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L’attenzione della Provincia di Reggio a ponti e viadotti

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La Provincia di Reggio Emilia ha sempre cercato di dedicare la massima attenzione alle condizioni dei circa 1.000 chilometri della propria rete stradale e allo stato dei 630 tra ponti e viadotti che, da sola o insieme ad altri enti, è chiamata a gestire. E ha cercato di farlo anche in questi ultimi anni, come noto caratterizzati da un significativo calo di risorse dovuto principalmente ai tagli applicati alle Province con i provvedimenti della spending review, che solo nell’ultimo quinquennio hanno comportato – per il bilancio di Palazzo Allende – 112,9 milioni in meno.

Proprio nella consapevolezza dell’importanza della sicurezza dei cittadini che ogni giorno percorrono le nostre strade o frequentano le nostre scuole, le due principali competenze rimaste in capo all’ente dopo la legge di riforma del 2014, la Provincia di Reggio Emilia ha cercato di sopperire in ogni modo a questo calo di risorse: dall’alienazione di parte del proprio patrimonio immobiliare ad una attenta e scrupolosa gestione, azioni che hanno comunque consentito di generare avanzi, fino alle decisione di non rispettare il Patto di stabilità per sbloccare la messa in sicurezza del ponte tra Boretto e Viadana e l’adeguamento antisismico del liceo Chierici.

Grazie a queste operazioni straordinarie – ed al sostegno della Regione Emilia-Romagna e, nell’ultimo periodo, anche del Governo, in particolare attraverso il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti - la Provincia di Reggio Emilia è riuscita a realizzare e a programmare una serie di importanti interventi di manutenzione che hanno riguardato o stanno riguardando ponti e viadotti.

In particolare, per quanto riguarda il Po, sta per concludersi un significativo intervento da oltre 2 milioni di euro che, a partire dallo scorso anno, ha interessato il ponte tra Boretto e Viadana. L’investimento, reso possibile anche grazie al contributo delle Regioni Emilia-Romagna e Lombardia, ha comportato il rifacimento del piano viabile e, soprattutto, la sostituzione di 16 dei 58 giunti, completando il lavoro già svolto nel tratto mantovano, nonché la realizzazione di una sorta di cuscino intorno alle fondazioni, con un primo strato di sacchi di sabbia ed un secondo di massi ciclopici, delle pile centrali in alveo 5, 6 e 7 (la 8 e la 9 erano già state rinforzate nel 2006). Su queste tre pile, è stata anche realizzata una incamiciatura in acciaio dei pali di fondazione, proposta come opera gratuita di miglioria da parte della ditta che si è aggiudicata i lavori: in queste settimane stiamo quindi procedendo all’affidamento di tali lavori, attraverso una variante all’appalto iniziale, anche per le altre due pile in alveo, la 8 e la 9, lavori che dovrebbero iniziare nelle prossime settimane, ovviamente se il livello del Po lo permetterà. A cantiere ultimato, sarà quindi affidato un ulteriore incarico di collaudo che prevede una prova di carico in tre diversi punti delle travate, nonché la strumentazione del manufatto con sensori sia per vericare eventuali deformazioni anomale, sia per controllare le pile in fase di piena.

Ammontano invece a circa 3,8 milioni, stanziati dal Mit attraverso l’ultima Legge di bilancio del Governo Gentiloni, i lavori che saranno realizzati a breve sull’altro manufatto che assicura i collegamenti tra Reggio Emilia e Mantova, il ponte tra Guastalla e Dosolo. Tali risorse, richieste e programmate insieme alla Provincia di Mantova, permetteranno un importante intervento di manutenzione straordinaria a partire dal ripristino del cemento armato. La Provincia di Reggio Emilia si è fatta carico di progettare l’opera e fungere da stazione appaltante e prevediamo di affidare i lavori di progettazione entro settembre per poter aggiudicare le opere la prossima primavera, nei tempi previsti dal decreto di assegnazione delle risorse.

Giovedì scorso sono state invece aperte le buste della gara d’appalto, mediante avviso per manifestazione di interesse, dei lavori di messa in sicurezza del ponte della Sp 108 sul rio Sologno a Villa Minozzo, attualmente transitabile a senso unico alternato solo per i mezzi leggeri. L’importo dei lavori è di circa 800.000 euro, metà della Provincia e metà della Regione: l’assegnazione dell’opera è prevista a fine mese in modo che i lavori, una volta espletate le ulteriori procedure burocratiche, possano iniziare entro la fine di settembre. I tempi di realizzazione previsti sono 120 giorni a partire dalla consegna dei lavori.

Sono in corso, inoltre, le procedure di gara per altri interventi – minori, ma comunque importanti – di manutenzione straordinaria (200.000 euro) di un tratto, comprensivo di viadotti, della Sp 486R Fondovalle Secchia, tra Lugo e Cerredolo, che prevede tra l’altro la regolarizzazione del piano viabile così da consentire di riportare il limite di velocità, oggi abbassato ai 50 km/h, ai 70 km/h. Con ulteriori 370.000 euro interverremo, inoltre, su 2 ponti della Sp 62R Cispadana a Guastalla e 3 ponti delle Sp 7 e 98 in comune di Carpineti con sostituzione dei guard-rail e, sui manufatti in montagna, anche con opere di rinforzo di muratura e travi.

 

Non va, infine, dimenticato il prezioso monitoraggio giornaliero da parte dei sorveglianti stradali e, in caso di eventuali anomalie da loro segnalate, le ispezioni svolte dalla Unità operativa Manufatti del Servizio Infrastrutture della Provincia di Reggio Emilia. E’, tuttavia, indispensabile che alle Province - che in tutta Italia gestiscono 30.000 ponti, viadotti e gallerie – venga assicurato anche in futuro da parte dello Stato quel sostegno che, proprio con la Legge di bilancio 2018, ha nuovamente restituito dignità e, soprattutto, capacità di riprogrammare investimenti a questi enti, dopo i tagli indiscriminati iniziati con la Finanziaria 2015 che hanno inevitabilmente penalizzato molti servizi essenziali per i cittadini.

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L'allerta dell'ingegner Fabio Filippi.

L'ingegnere Fabio Filippi scrive agli organi di informazione, all'ANAS nazionale e compartimentale e ai parlamentari locali per segnalare problemi sul viadotto di Calcinara

Nel 1985 su incarico dell’impresa Magri spa, procedevo alla progettazione strutturale del viadotto di Calcinara in corrispondenza dello svincolo Gatta/Villa-Minozzo sulla S.S. 63 del Valico del Cerreto..

Il 15 nov. 2011 il Giornale di Reggio pubblicava un articolo dove segnalavo all’Anas la scarsa manutenzione delle strutture del viadotto di Calcinara ubicato in località Felina, e la necessità di intervenire per ripristinare i calcestruzzi sgretolati e le armature corrose. La mia segnalazione non ha avuto risposte e le strutture del ponte hanno continuato il loro inesorabile degrado.

In considerazione anche del drammatico crollo del ponte Morandi  a Genova, sono a rimarcare con forza che il cemento armato non è eterno: l’usura, gli eventi naturali e le sollecitazioni ne diminuiscono la resistenza  e  occorrono  opere di manutenzione straordinaria e a volte veri e propri progetti di ristrutturazione e ripristino.

Tutte le opere “speciali” necessitano di manutenzioni altrettanto “speciali”; del resto in tutti gli immobili, anche i più semplice si procede a fare manutenzione periodica.

Con la presente sono a risollecitare ufficialmente l’ANAS proprietaria della SS 63 anche attraverso i parlamentari reggiani, sulla necessità di eseguire con urgenza opere di ripristino e di messa in sicurezza di tutte le strutture del viadotto, in particolare dei calcestruzzi a supporto delle travate del viadotto.

L’incuria, il sale per la neve, la carbonatazione, l’aumento del traffico pesante, le gronde malfunzionanti hanno fatto letteralmente esplodere alcuni ferri di armatura e sgretolato pezzi di calcestruzzo visibili ad occhio nudo al comune passante.

Con la sua messa in pristino, evitiamo le disgrazie e la spiacevole caccia al colpevole.

4 COMMENTS

  1. Io vorrei segnalare anche il ponte che collega la strada provinciale che va dalla frazione di Montedello (ex comune di Ramiseto adesso Ventasso) che passa sul fiume Enza e va nella frazione di Vaestano nel comune di Palanzano. Tutti i giorni nei periodi scolastici ci passa lo scuolabus!

    ramisetano

    • Firma - ramisetano
  2. A seguito delle note vicende, avremo ora l’attenzione concentrata, per un po’, sulle cosiddette opere pubbliche. Come sempre, è bene guardare la luna, e non il dito. La luna dice che il trattato di Maastricht ha disegnato per l’Europa “un’economia di mercato fortemente competitiva”, basata sul liberismo e la proprietà privata, da cui le imponenti privatizzazioni che hanno caratterizzato, in Italia, gli anni ’90. Al contrario di ciò che siamo portati a credere, sulla base della narrazione, e cioè che l’Europa è fatta di una solidale fratellanza di nazioni, i diversi Paesi sono ‘fortemente in competizione’ tra loro. Avendo fissato il cambio (la moneta è unica, l’euro), l’elemento principale che rende competitivi i diversi Paesi europei è il differenziale di inflazione, cioè il costo del lavoro nella proprio apparato industriale. Infatti, l’inflazione viene generata dai salari: più i salari sono alti, più la gente chiede beni di consumo (la domanda interna) più i prezzi salgono; cioè, si genera inflazione. Quindi, chi vuole essere competitivo, dovrà tenere bassa l’inflazione, cioè fare in modo che la gente sia parca nei consumi; quindi, dovrà tenere bassi i salari. Se i salari salgono, il Paese non è competitivo, non vende, le fabbriche chiudono, ci sarà disoccupazione, gli operai si accontenteranno di salari minori. È il Mercato! Ora, è del tutto evidente che un Paese che costruisce infrastrutture, fa manutenzione del territorio, cioè investe in opere pubbliche, crea domanda di lavoro. Se c’è offerta di lavoro, i salari salgono, la gente consuma e l’inflazione sale. Non è un caso, se la Germania, il paese più ricco d’Europa, non fa investimenti infrastrutturali. Lo fa a ragion veduta, perché vuole mantenere bassa l’inflazione (cioè il costo del lavoro). È di tutta evidenza che, se un Paese deve mantenere bassi i salari, quindi anche la domanda interna, non potendo contare sul mercato interno, dovrà produrre per esportare. È ciò che fa la Germania, che infatti ha una bassa inflazione ed un surplus mostruoso. Nonostante questo – anzi, proprio per questo – lo Stato non investe in infrastrutture pubbliche. Quindi, nessuna meraviglia, se scopriamo che in Italia, dal 2000 al 2014, gli investimenti pubblici e privati sono passati dal 21% al 16% del PIL. Dobbiamo essere austeri, accontentarci ed essere competitivi. A proposito, per essere ‘competitivi’, rimanendo dentro i trattati europei, il livello dei salari, in Italia, dovrebbe scendere ancora di un 20-30%. Tirate voi le conclusioni, e poi confrontatele con ciò che dice la Costituzione: un salario dignitoso, che permetta di mantenere la famiglia. (commento firmato)

  3. Condivido argomentazioni ing. Filippi ed invito chi è preposto a farlo a controllare il ponte sul Secchia fra Gatta San Bartolomeo .
    Ferri scoperti e visibili, calcinacci e pezzi di cemento che cadono nel greto del fiume. Il ponte è percorso da un alto numero di mezzi nell’ arco della giornata molti dei quali mezzi pesanti.
    Cordiali saluti

    Elio marazzi

    • Firma - Elio marazzi