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Il Parco nazionale si propone di approfondire le problematiche di sua più stretta competenza in relazione alla tutela dell’ambiente

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Il giorno 4 settembre scorso a Sassalbo il consiglio direttivo del Parco nazionale ha discusso e approvato all'unanimità il seguente documento.

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Il mutamento climatico dovuto all'effetto serra è ormai una realtà attuale e non solo una preoccupante prospettiva del futuro.

Serve un salto di qualità delle politiche nazionali e internazionali di prevenzione e mitigazione di ulteriori effetti ma serve anche un cambiamento dei comportamenti nella produzione e nei consumi da parte delle imprese, delle famiglie e dei singoli.

Servono inoltre strategie e misure immediate di adattamento.

L'Europa meridionale e all'interno di esso il crinale e il confine climatico euro-mediterraneo, su cui insiste il Parco nazionale, paiono oltre che estremamente sensibili particolarmente colpiti. Negli ultimi mesi si sono registrate temperature altissime e precipitazioni molto basse, assenza di neve, precoce rinsecchimento e caduta di fogliame dagli alberi, riduzione e prosciugamento di sorgenti, torrenti e corsi d'acqua, comparsa di incendi boschivi anche sul versante nord (che era storicamente indenne).

È difficile valutare quanto ci sia di eccezionale in tutto questo o quanto piuttosto ciò rappresenti l’inizio di una nuova, cambiata normalità. E difficile altresì, di conseguenza valutare tutti i cambiamenti che si possano produrre (sia positivi, che negativi) sul territorio del nostro Appennino.

Se da un lato la congiuntura climatica ha favorito il turismo “estivo”, d'altro lato destano fortissime preoccupazioni altre possibili emergenze sugli ecosistemi sulle coltivazioni e anche sull'economia del territorio.

Preoccupa in modo particolare la riduzione delle precipitazioni, degli apporti di acqua, alle sorgenti ai corsi fluviali e alle falde. È necessario e urgente rivedere i parametri dei bilanci idrici di bacino e anche i modelli previsionali. La revisione di parametri e previsioni deve portare immediatamente e rivedere i piani e programmi di gestione delle acque in quanto da un lato il rispetto del D.M.V. e dall'altro rispetto alla conservazione, la disponibilità, allo stoccaggio e all'uso rigoroso ed efficiente delle sorgenti risorse per i diversi consumi potabile, energetico e idrico.

Il Parco nazionale si propone di approfondire le problematiche di sua più stretta competenza in relazione alla tutela possibile del patrimonio forestale e del patrimonio e degli ecosistemi di sorgenti, laghi, torrenti e fiumi e altresì alla introduzione o ripristino di colture idonee e attività di cura del territorio.

Propone altresì a tutte le autorità competenti, in primis regioni, autorità di bacino, gestione di acquedotti, consorzi di bonifica, di programmare ufficialmente sedi e tempi di modalità di confronto sui temi sopraesposti con particolare riferimento alle previsioni di bilancio idrico di ciascun bacino alla gestione delle infrastrutture esistenti, alla nuova progettazione e costruzione di nuove infrastrutture, sbarramenti, opere di stoccaggio delle acque, di emanazione di più rigorose linee guida sui prelievi e consumi di acque secondo criteri di priorità efficienza negli utilizzi.

In queste sedi il Parco nazionale è pronto ad apportate il suo più costruttivo contributo di messa in valore e utilizzo sostenibile delle risorse dell’ambiente dell’Appennino.