoriali è stata fatta da politici non Pd non allineati. Una riflessione da montanaro: mi chiedo, e chiedo a Redacon, ai lettori del nostro giornale elettronico, cosa aspettiamo a farci sentire, tutti, non solo comitati volonterosi, perchè non chiediamo conto agli eletti di maggioranza che governano Comuni, Provincia, Regione che si assumano davvero l’onere per cui sono stati eletti e siano servizio (politica) agli elettori? E’ davvero facile dire chiudo perchè non rispetti i parametri imposti; da chi? Chi ha scelto di vivere in montagna deve giocoforza pagare in prima persona il disservizio di questa classe politica che di politico ha davvero ben poco?
Se nel dopoguerra i politici di allora vedevano ogni centro abitato come una piccola Italia erano loro dei sognatori? Erano davvero buttati i soldi per costruire scuole in ogni frazione dei comuni montani affinchè tutti potessero avere pari opportunità? Mi pare che la china presa sia davvero pericolosa e foriera di ulteriori tagli e ulteriori sacrifici da imporre a chi a scelto di vivere in montagna e solo per questo deve farsi almeno ogni giorno 10 km per andare e tornare dal lavoro. Ultima considerazione sulla sparata dell’elisoccorso: ma hanno valutato davvero i costi e li hanno paragonati a quanto si spenda a mantenere aperto ciò che si ha? Gli elicotteri, poi, per quanto attrezzati e bravi siano i piloti non possono volare sempre e purtroppo a ricordarcelo c’è la disgrazia dell’Hotel Roncopiano.
(Massimo Bonini)
Esatto! Nessun amministratore o politico Pd ha detto chiaramente di essere con noi cittadini per evitare la chiusura del punto nascita (e dell’ospedale, perchè alla fine si tratta anche di questo). Ennesima delusione.
(Francesca D.)
Vorrei ricordare che Bini è un sindaco eletto anche con i voti PD, che a lui piaccia o no. Credo che non sia necessaria la presa di posizione di altri sindaci (PD o no) visto che Bini è presidente dell’Unione e come tale rappresenta tutta la montagna.
(Bacs)
Caro Bini e non solo, su questo punto non accetto cedimenti. In Regione certamente devono far quadrare bilanci, ma il tutto per le nostre comunità sarebbe un colpo mortale, non dobbiamo assolutamente fare un passo in dietro.
(Angelo Covili)
Ancora una volta abbiamo la dimostrazione di come questa politica, che sta distruggendo ogni cosa, non riesca e non voglia comprendere i bisogni e le necessità della gente e dei territori, nemmeno quando questi vengono manifestati. Preferiscono puntare alle grandi cose, come il Core, intorno alle quali girano gli interessi giusti di cui questa politica si nutre, di noi quattro gatti si ricordano solo per le votazioni e poco anche allora, perché siamo sempre meno numerosi. Parlano di efficienza e sicurezza ma avete provato a recarvi ad un pronto soccorso di questi grandi ospedali dove la sicurezza pare garantita ? Ore ed ore di attesa, però questo non è un problema, il problema è il reparto Maternità di un piccolo ospedale di montagna, o meglio ancora, l’ospedale stesso, oppure, pensandoci bene, sta a vedere che il problema siamo noi che ci siamo intestarditi di voler vivere qui. Non è un fatto di destra o sinistra ma di miopia, di incapacità di cogliere i bisogni della gente e nel frattempo si mettono in atto tagli e disservizi, si accelera perché la montagna si spopoli definitivamente. Questo comunque non è il momento di recriminare su come e cosa ha portato a questo e nemmeno di indignarsi, anche se ad indignarci siamo tutti bravi, questo è il momento in cui ci si deve alzare tutti per difendere ciò che abbiamo prima che ce lo tolgano. I nostri rappresentanti politici non possono fare molto, sono imbrigliati da regole e schieramenti politici, sono obbligati ai compromessi, possiamo però fare molto noi montanari, perciò mobilitiamoci prima che sia tardi.
(Antonio Manini)
Le parole conclusive del sindaco “Ritengo urgente e ormai irrimandabile che l’assessore regionale Venturi e lo stesso Nicolini vengano a presentare il progetto complessivo sul futuro del Sant’Anna…”, fanno pensare, se non le ho fraintese, che vi siano da definire altri aspetti ed assetti dell’ospedale montano oltre al punto nascita e viene allora da domandarsi come tutto questo “sospeso” possa conciliarsi, o coniugarsi, col progetto nazionale “Aree interne”, di cui si è parlato ripetutamente anche su Redacon e che sembrerebbe prevedere il rafforzamento dei servizi e la valorizzazione delle filiere produttive locali, ossia, in buona sostanza, azioni di sostegno e promozione dei territori interessati (senza contare che la montagna reggiana sarebbe stata individuata come area pilota per la Regione Emilia-Romagna).
(P.B.)
Un commento un po’ fantasioso, ma non così assurdo: mi pare che ci sia un disegno, non solo nazionale, ma addirittura mondiale in tutta questa distruzione dei servizi sanitari. Ho amici che hanno diagnosticato, grazie al web, la malattia dei genitori, pur ignoranti in medicina, centrando in pieno la diagnosi, ma ormai troppo tardi. Partorire comodi? Scherziamo? Il disegno è questo: “siamo più di 7 miliardi, per cui meno siamo e meglio mangiamo!” C’è qualcuno nella stanza dei bottoni che trama perché si nasca poco e si muoia tanto. Ecco la verità! Per riuscirci, ci rimbambiscono con fiumi di notizie idiote. Io letteralmente le ignoro! Il mio consiglio accorato: disintossicatevi e soprattutto gridate per le cose importanti. Menti pensanti di tutto il mondo, uniamoci!
(M. Grazia Consolini)
Lo Stato italiano ha firmato trattati con gli altri Paesi europei sulla riduzione delle spese pubbliche in tutti gli ambiti ed anche in quello sanitario, il nostro debito pubblico gigantesco dicono. Regioni anche virtuose come l’Emilia Romagna, Toscana, Lombardia devono fare fronte a riduzione di budget più o meno marcate ogni anno, il che significa che in paesi dall’alto debito pubblico come il nostro, “i cosidetti pigs”, ci sarà un ridimensionamento dello stato sociale e dell’assistenza sanitaria, con tutto quello che ne consegue.
(Andrea)
“L’Italia dovrebbe decidere se riformare a fondo e repentinamente lo Stato con il taglio delle pensioni, il taglio della sanità pubblica, il taglio dei servizi pubblici, il taglio della spesa scolastica pubblica o se lasciare l’eurozona” L’ha dichiarato in una intervista a Bloomberg David Folkerts-Landau, capo economista di Deutsch Bank, e non poteva dirlo in modo più chiaro. Nel senso che, se vogliamo mantenere le pensioni, la sanità pubblica, la scuola pubblica, i servizi pubblici, dobbiamo lasciare l’eurozona. Oppure, tagliare (e privatizzare tutto, per chi potrà permetterselo).
(Commento firmato)
Comune di Castelnovo a guida centrosinistra (se proprio vogliamo essere precisi precisi e non vogliamo chiamarla Pd in ossequio al fatto che il sindaco non risulta tesserato; ma comunque per quelle praterie vaga), Unione montana dei comuni dell’Appennino reggiano idem con patate, Provincia di Reggio Emilia a guida Pd, Regione Emilia Romagna a guida Pd, Stato-Italia a guida Pd. Se salta qualche reparto al S. Anna non date la colpa al Pd.
(G. Romei)
Buongiorno, mi associo a quanto detto dal signor Massimo Bonini ed anche dalla signora Consolini, aggiungendo però che questo dell’ospedale non è un problema solo di Castelnovo ne’ Monti ma di tutta la nostra montagna e tutta la montagna dovrebbe unirsi e andare in Regione o dove si conviene per dimostrare che non siamo pecore, ma persone con uguale dignità e diritti dei cittadini, visto che lo siamo anche dal punto di vista tasse e contributi. Siamo uniti a Reggio, bene, anzi benissimo direi e allora che i dirigenti facessero i dirigenti e che mandassero a rotazione i loro medici esperti ad insegnare ai nostri (tanto sottolineato durante le riunioni che è per il nostro bene e per la nostra sicurezza, che vogliono smantellare l’ospedale). I miei figli sono nati a Castelnovo e io, cittadina di nascita, ne sono fiera.
(Una mamma)
Io vorrei solo chiedere una cosa. Considerato che l’Ospedale S. Anna non è solo l’ospedale di Castelnovo ne’ Monti ma l’ospedale che serve i pazienti partendo da Cerreto, Ospitaletto, Lagastrello e quindi comune di Ventasso, comune di Vetto, comune di Casina, Carpineti, perchè non si espongono anche i sindaci di questi comuni? Questo silenzioso disinteresse preoccupa molto. Bisognerebbe pensare che tutti, per noi stessi o per qualche nostro famigliare, potrebbe aver bisogno di questi reparti che potenzialmente verranno chiusi. Quando sono successe le disgrazie con morte di neonati o di neomamme è troppo tardi per dire “mi dispiace”.
(Alessandro N.)
Mi dispiace ripetermi. Il signor Bini è presidente dell’Unione dei comuni dell’Appennino reggiano, quindi li rappresenta tutti. Che bisogno c’è di un intervento di tutti i sindaci, spero che Bini li rappresenti davvero.
(Bacs)
Io ripeto che al sindaco Bini non interessa bruciarsi politicamente per difendere un ospedale che comunque ha il destino segnato. Sperare nel aiuto non serve a nulla.
(Cg)
Spero di sbagliarmi, ma come scritto nel commento sopra, il destino è già deciso. Provate a pensare perché gli altri sindaci non dicono nulla, perché a livello provinciale non si sente quasi niente, a livello regionale pure. Mi dispiace ma la decisione, considerato che in città verrà costruito un reparto grandissimo, è già stata presa. Sono 9 anni che se ne parla. Ormai è giunta l’ora. Ripeto, spero di sbagliarmi di grosso, ma non penso. Nessuno purtroppo andrà contro le decisioni di un’azienda che per far quadrare i conti mette a rischio altre cose.
(Andrea)
Aree interne, MaB Unesco e niente Neonatologia! Questi sono i nostri amministratori.
(MA)