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Cia: l’Enza è in sofferenza, ed anche gli agricoltori della valle

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In data 8 agosto scorso la Regione, per l’esattezza gli assessori ambiente Paola Gazzolo ed

Fiume Enza

agricoltura Simona Caselli, hanno risposto alle richieste di deroga per il deflusso minimo vitale (DMV) del torrente Enza, presentata il 26 giugno scorso dal Consorzio di bonifica Emilia Centrale, richiesta preceduta da analoga richiesta di CIA – Agricoltori Italiani di Reggio Emilia già il 21 maggio, ed in seguito da sollecitazioni di altre parti interessate. La risposta è stata negativa, tuttavia secondo CIA il fatto stesso che la Regione abbia in qualche modo risposto costituisce un’occasione di apertura di dialogo che va colta.

La risorsa acqua riveste un ruolo fondamentale per le sorti dell’intero comparto agricolo, che nel pieno della stagione estiva si ragioni di deroga al DMV non costituisce quindi una forzatura, stante il fatto che – riconosce la lettera firmata dai due assessori – deroghe temporanee al mantenimento del deflusso ecologico sono ammesse quando si determinino gravi carenze di approvvigionamento irriguo, seppur con la condizione di porre in atto strategie di risparmio idrico e contenimento delle perdite e degli sprechi. Il territorio della val d’Enza è storicamente il più sofferente in ambito regionale in periodo estivo, causa un deficit d’acqua verificato e conclamato, tanto da porre la necessità di prevedere strutture di accumulo, come ancora pochi mesi fa ha sancito il Tavolo tecnico regionale che si è occupato dei problemi del torrente Enza. Nel contempo questo territorio è sede di una filiera agroalimentare, quella del Parmigiano Reggiano, tra le più importanti a livello nazionale.

La risposta della Regione ritiene che non ricorrano quest’anno le condizioni per il rilascio della deroga, sia per le maggiori precipitazioni verificatesi nel primo semestre dell’anno, sia per il bilancio idro-climatico più favorevole rispetto al 2017.

“E’ evidente a tutti – sottolinea il presidente CIA Antenore Cervi – che non stiamo vivendo una situazione pari a quella drammatica del 2017, tuttavia ci sembra che la risposta non tenga conto del dato di partenza, ovvero che la valle dell’Enza nei mesi estivi entra in situazione di deficit di risorsa idrica, quindi la sofferenza per le colture esiste, peraltro dal momento della risposta da parte della Regione, dalla quale sono trascorsi altri 15 giorni, è accentuata dalla mancanza quasi assoluta di nuove precipitazioni”.

“Pertanto – conclude il presidente CIA – ci auguriamo per il futuro una disponibilità a rivedere in modo più flessibile la gestione del DMV, fino a quando alla valle dell’Enza non sia data la risposta strutturale che il mondo agricolo attende e sollecita”.

La CIA sottolinea infine la necessità che tra gli Enti pubblici vi sia rispetto dei confini dei propri ruoli: Arpae ha sottolineato nei giorni scorsi di non aver mai ricevuto richieste di deroga per l’Enza, cosa del tutto logica perché sia la bonifica che le associazione tale richiesta l’hanno fatta alla Regione come dovevano, ed era questa che doveva eventualmente dare disposizioni alla stessa Arpae.

3 COMMENTS

  1. Credo che far morire una persona di sete, volutamente, sia atroce, questo è ciò che sta facendo una specie di Santa Inquisizione dei tempi moderni, che condanna a morte per eresia gli agricoltori, i paesi montani e i paesi a valle. Sentire parlare di regolamentazione del DMV dell’Enza e non realizzare la diga di Vetto che sarebbe in grado di garantire nei quattro mesi estivi dagli 8 ai 12 metri cubi al secondo di acque limpide 24 ore su 24 alle terre e ai rubinetti di Reggio Emilia e Parma, è come condannare ad una lunga agonia chi potrebbe avere tutta l’acqua che vuole. Ma è chiaro che se diamo l’acqua che serve agli agricoltori e un futuro ai paesi montani si perderà il potere su di loro e tanti “amici degli amici” perderanno l’attuale business delle acque, il business della produzione dell’energia da gas e petrolio e il business derivante dalla vendita di altri formaggi padani. Andiamo avanti così, ma voglio dire ai politici di turno: non meravigliatevi del crollo del ponte Morandi a Genova, non meravigliatevi di quanto successo al Pollino, non meravigliatevi se un giorno Sorbolo, Brescello e altri saranno alluvionati, non meravigliatevi se il Parmigiano Reggiano sparirà e se sui paesi montani ci sarà solo gente in visita ai cimiteri, lupi e cinghiali. Ma non meravigliatevi se qualcuno vi manderà a casa tutti; sappiate che la diga di Vetto è l’unica opera in grado di ridare una speranza a tutti e sappiate che gli agricoltori e i montanari prima di morire lotteranno con ogni mezzo.

    (Franzini Lino)

    • Firma - Franzini Lino
  2. Mi auguro che il buon senso porti i vari politici di turno, che da anni si sono sempre opposti alla diga di Vetto, ad ammettere il grande errore che fu commesso nell’ostacolare quest’opera. Chiunque a mente serena e senza ideologie politiche, prova ad immaginare la grande ricchezza che avrebbe portato a tutti la diga di Vetto, ma in particolare ai paesi montani, c’è da mettersi a piangere. Sbagliare è umano ma persistere è diabolico; oggi sprecare le acque quando ci sono e chiedere la regolamentazione del minimo deflusso vitale nel periodo estivo, pur potendo aver tutta quella di cui c’è bisogno, dimostra che nel nostro sistema Italia qualcosa non funziona, almeno nei partiti che si sono opposti a quest’opera.

    (Pierluigi)

    • Firma - Pierluigi