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L’indignazione dei Sindaci della Val d’Enza, in merito all’indagine della Magistratura sulla Polizia Municipale, ha dell’incredibile. Lo affermano alcuni consiglieri

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Consiglieri Val d'Enza

Riceviamo e pubblichiamo.

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L’indignazione dei Sindaci della Val d’Enza, in merito all’indagine della Magistratura sulla Polizia Municipale, ha dell’incredibile.

E’ incredibile e vergognoso che, se le gravissime accuse dovessero essere confermate, solo ora si sveglino da un lungo letargo durato, a quanto sembra, ben otto anni. Eppure di segnali ne avrebbero avuti a dismisura a iniziare da un’incessante e anomala richiesta di mobilità in uscita, così come da candidati che seppur vincitori di concorso rifiutino il servizio scegliendo altre realtà.

Ma questa vicenda evidenzierebbe, in maniera eclatante, un castello di sabbia costruito ad arte da loro stessi e si evince dalle dichiarazioni che in questi giorni hanno rilasciato.

“L'Unione Val d'Enza definisce il programma e gli obiettivi del corpo unico di polizia municipale. Come raggiungere quegli obiettivi spetta al responsabile” afferma Paolo Colli ex Presidente dell’Unione dimenticandosi che è da loro nominato in modo fiduciario: come lavarsi le mani a delle doverose responsabilità politiche e amministrative.

Le stesse responsabilità che in questi anni tutti i sindaci hanno cercato e voluto delegare a un’entità poco democratica (l’Unione è un ente di secondo livello senza un’elezione diretta, democratica e rappresentativa, dei cittadini degli otto comuni).

Questa sarebbe, se tutto fosse confermato dal procedimento giudiziario, la dimostrazione di una mancanza di controllo politico e amministrativo di tutte quelle funzioni, a diretto contatto con il cittadino, che sono state dirottate, svuotando i Comuni, all’Unione.

Oggi l’Unione dei Comuni è una sovrastruttura utile solo per avere finanziamenti, ma abbandonata a una gestione tecnicista senza nessun controllo diretto della politica e quindi del bene comune di tutti i cittadini.

Altro che indignazione, dovrebbero essere perseguiti per una visione dell’amministrazione della cosa pubblica distorta e poco lungimirante.

Al prossimo Consiglio dell'Unione dei Comuni della Val d'Enza, come gruppi di minoranza, presenteremo un ordine del giorno per la costituzione di una commissione d'indagine amministrativa, strumento previsto dallo statuto.

E' un atto dovuto per trasparenza, informazione e per tutelare il corpo della polizia municipale. La commissione avrà compiti che non si sovrappongono a quelli di indagine affidata agli organi inquirenti per la verifica dei reati. Questa commissione servirà ad appurare il tema degli eventuali mancati controlli amministrativi all'interno del corpo della polizia municipale e delle ipotetiche mancanze che potrebbero aver creato problemi di funzionamento e hanno arrecato gravi danni di immagine al servizio.

I cittadini della Val d'Enza si aspettano azioni concrete per capire i fatti e porne rimedio, e l'istituzione di una commissione d'inchiesta risponde a tutto questo. La scelta dipende dalla maggioranza del PD in unione: avranno il coraggio di mettersi in discussione e accettare il confronto istituendo la commissione? O pavidamente la bocceranno gongolandosi nella loro autoreferenzialità?

Il rinnovamento e il radicamento sul territorio passa anche attraverso la chiarezza e la coerenza: vedremo cosa diranno e cosa faranno!

( I Consiglieri dell’Unione Val d’Enza: Maurizio Vergallo “Bibbiano Bene Comune”, Natascia Cersosimo “Movimento 5 Stelle”, Marco Bertolini “Gattatico Bene Comune”)