Home Economia Fallimenti: quattro aziende molto conosciute

Fallimenti: quattro aziende molto conosciute

27
3

L’onda lunga della crisi prosegue in Appennino e lo fa, ancora una volta, con numerosi fallimenti, alcuni dei quali di esercizi o attività molto note.

Spulciando tra gli avvisi del Tribunale di Reggio questo mese è stato dichiarato il fallimento della New Hydrojet s.r.l., attualmente in liquidazione, con sede in Baiso, nella frazione di Muraglione in via dell’Artigianato n.8/b. Liquidatore è il signor Leonardo Iori. L’avvocatessa Francesca Cafarri è stata nominata quale legale rappresentante della società fallita. La sede della Hydrojet s.r.l., società assai nota per la produzione e rivendita di ceramiche artistiche, meno di una settimana fa è stata oggetto di un devastante incendio che ha impegnato quattro squadre dei vigili del fuoco per domare le fiamme. Sul sito web dell’azienda è riportato che negli ultimi due anni gli investimenti erano stati molteplici, anche con l’introduzione di nuove figure professionali di tipo commerciale e di tipo organizzativo-produttivo. Contemporaneamente si era dato il via a tutta una serie di interventi sugli impianti produttivi, fino ad arrivare ad un vero e proprio trasferimento in una struttura di circa 3000 mq, provvista di 200 mq di uffici con area espositiva. Nel 2006 Hydrojet aveva brevettato una nuova tecnica di taglio e assemblaggio che consentiva di posare le piastrelle inclinate rispetto al piano creando così interessanti ed innovativi movimenti tridimensionali. La Hydrojet era una struttura che contava 28 dipendenti, 18 macchine a taglio lineare, 4 macchine a taglio idrogetto, 2 macchine per il buratto e, da gennaio 2007, 1 macchina per eseguire il brevettato sistema di sguscia Link-up. Tutto ciò consentiva di offrire un servizio dalla fascia su rete, alla preincisione, al puro listello, il tutto gestito dai piccoli ai grandi formati.

Pochi giorni prima il Tribunale di Reggio Emilia ha reso noto il fallimento della Impresa Marzani F.Lli s.r.l. con sede legale in Baiso, via Corciolano n.1, frazione di Levizzano. Il giudice delegato al procedimento di liquidazione è il dott. Virgilio Notari. Legale rappresentante della società fallita è stata nominata l’avvocatessa Giorgia Gallo. Il titolare della ditta è persona molto conosciuta e stimata a Baiso e impegnato nel sociale. L’Impresa Marzani F.lli s.r.l. era specializzata in potatura di piante e arbusti, pitture, risanamento ambienti, movimento terra, pulizia e molto altro ancora.

A Castelnovo ne’ Monti molti ricordano i Colori del Parco s.r.l. decretato fallito sempre dal Tribunale di Reggio Emilia. I Colori del Parco Nobili s.r.l. con sede legale in Castelnovo ne’ Monti, via Micheli n. 4/b ha per curatore del fallimento la dottoressa Noemi Cosseddu. La società produttrice di colori, smalti e vernici, che aveva anche bottega con rivendita vicino alla stazione dei Carabinieri di Castelnovo, fu la prima artigiana a inserire il nome “parco” nella propria ragione sociale.

Ancora a Castelnovo ne’ Monti è la volta del fallimento di Privata Assistenza cooperativa sociale scarl. In questo caso la liquidazione coatta amministrativa per la cooperativa con sede in piazza Gramsci 1/c a Castelnovo ne’ Monti. Commissario liquidatore è la dottoressa Anna Spaggiari. La società ricopriva servizi sociali e sanitari, con laboratori protetti, interventi riabilitativi, interventi per l’integrazione sociale, interventi personalizzati ed assistenza. L’attività riguardava la gestione di strutture per anziani, residenziali e semiresidenziali nei comuni dell’Alto Appennino, Baiso, Poiago di Carpineti, Castelnovo ne’ Monti, con servizi di assistenza domiciliare anche per disabili, e gestione del progetto di mobilità “disabili e anziani” in collaborazione con il Comune di Castelnovo ne’ Monti. Nel corso del tempo della società Privata Assistenza è stato presidente Vincenzo Ferrari, già consigliere comunale ed esponente politico di rilievo.

3 COMMENTS

  1. Evviva la ripresa di Padoan, Renzi, Delrio, la Boschi e anche l’ora molto di moda Martina. L’export funziona e riparte, ma il mercato interno dove noi viviamo è un’agonia costante ed è inutile che continuino a prenderci per i fondelli.

    (U.m)

    • Firma - u.m
  2. Concordo sull’analisi. E le cause? E i rimedi? L’Italia è un paese manifatturiero ed esportatore, principale concorrente della Germania. La svalutazione dell’Euro (fino al 30%) rispetto al Dollaro, fino ad oggi ci ha favoriti sui mercati internazionali. Ancora per poco. L’Europa detta la linea: mercantilismo esportatore, basato sulla deflazione salariale (precarizzazione, jobs act). Per essere competitivi sui mercati internazionali dobbiamo abbassare i salari (lo dice Padoan, sul Sole24ore: dove non c’è tasso di cambio, l’aggiustamento avviene con la compressione del mercato del lavoro). Purtroppissimo, la deflazione salariale uccide il mercato interno, perché i cittadini hanno meno soldi in tasca. Se non c’è mercato interno, chi produce per il mercato interno (la maggioranza delle imprese) fallisce. Se le imprese falliscono, non restituiscono i prestiti alle banche, e le banche falliscono. Da Monti in poi tutti i governi hanno perseguito questa politica di deflazione salariale, e infatti l’export si è ripreso (siamo in surplus sulla bilancia dei pagamenti). A che prezzo? Che l’élite proprietaria aumenta i guadagni, la massa dei lavoratori dipendenti impoverisce. Se ci sta bene così, proseguiamo pure su questa strada. Se non ci sta bene, aspettiamo le prossime elezioni per provvedere. Sperando che vada a finire bene.

    (Commento firmato)

    • Firma - Commento firmato
  3. Sono gli incendi, oltre ai fallimenti, che inquietano. Sono tempi in cui si replica spesso la prassi dei prestiti facili e poi delle minacce e degli incendi. Sembra di stare in guerra. Anzi siamo già in guerra. Brucia tutto. Fallisce tutto. Vite rovinate. Sogni in frantumi. E lo stato è il cecchino più spietato.

    (Daniela)

    • Firma - Daniela